giovedì 28 luglio 2022

Jacopo Morrone da Forlì

Sicuramente il povero Jacopo Morrone da Forlì di cappelle ne ha fatte tante. Il suo difetto più grande è quello di considerarsi oltre che il più bravo, anche il più furbo. Purtroppo non è così. Anche lui usa le persone secondo il bisogno. Ha pompato Enzo Ceccarelli quale “suo” candidato a sindaco di Rimini, per poi scaricarlo malamente ed abbandonarlo al proprio destino… sperando che si dimetta (anche Sadegolwaad e la maggioranza contano i giorni affinchè si tolga dalle scatole). In realtà Ceccarelli è uno dei pochi che in Consiglio comunale riesce a mettere in crisi nel merito la “gioiosa macchina da guerra” dei Gnassi/Jamil boy’s”. Insomma il “furbo” di Forlì pensa più a pararsi il c… per le prossime elezioni politiche che a tutto il resto. Assistiamo al solito teatrino del “celodurismo” nostrano, secondo il quale la maggioranza “tirerà diritto” e gli altri attaccheranno la solita solfa del comunismo e dello spettro della dittatura del proletariato che si aggira (sperduto) per l’Europa dei burocrati di Bruxelles. La favoletta non convince più neppure i bambini. Il motivo è molto semplice: il PD è il vero e unico partito di destra e sincero conservatore con la foglia di fico dei diritti civili e delle donne in green party… insomma la brutta copia del partito radicale 2.0. Secondo voi cari elettori ormai apatici ed indifferenti, che avete sostituito l’entusiasmo della democrazia e della partecipazione ai piaceri dell’happy hours e dello spritz al campari, che differenza c’è fra Gnassi e Zilli, fra Spina e Sadegolwaad , fra De Sio/Sanese /Smurro e Melucci, fra la Raffaelli/Sarti e Piccari, fra Cagnoni e… nessuno. Forse ad essere pignoli l’unica differenza è fra chi va alla santa Messa e chi alla Sala del Commiato. Però tutti in egual misura rispondono ai vari comitati o cooperative di potere, ai vari gruppi ed associazioni che nel vuoto politico dettano “l’agenda Drangon and balls”. Ed allora come dice il “Gran Maestro” l’ing. Carlo De Benedetti siamo alla vigilia di elezioni memorabili, paragonabili a quelle del ’48 dove si confronteranno due posizioni paradossalmente contrapposte: quella conservatrice e reazionaria guidata dal PD e quella democratica e progressista che da sempre invoca le elezioni contro i complotti e gli inciuci di Palazzo, rappresentato dal campo largo di centro/destra. Ormai il paradosso dei paradossi è sotto gli occhi di tutti e non basteranno i titoli e il fuoco incrociato di radio, tv e dei giornaloni per confutare questa Verità. Nel ’48 si sono confrontati personaggi del calibro di De Gasperi, di Nenni, di Togliatti, di Benedetto Croce, di Luigi Einaudi. Di tutti i “Professorini” che poco più che ventenni scrissero la Costituzione…Moro, Fanfani, Spinelli, La Malfa, Amendola, Andreotti, La Pira… Ora ci dobbiamo accontentare dei “personaggetti” che si accapigliano e si sbertucciano nei talk show condotti da veri guitti televisivi… che piacciono a Zuppi e all’Europa… ma tanto ci passa il convento. La speranza però è l’ultima a morire. Il desiderio di tutti gli italiani è che chi ci ha precipitato in questa situazione disastrosa abbia la decenza e il coraggio di emendarsi impegnandosi per risollevare il nostro amato Paese. Ancora 60 giorni per capire se i dirigenti di partito vorranno ancora proseguire nella politica di pappa e ciccia esclusivamente per mantenere i loro smisurati privilegi, oppure scegliere i candidati “I Migliori” pronti ad una dura battaglia per il bene dell’Italia e non giusto per razzolare nel pollaio. 
 Don Camillo