sabato 2 febbraio 2013

Una Storica Impresa

Riusciranno gli eroi del Pd a perdere un’elezione vinta? Troppo ampio era il vantaggio sul centrodestra, troppo deboli gli avversari. Eppure qualcuno ce la sta mettendo tutta. E chi nel Pd si considerava già al governo, ora non è più così sicuro. Ci mancava solo lo scandalo Mps. L’ennesimo ostacolo dopo l’inattesa resurrezione del Cavaliere, l’ingombrante ritorno di Ingroia e l’insospettabile ripresa di Beppe Grillo. E adesso i sondaggi si fanno preoccupanti: il Partito democratico torna sotto quota 30 per cento. Riusciranno i nostri eroi a perdere un’elezione considerata già vinta? Obama ha chiamato a rapporto George, i comunisti Camusso e Vendola non possono governare, gli accordi erano su Monti. E sì che il vantaggio era parecchio. Tra estate e autunno il Pd era riuscito a monopolizzare il dibattito politico in Italia. La lunga battaglia delle primarie aveva acceso i riflettori sul partito di Bersani. Una campagna elettorale tutta interna al centrosinistra subita dall'apparato e dal segrertario. Il risultato: a novembre la coalizione Pd-Sel era già pronta per andare Palazzo Chigi. Cresciuta in maniera smisurata nei sondaggi. Ormai convinta di essere destinata alla guida del Paese. Gli avversari non erano in svantaggio, proprio non c’erano. La lenta disgregazione del Pdl pareva aver segnato la fine irreversibile di un’epoca. E non sono stati pochi a sorridere, tra i dirigenti Pd, quando Silvio Berlusconi ha annunciato la sua ridiscesa in campo. La sesta. Altrettanto innocuo sembrava Mario Monti. Quasi nessuno credeva ad una sua candidatura. Dopotutto se il Professore avesse deciso di rimanere a bordo campo per lui era già prenotato, proprio con i voti del Pd, un appartamento al Quirinale. Prima di Natale il nuovo governo era quasi pronto. Altro che elezioni, il confronto riguardava già il post voto. Chi parteciperà all’esecutivo? Sui giornali giravano i primi accordi sulle liste dei ministri. La spartizione correntizia delle poltrone più importanti. Unico grande dubbio: Matteo Renzi entrerà al governo o rimarrà a Firenze? A nessuno era venuto in mente che dopotutto la possibilità di non vincerle, quelle elezioni, ancora esisteva. Guai a rinominare la gioiosa macchina da guerra del '94. O peggio, l’incredibile rimonta del Cavaliere di 12 anni dopo, quando Romano Prodi si trovò al governo senza una maggioranza in Senato. Eppure oggi le certezze iniziano a scomparire. In meno di un mese a Largo del Nazareno ci si è resi conto che il ritorno del Cavaliere è stato tutto fuorché una barzelletta. Il Pdl che sembrava in via di decomposizione si è stretto, spesso suo malgrado, attorno al vecchio leader. L’asse Pdl-Lega ormai ha raggiunto il 30 per cento. E potrebbe crescere ancora nonostante le recenti, imbarazzanti, uscite del Cavaliere. rimediate con l'ingaggio elettorale di Balo, sperando resti in campo almeno fino al 25 febbraio. Intendiamoci, Berlusconi non vincerà le elezioni, ma Bersani le ha già perse. Le probabilità che un exploit elettorale dell’ex premier possa precludere la vittoria anche al centrosinistra si fanno sempre più concrete. Nel frattempo Monti è sceso in campo. E se la sua non è certo una marcia trionfale, difficilmente l’alleanza costruita attorno al premier supererà il 15 per cento dei voti, una parte dell’elettorato vicino al centrosinistra si è trasferita con il Professore. L’ex pm palermitano Antonio Ingroia ha iniziato a calamitare verso la sua Rivoluzione Civile buona parte degli elettori più di sinistra. Chiedere conferma a Nichi Vendola. Come non bastasse ci si è messo anche Beppe Grillo, il fenomeno a Cinque Stelle sembrava essersi sgonfiato, così almeno dicevano gli esperti di flussi elettorali. Sono bastate due settimane di comizi in giro per l’Italia per riprendere vento trionfale, i dati sono talmente alti che la giusta superstizione vieta la diffusione. Tutto sta girando a suo favore sembra avere un cul superiore a Prodi e..Gnassi. Mps appena agli inizi vale 4 Balotelli, c'è caso di non trovare un intero partito tra qualche settimana. Non possono avere fatto da soli tre dirigenti ed un funzionario. Acquistare una Banca al doppio del valore, con cresta indecente, emettere fresh bond, accendere conti segreti londinesi, ci vogliono coperture politiche che erano presenti nel quasi monocolore della Fondazione. Il segretario Alfano ha chiarito che i suoi martelleranno sull’intreccio Pd-banche fino al giorno del voto. Basta sfogliare qualche quotidiano d’area per farsi un’idea. Il Pidi scende inesorabilmente nei sondaggi e quello che è peggio nella fiducia dei militanti. Ironizziamo spesso sugli interessanti dibattiti alla tavola Petitti&Bernabè, per una volta ci piacerebbe intercettarli, poi la bobina, la distruggiamo