Nel ‘900 la linea Maginot nasceva con il nobile scopo di ostacolare
l’aggressione dei Nazisti, con gli infausti risultati che tutti
conosciamo; alla prima aggressione dell’esercito tedesco si dimostrava
completamente inutile e inadeguata e facilmente aggirabile tanto che
l’occupazione di Parigi avveniva in brevissimo tempo e senza ostacolo
alcuno.
Oggi a Rimini si propone una linea Maginot delle fogne come ultimo
baluardo risolutivo contro la scarico in mare, dimenticando il tragico
risultato dell’analoga militare del secolo scorso.
Stiamo andando in contro a una siffatta disfatta? Anche i progetti del
piano delle fogne contengono già questi presupposti?
I presupposti sembrano esserci tutti. Innanzitutto si propongono
soluzioni e interventi senza conosce in modo dettagliato e specifico
il funzionamento della rete fognari cittadina. Non si tiene conto e
non si vuole intervenire nel forese per gestire quelle acque che
invece attraversano la città e invadono il nostro sistema fognario. Si
propongono sempre investimenti faraonici che vedono impegnati nei
lavori pochi attori e che saranno pagati da molti cittadini. Si
disattendono tutte le altre proposte alternative che di miriadi di
interventi sul territorio fanno la forza della soluzione del problema.
L’approccio che si sta affermando è in perfetta continuità con il
passato che tanti danni oggi sta causando. Si preferisce sponsorizzare
scelte che risultano fallimentari fin dall’origine: il concentramento
della depurazione a Santa Giustina con le previsioni di chiusura dei
depuratori di Bellaria e della Valle del Marecchia; Enormi e costose
vasca di raccolta acqua che non hanno rapporto con la superficie
cittadina a cui si referenziano. Questi interventi mostreranno
l’inadeguatezza delle soluzioni proposte e se realizzati causeranno i
problemi dei prossimi 40 anni.
Si ignorano invece quelle strategie che si potrebbero definire “La
soluzione del trattamento discreto”. La proposta prevede interventi
sugli scarichi con un pretrattamenento, intercettare le acque
inquinate, scaricare le acque restanti trattate. Prevede una studio
delle portate e delle reti e un ammodernamento delle rete esistente.
Rimane poi il tempo per effettuare la separazione della rete una volta
realizzate.
Queste metodologie consentono i seguenti vantaggi:
realizzazione di opere puntuali, con dimensioni discrete di facile
controllo e gestione;
gli interventi proposti proprio per le loro caratteristiche sono a
basso impatto ambientale, non prevedono l'utilizzo di quantità enormi
di materie prime, non sono previste attività di escavazione
importanti;
essendo interventi puntuali, non creeranno un disagio diffuso sulla
città o su una parte di essa dovuto alla presenza di un cantiere
importante;
le stazioni di pretrattamento possono essere inserite nel tessuto
cittadino e possono essere realizzate anche al di sotto del piano
campagna, inoltre essendo localizzate si possono realizzare filtri per
evitare maleodori;
prevedono il trattamento di tutte le acque e quindi un elevato livello
di protezione ambientale per il mare;
si basano sul tessuto di imprese e di tecnici del territorio che oggi
vivono una grave crisi di lavoro e degli appalti.
La proposta è visibile all’indirizzo www.facebook.com/dnarimini
ivan innocenti