venerdì 1 marzo 2013
Inevitabile
Abbiamo temuto per un pò, qualche allegro grillino si era fatto cogliere dalla sindrome dello statista di periferia, non hanno ancora imparato a giocare con il fuoco mediatico, insomma stava succedendo il casino che tanti auspicavano. La Giulia Sarti ha superato la prova microfono, non ci vuole molto a far piangere la Bernabè. Bersani forse ci credeva o molto probabilmente era spinto dal Migliore che al Corriere ha concesso una intervista per dare la Linea 11, quella soppressa dopo il Trc. Se dissimulava, gli è riuscito malissimo, come il resto della sua stupida campagna elettorale. Ha provato ad aprire a Grillo, ma il MoVimento è in realtà cosa molto diversa, più complicata del suo leader. La risposta è stata tombale. Repubblica in agonia, titola che tutto non è perduto, gran parte del partito all'infuori dei dieci margheritini possessori del triplo dei posti rispetto alla forza, sono per Renzi, deinde d'accordo con Berlusconi. Cacciari è sempre quello del giorno dopo. Sembra la cosa migliore da fare, se non ci fosse un particolare irrilevante, tempo sei mesi scompare il Pidi, rimane Renzi. Il rebus uscito dalle urne non è decifrabile senza che qualcuno ceda, l'ultimo che può o deve farlo è Grillo. Alleanza Inevitabile pidi e pidielle. La forza del MoVimento è di muoversi come un partito "anti-sistema", anche quando nel sistema istituzionale comunale, regionale e nazionale, è entrato profondamente. Altrimenti diventa Di Petro. Il Pd è spiazzato dal deludente risultato elettorale. Bersani è rimasto con lo smacchiatore in mano. Grillo continua nella sua lucida strategia politica. Berlusconi aspetta sornione, mostrandosi paradossalmente il più vicino agli auspici degli altri Paesi europei, mentre il procuratore dei Casi Vip riesuma vecchi vizi. George riceve meritati elogi per un comportamento da schiena dritta, speriamo non siano gli ultimi. Sembra aleggiare l'aria della prorogatio dei due mandati decisivi, francamente è più importante quello di Napolitano, uno come Monti è diventato un impaccio per tutti. La riforma delle pensioni di Grillo piace. Per entrambe le coalizioni il ritorno alle urne potrebbe rivelarsi assai pericoloso, finendo per premiare ulteriormente il M5S, non rimangono molte alternative. L'unica strada percorribile è quella di un accordo tra Pd e PdL. Una strada rischiosa, perchè, qualora dovesse bruscamente interrompersi nel giro di pochi mesi, al massimo un anno, avvantaggia irrimediabilmente Grillo. Una strada da intraprendere, magari fissando già un limite temporale entro il quale modificare la legge elettorale e approvare misure urgenti per dare ossigeno a famiglie e imprese. Un avviso ai dispersi naviganti democrat, mettete sotto coperta lo skipper D'Alema.