domenica 3 marzo 2013

Un Protagonista

A poche settimane dall’addio, Napolitano torna protagonista, la battuta al tedesco di sinistra gli ha regalato un gradito apprezzamento di Beppe, la figurina più ambita dai collezionisti politici. Come cambia il mondo, perfino il nostro. Un mostro pieno di capelli, un comico ingiuriato, vilipeso, sbeffeggiato, improvvisamente diventa il ricercato da tutta la stampa. Due frasi scambiate di corsa diventano un vangelo sul quale costruire ipotesi strategiche. Non lo hanno voluto capire prima, adesso complicano la soluzione politica. Il MoVimento è diventata cosa troppo grossa per affrontarlo comperando voti e teste. E' vero che i cacciati della prima ora avevano fatto intendere che la strada fosse percorribile a costi sostenibili, rimane la complessità dell'universo grillino composto da militanti e simpatizzanti molto più coesi di quanto s'immagini. Mancano d'esperienza è vero, ma hanno un sacro furore partecipativo, la Giulia Sarti è infinitamente meglio della Petitti, non dipende da nessun Melucci. Giorgio Napolitano al termine di un dimenticabile settennato, trascorso per oltre la metà in rigoroso ed innocuo silenzio celebrativo, ha cambiato pelle e modalità negli ultimi mesi. E' stato il più deciso esecutore delle volontà europee ed americane. Monti lo ha costruito ed indicato lui, Bersani era solo un docile strumento per eseguire gli ordini. Il suo approccio con il Grillismo non è stato uno dei capitoli più fortunati della sua eterna carriera politica ed istituzionale, con i carri armati non è in sintonia. Al termine di una discussa campagna elettorale, il presidente della Repubblica torna protagonista della scena politica. Il passaggio fondamentale è iniziato proprio in Germania, una visita ormai vassallare, nella quale ha mostrato una schiena dritta apprezzabile, viatico incoraggiante quando dovrà decidere la natura del governo. Tocca alla disgrazia Bersani, l'uomo meno adatto nel posto più delicato. La sua innata debolezza può essere un vantaggio, Napolitano lo conosce bene. Se il partito glielo concede, deve iniziare con alcuni provvedimenti di scarso valore economico ma decisivi eticamente. Casta e finanziamento pubblico. Un incipit determinante. Se è in grado di farlo, non avrà nemmeno grandi resistenze dal Cavaliere sempre più padrone del suo movimento personale. Pochi punti concordati prima di affrontare la parte finanziaria. Con un modesto avviso. Abbiamo registrato una marea di proposte interessanti, dalle patrimoniali ai redditi di cittadinanza per italiani sempre più poveri e disperati, ci sembra però che esista una grande confusione. Fiscalità e liquidità sono cose diverse, noi manchiamo della seconda, mentre abbiamo un fisco opprimente. Il risultato di sostanziale pareggio al Senato non lascia aperte molte strade. Il Movimento Cinque Stelle non può votare fiducia a nessuno, ma singoli provvedimenti, sui quali si misurerà la volontà dei partiti rimasti. In ballo c'è un Paese che è nostro, milioni di cittadini ridotti alla fame. famiglie in povertà, Beppe ha ragione con questi tassi le pensioni sono a rischio. I 5 milioni di pensionati cigiellizzati sono avvisati, non siamo più tra i garantiti, hanno rovinato anche il sistema previdenziale. Però Fini percepirà 360 mila euro di liquidazione per il lavoro fatto al Cavaliere.