mercoledì 5 febbraio 2014
Last Season (Sole Malato)
Non sappiamo esattamente da quanti anni il Cancelliere ci aveva predetto che l’estate 2014 sarebbe stata per Rimini e la nostra riviera “last season” cioè l’ultima stagione. Forse due, forse tre. Non ci interessa nemmeno ricordarlo e nemmeno sapere come faceva a fare quella previsione. Come tante altre più vecchie e circostanziate. Resta il fatto che ci ha preso. Almeno così ci dicono tutti. Alla vigilia di questa memorabile estate 2014.
Forse in fondo era facile... Troppi fattori negativi concomitanti: i governi nazionali fatti da personaggi incredibili e all’insegna del “Mastro Titta style”; le semi-guerre europee contro i nostri ultimi clienti, i russi; la benzina a 2 euro e l’autostrada a 20. Le montagne di debiti nazionali e quelli locali accumulati con una serie di “opere” pazzesche.
Almeno ora che ci si pensa. Talmente assurde, da sembrare partorite da un incubo: una Fiera gigantesca e inutile, un Palas da 150 milioni veri e di clienti fantasma e poi il TRC, le “città delle colonie” inventate (ma pagate) quelle “dello Sport” solo pensate e via di questo passo in una sequenza orrida e ridicola.
In mezzo a tutto questo, una moneta mostro (l’Euro) ideata da sadici franchestein e gestita dalle loro creature nazionali, le cui parti (specie i cervelli) sembrano cuciti con il fil di ferro, esattamente come la “Cosa” di Mary Shelley.
Poi ci si sono messi anche i ponti crollanti e le strade frananti (ma, pensiamo, questo nemmeno il Cancelliere potesse prevederlo).
In breve, nessun tessuto economico si è salvato in quest’Italia da tragedia e operetta. Nemmeno il nostro, quello riminese, avrebbe potuto farlo e così è stato. Forse è il destino di tutte le cose finire. Ma, almeno nel nostro caso, gli uomini, o meglio, gli incapaci che ci hanno governato e che ancora arrogantemente cercano di dettare legge, hanno avuto la loro brava parte. Preponderante direi, facendo eco al Cancelliere. Eppure, nonostante l’ineluttabilità di questa “last season” un dubbio ci prende: se ci fossimo accorti prima di quello che valevano (cioè niente) i predicatori di miracoli, i destagionalizzatori, i facitori di sermoni, e di risibili “business plan” per gonzi. E tutta la maledetta schiera dei loro strapagati e finti consulenti, che oggi si rivelano per quello che sono: dei marchettari che nulla sanno e nulla fanno.
Dicevo, se ce ne fossimo accorti? Forse non sarebbe cambiato niente.
Pure in questa tristezza il dubbio è forte: magari qualcosa sarebbe cambiato. Finiscono davvero male questi settant’anni tra i completini di Gnassi e i sermoni di Vitali. Potrebbero almeno risparmiarci quelli... invece no. Rimini non li merita perché, o bene o male, è stato un sole, un sole un pochino falso e artificioso è vero, ma un sole che non vedremo più.