giovedì 6 marzo 2014
Rottamazione Finita
Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra, ne ha fatto una battaglia politica prima di entrare nel governo di Matteo Renzi. Non accetteremo mai al ministero della Giustizia un giustizialista. Noi alla Giustizia vogliamo un garantista.
C’è da capirlo. Perché Ncd è uno dei partiti che vanta il numero più alto di indagati, rinviati a giudizio, ex condannati o circondati da indagini giudiziarie in Italia. Dalla Lombardia alla Calabria, dal Piemonte alla Sicilia, la carica degli alfanoidi sotto indagine è vasta e non sembra temere la scure del nuovo presidente del Consiglio. Quando non ne potranno fare a meno arrivano le dimissioni per accertata volgarità istituzionale. Renzi ha comunque scelto bene anche dal suo partito degli indagati: Francesca Barracciu esclusa dalla corsa a governatrice in Sardegna perché indagata per peculato, Umberto Del Basso, nuovo sottosegretario alle Infrastrutture, finito nelle inchieste sui rimborsi in Campania. Un pezzo grosso è Maurizio Lupi, come ha anticipato La Nuova Sardegna, la Procura della Repubblica di Tempio Pausania ha avviato una inchiesta sulla nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. Poi il caso del nuovo sottosegretario Antonio Gentile. Il figlio Andrea è finito sotto indagine in un’inchiesta sulla sanità calabrese. Questa si è conclusa con le dimissioni, segnale che il terzo governo dell'inciucio è stato fatto senza guardare le fedine ma la disponibilità al tradimento. Umberto Del Basso de Caro, già consigliere del Partito Democratico in Campania è finito sotto indagine per peculato sull’uso dei rimborsi in consiglio regionale. Senza dimenticare il caso del senatore Roberto Formigoni, presidente della Commissione Agricoltura, rinviato a giudizio sugli scandali della Sanità in Lombardia quando era governatore, è di appena una settimana fa l’inchiesta sul senatore Bruno Mancuso. Da ex sindaco Sant’Agata di Militello, provincia di Messina, è finito indagato nell’ambito di un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa di liberi incanti, abuso d’ufficio e falso. Piero Aiello, invece, senatore calabrese, è indagato dal luglio del 2013 per voto di scambio, aggravato dalle modalità mafiose in un’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato all'arresto di 65 persone. Il reato di voto di scambio si riferisce alle elezioni regionali del 2010 quando secondo l’accusa, Aiello avrebbe ricevuto sostegno dalla cosca Giampà di Lamezia Terme.
E che dire di Giovanni Bilardi, altro senatore calabrese, con un posto in commissione Difesa e pure un altro in quella di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle lo scrissero nero su bianco per chiedere le sue dimissioni. Anche Renato Schifani, presidente di Nuovo Centrodestra ed ex presidente del Senato, è stato al centro di indagini per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel novembre del 2013 i magistrati hanno chiesto più tempo per le indagini. Antonio Azzollini, altro senatore, presidente della Commissione Bilancio, è sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato e associazione a delinquere per i lavori nel porto di Molfetta. Anche Vito Buonsignore, potente europarlamentare, è stato al centro di diverse indagini della magistratura. Ha ricevuto due anni di condanna per corruzione, abuso e turbativa d’asta per un appalto per l’ospedale di Asti: la condanna è stata confermata in cassazione. La Calabria stravince nelle indagini, ma anche la Lombardia si comporta bene. Francesco Colucci, Luca Del Gobbo e l’ex assessore ai Trasporti Raffaele Cattaneo sono finiti sotto indagine per peculato o falso ideologico nella vicenda delle firme false alle elezioni del 2010. Ma il garantismo viene prima di tutto.
La rivoluzione renziana si è fermata ad Eboli e dintorni. La pitturata data al governo con otto uomini per otto donne più o meno velinate è stata sporcata dall'immagine del sottogoverno. Peggio di prima e poi devono ancora iniziare ad...operare.