giovedì 4 settembre 2014

Il Mio MoVimento

Nell'epoca dello streaming al posto delle fumanti assemblee, ho voluto sintetizzare in questo articolo quello che ho cercato, con risultati alle volte incoraggianti, di affermare nella mia frequentazione a 5 stelle. Confesso di amare il MoVimento. Come spesso, troppo, mi è capitato, con specie non riconducibili solo alla politica. In questo caso l'affetto è dato dalla convinzione che abbia saputo imprimere una scossa nella palude italica e nello stesso tempo abbia tradito nel momento di massimo splendore. Una contraddizione difficile da spiegare se non conosci i meccanismi infernali con i quali è stato costruito da due persone con fantasie e capacità diverse. Assieme a Grillo ci sarebbe voluto un perfetto conoscitore del motore politico, non uno squartatore della partecipazione e del radicamento territoriale. Non sono in grado di giudicare i suoi meriti informatici, dei quali non me ne frega un ca..,ma oggi il risultato è che stanno in piedi grazie a Renzi. Con un governo normale l'appeal sarebbe da prefissi telefonici. Eppure la politica futura dovrà fare i conti con il grillismo ormai penetrato ovunque. Il partito più contagiato è proprio il nemico piddino. Non lo diranno mai, ma ..Melucci non è quello di prima. Ho cercato d'affermarlo, anche nei confronti di qualche ingenuo pensatore da bar che crede di potere fare senza Grillo. Anche i bambini ogni tanto bramano ed alle volte sperimentano d'allontanarsi dai genitori, magari adottivi. Al fine di evitare inutili discorsi fuorvianti, il ragionamento che vale per Noi, ma per chiunque voglia fare politica è che il nuovo non funziona in quanto tale, ma solo se diventa protagonista di scelte importanti, che cambiano il corso degli eventi. Le piccole vittorie di pirro non hanno alterato di un centimetro il quadro occupato dagli stessi poteri di prima. Per volere essere sincero fino alla brutalità, il bugiardo risultato elettorale europeo è dovuto alla paura di..Grillo. Un alternativa secca tra il nuovo inconcludente ed un usato rimesso a nuovo ha portato un bottino insperato. Sono iniziati i ripensamenti, arrivati fino al disconoscimento della paternità. Stupidate, dettate molto spesso da quella allegra categoria che ancora decide destini e carriere definita "talebana". Termine che indica l'assoluta ortodossia del poco pensiero usato. Voglio evitare lunghe analisi sul maggiore ed originale fenomeno del dopoguerra, nato come quasi sempre per caso. Ha trovato humus favorevole usando alcune parole d'ordine che rappresentavano il comune sentire. La lotta alla casta era stata testata dal successo del famoso libro di Stella. La trasformazione dalla lotta al governo è stata disastrosa. In parlamento puoi ancora raccontare che sei bravo, ma in ambito locale dove riescono a misurare capacità propositiva e programmatica è sceso un silenzio di voti. Noi siamo stati lo strumento di un malessere che paradossalmente è perfino aumentato, diventando dolore e tragedia, ma il cittadino non guarda più al MoVimento come unica speranza. Forse lo è o sarà nel momento elettorale se il nemico è Renzi ancora abbracciato al Banana, frutto indigesto perfino per lo stomaco di Tavecchio. Noi siamo stati lo strumento di quel malessere, impedendo che diventasse rivolta popolare. Lo abbiamo mantenuto nell'alveo democratico, ma non garantiamo una organizzazione seria ed attraente per chi vuole dedicare impegno alla nobile arte della politica. Passiamo dal niente ad un favoloso ufficio di collocamento. Devi però passare l'esame che prevede una sola caratteristica: la fedeltà certificata. Non ho mai assistito a miracoli parlamentari tanto improvvisi quanto sconcertanti. Poi nel mucchio qualcuno/a emerge, è statisticamente sicuro. Ma non allevi, non formi una classe dirigente, non lavori per il futuro. Sembra che non si vogliano mettere radici locali per la paura di non poterle controllare, supera l'esigenza da tutti (meno tre) conclamata  di una forte autonomia locale. Un impegno verso la conoscenza delle politiche territoriali per incanalare la partecipazione attraverso strutture di lavoro condivise. L'esempio di Rimini è illuminante. E' una delle storiche roccaforti del MoVimento, realtà dove presenza ed autorevolezza si sono forse esplicate ai livelli migliori. Eppure pochi o nessuno scommette sulla scalata di Palazzo Garampi. Il mantenersi soli e puri è uno stupendo regalo al Pd, che ha intestino e apparato digerente in grado di allearsi con tutti. Occorre però trovare un'azione decisiva, il cavallo di Hera che può fare la differenza elettorale, sperando che cambi qualcosa nello statuto atto a perdere. Sono decine gli argomenti da usare in una città distrutta anche dall'incapacità ed ignavia al potere. Stiamo morendo però non incontriamo un semaforo sulla strada delle puttane. Se sapremo tener acceso il cerino delle proteste e con esso la torcia delle proposte avremo un futuro e praterie infinite da esplorare. Se invece pensiamo di rincorrere solo malumori temporanei e localizzati che nascono dai cittadini andiamo poco lontano. Per essere alternativi nelle scelte devi sapere cosa offrire. Per essere ancora più diretti non esiste che una parlamentare come la Sarti non entri, forte del suo ruolo nel dibattito cittadino in termini organici. Stessa cosa la dico nei confronti del nuovo europarlamentare il quale su un argomento come la Bolkestein non ancora sentito l'esigenza di un confronto per acquisire le dovute conoscenze. Le veline di palazzo faranno molta più fatica a dare spazio solo a Magic Gnassi. Chiudo riconoscendo ai tre consiglieri comunali, con questo stato dell'arte di aver fatto tantissimo, ma per andare avanti occorre un salto qualitativo, ricordando la necessità di avere punti di riferimento nei territori cittadini.