Al Presidente
dell’Assemblea Legislativa
della Regione Emilia-Romagna
Ai consiglieri componenti
l’Ufficio di Presidenza
dell’Assemblea Legislativa
della Regione Emilia-Romagna
Egregio presidente, egregi consiglieri,
la situazione economica e sociale dell’Italia e della nostra Regione è sotto gli occhi di
tutti noi. Sia la Giunta regionale che l’Assemblea Legislativa hanno il preciso dovere morale
verso tutti i cittadini di ridurre gli sprechi e tagliare le spese superflue, razionalizzando
le voci d’uscita.
Inutile nascondere che, come Movimento 5 Stelle, avremmo voluto fosse fatto ben di
più nella legislatura che si è appena conclusa e, certamente, ci impegneremo in questa
direzione nella corrente legislatura.
Ma, qui ed ora, avanziamo una proposta di assoluto buon senso che, speriamo,
vogliate fare vostra come, finalmente, concreto segnale di responsabilità, sobrietà e
moderazione rivolto a tutti i nostri concittadini e vera inversione di tendenza rispetto a
quanto fatto emergere dalle inchieste della magistratura.
Con la chiusura della precedente legislatura, in attuazione dell’art. 11 della legge
regionale 14 aprile 1995, n. 42 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti
alla carica di consigliere regionale”, si sta per procedere alla liquidazione delle indennità di
fine mandato ai consiglieri regionali non rieletti, complessivamente si parla di circa 1,5
milioni di euro.
Tenuto conto che:
alla quasi totalità dei consiglieri regionali della scorsa legislatura sarebbe addebitata
una responsabilità penale per un presunto reato di peculato (più, in un caso, una
presunta truffa);
a tutti i capigruppo della scorsa legislatura una responsabilità di danno erariale da 2
parte della Corte dei Conti con sentenza di primo grado;
al Consigliere regionale che ricopriva nella precedente legislatura la carica di
Presidente della Regione è stata inflitta la pena di un anno di reclusione per falso
ideologico già passata in giudicato di secondo grado;
ad un altro consigliere regionale della scorsa legislatura sono stati inflitti, in primo
grado, ventiquattro mesi di reclusione e due anni d’interdizione dai pubblici uffici per
una truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna;
un ulteriore consigliere regionale della precedente legislatura ed ex capogruppo, è
coinvolto in una inchiesta locale in cui si ipotizzano da parte della magistratura i reati
di corruzione e peculato;
quattro consiglieri regionali della penultima legislatura e di cui due rieletti nella
precedente sono stati rinviati a giudizio per peculato;
il 23 dicembre scorso la Guardia di Finanza di Bologna, su delega della Procura
Regionale della Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna, che ha chiesto e ottenuto,
dalla locale Sezione Giurisdizionale, un decreto di sequestro conservativo in favore
dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna - amministrazione ritenuta
essere ente danneggiato - ha sequestrato beni immobili e crediti di natura retributiva,
di indennità e/o pensionistica nei confronti di otto ex capigruppo dell’Assemblea
Legislativa della Regione Emilia-Romagna per coprire un danno patrimoniale che
ammonterebbe a circa 1,2 milioni di euro.
Tenuto conto, inoltre, che le spese di cui complessivamente la magistratura contesta
la liceità ammontano ad oltre 2 milioni di euro.
Considerato che una condotta omissiva o comunque inerte di fronte ad un possibile
danno che potrebbe patire l’Ente cui si è stati chiamati, dai cittadini, ad amministrare, al di là
delle responsabilità penali ed erariali costituisce atteggiamento riprovevole agli occhi della
collettività.
Considerato, infine, che la legge regionale 42/1995, la stessa che prevedeva i vitalizi,
e che istituisce, ancora oggi, quello che, agli occhi dei cittadini, appare come una sorta di
regalo finale per i consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna, è figlia di ben altri tempi e si
rivela ormai come irriguardosa nei confronti dei cittadini emiliano-romagnoli costretti a fare i
conti con ben altra situazione diffusa di disagi economici. La Regione Lombardia, per citare
un esempio a noi vicino, ha già abrogato questo che a tutti gli effetti si può ritenere un
privilegio.
E’ per l’insieme di questi motivi che vi chiediamo di disporre il congelamento delle
indennità di fine mandato ai consiglieri regionali non rieletti, in subordine almeno a tutti
i consiglieri regionali che sono coinvolti in inchieste, quindi potenzialmente, un giorno,3
soggetti che potrebbero aver danneggiato la Regione, Ente che, successivamente, dovrà
cercare di recuperare e monetizzare questo danno.
Per il futuro giudichiamo auspicabile che l’Assemblea abroghi tutte le norme che
contengono indennità, benefici e vantaggi non strettamente necessari per i consiglieri
regionali. Norme non giustificabili e tollerabili nell’attuale contesto economico. Parimenti
auspichiamo che, nel suo complesso, l’Assemblea Legislativa impronti tutte le spese alla
massima austerità e sobrietà.
Come dimostra l’enorme astensione dalla scorsa consultazione elettorale, non è più il
tempo di vuote parole servono gesti concreti.
In attesa di un vostro riscontro
Cordiali saluti
I consiglieri regionali
del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna
(Giulia Gibertoni)
(Andrea Bertani)
(Silvia Piccinini)
(Gian Luca Sassi)
(Raffaella Sensoli)