lunedì 8 giugno 2015
Prossima fermata
Il treno del Pd di Matteo Renzi, rallenta, un brusca ma non inaspettata fermata. In questo momento regna il caos. La Boschi rappresenta al meglio la situazione. Per capire cosa succede nel cerchio magico velino-imprenditoriale-giornalistico-finanziario, occorre sempre scrutare il bel viso del renzismo. Con la sua espressione naturale di quella che si trova al centro di un gioco immensamente più grande di lei e nonostante questo crede di saperlo fare. Finchè ti potevi coprire (?) con il 40 % del 40% dei votanti andava bene, oggi è diventata improponibile. Lo stesso Renzi deve limitare le comparsate televisive ed i giri per le piazze. La contestazione avanza, come la miseria nel Paese. I morsi della fame sono diventati una costante. La fila della Caritas è spaventosa, così come la composizione della stessa. Il Partito della Nazione, la nuova pelle che nell'immaginario del democristiano al governo avrebbe dovuto essere la forza trainante di una rinascita nazionale post-ideologica, nei fatti non esiste. Solo Zerbini rimane attaccato al bidone vuoto. Per l'amico Samuele deve essere stata una brutta sorpresa trovarsi ancora Melucci come esponente maggioritario. Di Gnassi non parlo. Perfino Gardini, il Professore che non ha mai indovinato una previsione nella sua vita si è accorto che il "gnassismo" è una corrente di pensiero vacua e perniciosa per la Città. Un attestato pericoloso perchè per una volta, incredibilmente, ha ragione