martedì 6 ottobre 2015

Il Cancelliere: "Non si può far di manco"

Les jeux son faits. All’ultimo momento, il giovanissimo comandante supremo, (don Juan d’Austria ndr) forse colto da un dubbio estremo, si fa portare a poppa della capitana di Venezia, dove ha preso posto Sebastiano Venier. E’ a lui che don Giovanni si rivolge:”Che si combatta?”. “E’ necessità et non si può far di manco” risponde il vecchio capitano generale da mar”.
Questo Cancelliere è davvero un diavolo! Pochi giorni fa commentando l’intervento aereo russo in Siria ci aveva preannunciato che, in caso di successo, ci avrebbe portato vicini alla guerra. infatti gli abbiamo chiesto un breve riassunto degli ultimissimi sviluppi e ci ha accontentato. 
Caro Lugaresi: 
1) Con le poche decine di attacchi condotti dall’aviazione russa di questa settimana è stato smascherato anche di fronte al più imbecille dei supporter americani il grande inganno dell’Isis (…TV e giornali sono esclusi). Per due anni USA e “vassalli”avevano bombardato il deserto con decine di migliaia di attacchi. Ora in una settimana il cosiddetto “Califfato” è in fuga davanti a poche decine di aerei inviati da Mosca che attaccano davvero e non per finta. 
2) Questo ha scatenato, dopo qualche giorno di comprensibile perplessità, la reazione del settore in cui gli occidentali sono indiscutibilmente superiori: i media. “I russi non attaccano i terroristi cattivi ma quelli buoni!!!”. Questo è in soldoni il messaggio che potete trovare su tutti i giornali occidentali. Per gli italiani basta leggere Repubblica, Corriere della Sera, Stampa. Lasciamo stare le veline locali che copiano le fotocopie delle fotocopie.
3) A questo punto però scatta l’elemento scatenante. La NATO lancia un ultimatum. Basta attacchi contro i jadisti (buoni o cattivi, che, sottointeso, sono “cosa nostra”). E’ ora di finirla!
4) A questo punto la situazione è veramente complessa e simile a quella dell’agosto 1914. Per ora a perdere la faccia sono stati Obama e i suoi vassalli (Italia tra gli ultimi, ma presente) che sono stati costretti ad ammettere che la guerra civile in Siria nonché il Califfato, misterioso ma non tanto, sono “cosa loro”. 
5) Tuttavia con l’ultimatum lanciato oggi (e simile a quello dell’Austria Ungheria alla Serbia nel 1914) si pone un aut aut: se Putin si ritirasse sarebbe lui a perdere la faccia mentre, al contrario, (se gli attacchi all’Isis e soci continuassero) la sconfitta “occidentale” sarebbe enorme. Difficile credere che il presidente russo non abbia valutato questa variabile. Ma è anche difficile che i vertici NATO dimostrino, non dando seguito alle minacce conseguenti all’ultimatum, di non aver alcun peso né credibilità. Di essere cioè, per dirla con Mao, una “tigre di carta”. 
6) In gioco ci sono poi le petrolmonarchie “umaniste” del Golfo che hanno dichiarato la “guerra santa” contro la Russia rea di aver colpito la loro creaturina Isis. Tutte le anime belle della stampa occidentale che, fino a ieri esecravano i tagliagole, si sono associate alla fatwa di Ryad e delle altre mirabili democrazie della penisola arabica. Aprendo incognite impensabili fino a pochi giorni fa. Ho cercato di farla breve riassumendo, in pochi punti, quello che sta accadendo ora, alle 16 italiane del 6 ottobre 2015. Caro Lugaresi, credo, ne vedremo delle belle.
Il Cancelliere