massimo lugaresi
lunedì 21 luglio 2025
I Cacicchi
Il Pd è sfaldato, diviso, frantumato a livelli che, a partiti contrari, avrebbero provocato collane di giornalismo quotidiano. Il giorno del suo infausto insediamento, Elly Schlein, scelta accuratamente da Prodi, aveva tuonato, armocromaticamente, che avrebbe fatto sparire i tanti Cacicchi del partito. Termine usato per indicare i capi tribù delle Antille, oggi definisce negativamente leaders piddini, portatori di locali preferenze. Altra partita persa. E' stata costretta ed umiliata nelle trattative, accettando candidature che voleva cancellare, sognando il rinnovamento. Successo in Toscana con Giani, in Campania con lo sceriffo De Luca e in Puglia dove continua a regnare Emiliano. In ballo ci sono i resti dell'antica egemonia democratica. Se cadono le residue roccaforti, il visto per la Schlein verrà ritirato e dovranno scegliere con chi stare. Grosso regalo alla coalizione di centrodestra, con il gonfiamento di Forza Italia. Elly Schlein, oltre due anni dopo la sua elezione a segretaria, è ancora costretta a sedersi per mediare e trattare con i “cacicchi” del partito che la missione prodiana voleva cancellare. I loro voti, in alcune zone, non solo meridionali, sono indispensabili. Quando fece l'ardita affermazione si era appena iscritta al Partito e li mise pericolosamente in fila: capibastone, capicorrente, boss, padrini, si sono rivoltati rimpiangendo Matteo Renzi. Triste fine annunciata e prevista. La nascita shakerata del partito è durata fino a quando il potere cementava l'ardita composizione. Occorre dire che le due guerre e forse la terza hanno accentuato le divisioni. Chiarezza necessaria nel momento incomprensibile della nostra politica.