Dal Corriere della sera 9 02 2012. Il decalogo per aumentare la sicurezza di chi usa le due
ruote impazza in rete. L'appello anche ai media italiani VIABILITA' SOSTENIBILE. Dal
Times il manifesto per salvare i ciclisti Il
decalogo per aumentare la sicurezza di chi usa le due ruote impazza in rete.
L'appello anche ai media italiani Il sindaco di Londra Boris
Johnson in bici (LaPresse) MILANO-
In pochi giorni ha raggiunto 20 mila adesioni. È la campagna del Times a sostegno della sicurezza dei ciclisti. Il noto
quotidiano di Londra, il 2 febbraio scorso, dopo un grave incidente subito in
novembre da una sua giornalista ora in coma, aveva aperto la sua homepage con
un appello, chiedendo al governo inglese una serie di azioni da porre
immediatamente in campo per tentare di fermare una strage che ha contato, in 10
anni, ben 1.275 ciclisti uccisi. GLI OTTO PUNTI Nel decalogo stilato si legge:
Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge,
essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi
supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le
ruote. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati,
ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che
permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato. Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante
persone vanno in bicicletta nel Regno Unito e quanti ciclisti vengono uccisi o
feriti. Il 2% del budget della società che controlla le autostrade dovrà
essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la
sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
I 30 km/h devono essere il limite di velocità massima nelle aree
residenziali sprovviste di piste ciclabili. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste
ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio
bici londinese sponsorizzato dalla Barclays.Ogni città deve nominare
un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme. Immediatamente la campagna si è estesa in tutta Europa e ha
conquistato il Web, compresi i numerosi blog e i siti delle associazioni di
settore che hanno pubblicato banner e riadattato i suggerimenti alla situazione
nostrana. Oggi in Italia circolano infatti oltre 11 milioni di biciclette. A
livello europeo, nel 2010, il nostro Paese si colloca al terzo posto per la
mortalità stradale dei ciclisti, preceduto solo dalla Germania (462 morti) e
dalla Polonia (280). Così a partire dall'iniziativa del Times, l'hashtag
#salvaiciclisti, equivalente del britannico #cyclesafe, è balzato ai primi
posti della classifica dei Trend Topic. Ma non solo. Il popolo della rete ha
aperto una pagina Facebook per chiedere alle principali testate di copiare l'iniziativa del
quotidiano britannico e aprire le rispettive home page dei rispettivi con un
identico appello al governo italiano per l'adozione delle 8 misure elencate. Chi ha trasmesso per primo il messaggio, almeno per quanto risulta
dalle evidenze della mia posta elettronica, è un noto Responsabile della
mobilità di un Ente Locale e ha fatto il seguente commento : Basterebbero queste 10 regole per
cambiare il mondo (della mobilità)Credo che, visto l'invito a dare
circolarità alla notizia, lo stesso messaggio sia arrivato a molti.
Condivido le finalità, che tuttavia sono rivolte alle istituzioni pubbliche del
Governo Nazionale per promuovere leggi adeguate, ma io mi permetto di fare un
invito alle istituzioni locali che possono e forse devono intervenire
immediatamente per quanto di loro competenza :
Sicuramente nell’animo di chi ha responsabilità pubbliche per la mobilità in
Provincia c’è la consapevolezza che altri punti andrebbero aggiunti.
Sono tanti ma tali che mi sento di dovere segnalare l’indifferenza con cui
Comune e Provincia lascia che le strade siano gestite senza attenzione ai
pericoli che molto spesso nascono proprio nel momento in cui le stesse sono
realizzate.
Due esempi su tutti :
1) In occasione di asfaltature i tombini sono portati a livello del nuovo piano
strada dopo l’intervento principale creando i presupposti perchè si creino
buche e solchi pericolosissimi quando l’asfalto utilizzato per chiudere lo
scasso fatto dopo il lavoro principale, inevitabilmente, dopo pochi mesi si
distrugge e salta via. Succede sempre e, dopo la nevicata di quest'anno, avremo
modo di verificarlo. 2) Molte delle strade realizzate negli
ultimi anni hanno le caditoie, per fare defluire l’acqua piovana, ai bordi del
marciapiede, sulla sede stradale. In tal modo non solo si toglie circa 1 metro
di passaggio per le biciclette ma si creano, spesso, pericolosi avvallamenti e
buche. Si può fare, bene, sotto il marciapiede, come fu fatto, ad esempio,
sulla Via Euterpe/Planco e recentemente sulla strada per Montescudo realizzando
la pista ciclabile.Questi due semplici esempi dimostrano come
gli enti responsabili della gestione delle loro strade non siano sensibili alla
sicurezza dei ciclisti e delle due ruote in genere.Molta demagogia ma poca attenzione a
quelle che, con una definizione generica ma appropriata, si definiscono
“barriere architettoniche”.Il nuovo sindaco Gnassi si atteggia a
utilizzatore e sponsorizzatore della bicicletta ma non so quanta pratica vera
abbia di quel mezzo sulle strade del suo comune, ma non solo del centro
storico, e della sua provincia.Senza che ciò sia un vanto, io posso dire
che fin da quando ho potuto avere una bicicletta, più di sessant’anni fa, ne ho
fatto uso e ancora oggi, da modesto ciclista sportivo, mi faccio almeno un
centinaio di chilometri alla settimana sulle strade del nostro Circondario e di
quelle strade potrei segnalare, come i tanti altri ciclisti come me, molti
pericoli e difetti.Difendiamo i ciclisti ma lo faccia
soprattutto chi ha il potere, anche a piccolo livello, dimostrandolo anche con
piccoli e semplici interventi
Alcide Tosi Brandi