giovedì 23 febbraio 2012

Salviamo i Ciclisti?

Dal Corriere della sera 9 02 2012. Il decalogo per aumentare la sicurezza di chi usa le due ruote impazza in rete. L'appello anche ai media italiani VIABILITA' SOSTENIBILE. Dal Times il manifesto per salvare i ciclisti Il decalogo per aumentare la sicurezza di chi usa le due ruote impazza in rete. L'appello anche ai media italiani Il sindaco di Londra Boris Johnson in bici (LaPresse) MILANO- In pochi giorni ha raggiunto 20 mila adesioni. È la campagna del Times a sostegno della sicurezza dei ciclisti. Il noto quotidiano di Londra, il 2 febbraio scorso, dopo un grave incidente subito in novembre da una sua giornalista ora in coma, aveva aperto la sua homepage con un appello, chiedendo al governo inglese una serie di azioni da porre immediatamente in campo per tentare di fermare una strage che ha contato, in 10 anni, ben 1.275 ciclisti uccisi. GLI OTTO PUNTI Nel decalogo stilato si legge:
Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato. Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta nel Regno Unito e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti. Il 2% del budget della società che controlla le autostrade dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida. I 30 km/h devono essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays.Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme. Immediatamente la campagna si è estesa in tutta Europa e ha conquistato il Web, compresi i numerosi blog e i siti delle associazioni di settore che hanno pubblicato banner e riadattato i suggerimenti alla situazione nostrana. Oggi in Italia circolano infatti oltre 11 milioni di biciclette. A livello europeo, nel 2010, il nostro Paese si colloca al terzo posto per la mortalità stradale dei ciclisti, preceduto solo dalla Germania (462 morti) e dalla Polonia (280). Così a partire dall'iniziativa del Times, l'hashtag #salvaiciclisti, equivalente del britannico #cyclesafe, è balzato ai primi posti della classifica dei Trend Topic. Ma non solo. Il popolo della rete ha aperto una pagina Facebook per chiedere alle principali testate di copiare l'iniziativa del quotidiano britannico e aprire le rispettive home page dei rispettivi con un identico appello al governo italiano per l'adozione delle 8 misure elencate. Chi ha trasmesso per primo il messaggio, almeno per quanto risulta dalle evidenze della mia posta elettronica, è un noto Responsabile della mobilità di un Ente Locale e ha fatto il seguente commento : Basterebbero queste 10 regole per cambiare il mondo (della mobilità)Credo che, visto l'invito a dare circolarità alla notizia, lo stesso messaggio sia arrivato a molti. Condivido le finalità, che tuttavia sono rivolte alle istituzioni pubbliche del Governo Nazionale per promuovere leggi adeguate, ma io mi permetto di fare un invito alle istituzioni locali che possono e forse devono intervenire immediatamente per quanto di loro competenza : Sicuramente nell’animo di chi ha responsabilità pubbliche per la mobilità in Provincia c’è la consapevolezza che altri punti andrebbero aggiunti. Sono tanti ma tali che mi sento di dovere segnalare l’indifferenza con cui Comune e Provincia lascia che le strade siano gestite senza attenzione ai pericoli che molto spesso nascono proprio nel momento in cui le stesse sono realizzate. Due esempi su tutti : 1) In occasione di asfaltature i tombini sono portati a livello del nuovo piano strada dopo l’intervento principale creando i presupposti perchè si creino buche e solchi pericolosissimi quando l’asfalto utilizzato per chiudere lo scasso fatto dopo il lavoro principale, inevitabilmente, dopo pochi mesi si distrugge e salta via. Succede sempre e, dopo la nevicata di quest'anno, avremo modo di verificarlo. 2) Molte delle strade realizzate negli ultimi anni hanno le caditoie, per fare defluire l’acqua piovana, ai bordi del marciapiede, sulla sede stradale. In tal modo non solo si toglie circa 1 metro di passaggio per le biciclette ma si creano, spesso, pericolosi avvallamenti e buche. Si può fare, bene, sotto il marciapiede, come fu fatto, ad esempio, sulla Via Euterpe/Planco e recentemente sulla strada per Montescudo realizzando la pista ciclabile.Questi due semplici esempi dimostrano come gli enti responsabili della gestione delle loro strade non siano sensibili alla sicurezza dei ciclisti e delle due ruote in genere.Molta demagogia ma poca attenzione a quelle che, con una definizione generica ma appropriata, si definiscono “barriere architettoniche”.Il nuovo sindaco Gnassi si atteggia a utilizzatore e sponsorizzatore della bicicletta ma non so quanta pratica vera abbia di quel mezzo sulle strade del suo comune, ma non solo del centro storico, e della sua provincia.Senza che ciò sia un vanto, io posso dire che fin da quando ho potuto avere una bicicletta, più di sessant’anni fa, ne ho fatto uso e ancora oggi, da modesto ciclista sportivo, mi faccio almeno un centinaio di chilometri alla settimana sulle strade del nostro Circondario e di quelle strade potrei segnalare, come i tanti altri ciclisti come me, molti pericoli e difetti.Difendiamo i ciclisti ma lo faccia soprattutto chi ha il potere, anche a piccolo livello, dimostrandolo anche con piccoli e semplici interventi 
Alcide Tosi Brandi