martedì 4 giugno 2013

Look

A qualche anno di distanza dalle rivoluzioni copernicane che hanno portato una nuova generazione di amministratori al comando dei comuni della provincia di Rimini, possiamo tranquillamente dire, senza timore di essere smentiti, che detta classe dirigente si è dimostrata totalmente inadeguata al compito. Questa considerazione non getta solamente un giudizio negativo sugli attuali amministratori, ma accusa, forse ancor più duramente, coloro che per i più svariati motivi, quasi mai in buona fede, hanno permesso questo siparietto di dilettanti allo sbaraglio. Il problema però, non resta isolato ad una sezione del PD, riguarda tutti: qui non si tratta di aver sbagliato cuoco alle feste dell’unità. Si è data in mano a soggetti inadeguati la gestione della cosa pubblica. E i danni provocati, oltre a quelli oggi visibili, avranno effetti per molti anni a venire. Si stava meglio quando si stava peggio? Indubbiamente no, ma se dal passato dobbiamo imparare a non replicare gli errori, dobbiamo anche saper mutuare le buone abitudini, come quella di lavarsi i denti prima di andare a letto, di masticare a bocca chiusa o di scegliere persone capaci per fare i pubblici amministratori. Negli ultimi anni invece, complici gli amici di Maria, facebook, twitter e grandi fratelli vari, amministratore pubblico è diventato quello alla moda, quello carino o quello abbronzato. Qualcuno ha pensato di “vendere” agli elettori un bel pacchetto colorato e profumato, chiuso con un nastrino sfavillante. Poi però viene in giorno in cui il pacchetto deve essere aperto e dentro non vi è nulla. I cittadini che si adontano per questa brutta sorpresa e sparano a zero contro la politica, sono però ipocriti e voltagabbana. Quando l’imbonitore vi ha venduto il pacco, perché non avete chiesto cosa c’era dentro ma vi siete limitati ad apprezzarne l’esteriorità? Discorso non dissimile vale per coloro che oggi si meravigliano della pochezza di certi parlamentari del M5S: pensavano davvero di rinnovare la politica solo a colpi di mouse? E le competenze? Le esperienze lavorative maturate? Le capacità? Sono tutti requisiti che chiediamo al nostro medico, al falegname, all’avvocato, all'idraulico ma non ad un sindaco o ad un assessore: negli ultimi anni abbiamo votato per simpatie e per look. Ed eccoci qua. Cade Santarcangelo, Riccione agonizza, Rimini è una nave senza timoniere, la Provincia è un bunker da cui si spara su tutto ciò che si muove, le società pubbliche perdono più soldi di un ubriaco davanti ad una slot machine. E in tutto questo si va avanti a comunicati stampa, twittate, post, e feste. Superiamo questa aberrante logica e pretendiamo che emerga una classe dirigente nuova non solo nel vestire, ma portatrice prima di tutto di competenza e capacità. Anche perché questi non hanno la più pallida idea di come uscire dalla situazione in cui si sono e ci hanno, cacciati.