martedì 6 maggio 2014
La Bomba
La Bomba d'acqua che ha colpito Senigallia poteva abbattersi sulla Città data in affido a Gnassi. E' stata una questione di culo e di correnti d'aria. Gli "scuri" che per due giorni si sono alternati pericolosamente, hanno colpito la cittadina marchigiana. A Rimini non ci sarebbero state possibilità diverse da quella di andare sott'acqua. Però abbiamo il Piano della Protezione Civile approvato dal Consiglio Comunale dopo enormi pressioni da parte del ..MoVimento. Un tentativo di organizzare l'emergenza ma rimane il pericolo per una Città che ha una rete fognante che avrebbe fatto vergognare perfino Tiberio, l'unico ad avere realizzato un ponte ancora presente. Mi è arrivato un foglio per l'allacciamento alla rete separata. A parte che la via Palotta possiede centinaia di buche senza una fogna che possa considerarsi decente, rimane l'amletico dubbio da..Gualdi. Perchè Hera, concessionaria di tanti, troppi servizi è stata insignita senza obbligatorio bando dell'onere (per noi) di provvedere anche alla realizzazione degli allacciamenti? Non chiedo alla Procura di Rimini di aprire altri fascicoli mi accontenterei che i pochi finalmente iscritti al registro degli indagati non invecchiassero più velocemente di me. Pur facendo ricorso a tutta l'ipocrisia della quale purtroppo non sono dotato, non riesco a dire o pensare che la legge sia uguale per tutti. In mondovisione alla presenza di Fonzie e tutto il gotha del calcio romano e romanista hanno dato vita alla più comica, ma reale trattativa stato mafia. Grasso per anni supercapo Dia non aveva capito niente. Aveva la stessa espressione di ...Fonzie. Oggi le caratteristiche di queste tragiche inondazioni sono simili, mettono a rischio i territori urbanizzati e fragili come quelli italiani. Vi ricordate cosa successe qualche anno fa, con decine di vie riminesi allagate per colpa (dissero) delle paratoie non aperte? Una Bomba come quella marchigiana avrebbe seppellito d'acqua la nostra Città. Da quello che mi raccontano i tanti amici esperti e profondi conoscitori delle nostre carenze, da anni non si interviene su questo versante. Si spera nel..cielo. Quando promette pioggia ci pensa Melucci a protestare. E' possibile un censimento delle zone e del loro potenziale pericolo di allagamento in proporzione all'acqua caduta? Da tempo sappiamo che il taglio del Marecchia oltre ad avere i ponti più sfigati che cadono senza avvisare Gnassi, hanno quelli ferroviari bassi, incapaci di permettere il transito delle piene..secolari. Qualche tecnico asserisce che è meglio avere argini più alti, qualora vi siano condizioni meteo marine avverse. L'idea storica sarebbe quella di un muro di cemento armato quale ultima postazione di difesa. Anche l'Ausa non se la passa bene. Le piogge violente, necessitano di scolmatori che vanno ben oltre la portata degli attuali, quasi inesistenti. Fra l'altro limitati da vegetazione, restringimenti, eliminazioni golenali, ecc. Occorre raddoppiare la capacità di afflusso nella parte a monte non cementata e prendere in considerazione un'altro scarico a mare per limitare la portata nel tratto storico che sfocia a marina centro.
Terzo ed ultimo punto sarebbe un canale di gronda capace di intercettare le acque provenienti dal forese e dalle colline, riducendo anche il rischio di allagamenti nelle aree esterne, molte delle quali urbanizzate. Aumentando le portate si abbassano i livelli di piena, quindi un miglior deflusso delle acque.
Un canale che funzioni come prolungamento del canale emiliano romagnolo ma delegato anche al troppo pieno e collegato direttamente con il mare.
Non voglio fare allarmismi, basta Indino, ma è ora che di questo problema si inizi a parlare seriamente. Invito inutile in presenza, spero breve, dell'Amministrazione Aquarena. Nessuno può impedire che la prossima Bomba cada vicino. Senigallia ha caratteristiche geografiche molto simili alle nostre, non conosco il sindaco. Mi augurerei una cosa, inutilmente forse: è possibile affrontare questa emergenza senza l'aiuto..disinteressato di Hera? No, vero?