lunedì 2 marzo 2015

Il Calcio in Italia

Si usa dire che il Calcio ed il mondo che ruota attorno possa essere lo specchio del Paese. Intanto rimane lo sport più popolare e praticato, per una serie di ragioni non tutte magnifiche. L'intromissione accertata della malavita anche nell'industria pallonara è l'attestato della popolarità. Stadi vecchi, fatiscenti, inadeguati, quasi tutti di proprietà pubblica, con affitti miserevoli per non irritare i padroni delle società ancora molto forti nell'indirizzo elettorale. E' la ragione per cui Berlusconi non vende (ancora) il Milan con Inzaghi nel pacco. La crisi del Parma, 83 milioni di euro di fatturato nel 2013, è paragonabile al fallimento di una impresa di dimensioni medio-grandi. A Genova non si è giocato il derby perchè le due squadre che intascano decine di milioni di proventi televisivi non hanno comprato i..teloni. Ma l'immagine migliore della conduzione dello sport italico è fornito dalle istituzioni che lo reggono. Il Coni rappresenta la summa dello spreco e nello stesso tempo della politicizzazione della pratica sportiva. Gli atleti, i probabili olimpici e soprattutto quelli certi, sono tutti "dipendenti"  dello Stato, come nei vecchi paesi dell'est sportivo. Assunti, quasi sempre, nelle società delle Forze dell'Ordine, che essendo almeno una decina permettono una fantasiosa varietà di impiego. Il presunto dilettantismo di facciata viene salvato. Poi ci sono i premi e gli..,sponsor ma questa è un'altra cosa. Argomenti che non vengono mai sollevati ma attestano l'arretratezza culturale del Paese. Il rapporto scuola-sport è avvilente. Intanto non vi sono attrezzature scolastiche in grado di sorreggere la pratica sportiva, le ore di educazione fisica (sic) sono simili a quelle ..,di religione. Credo però che il migliore interprete della politica calcistica, quindi sportiva in Italia, sia Claudio Lotito e la sua più riuscita invenzione presidenziale, il mitico Opti Pobà Tavecchio. L'elefantiaca struttura del Coni si regge in gran parte sulla Federcalcio che a sua volta vive con i proventi televisivi della Lega pur immersa in due miliardi di debiti delle varie società. L'Inter e la Roma sono (quasi) di proprietà delle banche che hanno concesso crediti sportivi, il Milan è garantito (ancora) da Berlusconi. Le altre società al netto di qualche virtuosismo non stanno meglio. Sono tutte attaccate al cannello televisivo per sostenersi. Mancano stadi di proprietà e merchandising, quello che interessa è lo stadio come "volano" per costruire e speculare. La storia di Rimini lo insegna. Morti i mattonari, non si parla più del nuovo stadio. La Rimini Calcio sta facendo miracoli con l'avvento di un imprenditore che non ha niente a che fare con i laterizi. Credo sia la garanzia migliore. Gli regalo un consiglio prezioso: quando vede un sindaco e qualche assessore di corredo che mette la sciarpa del Rimini..dia le dimissioni. Siamo un Paese in svendita. I capitali esteri, quelli dei nuovi ricchi del Medio ed Estremo Oriente, ogni tanto mostrano interesse per qualche pezzo ancora da sfruttare. Il calcio se non fosse governato da questa gente sarebbe ancora un settore trainante. E' uno spettacolo che permette a tutti di diventare degli Aldo Grasso su erba, nello stesso tempo ancora appassionatamente. Il dramma è che Sky trasmette anche i campionati esteri. Emanuele.. Pironi come mai in Inghilterra e...Germania non cascano mai? Quando giocavo, mi prendevano in giro perchè non mi sporcavo mai i calzoncini. Quella era classe.