venerdì 8 agosto 2025

Il Dopo Sala

La retata, radical chic, di Milano ha imposto al Pd un'altra correzione di rotta. Secondo Linkiesta, fedele a Netan, l'occupatore di Gaza, quanto ai miliardari grattacieli del riformismo, sarebbe pronto il sostituto (riformista) di Sala. L'indicazione di Mario Lavia, la penna che guida il blog, cade su Giorgio Gori, una delle "risorse" pronte nei momenti di maggior bisogno. Non passa per le teste del Corrierone che il prossimo sindaco possa essere un fedele alla Ducetta? Tutto mentre il disastro Schlein complica il destino delle prossime elezioni regionali. I cacicchi stravincono dappertutto. Gori dopo i doverosi momenti di attesa, con la carica e stipendio (solo) da eurodeputato, ragiona da sindaco e cambia il pericoloso modello (metropolitano) di Sala. Secondo il correttore di rotta giudiziaria, la metropoli non deve finire a Rogoredo ed il partito dovrebbe ambire una vocazione maggioritaria. Al momento si assiste solo ad un travaso di intenzioni di voto per i cinque stelle. Gori ragiona da sindaco di Milano ed il Pd dovrebbe prenderlo sul serio, così insiste Mario Lavia. L’eurodeputato, da sperimentato copione, non programma di candidarsi a Palazzo Marino e immagina una metropoli che non finisce a Rogoredo e rappresenta una politica che non si vergogna (dimostrato) di governare. A Milano vanno di moda gli "ibridi" della politica, validi per le solite quattro stagioni e soprattutto con tutti. Se però glielo chiedessero disperati ed a furor di popolo, difficilmente il nato sotto il segno del Cavaliere rifiuterà. Milano è apparentemente (molto) sistemata. 
massimo lugaresi