Conosciamo i nostri polli, partendo dal Sindaco che si è prestato per undici anni a garantire poteri forti, importante era sentirsi dire bravo. I Misfatti e NonFatti vengono a galla, cerca di salvarsi con un voto di famiglia a Grillo e promettendo una rapida partenza del Teatro. Troppo tardi, game over, è solo, in compagnia di qualche dirigente fedele, capita in tutte le cadute imperiali o dinastiche, verrà venduto come capro espiatorio di dodici anni fallimentari. Il primo a legittimare questa facile lettura è stato Vitali, il figlio politico che parla impunemente di caste, senza ricevere sibili o rumori contestanti. Gnassi non fa mistero che per arrivare alla candidatura, sacrificherà sull'altare del rinnovamento, un'intera classe d'amministratori, con in testa il Sindaco. Sarà questo il giochino dei prossimi mesi, chi rimane vicino a Ravaioli corre rischi seri; Gamberini, ha capito da tempo l'aria che tira, non crediamo sia sufficiente non rivolgere parola al Vice per pagare penitenza ed essere assolto. Il Piano Strutturale viene visto nell'ottica di semplice testimonianza ed impegno per il futuro, andare in campagna elettorale con una scarpa in mano, se va male può sempre raccontarlo al dopolavoro ferroviario. Se Errani premia Melucci, la condanna per Ravaioli è scritta, solo l'ingenuità politica del personaggio poteva pensare che lo avrebbero portato in carrozza ad una gradita destinazione, è servito, si è fatto servire, oggi è ingombro politico, anche per quel mondo cattolico che credeva di rappresentare, lo avevamo avvisato, all'indomani dell'ultimo mandato, potrà sempre raccontare ai nipotini che è stato Sindaco di Rimini, loro credono sempre ai nonni.