Papa Francesco si è addossato una responsabilità di quelle definite nel gergo della Cia come mortali: ha fatto saltare il Piano A per la Siria di Obama. Siamo convinti che più di Putin che ha messo in scacco un Presidente rivelatosi peggio dei DueBush, ha pesato il pesante intervento non armato del Papa. Le sue parole pur intrise della cadenza maradoniana, non hanno dato scampo morale all'ipotesi di una guerra per rinnovare il parco armamenti americano. Il teologo tedesco non l'avrebbe mai fatta una affermazione simile, Padre George lo avrebbe dissuaso. Ora con la proposta del presidente russo di mettere il gas sotto controllo, magari con un bando come a Rimini, gli istinti bellico-imprenditoriali delle lobbies che eleggono negli States sono sopiti. O iniziano a sparare al bersaglio grosso chiamato Iran o tacciono per qualche mese. Ma i magazzini militari sono pieni, le recessioni in America finiscono sempre quando inizia un conflitto. Assad deve consegnare tutte le armi chimiche a una forza internazionale sotto l'egida dell'Onu, che provvederà a custodirle e poi distruggerle. Tutti hanno un vantaggio da ricavarne: Obama si salva dalla possibile bocciatura del Congresso, la Russia evita di perdere la faccia in un attacco missilistico Usa dal quale il suo alleato siriano non riuscirebbe a difendersi, Assad si risparmia l'esperienza dei missili Tomahawk sulle sue caserme e palazzi governativi. La Bonino rimane com'è. Qualcuno ci ha scritto stupito per il silenzio congiunto delle quattro fotocopie su un disdicevole episodio di normale maleducazione. Non lo usiamo per attaccare pretestuosamente il Fratello, ci aspettiamo semplici e doverose scuse per non intasare il tribunale locale troppo impegnato con le piste. La partita se gestita bene può fermare la guerra, la votazione in Giunta per le Elezioni può dare inizio ad un nuovo percorso virtuoso, a patto si scelga il cammino ideale. Prima al voto, anche tutti porcelli.
P.S.
Il Cancelliere ci dice che la..guerra si farà