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La distrazione di massa che ha coinvolto il gruppo pentastellato sembra il revival di quella usata ai tempi di Crimi e Lombardi. Allora alcuni aspetti potevano anche sembrare veritieri. I 163 beneficiati dalla più fortunata lotteria parlamentare avevano tutte le caratteristiche per prestarsi al gioco dei lazzi giornalistici. Ad abundantiam ci hanno messo del loro. Il terzo governo dell'inciucio ha mostrato il volto. Alfano è riuscito a piazzare due fedelissimi alla Giustizia, dopo aver già ottenuto la nomina a Guardasigilli del “garantista” Andrea Orlando al posto del magistrato anti-‘ndrangheta Nicola Gratteri. Enrico Costa, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera nella scorsa legislatura, si era distinto per la fedeltà al leader Berlusconi: relatore per il lodo Alfano ed il legittimo impedimento. Qualcuno ancora crede alla favola di un Alfano che ha "rotto" con il Banana? Oppure esiste ancora qualcuno che pensa non esista il Patto di Arcore tra Fonzie ed il Cavaliere? L’altro sottosegretario, Cosimo Ferri è un ex consigliere del Csm ed ex commissario Figc, finito in passato nelle intercettazioni dello scandalo Calciopoli. Nel 2010 il nome di Ferri è spuntato anche nelle intercettazioni della cosiddetta P3. Nella squadra di Matteo Renzi non mancano gli inquisiti. Come la sottosegretaria alla Cultura Francesca Barracciu, indagata per peculato per l'utilizzo, ritenuto illecito dalla Procura di Cagliari, di 33 mila euro destinati al gruppo del Pd alla Regione Sardegna. Stessa accusa che interessa anche il sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro (Pd), indagato in Campania nell’ambito della cosiddetta inchiesta su “Rimborsopoli”, risalente a quando era capogruppo alla Regione. L’accusa di peculato riguarda 11.300 euro. I socialisti invidiosi per il sorpasso inquisitorio hanno messo Nencini, da sempre un optional di governo, condannato a restituire 456 mila euro al Parlamento europeo per dei rimborsi spese irregolari. Gnassi e la sua giunta sembrano dilettanti. Lenin voleva una cuoca al governo del Paese. Renzi ha portato un’imprenditrice di abbigliamento all’Istruzione. Angela D’Onghia, senatrice dei Popolari per l’Italia è sottosegretario al Miur. Nel 2008 fu nominata Cavaliere del lavoro da Giorgio Napolitano in quanto “attiva nell'abbigliamento maschile e nei tessuti per la casa”. Alla parlamentare va comunque riconosciuto di essere stata una delle principali finanziatrici della campagna elettorale di Scelta civica con oltre 120 mila euro. Ha ragione Travaglio è difficile sollevare la lista del governo anche con una canna da pesca.
P.S.
L'Arcobaleno di ieri, gratis, non era nel programma delle Feste di Gnassi.