martedì 27 maggio 2014

Grillini brava gente

Oggi, girando per le pagine dei social, leggo di un sacco di gente che si mette pubblicamente il cilicio della sconfitta e si abbandona alle analisi di quella che sembra essere un brusco ritorno alla realtà. Pessimismo? Delusione? Morte di una convinzione? Secondo me si tratta di un semplice problema di digestione. Mi spiego meglio. E’ normale (e fa onore) che delle brave persone siano preoccupate per un risultato non raggiunto e che si interroghino su quali siano gli sbagli fatti. Più sono sincere le persone e più duramente lo faranno, il problema dei “grillini” è che lo fanno sempre pubblicamente e senza aspettare di aver metabolizzato il dato. Se si dessero il tempo, scoprirebbero che le cose in più, che si possono fare, non sarebbero stati disposti a farle. Promesse elettorali, accordi, inciuci, mica è facile costruirsi serbatoi di voti. Il tempo, ovviamente, non se lo danno e si aggrappano alle cose più visibili, più eclatanti. Grillo ha alzato troppo i toni e la gente si è messa paura di seguirlo. A questo punto bisogna che tutti si facciano la domanda più importante di questa faccenda e per faccenda intendo questo grande filtro culturale che vorremmo applicare a tutta la politica italiana ed europea. Il Movimento 5 Stelle è Grillo? Non c’è nient’altro? Grillo avrà anche alzato i toni, ma tu cosa hai rappresentato sul tuo territorio? Hai giocato a fare l’autorità morale o sei uscito dal tuo Facebook e dalle tue assemblee per capire cosa sei chiamato a rappresentare? Io, semplice cittadino non retribuito e non retribuibile, non ho sbagliato proprio un cazzo. Mi sono messo a disposizione. Ho ascoltato. Ho indagato. Ho portato alla luce e … sono riuscito ad avere la mia discreta influenza sulla realtà. Il risultato della mia azione e di quella del mio gruppo è più di quaranta mila voti. Una sconfitta? Ma siete scemi? Senza struttura, senza tempo, senza soldi, senza clientele, senza compromessi il 25% delle preferenze di una città come Rimini sarebbero una sconfitta? Ah! Dimenticavo. Abbiamo mandato anche uno dei nostri in Europa. I Vaffanculo di Grillo non possono essere giusti quando ti fanno diventare il primo Movimento d’Italia e sbagliati quando ti assegnano il secondo posto. Il problema, se di problema di può parlare, è decisamente un altro. I Grillini, brava gente, danno per assodato che gli italiani siano in grado, così da un giorno all’altro, di seguire un pensiero che non è nella loro cultura. Berlusconi e Renzi su questo ci mangiano il riso in testa. Usano i bug della nostra cultura per le loro manipolazioni: ti danno una pacca sulla spalla e ti sussurrano che non ti devi preoccupare, mentre ti allungano una mancia e ammiccano assieme a te quando passa una figa. Non serve altro. Noi cosa facciamo? Diciamo alla gente che deve alzare il deretano dal divano e che deve sacrificare il suo tempo libero per risolversi i problemi. Il 20% su scala nazionale è poco? Ne siete proprio sicuri? Secondo me, se capiscono bene quello che gli stiamo proponendo, il 4% è tanto. Le soluzioni ai problemi di percentuale, per come la vedo io, sono due: una impraticabile ed una che dovremmo riscoprire. La prima, quella impraticabile, è fare come gli altri. Accettare i rimborsi lettorali, stringere le nostre belle alleanze e dire alla gente “non ti preoccupare, ci penso io”. La seconda, quella per cui siamo nati, è lavorare di più e meglio allo scopo di diffondere il concetto di partecipazione. Se il voto è la conseguenza di una partecipazione andrà a far parte di un patrimonio inattaccabile, se invece è solo atto di tifoseria niente gli impedirà di andare altrove. Grillo sposta i voti delle tifoserie inventando slogan, stimolando le pance e, sì, anche alzando i toni, ma alla fine chi deve fidelizzare quel voto siamo noi attivisti invitando alla partecipazione. O è così, o non siamo diversi da nessuno. P.S. Delegando altri alla responsabilità dei nostri successi ed insuccessi si perde la meravigliosa possibilità di crescere.
 @DadoCardone