Precisazioni sul tema carceri
Come ho già avuto modo di dire sono rimasta molto colpita dalla situazione della casa circondariale di Rimini durante la mia visita ispettiva ed è per la volontà di soluzione, non per amore della polemica, che devo sottolineare come per me non sia un punto politico da mettere a segno, ma un reale impegno che mi voglio assumere.
Quando nella giornata di ieri ho saputo, dalle testate online, della nota di Arlotti sullo stesso argomento in un primo momento mi sono quasi sentita felice che il mio collega del Partito Democratico avesse scelto, per chissà quale combinazione fortuita, di prendere di petto lo stesso problema, nello stesso giorno.
Poi però ho letto la nota ed ho capito cos'era: la rivendicazione di un primato. So benissimo che il collega è andato in visita al carcere molto tempo prima di me, ma tirare fuori un’interrogazione del 29 maggio 2013 (altre sull'argomento non ce ne sono) e far credere che fosse di ieri per ottenere un titolo di giornale non mi è sembrata una cosa da Arlotti.
Continuo a crederlo. Secondo me un locale addetto stampa del Partito Democratico, un po’ troppo solerte, ha voluto porre freno alla presunta visibilità ottenuta con la mia visita. Ora, io capisco che un politico viva anche di consenso e che faccia gioco, ad esempio, far passare i lavori delle rotonde riminesi come una vittoria personale, invece che per la regolare compensazione dei lavori della terza corsia, ma… in quel carcere, come negli altri, c’è una battaglia di civiltà da combattere e non un premio da vincere.
Ribadisco la mia convinzione. Questa non è stata un’iniziativa di Arlotti, anche perché i dati di quell'interrogazione, senza risposta, sono ormai obsoleti e non riproponibili. Mi domando però quante volte sia stato riproposto lo stesso gioco di caccia al titolo, senza un effettivo riscontro di attività parlamentare.
Giulia Sarti