Che succede a Gaiofana? E’ una domanda che ti fai quando torni a casa e trovi quattro (e dico quattro) volanti della polizia di fronte al cancello. Ti guardi in giro e ti aspetti di sentire dei colpi di arma da fuoco da un momento all’altro, o, perlomeno, qualcuno che urla da un terrazzo che si vuole buttare. Ma niente.
Ti avvicini guardingo al portone di casa sperando di non essere nella linea di fuoco di qualcuno e cerchi di capire dalle facce dei vicini, tutti affacciati o in giro come appena scampati al terremoto, cosa diavolo sia successo. La Signora Helmut (nome di fantasia a protezione dell’identità), forte dei suoi due ictus, ripete ossessivamente “Cosa è successo? Chi si è buttato?” e rimbalza da un lato all’altro del cortile come un Roomba, quegli aspirapolveri che puliscono casa da soli. Quando imbrocca il portone sono cazzi.
Il vicino complottista mi guarda contrito, mi fa un sospirone che sta a significare “come volevasi dimostrare” e guarda il secondo piano dove abita il vicino mussulmano. Mi mette una mano sulla spalla e sempre sospirando mi fa :
“ lo sapevo che doveva succedere proprio qui a Gaiofana….”
“Cosa?”
“L’ISIS!” – esclama con gli occhi a palla. Lo sto quasi per mandare a fanculo quando il mio sguardo intercetta un poliziotto affacciato al terzo piano. Proprio l’appartamento dei miei vicini preferiti.
La Signora Helmut nel frattempo ha quasi preso il portone e incrocia un agente che sta uscendo.
“Cosa è successo? Chi si è buttato?”
“Signora non ho tempo.. se lo faccia dire dai vicini che sicuramente hanno visto tutto”
“Qualcuno ha visto qualcosa?”, chiede disperata.
“Sauro”, le risponde urlano qualcuno. Che poi è il nome del vicino cieco. Perché noi nei quartieri brutti siamo così… non rinunciamo alla battuta nemmeno circondati dalla polizia.
Basta voci di popolo, meglio constatare di persona. Riesco a capire che il figlio dei miei vicini, un ragazzino timido per quanto allampanato, ha saltato la scuola. Avendo la casa libera si è organizzato per ospitare gli amici radunandone mezza dozzina. Fino a qui, ci arriverebbe anche lo psicologo interpellato dai giornali questa mattina, proprio di fianco all’indignazione del vicesindaco, è tutto normale. Lo si fa per essere accettati. Ragazzi ho la casa libera venite da me domani?
Torneo Fifa alla Play (per gli anziani: videogioco del calcio), risate, battutacce e fanfaronate per salire i gradini della scala sociale del gruppo. Però (c’è sempre un però) nelle dinamiche di gruppo è previsto un maschio Alfa che ad un certo punto deve ristabilire le gerarchie, ne va del suo status. Se il maschio Alfa è un imbecille allo stato brado la mossa porterà sicuramente ad una serie di conseguenze che vanno dalla denuncia a piede libero al ritrovarsi in un campo d’addestramento alle porte di Kobane.
L’imbecille prende una pistola a pallini, quei pallini gialli che possono fare danno solo se li ingoi, e spara ai bambini della scuola elementare di fronte, mentre fanno ricreazione. Trenta, forse quaranta, metri di tiro che arrivano al bersaglio solo per inerzia. Io, lo confesso perché oramai il reato è in prescrizione, a 15 anni con una cerbottana e dello stucco, centravo natiche di anziani sequestra palloni a 50 metri con una potenza balistica che saltavano tutti come i capretti.
C’è da dire che, anche se nessuno si è fatto male, l’imbecille non è stato meno imbecille, tra l’altro è stato pure sfigato perché ha trovato una maestra sul piede di guerra (non è possibile fumare all’aperto nel quartiere ad una distanza di venti metri dalla scuola) e l’intervento di una squadra d’assalto della polizia in una evidente mattinata moscia.
Ora svesto un attimo i panni dell’indiretto testimone e rimetto quelli di Citizen per le abituali considerazioni che nessuno si sente di fare. Tre, quattro, volanti della polizia, sette ragazzini denunciati, prime pagine dei giornali, interventi pubblici del Vicesindaco (che non li fa però quando le scuole cadono a pezzi) e pareri dello psicoloco. Minchia che reattività!
Siamo sicuri che a molti farebbe piacere vedere questa prontezza di riflessi anche per le altre problematiche, perché a Rimini non è che proprio ci si annoi. Minimizzo? Non proprio. Hai tempi della cerbottana fui scoperto e un paio di calci nel culo mentre una morsa mi teneva dolorosamente l’orecchio mi convinsero a cambiare sport. E’ il famoso metodo Montessori, dove il ragazzino è libero di scegliere… se comportarsi bene o prendere una tempesta di schiaffoni. Oggi giorno non si usa più. Sarà meglio? Sarà peggio? Non siamo psicologi, ma forse si sarebbero evitati articoli di due pagine (manco avessero indagato Gnassi per associazione a delinquere) che pare diano voce anche ad una specie di protagonismo represso delle mamme, evidentemente cresciute a pane e Maria De Filippi: “abbiamo rischiato la tragedia”. Dai su…
P.S.
A chi ha sparato. Tra tutte le possibili considerazioni che potrei fare su di te la più drammatica è che non sei amico dei ragazzi che (probabilmente) stanno tacendo per te. Stai portando 7 famiglie in tribunale, mentre l’unico comportamento da uomo sarebbe ammettere la tua colpa e risparmiare un sacco di lavoro e patimenti a tutti. Spero che il tuo gruppo se ne accorga e ti lasci da parte come meriti.
@DadoCardone
citizen