
Nel luglio scorso, il PD di Rimini con a capo in prima persona il Sindaco Andrea Gnassi, ha denunciato la riprovevole strategia di markenting di alcune aziende distributrici che, per distogliere l'attenzione dalla bassa qualità del vino che commerciavano, hanno adornato le etichette delle loro bottiglie con richiami a noti dittatori del XX° secolo. L'iniziativa fece clamore al punto che se ne occupò anche il deputato Tiziano Arlotti, primo firmatario di una iniziativa parlamentare tesa ad emendare la legge Scelba del 1952. Proprio ieri, sul profilo facebook del PD Rimini, è comparso un post raffigurante Beppe Grillo, fondatore del MoVimento Cinque Stelle, incastonato ad icona nel logo di Forza Nuova, con tanto di saluto fascista. Ora la satira è una cosa, diffamare un esponente politico raffigurandolo come un fascista penso sia un reato anche a Rimini. Ma non è tanto questo aspetto che trovo interessante. Mi stupisce che a fronte dell'iniziativa di cui sopra, sia proprio il PD di Rimini ad utilizzare commercialmente il fascismo, per calunniare un avversario politico che nulla ha fatto per meritarsi tanta cattiveria. Cosa non si farebbe per vendere un vino cattivo... La stessa strategia di passare dalla cronaca dei consiglieri comunali indagati per diffamazione nei confronti di Forza Nuova, saltando a piè pari di manifestare la propria solidarietà sul profilo del PD Rimini proprio a quei consiglieri, e giungere direttamente a calunniare il M5S nazionale per soli fini elettorali è davvero miserabile. Sversare il contenuto di vescica ed ampolla rettale in un fotomontaggio e pubblicarlo nel profilo istituzionale del Partito Democratico riminese è un fisiologico sintomo di paura. Anche i meno avvezzi alle strategie politiche hanno capito che l'obiettivo è la bagarre: generare nel corpo elettorale ancora più disprezzo verso la cosa pubblica, al fine di diminuire l'affluenza in occasione delle elezioni amministrative della prossima primavera. I signori del PD devono vincere al primo turno e per farlo possono contare unicamente sui Civivo e mondine della Festa dell'Unità democristiana? Arrivare al ballottaggio significherebbe il preambolo alla fine di ogni vantaggio economico per molti codici fiscali, ma ancor peggio andrebbe per gli affari di muscolose multiutility, radicati centri di potere e cooperative che appoggiano la loro competitività unicamente sulle larghe spalle politiche che le hanno costituite. Per questo motivo lancio un appello alla politica non urlata e disinteressata alla propria sfera economica; perchè in occasione della prossima tornata elettorale, non unite i banchetti ed i gazebo togliendo ogni simbolo partitico, movimentista e civico ed al loro posto non issate la bandiera di Rimini, promuovendo la partecipazione alla vita della città, almeno quando se ne decidono i governanti? Siamo stanchi dei vassalli.
Montalbano
P.S.: "Il Partito raccomandava di non badare alla prova fornita dai propri occhi e dalle proprie orecchie. Era l'ordine finale, il più essenziale di tutti. Il suo cuore ebbe un tuffo al pensiero dell'enorme potere spiegato contro di lui, della facilità con cui ognuno dei cosiddetti intellettuali del Partito lo avrebbe potuto rovesciare sul tappeto della discussione, degl' argomenti sottili ch'egli non sarebbe stato in grado di comprendere, e tanto meno di controbattere con adeguate risposte. Eppure lui aveva ragione! Loro avevano torto e lui aveva ragione. Le cose ovvie, le cose semplici, le cose vere dovevano essere difese. Le verità esistenti erano vere, non ci potevano essere dubbi, su questo! Il mondo concreto esiste, le sue leggi non mutano. Le pietre sono dure, l'acqua è liquida, gli oggetti privi di sostegno cadono verso il centro della terra." (Citazione dal romanzo"1984" di George Orwell)