massimo lugaresi
domenica 3 agosto 2025
Il Paesaggio di Milano
Su Dagospia ho letto la durisima sentenza (abbreviata) di Repubblica sul Paesaggio dominante Milano. La relativa Commissione aveva assunto, secondo il racconto del giornale piddino, a più non posso, condivisa da Dagospia, un potere esorbitante le sue competenze. Strapotere urbanistico che rende impossibile lo svolgimento nell'anonimato, con la semplice accondiscendenza dell'assessore. Se le cose sono quelle descritte, la retata diventa obbligatoria. C'è un altra versione attendibile. Il troppo rumore iniziale, per il nulla dopo qualche anno, con i personaggi però fuori da tutto. Nei dispositivi accusatori si legge che la Commissione Paesaggio era un "mercimonio della funzione pubblica". Accusa pesantissima, sempre da verificare, che travalica il penale ed entra prepotentemente nella politica ad altissimo livello. Estate horribilis per il Pd. Da qualche settimana c'è un tiro a segno, con casalinghi cecchini implacabili. Il Gip accoglie le richieste dei Pm. La pianificazione della città era finita in mano ad un ristretto gruppo di potere, generatore di meccanismi clientelari e conflitti d'interesse. Sembra abbiano trovato anche le maledette mazzette, mascherate da parcelle. Termino, non voglio partecipare al populismo da piazza. Rimane impossibile che quanto viene pubblicato, si potesse svolgere in intimità. Questa non passa, sempre sia vera. Siamo alle sentenze
giornalistiche leggibili nei giornali più accredati presso le procure. Il processo quando ci sarà riuscirà (forse) a chiarire certi aspetti scandalosi oggi pubblicati. Fosse vero quello che riporta il giornale siamo al commissariamento. Passerà tanta acqua (sporca) sotto i ponti del Naviglio.
sabato 2 agosto 2025
Andate e Propagandate
Eludere, proteggere, prosperare, così i Matvienko (chi?) continuano a operare in Italia, nonostante le sanzioni. Fondazione inattiva, residenza stabile e nessuna attività economica reale tra le Marche e San Marino: così la famiglia dell’oligarca russo ha costruito un sistema formalmente legale, ma opaco. Prossima sanzione sarà contro l'opacità. L'intelligence di Linkiesta continua l'instancabile opera per la corrente Davos, contro la Russia di Putin. Ossessione ed incarico padronale. Non so chi siano i Matvienko, ne quale pericolo possano rappresentare, sembra però che sia in vigore la ricerca di una scusa (sostenibile) per nascondere l'ennesima sconfitta americana. Poi ci meravigliamo e scandalizziamo se, dalla Russia, con precisione, ci mandano gli elenchi dei loro nemici. La guerra in Ucraina prosegue nello stile gatto con il topo. Importante non mostrare l'ennesima dura sconfitta dei procuratori bellici. Intanto fiutato il vento contrario, Donaldone si traveste nel Paperone che conta i miliardi incassati giornalmente. E noi paghiamo, giustamente. Putin non cerca più la pace, superato il momento favorevole. E' la fine perfino ridicola di un sistema nato dopo la seconda guerra mondiale. Quello che faceva e rappresentava prima il governo stellato oggi è compito della Nato. Non è la stessa cosa. Noi rimaniamo nel limbo dei domestici ammaestrati ed ubbidienti. Molto diversa la situazione a Gaza. Siamo ben oltre lo sterminio. Sembra che la tragica operazione sia stata concordata e l'onda di antisemitismo sia la vittoria di Hamas. Mai come adesso la sinistra è in fuori gioco perenne.
massimo lugaresi
venerdì 1 agosto 2025
In Ginocchio da Trump
La pallina da golf di Trump ha colpito l'Ursula Von der Lyden e la sua (nostra) Europa. E' stata una partita impari. La nobildonna tedesca viene ricevuta nel resort del campo da golf in Scozia per dare all'incontro una evidente disparità di forze. Ce la siamo cavata con il 15% su quasi tutto, ma sembra sia stata una debacle politica. Anche le diverse valutazioni dei due protagonisti aumentano la confusione. Le note dagli Stati Uniti divergono in diversi punti dal testo rilasciato dai bastonati europei. Sembra che gli aspetti più pesanti per l'economia dei sudditi siano in futuro. Il gas lo andremo a comprare da Donaldone pagando solo quattro volte più di quello del nemico (?) Putin. La politica dei dazi vede l'america di Trump vincere su tutti i fronti amichevoli. La Commissione Ue avverte che l'accordo non è giuridicamente rilevante. Era la diciannovesima buca? Naturalmente i 27 paesi viaggiano sparpagliati. Chi sull'esenzione sul vino o noi e Spagna sull'agroalimentare. La Germania sui farmaceutici. L'intesa sui dazi sta spaccando l'Unione europea e la Commissione corre ai ripari tentando di limitare la propaganda vittoriosa di Donald Trump.
E lo fa sottolineando che molti aspetti vanno ancora concordati e che diversi annunci della Casa Bianca sono a dir poco imprecisi: dagli acquisti di armi a quelli di gas, dai farmaci agli alcolici. Vedremo cosa ci costa ancora un bacino di Trump. La Ducetta è in rigoroso silenzio. Noi siamo, da tempo, abituati alla genuflessione stellata.
massimo lugaresi
giovedì 31 luglio 2025
Guerra per Bande
E' il titolo terrificante usato per il Pd, da Mario Lavia su Linkiesta. Ricordo (spesso) che l'appartenenza politica dei rearmatori del giornalismo italiano è quella che si riunisce (ogni anno) con Draghi a Davos. Nel Pd la corrente draghiana è forte e si cela dietro il cosidetto riformismo, però armato. La Guerra per Bande, secondo Mario Lavia, sarebbe scoppiata con minacce e ricatti tra Schlein e Conte. Il candidato stellato imposto, uno dei pochi usabili, è Fico che ora rischia. Il centrosinistra, per comodità espressiva, è in allarme per gli ex presidenti-regnanti che complicano le alleanze e paralizzano le scelte per le elezioni. I Cinquestelle tengono in ostaggio Ricci nelle Marche e il loro uomo per la Campania rischia il naufragio prima ancora di salpare. Alla fine un accordo si trova con i dazi della politica. Chi rischia maggiormente è la traballante segretaria ed il ditino puntato. Ricordo che per far nascere l'assistito partito democratico, sono stati usati diversi spermatozoi, qualche accondiscendente ovulo ed è uscito uno strano zigote. La Elly dovrà trattare con il cacicco De Luca e convincerlo che il grillino è la scelta migliore per non perdere. Stessa lotta a Bari con Decaro alle prese con l'imponente fantasma di Emiliano e lo spauracchio di inviare Boccia (bocciato due volte). La manifesta debolezza dei partiti ed il costante aumento dell'astensionismo creano incertezze per il futuro. L'ingresso inaspettato della magistratura nelle pieghe democratiche è la novità ancora difficile da quantificare tradotta in voti. A meno che le cose non si chiariscano prima del voto. A questo punto sarebbe davvero strana la velocità della giustizia.
massimo lugaresi
mercoledì 30 luglio 2025
Pause Umanitarie
Nonostante la forza e moltitudini delle propagande sioniste, iniziano ad uscire verità scomode. Solo il sempre assonnato Elia Milani continua imperterrito il ruolo di perfetto comunicatore delle imprese di Netan, per il canale 5 berlusconiano. Ho ascoltato, anche da lui, le prime ammissioni di bambini, uomini e donne uccisi mentre cercavano cibo. La Pausa Umanitaria sbandierata viene impedita mortalmente e quotidianamente dal migliore esercito al mondo, foraggiato ed istruito dagli Usa. Dicono che le risorse alimentari sarebbero sufficienti se non ci fossero i cecchini israeliani ad ultimare massacri impietosi. Non a caso l'assalto all'unica chiesa cattolica e la continua strage di innocenti che cercano disperatamente il cibo, hanno influito pesantemente sulla percezione della guerra, da quasi tutti vista come una voluta pulizia etnica per conquistare nuovi spazi. A Gaza ci sarebbero provviste pronte per sfamare i palestinesi in fuga se non ci fosse il tiro a segno quotidiano. Israele nonostante gli annunci, non fa passare gli aiuti. Altra ipocrisia scandalosa. Le due guerre ci hanno riempito di falsità e becere prese per i fondelli. Sono state paracadutate 25 tonnellate di aiuti ai palestinesi nella trappola di Gaza. Operazione spettacolare, con gli aerei di Giordania ed Emirati Arabi Uniti che aprono i portelloni. Quanto al cibo, se venisse distribuito a ciascuno toccherebbe un etto. Un generoso assaggio, concesso da Netan.
massimo lugaresi
martedì 29 luglio 2025
La Vendetta
Di Maurizio Melucci. Il personaggio è dotato di pedigree politico ed amministrativo ed aspettava da anni i bandi delle spiagge nazionali, compresa la Rimini già bevuta. I suoi rapporti con la categoria dei bagnini si erano deteriorati da quando, assessore regionale al turismo, fu costretto a fuggire dalla sala di Cesenatico, durante un feroce incontro/scontro con i benedetti dal sole, sabbia e mare. Il mio blog iniziò tanti anni addietro a scrivere sui temi e problemi che la Direttiva Bolkestein avrebbe portato in un settore considerato di proprietà, dopo anni di silenzio assenso (appecorato) della nostra politica. Aiutato dalla conoscenza e competenza di Sandro Baschetti e dell'amico avvocato Bontempi. Oggi abbiamo, in ritardo, i promotori delle spiagge libere e una comprensibile difficoltà nel gestire i bandi. I voluti ritardi e le illegittime proroghe hanno spinto la categoria, tra le più solide ed attrezzate, ad una resistenza spesso incomprensibile. Il ribaltamento governativo ha prodotto in regione e localmente, pagine di ilarità demaniale. Dopo un ventennio di baci&abbracci e ti voto, siamo arrivati ad una resa dei conti nel momento peggiore del nostro affaticato turismo. Sarà l'ostacolo per un rilancio della nostra offerta balneare, rimasta vincolata dalla sovrintendenza al risparmio. Era facile presagire che la Direttiva, madre del libero mercato, non sarebbe mai stata cancellata. L'Europa e Consiglio di Stato bocciano gli indennizzi e Melucci invita il Pd a cambiare linea. In verità non si è mai capito quale (veramente) tenesse. Pensare che la Schlein riuscisse a capire l'importanza dell'annosa messinscena, significa non conoscere realtà e spasmi dei dem. Bocciatura dell'Europa e responsabilità politiche. La Commissione europea ha bocciato la parte della bozza di decreto del Governo italiano che prevedeva indennizzi per i concessionari balneari uscenti, compresi quelli legati al cosiddetto “valore d’impresa”. Provvedimento richiesto a gran voce dalle associazioni di categoria e sostenuto da esponenti politici di ogni colore. E' sufficiente vedere la composizione delle maggioranze balneari per capire la profondità dell'azione politica degli imprenditori bagnini. Eppure, dopo la lettera di Bruxelles, non si è sentita alcuna autocritica, anzi proteste dei sindacati, dichiarazioni indignate da LegaCoop Romagna, e persino critiche al Governo da parte di esponenti del Partito Democratico, come Andrea Gnassi, Alice Parma e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. I sassolini nelle scarpe di Melucci erano tanti, li ha tolti con sollievo, senza eccessivo rancore. Lascia al fedele seguace il compito di vigilare sulle spiagge, in attesa del responso dei bandi. Ha ricordato anche l'assessore Corsini, quello che (forse) ha mostrato la più scarsa conoscenza della materia, chiedendo la riconoscenza del valore aziendale. L'estate sta finendo, meno peggio rispetto alle iniziali sembianze. Rimane la curiosità sull'esito dei bandi. Sperando che finalmente si avveri l'unione imprenditoriale tra bagnini, chioschisti ed albergatori. Sarebbe un segnale confortante.
massimo lugaresi
lunedì 28 luglio 2025
Due popoli uno Stato
Questa scandalosa prospettiva è arivata al fine-lavori, eseguiti da Netan, aiutato militarmente, da Stati Uniti, Gran Bretagna, nel silenzio compiacente dell'Occidente. La nostra impareggiabile Ducetta, sta risalendo il potere europeo, con bacini per tutti. Il contrario della Schlein, al servizio, occasionale, di Conte.
Il maschione francese, dopo le (false) accuse di un errore matrimoniale, ha tentato, per rianimare i consensi, di accelerare i tempi del riconoscimento della Palestina. Intanto la Striscia di Gaza è sparita. Dagospia nel vano tenativo di proteggere l'inimitabile premier della sinistra, antagonista a se stessa, usa un silenzio, perfino fotografico. L'improvviso assalto al Pd della giustizia ha lasciato quintali di domande, al monento inevase. In particolare su Milano, usata dai dem come la Fiera delle Vanità democratiche. Grattacieli green, al posto di case popolari, mentre secondo la monocorde intelligence di Dagospia, la Giorgia Meloni si sarebbe accodata a Trump e "frena" sul riconoscimento dello stato palestinese. Doveva aspettare il ritorno di Obama? Naturale che la propensione politica dei Fratelli d'Italia sia vicina al daziere che sembra tenere sotto scacco commerciale mezzo (scarso) mondo. Gli States non sono più la potenza mondiale che sbarcava malamente a Cuba come in Afghanistan, per imbandire fughe clamorose filmate. Donaldone riuscirà a mettere la briglia commerciale agli amici e qualche nemico, ma si ritireranno nei loro confini con un debito mostruoso da sanare. Possono sempre chiamare Draghi.
massimo lugaresi
domenica 27 luglio 2025
Ci vediamo a settembre
La Schlein rinvia la resa dei conti, ma la frattura con i riformisti (rearmatori) è insanabile. La sentenza del venerdì di Mario Lavia, giornalista e adulatore della corrente draghiana che alberga nel Pd. La Direzione del partito è stata rimandata a settembre per evitare il confronto sul flop di referendum e Gergiev, ancora caldo. La minoranza di Picierno e Gori rigetta la linea populista della segretaria poi Milano e Ucraina. La Direzione del Partito democratico si farà a settembre, a tre mesi da una delle sconfitte più dure della storia della sinistra, quella dei referendum contro il Jobs Act che non hanno raggiunto il quorum. La preventivata sconfitta, non la disfatta, ha consigliato ai piddini di sopire, troncare sul nascere ogni discussione, usando la complicità di giornaloni e reti televisive. La retata milanese ed il semplice avviso garante, hanno scombussolato un partito, affidato al ditino che dirige una orchestra vuota. La minoranza (?) riformista ha accettato il rinvio, anche se diversi esponenti hanno rafforzato la loro convinzione che ormai nel partito di Elly Schlein gli spazi siano sempre più ristretti. In Forza Italia stanno preparando le poltroncine necessarie. Linkiesta, sempre bene informata, racconta che Stefano Bonaccini non è più il capo di questa componente. Siamo passati alle vestali dell'antagonismo che circondano la segretaria già accerchiata da Conte. Anche il green non tira più. Gli enormi grattacieli milanesi, addobbati con fioriere per gli allocchi, sono diventati cult. Francamente il presunto reato di Matteo Ricci al confronto fa ridere. Una risposta giudiziaria al sempre presunto reato di Salvini? In sostanza, da una parte, anche riminese, c’è chi sostiene la necessità di non rompere con la segretaria, pur mantenendo un atteggiamento critico verso di lei. L’ultimo esempio è Milano, dove i riformisti sono per un pieno appoggio a Beppe Sala e alla linea di modernizzazione della città, mentre la sinistra di Pierfrancesco Majorino è molto più critica con la segretaria, che alla fine si è schierata con il sindaco.
Poi ci sono i riformisti duri (Pina Picierno, Giorgio Gori e altri) che vorrebbero sentire più netta la voce nel partito e criticano l’afasia di “Energia popolare” in questi due anni; afasia che ha lasciato spazio solo alla linea movimentista del Nazareno, troppo schiacciata su Giuseppe Conte, senza contare la profonda differenza sul riarmo e anche sull’Ucraina. Sul caso Gergiev, Schlein ha brillato ancora per la sua assenza. Però parla dei dazi, solleticando Trump. Lo avrebbe fatto se fosse ancora al governo? La sconfitta referendaria, una volta, avrebbe provocato d'urgenza, il congresso. Un cambio ed una scissione, erano sicuri.
massimo lugaresi
sabato 26 luglio 2025
Mille Miglia
Terrestri. Dopo lettura/sguardo di Dagospia, ancora una volta senza alcun riferimento alla Schlein, mi chiedo come possa la cosiddetta opposizione sperare di ritornare al potere. Un colpo della giustizia di una volta? La discesa di Pier Silvio e del parrucchiere?
I dazi di Trump nella loro violenta espressione, sembrano funzionare bene. Ci sono accordi con Giappone e presto con la Ursula. Vedremo un affollato inginocchiamento, con la Ducetta che recita il rosario dei ringraziamenti. I giochetti di Donaldone funzionano. Solo con Netan mostra una scandalosa sottomissione. Ragioni storiche, culturali, giornalistiche e soprattutto finanziarie. A Dagospia sono rimasti inesauribili tette&culi da mostrare anche in politica. Dagoreport, l'intelligence del Blog, dice che quando si parla di governo, sarebbe più opportuno dire Tre Partiti al Potere. Aggiungendo che il centrodestra non c'è più, ogni partito della coalizione ha propri interessi da salvaguardare. Non c'è l'armonia di intenti che vige tra piddini ed ex grillini nella metà (scarsa) del campo largo. Siamo alle comiche della tragedia. Anche l'autunno si prospetta caldo come si minacciava una volta. I fratellini italiani mostrano fame dopo 30 anni di digiuno istituzionale, con l'aggravante del fascismo riesumato. Difficile commentare gufate di una propaganda che finora ha prodotto risultati avversi. La distanza tra le due leader della politica all'italiana è (almeno) Mille Miglia. L'antagonismo radical chic della Elly è una penosa esibizione, come l'arrabattarsi dietro Conte, senza avere mai una idea o proposta convincente. L'Ops di Unicredit su Banco Bpm è fallita, sembra per la resistenza della Lega. Fassino insegna: tutti vogliono una banca.
massimo lugaresi
venerdì 25 luglio 2025
L' Ora del Legale
Non si trova più un avvocato a Milano. La lunghissima indagine, all'ingrosso, è terminata con una chiassosa retata. Il colpo al cuore del Pd per affari urbanistici, sempre radical green. Sono garantista per forza e convinzione. La segretaria scelta da Prodi, passati i momenti d'imbarazzo, sceglie (?) di mollare solo un assessore, difendendo Sala. Altro regalo ai cinque stelle, non più grillini. Alleati pronti a cenare con le carcasse, lasciate nel campo largo. Ampiezza, durata e durezza dell'indagine lasciano inevase molte domande. Alle volte (spesso) colpire tanti significa non colpire nessuno. Mancano le tracce dei contanti per i baratti edilizi, in una delle città più care al mondo. Senza quelli, molto rumore per nulla. Colpo micidiale per un partito che sa solo insultare o gridare al vento. La segretaria cerca di mediare con le varie anime, senza incidere, appoggiando candidati forti, non suoi. Il Partito democratico si regge ormai sugli equilibri locali senza una leadership condivisa. Continua a foraggiare elettoralmente i compagni d'opposizione. Per Conte è l'unica postazione che si può concedere, per i dem una lenta agonia. Beppe Sala ha fatto un gran discorso, riuscendo, al momento, a ricompattare la sua maggioranza, senza altre scelte. Dipende da cosa succederà nelle prossime settimane. E' saltata la nuova Milano griffata, da bere e brindare. Le indagini andavano avanti da qualche anno e tra le tante domande inevase rimane quella del perchè adesso?
PS L'avviso garante a Matteo Ricci porta ai due indizi. A chi tocca la prova?
massimo lugaresi
giovedì 24 luglio 2025
Tertium non datur
Nonostante i chiari avvisi e la formulazione, da destra, del fantomatico Decreto Salva Milano, il Sindaco Sala ed altre 74 persone, imprenditori e dirigenti pubblici verranno ascoltati dal Gip. Nel frattempo nasce nelle Marche un'altra story, di quelle che una volta venivano definite a tempo. Matteo Ricci era un candidato vincente. Sono iniziati gli interrogatori ed il silenzio di qualche indagato eccellente, dimostra che sarà una lunga lotta. Per il Pd è uso nucleare della giustizia. La rete degli inquirenti, destinati ad una corretta divisione dai giudicanti, ha pescato in abundantiam nel solito cerchietto magico. Non ci resta che attendere gli esiti degli interrogatori di una vicenda che si prolungherà nel tempo. Questo è il vero problema, mai risolto. Però le due concomitanti vicende rimangono, a mio parere, strane. O inizia il ribaltone giudiziario per cui solo Salvini che ha svolto il suo lavoro è colpibile, oppure più semplicimente non potevano (più) aspettare. Esiste, se fosse vera, la terza auspicabile verità. La giustizia fa giustizia.
massimo lugaresi
mercoledì 23 luglio 2025
Siete Sicuri?
Non sono un ammiratore di Trump, eletto dalla larga maggioranza del 63% dei votanti. Non mi piace il linguaggio, spesso sguaiato e l'uso delle minacce per convicere della bontà delle sue proposte. E' però l'interprete principale di un film che durerà quattro anni. Nello stesso tempo leggendo i commenti della stampa piddina, corrente Davos, senza approssimazioni, sembra il Mad di Dagospia. Repubblica, la gemella giornalistica di Elkann, più elitaria de La Stampa, ha intervistato Kupchan, consigliere di Obama e per sicurezza anche di Clinton. Cosa voleva dicesse? Trump è troppo radicale, sarà punito alle elezioni di Midterm del novembre 26. Tagli all'assistenza e i dazi che fanno salire i prezzi, danneggeranno l'attuale presidente. La base rimarrà fedele ma i repubblicani moderati e gli indipendentti stanno già avendo ripensamenti. I democratici si affideranno a George Clooney. Biden era impresentabile da sempre, la Kamala ha preso una briscola di due milioni di voti in meno, mantenendo amica la quasi intera magistratura ed avete ancora il coraggio di emettere radicali giudizi sul futuro ancora da scrivere? Il cambio americano è stato impetuoso e spinge gli States alla ridimesione della politica estera. Hanno scaricato sulla Nato e l'Europa il compito di difendersi, vaneggiando attacchi russi. Scusa quasi patetica che viene assunta, fingendo di crederci, dai migliori leccatori. La nostra Ducetta sembra Brachetti, nei suoi travestimenti ad hoc et nunc. Il partito democratico della sua rivale, per abbondante metà, la pensa come lei. Poi uno vota Conte
massimo lugaresi
massimo lugaresi
martedì 22 luglio 2025
Valery Abisalovic Gergiev
Era considerato anche dai nemici di Putin, uno dei migliori direttori d'orchestra. Però secondo il vangelo imposto dai seguaci di Davos, splendida cittadina svizzera, covo riarmista, doveva essere un nostro nemico. Lo considero il peggiore dei tanti stratagemmi usati per coprire e tacitare lo scandalo della disumana espressione della potenza americana, regalata a Netan. La differenza tra i democratici da Nobel e i dazisti repubblicani è nelle modalità degli interventi effettuati in tutto il mondo raggiungibile. I democratici, esportatori di guerre, li eseguivano bombardando, alle volte sbarcando ed occupando territori stranieri. Poi, improvvisamente, organizzavano fughe scandalose. Sono servite però per meravigliosi films. Il caso Gergiev per i fedeli riarmatori a debito italiano, viene organizzato per difendere la società aperta, non per soddisfare i desideri dei "messi male" tugnini e di Macron, un altro arcobaleno che si sta spegnendo. Linkiesta e la sua corrente armaiola, mostrano quotidiane preoccupazioni per una guerra che non doveva nemmeno iniziare, foraggiata a colpi di miliardi di dollari che adesso ci vengono richiesti. Qualcuno cerca di smarcarsi, ma siamo prigionieri di una maggioranza europea che non credo rispetti il volere della mia nazione. I fortementi contrari esistono nei due schieramenti. La stessa Schlein, con capriole e l'incomprensibile lessico, sembra più vicina a Conte che ai troppi democristiani iniettati nel Pd. Putin aspetta che qualcuno abbia il coraggio di dichiarare persa e finita la guerra. Nessuno si prende la responsabiltà di pronunciare la ritirata. Le gemelle giornalistiche di Elkann sono in attesa di ordini. Non si capisce chi li invierà da sinistra. Il concerto nella Reggia di Caserta è stato annullato. Pericolo scampato.
massimo lugaresi
lunedì 21 luglio 2025
I Cacicchi
Il Pd è sfaldato, diviso, frantumato a livelli che, a partiti contrari, avrebbero provocato collane di giornalismo quotidiano. Il giorno del suo infausto insediamento, Elly Schlein, scelta accuratamente da Prodi, aveva tuonato, armocromaticamente, che avrebbe fatto sparire i tanti Cacicchi del partito. Termine usato per indicare i capi tribù delle Antille, oggi definisce negativamente leaders piddini, portatori di locali preferenze. Altra partita persa. E' stata costretta ed umiliata nelle trattative, accettando candidature che voleva cancellare, sognando il rinnovamento. Successo in Toscana con Giani, in Campania con lo sceriffo De Luca e in Puglia dove continua a regnare Emiliano. In ballo ci sono i resti dell'antica egemonia democratica. Se cadono le residue roccaforti, il visto per la Schlein verrà ritirato e dovranno scegliere con chi stare. Grosso regalo alla coalizione di centrodestra, con il gonfiamento di Forza Italia. Elly Schlein, oltre due anni dopo la sua elezione a segretaria, è ancora costretta a sedersi per mediare e trattare con i “cacicchi” del partito che la missione prodiana voleva cancellare. I loro voti, in alcune zone, non solo meridionali, sono indispensabili. Quando fece l'ardita affermazione si era appena iscritta al Partito e li mise pericolosamente in fila: capibastone, capicorrente, boss, padrini, si sono rivoltati rimpiangendo Matteo Renzi. Triste fine annunciata e prevista. La nascita shakerata del partito è durata fino a quando il potere cementava l'ardita composizione. Occorre dire che le due guerre e forse la terza hanno accentuato le divisioni. Chiarezza necessaria nel momento incomprensibile della nostra politica.
massimo lugaresi
domenica 20 luglio 2025
Altro Regalo
A Conte. Il (molto) comprensibile silenzio del Partito democratico sull’inchiesta di Milano, viene silurato da Mario Lavia per Linkiesta, il blog in continuo rearmo. Il fedele giornalista, devoto a Draghi e perfino alla Ursula, "bacchetta" il Pd nella versione antagonista in piazza ed inesauribile sorgente di voti per i Contini. Accusa la Schlein di manovrare, senza i necessari confronti con le tante anime politiche e colorate. Per non rompere la fragile alleanza con Conte, i vertici del Pd rinunciano a ogni presa di posizione autonoma. Questa ambiguità rischia di peggiorare (ancor di più) la credibilità agli occhi degli elettori. Eppure secondo i servizi (segreti) piddini presenti nei giornaloni, il partito democratico, diviso, lacerato, incomprensibile, sale raggiungendo la Ducetta. Sembra la storia del bombardamento (per sbaglio) dell'unica chiesa cattolica. Ha fatto più clamore delle centinaia di migliaia di morti in tenera età. Va così, sembra però che la corrente papale sia uscita allo scoperto. Netan è un altro che non fa la fila all'aeroporto. Non parliamo del merito dell’inchiesta della Procura, ma del silenzio nel Pd, sembra voglia mollare Milano e Sala. E' giusta la doverosa cautela, soprattutto per le solite retate all'ingrosso, valide per i titoli dei giornali e relativo polverone dietro cui puoi mettere tutto ed il contrario. I più perplessi sono i governanti sanno che può succedere anche a loro. Anzi già avvenuto. testimoni attendibili Salvini e le borse della Santachè.
massimo lugaresi
sabato 19 luglio 2025
L' Estate sta finendo
Male. Secondo le intelligences (riunite) di Dagospia, per gli italiani si prospetta un fine estate di merda, nonostante lo spread tra i nostri bond e quelli tugnini sia ai minimi e l'occupazione sia migliorata. Solo per ricordare l'importanza delle propagande. Tutto mentre Netan, nel silenzio-assenso degli adulatori, sta allargando i ristretti confini israeliani, annettendo la Striscia di Gaza, ripulita dagli abitanti, Cisgiordania ed un pezzo di Siria e (solamente) per errore ha bombardato l'unica chiesa cattolica. Tornando ai problemi di lunga data, la parentesi estiva, finora esibita e riportata dai nostri avvistatori a cottimo, non è una trionfale cavalcata di turisti, da ogni angolo del pianeta. Le cose però vanno sempre dal bene al benissimo. Spiagge e alberghi ancora aperti, al lunedi dei barbieri, sono desolatamente vuote, da diversi anni. Difficile dare la colpa alla Ducetta, succedeva con Mario Draghi, Conte 1 e 2 e perfino con Gentiloni e Renzi. Parlo naturalmente della nostra fetta turistica sempre più risicata e pienina solo nei fine settimana. Dare la colpa a questo governo di incalliti saltatori di file popolari, è ridicolo. Abbiamo dichiarato la Russia come nemica ed abbandonato il gas meno costoso. Non abbiamo altre scelte se non i pannelli solari che naturalmente sono aumentati spaventosamente. Continuiamo a sanzionarci in ragione di una ventilata guerra che vogliono i franco-tugnini. E' arrivato anche il vendicatore americano, quello che rivuole i miliardi di dollari spesi per fare il Gendarme del Mondo nostro. Caro Dagostino la disperata invocazione letta questa mattina, assieme ai veloci sguardi alle foto è la conferma che non avendo armi, spariamo cazzate. Da Milano però arrivano notizie strane, nemmeno originali.
massimo lugaresi
venerdì 18 luglio 2025
Grande Annuncio
Pur di mantenere in vita l'Europa della Ursula, continuare ad onorare Mario Draghi e la sua inesauribile voglia di primeggiare, senza concorso pubblico, solo con chiamate ad personam, suggerite a Davos, siamo disposti a barattare sanità, scuola, servizi sociali e moltiplicare il nostro montante debito, per Riarmarci, dopo le figuracce nella neve russa o nel caldo africano. Il governo Meloni, con l'espressione che richiama gli anni bui, si accoda ai voleri ondivaghi, quasi mestruali del padrone americano che non vuole però misurarsi con la forza militare e nucleare dello stesso peso. Il drago cinese è inarrivabile e le sboronate del Tycoon lo confermano. Sembra una di quelle cene che dovrebbero essere divise, invece, maleducatamente, paghi tutto, da solo. Ci dobbiamo abituare, è la volontà della stragrande maggioranza degli states, stufa di pagare per tutti ed ansiosa di ritirarsi nei larghi confini, per costruire la Great America. Il partito democratico soffre gli stessi problemi in tutto il mondo, da noi moltiplicati, con alcune rare eccezioni, dovute allo spessore del leader locale. Il Grande Annuncio: l'accordo sulle armi americane in Ucraina ed il penultimatum di Trump a Putin. Così Linkiesta piomba nel buio, dopo lo spegnimento delle luci di Davos. Trump invierà a Kyjiv missili a corto e medio raggio, sistemi Patriot e munizioni. Il presidente degli Stati Uniti ha poi minacciato il Cremlino: se il presidente russo non accetterà un accordo di pace entro cinquanta giorni, Washington risponderà con dazi al cento per cento e sanzioni secondarie. Il passato non ha insegnato niente, hanno gettato la Russia nelle mani cinesi, consolidando il Brics degli undici paesi in enorme sviluppo. Il tentativo di allarmare l'occidente prevedendo paesaggi di morte ed aggressioni russe ha stufato, paga solo la destra.
massimo lugaresi
giovedì 17 luglio 2025
Due in Uno
I Due (almeno) partiti che vegetano in Uno, chiamato ancora Pd, sono diretti (segretamente) dalla Schlein, seguendo i desideri scioperanti di Landini ed i dettami a 5 Stelle indicati da Travaglio, eseguiti da Conte. L'irridente melina è il viatico dei dem, un contenitore che serve per alimentare la crescita grillina. Schlein guida il Pd come se fosse un partito della Prima Repubblica (no, non è un pregio), questo è l'imprint dell'articolo mattutino di Mario Lavia su Linkiesta, il blog devoto a Mario Draghi. Le decisioni sulle candidature in Toscana, come altrove, vengono prese con riunioni segrete tra i fedelissimi, senza dibattito, e sempre per accontentare Conte. Eppure si era presentata come la segretaria della trasparenza, della novità, dei territori e della gente. Ma quale assemblea d’istituto, ma quale Occupy Pd, il Nazareno sembra piazza del Gesù (d’altronde sempre in ambito evangelico siamo), molto peggio del Bottegone che alla fine era perfino più trasparente. Nel sorprendente mondo di Elly (bello) è tutto diventato blindatissimo, nel buio di liturgie antiche e privatistiche, manovre e contromanovre, sgambetti e fuochi amici, scambi tra Regioni come se fossero figurine Panini, pranzi riservati in accaldate trattorie del centro di Roma, comunicati super‑bizantini in forlanese spinto.
E questo era il vento americano, la politica open, che avrebbe dovuto cambiare il Pd, e in nome del quale mobilitò Sardine, Ditta e pacifisti per dare un drizzone al renzismo di ogni ordine e grado. Ho copiato a sufficienza per cercare di capire cosa bolle sotto il pentolone nazareniano. Hanno ancora qualche feudo locale o regioni come la nostra in cui prevale ancora l'effetto Berlinguer, il pericolo arriva dalla disaffezione generale. La catena riminese funziona a singhiozzo, ma tiene per merito del sindaco, quella riccionese ogni tanto si ferma. Patetico continuare a nascondere la pesante realtà. Chi darà il via al nuovo miracolo romagnolo?
massimo lugaresi
mercoledì 16 luglio 2025
Le Monde
Le Monde, il quotidiano francese che esce al pomeriggio è (ovviamente) di sinistra mescolata con un pò di centro. Veloce premessa per spiegare perchè Dagospia condivide l'articolo. Nessuno dei volenterosi suggeritori su carta italiana, lo avrebbe pubblicato. Titolo: Il Suicidio dell'Europa. Inventandosi la transizione ecologica, ha regalato il dominio globale alla Cina. Pechino detiene l'80% della capacità produttiva di pannelli solari, il 60% di quella eolica e controlla (solo) il 70% del mercato delle batterie per veicoli elettrici. Sintesi brutale: l'Ue con le sue regole ha distrutto l'industria locale, mentre i cinesi avanzano e ci surclassano. Il Paese, pur essendo ancora di gran lunga il primo emettitore di gas serra al mondo, occupa un posto a parte, grazie al suo impegno nella transizione energetica. La Cina ha costruito il sistema di energie rinnovabili più esteso e la catena industriale più completa nel settore delle nuove energie, lo ha dichiarato il presidente Xi Jinping il 23 aprile in un messaggio rivolto a un vertice virtuale sul clima organizzato dal Brasile. In un circolo che considera virtuoso, lo Stato-partito intende fare della Cina il primo Paese a conciliare la transizione energetica e una crescita economica sostenuta. Mentre i regimi occidentali, ovviamente democratici, si rallegrano giocando al daziere perfetto, sfilando nei pride, con bandiere arcobaleno, alternando stragi di fanciulli a forniture belliche. Recuperiamo l'Ucraina dopo avere contribuito (a debito) alla distruzione. Lo fate per dare una ragione a Conte che una ragione non ce l'aveva?
massimo lugaresi
martedì 15 luglio 2025
Bullismo
Difficile rimpiangere Biden o l'Ovale Obama, vincitore dell'Oscar Bellico, non rimane quindi che insultare il Tycoon presidente degli Stati Uniti, solo a se stessi. Cambiamento climatico brusco ma atteso, non di queste dimensioni. La frattura con l'Europa è volutamente grande. Alla fine si ridurrà, rimane però uno schiaffo ai fedeli alleati, difficilmente perdonabile. Trattati come sguatteri. Diverso l'atteggiamento con la letale Cina e pure con la Russia, interpretata da Putin. Condivido la paura per questi avversari, come aborro il trattamento a Netan, il terrorista incensato. La differenza tra i vecchi democratici ed il rozzo rappresentante repubblicano è anche estetica. Loro hanno iniziato, imbastito, procurato guerre e guerriglie in tutto il mondo praticabile. Aiutato e protetto mercenari e dittatori in ragione di un inconcepibile primatismo morale. Quello praticato da Trump è bullismo politico, prima di riversarsi sull'economia. La risposta della Ursula è ridicola, come l'interprete. Donaldone vuole vincere la guerra e soprattutto il relativo cambiamento culturale, introdotto dai democratici. Lo sta facendo negli States, colpendo covi, nidi, università e tribunali. I dazi rappresentano la faccia di una guerra più ampia. Alla coniglietta Ursula ha perfino intimato di non reagire. Nominate Netan come mediatore, lui sa come fare le guerre, senza vinti.
massimo lugaresi
lunedì 14 luglio 2025
Domanda: C'è o Ci Fà?
Linkiesta ha portato il redde rationem al Pd. La domanda pubblicata da Mario Lavia è una testimonianza attendibile come a Garlasco. Schlein c'è o ci fa? Premetto che il c'è è condivisibile al punto che voterei a sinistra tranquillamente, senza giustificazioni. Le lascio alla corrente Davos che infetta la propaganda piddina. Dagospia per non scegliere, naviga nel mezzo, ignorando la particolare segretaria di Landini. Il Riarmo e la comica pantomima dei dazi che l'Europa Ursula interpreta per giustificare miliardi a debito, usati per mantenere in vita Zelensky, sono la famosa goccia che ha fatto traboccare il mio calice, già deluso dalla scelta della Elly. Rimangono però affari miei che testimoniano come le guerre si vincono con le bombe migliori ma si giustificano con la peggiore propaganda. Quella che "premia" Netan è disgustosa. Siamo i più armati. L’Europa (una parte) difende l’Ucraina e il Pd antiriformista resta ostaggio di Conte. Così Mario Lavia onora la sua permanenza nell'area sostegno di Davos, sotto il controllo di Draghi. La conferenza di Roma indetta dalla Ducetta, onorando il nomignolo coniato da uno dei tanti nemici (piddini), rappresenta la più sincera rappresentazione della situazione. Mezza sinistra sta con i nemici storici, l'altra li aiuta usando il nostro stratosferico debito. Il tradimento è da questa parte. La Meloni farà la croce ..nerina di guerra?
massimo lugaresi
domenica 13 luglio 2025
I Branca-Meloni
massimo lugaresi
sabato 12 luglio 2025
Pier Dudy
E' il nomignolo dedicato da Dagospia a Pier Silvio Berlusconi.
La strategia del Blog, oltre alla quotidiana mostra di tette&culi, impone la condivisione di articoli, quasi sempre confezionati dalle Gemelle Elkann, con qualche intrusione del Corrierone, mentre La Stampa è usata solo per Mattarella, contro la Meloni. Non ho ancora letto quello scelto per la Schlein, dopo l'eliminazione delle decine, disponibili di getto. Difficile dire che mancano gli spunti. Il blog continua la sua appassionata campagna difensiva, usando l'attacco giornaliero agli stessi personaggi. Sembra non avere paura di ripetersi. Pier Dudi, il fortunato figlio del Cavaliere, oggi Ad di Media for Europe, un gradino sotto la Barbara Berlusconi, viene accusato di "allisciarsi" Giorgia Meloni, usando parole sprezzanti verso il grande Tajani, famoso per autonomia e forza delle scelte. Anche per lui era pronto il nick name che non copio per educazione. Nello zibaldone quotidiano ci sono precise regole a cui si attengono. Mai un attacco a sinistra, sono sufficienti quelli che svolge la Ducetta per mantenerli (a lungo) nella scomoda opposizione e soprattutto per particolare attenzione al centro, visto anche il fallimento totale delle speranze che Renzi aveva animato per un pò. Il vulnus è stata la scomunica impietosa dello jus scholae, fatto uscire, imprudentemente, dal vice premier, indifeso. Un balzo in avanti che ha preteso una ritirata, con relativa tirata d'orecchio ad un personaggio sempre dipendente. Nel Pd, invece, sono tranquillamente divisi.
massimo lugaresi
venerdì 11 luglio 2025
L'Indecifrabile Trump
Impossibile seguire Donaldone, nello slalom quotidiano tra proposte lanciate, immediatamente ritirate o cambiate totalmente. Strategia moderna o accertata vecchiaia? Il personaggio non è mai stato portatore di una linea comprensibile, dettata da improvvisi ed umorali colpi, innamoramenti che durano una mattina ed uno staff impaurito. La fine dell'amore con Musk è l'esempio illuminante. Credo però che la difficoltà nell'affrontare le due guerre in atto, siano dettate dall'impossibilità di fermare la potenza ebraica, componente fondamentale della Great America che conta. Il ritorno alla guerra fredda che per decenni ha rappresentato il vangelo occidentale per isolare e combattere l'Unione Sovietiaca prima e la Russia dopo. Trump sembrava il perfetto mediatore dei conflitti, dopo qualche mese in prima pagina, le tensioni tra le due potenze sono aumentate, mentre abbraccia l'ebreo prediletto. Il salotto europeo da un lato lo critica senza eccedere, pensando già come ricostruire l'Ucraina. Credo che ancora una volta abbiano sottovalutato il paese che considerano nemico, senza agitare lo spauracchio cinese. Il vero pericolo non sono i paventati crolli delle borse, ma arrivare al punto di non ritorno per sostenere il comico. L'annunciata ripresa della fornitura armi è il segnale che la pace si allontana e rimane solo la possibile fine ..nucleare.
massimo lugaresi
giovedì 10 luglio 2025
Il Primattore
Era atteso il discorso Anti-Trump di Mattarella. Posizione condivisa e megafonata da La Stampa di Ugo Magri, amplificando alcune espressioni sempre valide e più devote a Davos, in particolare quella sui dazi. E' naturale che la provenienza e formazione del Presidente siano in sintonia con il bellicismo che (dicono) ci libererebbe da Putin, nemico della democrazia occidentale. Strano però che il massimo esponente usabile si trovi in perfetta collisione con il pensiero e l'azione della maggioranza del suo partito ed in particolare, per quello che può contare, con il ditino della segretaria. Il Presidente della Repubblica, rivotato da una maggioranza, oggi inesistente, in Croazia, fa un gran discorso contro dazi e protezionismo ed invoca la libertà di commercio, rivendicando il modello di cooperazione europea. Ugo Magri accentua toni e colpevoli, rammentando che la libertà di commercio sarebbe un antidoto alla guerra. Non usabile per Netan, l'Intoccabile che può fare e soprattutto disfare quello che vuole, iniziando dalla Striscia che non c'è più. Quante vedove ha lasciato nel mondo il Tycoon? Senza supporto politico, finanziario e bellico degli States, la Nato intesa come manu militari, perde la potenza dissuasiva, in attesa di un riarmo che ha suscitato clamore e disaccordi. Trump è stato più convincente come Daziere che candidato (di Netan) al Nobel della Pace.
massimo lugaresi
mercoledì 9 luglio 2025
Ovunque
Giuliano Amato gioca a tennis, ma nel ruolo di pallina. Rimbalza da un campo all’altro, viaggia oltre le reti e si posa, ora su un incarico e poi su un altro, con lepida leggerezza. Il Giulianin fuggiasco. Nonostante il cognome, è il meno Amato dagli italiani: la ragione principale dell’odio popolare e bipartisan sono le sue favolose indennità e la sua pensione sovrumana, oltre che la leggendaria manina che entrò per la prima volta nei conti in banca degli italiani. Eppure nonostante l’indice di sgradimento altissimo, anzi il pollice capovolto, Amato è il jolly più richiesto della Repubblica italiana. Per carità, è di rara intelligenza e versatilità. L’ultima nomina è di pochi giorni fa, quando è stato chiamato a guidare, lui che ha 86 anni, la commissione per affrontare le sfide del futuro e gli scenari dell’intelligenza artificiale; lui con la sua intelligenza ricca di artifici, faina in un corpo da colibrì. E' la sintesi dello stupendo articolo che Marcello Veneziani ha dedicato a Giuliano Amato, usato (anche) dalla disperata intelligence di Dagospia, per una insulsa rievocazione dei rapporti tra Napolitano e Berlinguer. Una rievocazione all'interno del Partito Comunista, firmata da un socialista che allora poteva (solo) orecchiare alle porte delle Botteghe Oscure, è valida per il blog specializzato in ben altro. Accademico, economista, richelieu del sovrano, ministro e premier, presidente di tutte le commissioni, giurista, veggente (vedi Ustica): le sette vite del dottor Sottile. Disegnato come un ratto, il topolino montò sulla Treccani per assumere la presidenza dell’Enciclopedia. Amato schizza dal campo dei tecnici a quello dei politici, ha fatto l’arbitro e l’allenatore, il giocatore e il segnalinee. Craxiano, poi anticraxiano, coi trust e all’antitrust, coi socialisti e i liberisti. Fu l’ultimo dei socialisti al potere ma anche il primo premier dell’era antisocialista, fu l’ultimo dei politici della prima repubblica ed il primo dei tecnici per gestire il passaggio alla seconda. Non si è (mai) capito se la sua riemersione fosse una postuma rivincita di Craxi o un oltraggio alla sua memoria. Nella guerra civile della sinistra giocò nel primo tempo coi guelfi e nel secondo coi ghibellini, riuscendo nell’intervallo a passar per vescovo e paciere. L’antico trasformismo nazionale lui lo indossa con britannica eleganza, fornendone una versione forbita e perfino rigorosa. Basta, solo lui poteva ergersi a testimone della rappresentazione di una sinistra in leggera decadenza. Avvertibile.
massimo lugaresi
martedì 8 luglio 2025
Un, Due,Tre, Stella
Articolo "congelante" di Linkiesta. Rispondendo al "che fare", pronunciato da milioni (?) di persone legate ad una sinistra divisa e lacerata, senza speranza di risorgere, magari con titoli e panni diversi, il blog si interroga, prevedendo uno scenario litigioso con la resa dei conti tra la corrente definita riformista per comodità espressive e gli antagonisti del venerdi-sabato. In realtà è quella che ogni anno si ritrova, con l'intrattenitore Mario Draghi, a Davos per confermare la produzione bellica, al posto delle auto tugnine invendute. La Direzione del partito democratico è rinviata al 20 luglio, ma cresce il malessere della minoranza, oggi (forse) in larga maggioranza. Il flop referendario è il prezzo pagato alla strategia del (vero) segretario che invita ed agita le piazze prolungando le festività dal lavoro. Alcuni scioperi sono scandalosamente lesivi dei diritti degli altri cittadini. La conferma di avere perso il contatto con il mondo del lavoro sostituito dalle gite dei pensionati. Si rischia finalmente la spaccatura? Altro regalo ai compagni grillini in attesa sulle rive del solito fiume, Possono chiedere qualche suggerimento ad Elon che ha fondato in poche ore un nuovo partito repubblicano. E' il momento peggiore per lo scontro destinato a lasciare troppe vittime e colpevoli. Il trascinamento di una diaspora, non rimediabile nemmeno con la soft opera di Bonaccini, il Taiani della sinistra. La riunione balneare finirà come è iniziata. Un finto e stucchevole armistizio che peggiora lo stato disastroso del non partito. Si accoderanno i tantissimi che hanno investito intere famiglie di comodo ed i parlamentari per il terrore di perdere un lauto ed un pò vergognoso stipendio. Chi sarà il nuovo Occhetto?
massimo lugaresi
lunedì 7 luglio 2025
Le Borse Volano
Le vestali della sinistra e gli aruspici del crollo di Trump, stanno attraversando un brutto momento. Nessuna delle previsioni sembra avverarsi. Anche le guerre che voleva risolvere in 24 ore, come un giornale finanziario, si sono rivelate più complesse. Non puoi concedere tutto e (scandalosamente) di più a Netan e trattare Putin come fosse Musk. Vuole una tregua e la pace, mentre continua a foraggiare gli armamenti del comico lamentoso. Capirà che il mondo si è rovesciato, ci sono potenze nucleari, commerciali, finanziarie più forti della sua Great America. La Cina continua il solito lavoro in silenzio, un gigante che non si è mosso finora. La partita mondiale non si gioca solo sul campo tradizionale. Le Borse, non taroccate, volano nonostante i dazi di Trump e le nefaste previsioni democratiche. Il catastrofico panorama ventilato dalla propaganda non si è avverato. Non ne azzeccano una. I mercati finanziari non sono guidati dal colore dei vincitori e spesso il proliferare bellico aiuta chi guadagna miliardi in poco tempo. I tugnini barattano macchine invendute con missili e carri armati, più richiesti dal mercato. L'economia degli Stati Uniti, nel silenzio dei giornaloni, sta crescendo a ritmo sostenuto. I dazi vengono previsti attorno al 10%, cifra sostenibile per tutti che non dovrebbe alimentare l'inflazione. Ho usato una previsione de La Stampa, giornale di Elkann, da sempre schierato con i volonterosi bellicisti occidentali. Quelli che si ritrovano ogni anno a celebrare i guadagni a Davos. Mancano ancora pochi giorni alla scadenza del 9 luglio fissata da Donald Trump per i negoziati, ma i probabili termini degli scambi commerciali transatlantici per i prossimi tre anni sono già abbastanza chiari.
Ai politici come Friedrich Merz, Giorgia Meloni e il presidente Trump stesso, piace pensare di essere loro a decidere le tariffe doganali e a fissare altre regole commerciali. Quest’anno, però, i veri “powerbroker” sono stati i mercati finanziari. E' sempre il vil denaro che comanda.
massimo lugaresi
domenica 6 luglio 2025
Segnali Pericolosi
Per noi semplici osservatori dei cambiamenti climatici nella politica nostrana, è ancora consentita qualche smorfia, per l'agitarsi di Donaldone. Paragonarlo agli elefanti penetrati misteriosamente in una cristalleria sminuisce, ridicolizzando la forza dei cambiamenti contro tutti quelli che hanno lavorato e brigato per i democratici, a spese del bilancio stellato. Continuare la figura del Gendarme mondiale presupponeva la lievitazione del passivo già spaventoso. Cosa poteva usare Donaldone se non una compartecipazione degli alleati che avevano finora usato la forza degli states in cambio di assoluta e cieca obbedienza. Sono talmente tanti gli episodi da ricordare da formare un assioma credibile, come spacciare la Schlein adatta al ruolo consegnato da Prodi, dopo il breve esame alla bolognese. Sembra che dalle Marche arrivino segnali negativi agli agricoltori del Campo Largo. Vogliono battere un fedele della Meloni, dimenticando che essere all'opposizione non aiuta le consultazioni a maggiore raggio. Localmente la scelta del candidato ha ancora una forza decisiva. La coalizione si incrina, Azione non appoggia Ricci e la premier ha deciso di spendersi molto sul campo. Il 4 a 1 sognato da Schlein si allontana. Non ci resta che tifare, da lontano.
massimo lugaresi
sabato 5 luglio 2025
A Natale
Dagospia usa la casalinga intelligenza, solo quando deve sparare l'ennesima gufata, di solito irrealizzabile. Giorgia Meloni può fare tutte le smorfiette che vuole a Trump, a Natale rischia di trovare sotto l'albero l'Italia, in grande difficoltà, nonostante l'occupazione in forte rialzo e spread quasi azzerato. Le intelligences usate non ricordano le polemiche scatenate, quando era altissimo (sempre) per ragioni politiche? Secondo la solita previsione, sotto l'albero natalizio, dopo avere passato indenne e forse rafforzato, le regionali d'autunno, il governo crolla. Il potere d'acquisto aumenta dello 0,9% , ma negli ultimi anni, anche di dominio piddino, è crollato del 20%. Aumenta l'inflazione e cala (?) il Pil. Solo quello della Ducetta oppure è una malattia generale? Le sanzioni ripetute ad noiam, non hanno qualche leggera colpa? Hanno dissestato noi o Putin? L'argomento sta diventando dirimente all'interno del Pd e foraggia i grillini. Pnrr ed occupazione sono polemiche inusabili, siamo entrati tra i virtuosi europei, belligeranti a comando. Importante che ci siano almeno due persone al prossimo gay pride.
massimo lugaresi
venerdì 4 luglio 2025
Sogno d'Estate
In Prima Pagina, su Dagospia "brillava" un Sogno d'Estate. Malgrado l'opposizione sinistrata e supercazzolara, la Ducetta è molestata da cattivi pensieri. Mentre in Europa cerca (anche lei) di democristianizzarsi, in casa la musica cambia ed arriva il tornado dei se: Se prende una sberla alle regionali in autunno, teme possa trasformarsi nell'inizio della fine, come accaduto al Pd formato Renzi, alla Lega di Salvini, al M5S di Di Maio. Dall'altare alla polvere. Spiega (furbescamente) il nervosismo del trombonista Salvini che vede Vannacci avanzare, oppure le voci (?) di un cambio di leadership in Forza Italia, con Ettore Prandini presidente Coldiretti, al posto di Taiani. Tutto in movimento nel governo Meloni a dispetto delle previsioni elettorali che vedono la Schlein in caduta libera. Il sogno d'estate non prevede risvegli si continua a vaneggiare sui probabili futuri cambiamenti. Costa poco sperare, in attesa del prossimo Gay Pride.
massimo lugaresi
giovedì 3 luglio 2025
Superiorità Morale
E' il tema della politica, non solo italiana, che vorrebbe (spesso) contraddistinguere la sinistra dalla destra. Non uso avvisi e condanne, non credo sia il metro di misura più veritiero. Ho letto su Linkiesta un pregevole articolo sul tema che continua ad essere usato ad oltranza dai radical chic, tra un pride e l'altro. Madre o gestante? Il governo spagnolo di Sanchez ha fatto appena in tempo a smarcarsi dai guerrieri e venditori di armi inglesi, francesi e tugnini, contestando il diktat di Trump sulla percentuale da rispettare nei bilanci statali per la difesa (da chi?). Sono arrivati arresti clamorosi nel suo partito. Vengono chieste le dimissioni a furore di popolo sinistro. Non si vuole dimettere con la scusa che verrebbe affidato il governo alla destra. Ha vinto un pò dappertutto, in particolare in Italia, non è successo niente, tantomeno un revival fascista. Capiscono di essere in un momento di difficoltà, dovuta all'inadeguatezza del partito democratico e della segretaria imposta dal genere, non dalle personali capacità. Sono piombati nelle mani dei cinque stelle, regalando a Conte la resurrezione dello sciopero come strumento di lotta. I grillini campano solo se rimangono nel cantuccio oppositivo, l'accesso al potere è stato un disastro dalle proporzioni ancora da definire. Lotta e governo non sono più dettami vincenti e convincenti.
massimo lugaresi
mercoledì 2 luglio 2025
No Prodi No
Quando un blog come Dagospia, rimuncia alla montagna di tette&culi accumulati, per intervistare Romano Prodi, significa che la disperazione ha raggiunto momenti non medicabili. Cosa poteva dire (ancora) il gorgogliante leader di un tempo che fu..disastroso? Nella mia lunga militanza nel Pci, quando volevi colpire pesantemente la guida, sentenziavi che non si occupava più dei problemi della gente. Il dramma è che (questa volta) Romanone ci ha preso. Diluvio di parole, con concetti talmenti vacui da essere reali: alle prossime elezioni non so chi vince (bugia consentita), non so cosa faranno Conte e Schlein (vero), non capisco più, sono un riformista. L'ultima sua grande impresa è venuta benissimo ed ha portato al governo un partito relegato per anni al cinqueXcento. Ha toccato anche i referendum, grande regalo alla destra che ha misurato il residuo valore della sinistra. Non si capivano nemmeno le domande. La mia Europa è diventato un condominio, dove devi votare all'unanimità e Orban blocca tutto. Termina affermando che non si può dipendere in tutto dagli americani. Lui li ha perseguiti? Trump è un cinico autoritario, non paragonabile al decisionista Biden, mentre la Meloni organizza meno conferenze di Putin. Si capisce perchè non lo cerca più nessuno.
massimo lugaresi
martedì 1 luglio 2025
Per un motivo o...
Per l'altro. Cosa accadrà nella destra italiana, il giorno che la Meloni, per un motivo o per l'altro (?) andrà a sbattere (dove?). Ce lo dice Cappellini su Repubblica, testimoniando la debolezza e ripetitività delle ragioni che hanno spinto anche l'opposizione giornalistica, al senza fine. Secondo uno dei writer più accreditati a sinistra, con o senza pride, se cade (ancora?) la Meloni, a destra non c'è un leader pronto, come nella variegata sinistra ed allora condisce l'articolo con gli ingredienti voluti. Salvini, naturalmente è fuori da tempo, Forza Italia ha solo Taiani e pochi voti, per cui secondo l'astrologo di turno, toccherebbe a Vannacci, il vero bersaglio dei disperati arcobaleni. Mala tempora nella Repubblica di Stefano Cappellini, meglio sognare, senza chiedere la testa della Schlein, utile per i fine settimana di caos, decisi da Landini. Contro chi e cosa dovrà misurarsi l’opposizione di centrosinistra, ammesso che abbia un capo e una coda, quando sarà il momento di farlo? Siete sicuri che la Meloni sarebbe l’ultimo possibile punto di equilibrio della coalizione di centrodestra per come è stata negli ultimi trent’anni? Dopo di lei, sono finite le soluzioni? E' vero che in questo momento (due anni) non ci sono alternative alla sua leadership, credo però che il governo di centrodestra sia alimentato dalla presenza di una sinistra radical sic ed insopportabile. Ci sono tutte le condizioni per la nascita di un regime di natura opposta, le componenti antagoniste, piano piano, come sempre successo, si adattano.
massimo lugaresi
lunedì 30 giugno 2025
Corte Suprema
Lo spoil system statunitense è arrivato quasi alla conclusione. La Corte Suprema incorona Trump, i giudici costituzionali hanno bloccato i tentativi dei giudici di contenere il potere esecutivo della Casa Bianca, concedendo al presidente il diritto di governare senza alcun controllo legislativo e giudiziario. E, a pochi giorni dal duecentoquarantanovesimo anniversario dell’Indipendenza, non sarà più automatico concedere la cittadinanza ai figli nati negli Stati Uniti da immigrati illegali. Gli Stati Uniti arrivano lacerati al 4 luglio di quest’anno, a causa del pieno svolgimento del progetto autoritario di Donald Trump e delle conseguenti proteste «contro il re» in quasi duemila città e in tutti e cinquanta gli Stati dell’Unione.
Le ultimissime martellate alla democrazia americana sono arrivate dalla Corte Suprema, l’organo massimo del potere giudiziario degli Stati Uniti. I giudici costituzionali, con una maggioranza di sei a tre che segue la divisione tra conservatori e liberal, hanno deciso che le corti federali inferiori non possono bloccare i decreti presidenziali di cui Trump sta facendo uso da quando è stato eletto, regalando una straordinaria vittoria alla Casa Bianca e assicurando all’esecutivo un potere senza precedenti e sgravato dai contrappesi tradizionali del potere legislativo e giudiziario. Non bastasse, anche le previsioni elettorali per il miscuglio piddino sono infauste. La democristianeria ingaggiata, con Franceschini in testa, si agita, ma non sa dove andare. Era scritto, nessuno voleva leggerlo. Per fortuna è arrivata la Schlein.
massimo lugaresi
domenica 29 giugno 2025
Allarme Rosso
Il cammino politico di Donaldone lascia morti e feriti. L'Europa, nella versione Ursula, è la riproposizione, a Bruxelles, del Pd. Un calderone con tanti partiti, spesso confliggenti tra loro che permette ai Dem di continuare a governare. L'arrivo di Trump, nonostante l'incipiente Alzheimer ereditato, sta causando un terremoto anche in Europa. Si muove come il classico elefante nella cristalleria. La nostra Ducetta, dotata di una imperturbabile furberia, frutto dei decenni nei bassifondi della politica, lo adora e rimane nell'orbita americana. I piddini europei sono all'angolo, nonostante le forti ragioni che ancora portano. Obbligare tutti i paesi a fornire il 5% per riarmarsi e permettere agli Stati Uniti il disimpegno difensivo, ha unito e rinvigorito ulteriormente le destre, spaccando ulteriormente le sinistre già indebolite. I due geni italo-spagnoli del partito socialista fanno il gioco della Meloni che vuole prendere il loro posto nella futura maggioranza a Bruxelles. Anche il famoso art 5 della Nato, secondo "uragano" Trump va interpretato. E' ancora Mad?
massimo lugaresi
sabato 28 giugno 2025
Due Partiti, Una Segretaria
massimo lugaresi
venerdì 27 giugno 2025
Ce n'è per tutti
I Dem americani hanno bombardato molto più dei repubblicani, però erano eleganti nelle espressioni. Donald Trump unico vincitore della guerra dei dodici giorni, ha impartito una delle sue lezioni a chi crede di potere fare a meno della Great America. Non usa il lessico radical chic, è piuttosto duro, volutamente buzzurro. La sua America lo plaude, mentre gli avversari (Dagospia) scrivono che ci sono tracce ereditarie di Alzheimer. Sembra la storia dei sette tumori di Putin. L'incontro Nato dell'Aia è stato un interminabile show. Terminato il vertice, Donaldone, ha tratto le conclusioni, dispensando carezze e minacce, come sua caratteristica. Invece delle bombe agli amici/nemici lancia i dazi. E' dura per gli avversari, non penso solo al Pd, con una metà scarsa nelle mani e ditino della Schlein, ma a tutto il mondo, anche quello contrario. La Meloni sembrava affascinata. Della Ducetta ne hanno dette di tutti i colori e generi, andando anche a sbirciare sotto i letti abbandonati, rimane una donna leader ed una avversaria improponibile per la tenera Elly. Ogni confronto pubblico costa un punto e mezzo al partito sofferente. La decisione imposta da Donaldone del 5% del bilancio per la difesa è un macigno sociale per il nostro paese. Permette però a Conte di rimanere allegramente a galla, a spese del Pd. Trump ha confermato il ritiro della sua America. La Nato diventa un doppione inutile? Non credo, sarà sempre il braccio armato degli States, con i nostri debiti.
massimo lugaresi
giovedì 26 giugno 2025
Prima Avviso, Poi...
Sembrava che Donaldone fosse caduto nella trappola di Netan. Il suo intervento contro i siti nucleari in Iran poteva innescare la paventata miccia. Russia e Cina erano spettatori inquieti che rischiavano di essere estromessi dal medioriente. Teheran attacca le basi americane in Qatar, Siria e Iraq, pareggiando (6) il lancio di missili verso le basi Usa. Intanto spariscono decine di aerei da guerra, repubblicana, ma sempre americana, in attesa della vendetta annunciata. Gli Usa mantengono nelle regioni (solo) 40 mila soldati, nessuno fortunatamente ferito o morto. Sono le mosse delle guerre annunciate, solo Netan interpreta un canovaccio diverso e crudo. Nella dimenticata Striscia di Gaza, migliaia di bambini sono in pericolo di vita. Possono però scegliere tra la mancanza di cibo o acqua. I giornaloni, anche italiani, si guardano bene dal pubblicarlo. Questo è il panorama riservato dalla propaganda. Zelensky è nel dimenticatoio, hanno perfino cessato di raccontarci che stava vincendo. La figura di Trump era caduta nell'incomprensibile, le sue presunte "mattane" hanno avuto sempre un beneficiario: Netan. Lo scenario era impostato sul filo del rasoio bellico e mondiale. Esce Donaldone con dure reprimende nei confronti del sodale ebraico e, attraverso l'amico Putin convince Teheran a rispettare la tregua imposta. Vittoria su tutti i fronti, Repubblica e Domani in lutto giornalistico. Il ditino della Schlein è moscio e abbandona Conte.
massimo lugaresi