venerdì 9 maggio 2014

No alle collette

Non mi sembra una buona impostazione quella di rivolgersi alle "collette" per l'aeroporto, la trova una cosa svilente che enfatizza uno stato di precarietà che allude a qualcosa di precario ed instabile: quanto di meno adatto ad un aeroporto e soprattutto alla sua immagine. e trovo incredibile che circoli questa parola. Allora brevemente argomento un paio di idee. La Regione ha sganciato la bellezza di 8 milioni di euro a favore dell'Aeroporto Marconi per il progetto "People Mover" (poi finiti in spreco in quanto bloccato) per unire stazione-scalo (da noi distano 500 mt e nessuno parla di unirli, lì 5 km hanno bruciato tipo 30 milioni di euro mi par di ricordare). Ebbene: non ce la fanno gli aeroporti a reggersi con le proprie gambe, è molto difficile ed è raro che accada! E perché Rimini dovrebbe fare eccezione, fare la virtuosa, quando tutti gli aeroporti in tutti il mondo si appoggiano al pubblico da noi si invoca il mercato? Perché Bologna che si quoterà pare, quindi si presume per chiedere soldi ai risparmiatori, ha ricevuto tanti soldini da Regione e Comune? Così fan tutti: quattrini delle imposte finiscono in infrastrutture: strade, ponti, porti... aeroporti e a noi si chiede la luna o sia che arrivi un fantomatico Imprenditore degli Aeroporti (figura che non esiste) che pensi di arricchirsi con una tipologia di impresa che giammai interessa il mercato, tanto meno la finanza che se ne sta bene alla larga dagli aeroporti quasi tutti gestiti o co-gestiti dal pubblico perché servono, ser-vo-no al e il territorio??? Quindi privati+mano pubblica, questa è la strada, e mai parlare di "collette"!
Falesio Oriani