Con l’elezione del russofobo Tusk al vertice della UE gli Stati Uniti tramite il loro procuratore inglese hanno dimostrato chi comanda davvero in Europa: loro. La nomina di Tusk, sostenuta oltre che da Londra e Washington anche dai “nuovi” paesi europei, quelli dell’est, legati mani e piedi all’Amministrazione U.S.A., significa solo una cosa: guerra. Dietro Tusk ci sono infatti anche i nuovi “Ultras” del conflitto tra cui spicca lo svedese Bildt che, anche ieri, cinguettava: “guerra!” su Twitter. La nomina di Tusk comunque ha solo un significato ed è una sconfitta pesantissima del vecchio blocco dell’Unione (Germania, Francia, Italia ecc.) che non ha molta voglia di avventure belliche, ma dovrà piegarsi alla nuova alleanza del nord (Svezia, Polonia, baltici ecc.) che ormai, con l’aiuto decisivo di Washington e Londra, ha preso in mano la UE e la condurrà “quo tu non vis”. Tusk, peraltro, la nomina se l’era guadagnata due giorni fa con il divieto di atterraggio al Ministro della Difesa russo e conseguente incidente diplomatico. Lì si è decisa la partita. Comunque ormai è guerra. Ironia della storia: settantacinque anni fa, la seconda guerra mondiale iniziò con la “garanzia polacca”. Oggi la storia si ripete.
Promemoria: noi italiani non consoliamoci con la Mogherini; non conta nulla... . Comunque sul fronte ucraino le vere notizie di oggi sono altre. Non ci riferiamo tanto alla foto del presunto nonno di Tusk in divisa da ufficiale dell'esercito tedesco, riportata da qualche sito e tutta da verificare. Se le colpe dei padri non ricadono sui figli figuriamoci quelle dei nonni. La vera notizia è il “fondo” del N.Y. Times con il quale chiede l’invio di un corpo di spedizione anglo-americano per “difendere” Kiev e Odessa (!!!). Ovviamente si tratterebbe dell’inizio della vera guerra e non è un caso che il prestigioso giornale americano parli espressamente di Europa impotente e confessi brutalmente che quando un “operazione la si inizia (si riferisce al colpo di stato di febbraio a Kiev) bisogna avere il coraggio di finirla”. Ad onore degli americani si può dire che perlomeno evitano perifrasi stupide e vanno al sodo ammettendo anche con molto candore chi ha iniziato questa pericolosa avventura. In questo sono molto diversi dai loro colleghi della stampa europea che si trincerano dietro una cortina fumogena di parole e bugie nonostante il conto di questa guerra dovremo pagarlo proprio noi in Europa.
Il Cancelliere