lunedì 2 febbraio 2015

Agenzia Mobilità ..dei debiti

Sapevo, da tempo, che l'Agenzia della Mobilità era un'altro tasto debitorio dolente nella nostra città. Lo dicevo (come tanto altro) già da capogruppo dei Ds. Mettendo a punto anche un piano di riordino unitamente all'allora assessore ed ancora amico, Baschetti. Un lavoro certosino portato avanti scrupolosamente dal dirigente alla Mobilità Sandro Luccardi. Sentiti i sindacati, maggioranza, partito, giunta ed in accordo con la stessa Agenzia. Quella proposta organica rimase volutamente nei cassetti. Non penso nemmeno fosse il condono di tutti i mali precedenti, ma qualche paletto in più riusciva a piazzarlo. Il "problema", allora si chiamava: Fabi. Presidente dell'Agenzia e capogruppo Margherita. Non si scherzava con i conflitti di..stipendi. Mise naturalmente il veto personale, lo fece avvallare dal sempre presente Sindaco Ravaioli. Erano i momenti nei quali l'inciucio politico tra compagni ed amici democristiani si stava allenando per diventare un partito chiamato Pd, da consegnare a Renzi. L'attuale direttore e presidente hanno la colpa di una eredità accettata con una situazione impossibile da risolvere. Le colpe vere risalgono al passato. Hanno trasformato, per distribuire poltrone, una Agenzia in Azienda composta da una cinquantina di dipendenti. Al massimo, per i compiti assegnati dalla legge regionale, con la centralinista ne servivano quattro. Volendola spiegare ai tanti neofiti, va detto che la legge che istituiva le Agenzie prevedeva il mero controllo dell'appaltatore del trasporto pubblico. Non a caso si usava il termine Agenzia, non quello di normale Azienda. Non erano pensate per la corrente gestione del trasporto pubblico ma come authority di controllo dello stesso, trattandosi di servizi pubblici. In Italia si inventa prima l'inganno poi la legge. La corretta denominazione sarebbe stata Agenzia di Controllo del Trasporto Pubblico non Agenzia Tram. Non faccio esercizi di semantica a caso, nomen omen si dice spesso. In questo caso la conferma è precisa. L'appaltatore era l'Azienda Tram Servizi, la vecchia municipalizzata ed il controllore l'altra, pur data a ..Fabi. Sarebbe stata una cosa troppo facile e corretta. Siamo a Rimini. Un altro dei mille episodi che descrivono il proliferare delle partecipate, consociate, occupate dalle poltrone per il futuro partito del Pd. Si chiudevano le vecchie strutture del municipalismo per affrontare meglio il libero mercato con il nobile intento di fornire servizi migliori a prezzi inferiori. Nel settore del Tpl è successo quello che è avvenuto con i servizi in generale, compresa la fornitura idrica. Il mostro Hera nato con questi intenti, con partecipazione interamente pubblica e rapporti diretti con i territori, si è trasformato in una vorace multiutilities privata che soggiace alle regole della borsa. La proprietà delle acque è ancora,..pubblica, ma nelle mani di Bernabè. Una bella differenza. I bandi dovevano servire per aumentare il tasso di concorrenza, migliorare i servizi ed abbassare i costi per l'utenza. Abbiamo ferrei monopoli e le nostre bollette insensatamente aumentano senza fondate ragioni e..controlli. La soluzione non è accorpare i carrozzoni inventando la bad society piena di debiti ma l'applicazione delle leggi nazionali ed europee. La Bolkestein non è nata per fare incazzare i bagnini e condurli nelle braccia di Alfano, dopo la via crucis delle sette chiese, ma per determinare una gestione concorrenziale nel settore dei beni e servizi demaniali. Tornando all'Agenzia Tram quando i rubinetti pubblici cominciarono a chiudersi, si trovò in brutte acque debitorie. Ormai la divisione dei compiti era fatta e si doveva mantenere la nuova struttura dandole compiti giustificanti le spese. Iniziò anche un contenzioso tra le due Aziende culminato in ricorsi e contro. Si litigava per la spartizione delle risorse regionali che erano insufficienti per una. L'aspetto fastidioso, irritante, erano non solo le coperture politiche che a questa situazione venivano accordate, ma che il Comune di Rimini per "giustificare" la permanenza di un assurdo societario avesse affidato all'Agenzia Fabi (controllore) la gestione dei parcheggi cittadini (4 milioni) e relativo controllo con gli ausiliari. Quando il comune dovette quadrare i propri conti e togliere all'agenzia questi introiti, sarebbe stato naturale per Brasini pensare che se non facevano la"patta" prima, la situazione non poteva che fortemente peggiorare. Ho sempre detto o scritto anche al M5S che l'anello debole della catena era ed è l'agenzia appaltante. I sindaci all'opposizione del Pd, specie quello forte di Riccione che ha vinto per merito precipuo del mio "ammiratore" Cecchetti, hanno capito il tasto da battere. Il Trc non si ferma andando sui tetti od in mezzo alle rotaie, ma togliendo i..finanziamenti o meglio annientando la stazione appaltante, l'anello debolissimo. Onestamente l'ultima "botta" l'ha inflitta Gnassi, facendo sparire dal corebusiness dell'agenzia la vendita e trasformazione in appartamenti del vecchio deposito di via Coletti. Attuata l'ennesima variante, stile Aquarena Cagnoni, sarebbero spariti un pacco di debiti. Tre importanti sindaci: Coriano, Bellaria e Riccione hanno chiesto di uscire dalla slot machine su pista protetta. Il rischio è che in qualità di sudditi dei soci pubblici, siano i cittadini a pagare le stronzate reiterate che vanno avanti da oltre venti anni. Prima ancora di cominciare il Trc, l'opera buffa che piace a Bonaccini, avevamo speso venti milioni. Il tema è che tutti sono convinti che così non serva a niente. Per giustificarla lo vogliono...allungare. 

P.S.
Chi ha inventato o avvallato questo scempio iniziato venti anni fa gode dorate e privilegiate pensioni. Chi è ancora in servizio permanente, è doverosamente Renziano.