mercoledì 4 marzo 2015

Casa dei Matrimoni

La cosa buffa di cui nessuno parla, Gioenzo...Renzi compreso, è che per fare quella struttura ci vuole una fastidiosa concessione edilizia, che non si può (potrebbe) rilasciare perchè non c'è pianificazione che la prevede. Questo affermano le leggi regionali in materia. Poi è arrivata la Ruota che gira condonata. Sempre i soliti legulei. L'imbecille di turno (a chi tocca?) potrebbe obbiettare che è una storiella come gli ambulanti che si rifiutano di obbedire alla volontà innovatrice di Gnassi. Sarebbe invece una normale domanda perfino a Rimini che non ha brillato certo per l'immacolata urbanistica. La legge viene sempre vista come un'inutile orpello guasta..feste. Possibile che nel casino esistente lungo la Palata e nelle aree più preziose del Porto la cosa necessitante fosse un gazebo, al modico costo di due casine dei CiViVo, perchè una coppia, dopo il bagno e l'obbligatoria doccia, possa anche sposarsi? Non voglio usare la facile ironia per un'opera tanto cretina quanto pacchiana nella volgarità promozionale. In violazione del Patto del Seminario contratto. Un'altra non necessaria e sleale concorrenza matrimoniale. Neanche a Las Vegas hanno pensato ad una stronzata simile. Nella Bozza del Piano d'Indirizzo del Porto presentato ben oltre dieci anni fa, si chiedeva che lo scalo d'alaggio, presente nel Circolo Nautico, diventato, partendo dal Presidente, di forte appartenenza gnassiana, fosse pubblico. Le tettoie attorno, come scenario impattante, credo superino quelle del mio Circolo Viserbese. Il tendone dei libri non era paragonabile al gazebo delle promesse di fedeltà eterna? Saltando la ringhiera trovi un contesto pauroso. Chi conosce l'area sa di cosa parlo. Così pure nell'attiguo deposito a cielo aperto, adornato da orribili baracche in lamiera, fino al cancello di accesso al piazzale. Un insieme che nelle previsioni doveva essere trasferito sulla riva sinistra avendo come riferimento logistico il capannone in uso alla Guardia Costiera, da trasferire, a sua volta, in riva destra. Il pescato veniva collegato al Mercato Ittico e le motovedette alla capitaneria. Era pensato un collegamento tra il Triangolone, non ancora diventato degli affetti sindacali ed il piazzale. Eliminata la strada sul lungomare, si poteva/doveva ragionare per uno scenario futuro diverso. Arrivare per gradi alla formulazione della famosa Cartolina di Rimini. L'unica realtà rimasta uguale dal dopoguerra. Si voleva porre fine alla pericolosa commistione nella piazza, tra i diversi utenti, in particolare quelli delle attività tipiche dei porti. La terza ed ultima questione era rivolta al molo di levante, sia per una continuità con il resto del sistema, partendo dalla sicurezza e prevedendo una passeggiata sopraelevata all'attigua scogliera, fino al capanno da pesca. Tutto questo non ha avuto un seguito. In una città maledetta anche da Montezuma, vale l'improvvisazione, l'effetto del momento, la festa, la slide. La programmazione è una bestemmia. Si vive con un Piano del 94 costruito da Chicchi che dicono abbia litigato con Gnassi, con il conforto spirituale del grande e potente Don Aldo Amati. Sarebbe curioso sapere il motivo..vero. Siamo passati in pochi anni dai vergognosi Grattacieli ai Tamburelli, senza dotarci delle indispensabili e legittime previsioni urbanistiche. La voglio chiudere, ci sono diverse ipotesi accostabili ad un comarketing improprio. Mi sembra uno di questi casi. 
P.S.
Per dirla tutta non credo che sotto o...dietro, non ci sia qualcosa oltre il velo della sposa.