giovedì 1 ottobre 2015

Aspettando le elezioni a..Rimini

Finiti gli uomini della provvidenza tipo medici, magistrati o imprenditori, un pò tutta la politica a Roma come a Rimini, non sa più dove andare a cercare. La verità vera che non esiste un solo uomo al comando, regola che naturalmente vale anche per i politici a partire da Renzi, copiata più malamente anche dal nostro taglianastri locale. La regola seria da cui partire sono le regole del mondo. Dove squadra e quindi anche programmazione impostata nella prospettiva diventano i riferimenti, il resto solo caricature come si diceva un tempo per repubbliche delle banane, caratterizzate da scontri sociali, mossi da interessi particolari, utili anche per giustificare libere interpretazioni della democrazia. Ovvio che l'esempio più importante è il ducetto romano made in Firenze, ma anche a Rimini quest'aria sta diventando sempre più di moda. Ultimamente lo abbiamo visto nel cercare di svuotare il ruolo del consiglio comunale, dove lo sloogan è stato fare perdere tempo, prendendo come esempio l'approvazione del piano strutturale, dimenticandosi che per quattro anni è stato chiuso nei cassetti, ed oggi in un mese va reso esecutivo, ragion per cui si nega una discussione, atta dimostrare la pochezza, di quello che doveva essere la sintesi primaria di una visione organica della città. Questa pochezza diventa miseria non solo culturale ma anche economica, che tradotto per le persone serie, siano essi cittadini e/o imprenditori, nulla vogliono avere a che fare con questo Circo Barnum, dove protagonisti e spettatori sono sempre gli stessi, mossi quasi sempre da mediocri interessi personali. Anche le opposizioni più dure ed oneste spesso entrano a fare parte di questo circo virtuale. La trappola è che se ne parli, anche male, finisci per giocare al mio gioco nel mio campo. Proprio in questi giorni richiamavo Dreamini a non cadere in questo tranello. L'auspicio semplice e diretto è chiamare a raccolta chiunque voglia mandare a casa questo strapotere locale sia esso politico e/o imprenditoriale, imponendo un Patto sociale non certo impostato su un fasullo volemose bene, ma impostando autonomi confronti seri che approfondiscano argomenti fondanti, ne cito una decina: Hera, mobiltà, rapporti con bologna, prodotto turistico, sanità, welfar, partecipate, banche e credito, sicurezza. Argomenti che portino in campo verità autentiche e non le quattro cavolate che racconta il sindaco, rappresentate da stupidi sloogan: flla dritto, berlino, capitale, la festa o la palestra più lunga del mondo e amenità varie. Non credo neppure serva precisare che mettere insieme chi si ritrova su tematiche di fondo è ben diverso da mettere insieme personaggi dove l'unico collante sono i propri piccoli e grandi interessi personali, dove frega il cavolo che se fino ieri ad esempio andavano benissimo i mattoni ed oggi senza un minimo di dignità si mettono in cattedra facendo i professori sull'ambiente. Un metodica nuova tesa a rappresentare la verità, quella vera, di una città sempre più povera sempre più senza una prospettiva, dove le varie opposizioni possono correre per conto proprio, avendo però stabilito un preventivo patto sociale, che in caso di ballottaggio si sostiene la lista avversa, riconoscendo che tutti sono meglio di questo regime.
Carlo Cappelli