Oggi, se lo permettete, vorrei fare una considerazione diversa da quelle a cui siamo abituati. Vorrei toccare un argomento apparentemente più distante e noioso. Solo apperentemente però. Pochi sanno esattamente che cosa sia un Sinodo, pochissimi sanno a cosa serve, anche perché la materia non è delle più interessanti. Diciamo, per semplicità, che il Sinodo è un’assemblea di vescovi chiamati ad aiutare il Papa, con i loro consigli, nel governo della Chiesa. In questi giorni le pagine dei giornali sono piene di articoli riguardanti il “Sinodo sulla famiglia”, ufficialmente aperto dal Pontefice domenica scorsa. La stampa italiana, di non eccelsa qualità, ma tutta (quasi) renziana, enfatizza l’evento per due fondamentali e futili motivi: uno, perché gli argomenti da trattare possono essere pruriginosi e, si sa, dove si parla di sesso, le vendite crescono e l’altro, perché vengono accesi i riflettori sul probabile scontro interno tra progressisti e conservatori, goloso e mediatico match per gli appassionati di sfide da televoto. L’attenzione che merita questo momento però è di ben altra natura e di portata di molto superiore al gossip da coming-out di qualche prete gay (tra l'altro gay o etero, il monsignore ha un amante ed è questo il dato che non può essere accettato, se viene scoperto o rivelato, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, ma questo è un altro argomento). La Chiesa cattolica è ad un bivio che non riguarda solo la propria struttura, ma inciderà anche sul futuro della nostra società. Nella diga monolitica rappresentata dalla dottrina secolare, negli ultimi anni, si sono aperte delle falle, alcune, di carattere etico, facilmente tappate con forza e convinzione, come l’aborto e l’eutanasia; altre, di natura morale, sempre più inclini a diventare crepe profonde, origine di danni incalcolabili se non gestite sapientemente. Se questo Sinodo partorirà un “no” all’apertura verso i temi in discussione, Roma potrebbe essere destinata a diventare un magnifico e romantico museo dell’anima. La Chiesa potrebbe perdere di credibilità e di incisività, perché non sarà stata in grado di riconoscere i segni dei tempi e non avrà dato ascolto alle istanze di una larga fetta dei propri fedeli, così come ha recentemente dimostrato il partecipatissimo referendum della cattolicissima Irlanda sui matrimoni omosessuali (l’uso dei superlativi sta nei numeri delle cose). L’occidente dal pensiero debole, senza una guida autorevole, potrebbe allora trovarsi a tutti gli effetti ancor più debole e sarà preda del materialismo capitalista da un lato e dell’avanzata dell’islam dall’altro. Nel bene o nel male, volenti o nolenti, la nostra civiltà poggia su basi cristiane; anche la nostra laicità reca in sé aspetti cristiani, come il rispetto dell’altro, il mutuo soccorso, la difesa dei deboli, la preminenza dell’uomo sulle cose ed il valore dell’individuo. Minare questi valori indebolendo l'istituzione che li propugna, sarebbe come segare il ramo su cui si è seduti; e ciò indipendentemente che si sia credenti o atei. Paradossalmente questo pericolo oggi potrebbe venire dall’interno della Chiesa stessa, laddove una chiusura alla modernità potrebbe spingere verso una disaffezione all’istituzione con la conseguente consegna del popolo di Dio ad un abisso individualista, fatto di egoismi, intolleranze e radicalismi. Il pastore verrebbe messo in discussione dal suo gregge, poiché incapace di capirne le necessità. Abbiamo già assistito, negli anni 60, alla delusione dei fedeli davanti alla chiusura di Paolo VI nei confronti della contraccezione. Risultato: la posizione della Chiesa da una parte e tutti i fedeli che fanno il contrario e vanno dall'altra, anche se non si può dire. Viceversa, laddove Francesco riesca nel suo intento di traghettatore, portando l’istituzione più antica del mondo verso una nuova era ed attraversando le attuali difficoltà, confermerebbe che l’unico soggetto oggi in grado di guidare l’umanità fuori dalle sabbie mobili dei tempi difficili è proprio la Chiesa cattolica. A chi reputa eccessiva questa affermazione consiglio di leggere l’ultima enciclica, la “Laudato si’”: unica voce chiara e non ideologica che indica la rotta da seguire per salvare l’ambiente e, di conseguenza, il pianeta. Comunione ai divorziati, coppie gay, contraccezione, non sono quindi solo un aspetto prettamente dottrinale e interno al mondo cattolico, ma rappresentano la cartina tornasole del ruolo che la Chiesa avrà nei prossimi decenni. Auguriamo buon lavoro ai Padri sinodali, sperando che comprendano fino in fondo qual è la responsabilità che grava su di loro. Il cattolico ha la certezza che tutti questi passaggi sono presidiati dallo Spirito Santo e non da Gnassi: certo è che se gli si da una mano usando la ragione, lo Spirito Santo magari presidia meglio.
E. Canzi
PS Nella foto per chi non le avesse riconosciute le due cooperanti della Jihad ci sono costate (quasi ) come un Seminario