lunedì 23 maggio 2016

Un Insulto

" C'e' un insulto a cui debbo dire, rispondere. Viene dal petto: "Quel nome scritto sul carro degli uragani", quel concetto che sta all'origine di ogni liberta'. E siccome ha persuaso tutta la mia esistenza firmero' queste parole con nome e cognome, come faccio ogni bellissimo giorno della mia vita. Senza paura, la liberta' non ne accetta, ne' considera poi piu' di tanto minacce o conseguenze. In uno scenario ideale per qualunque politico. Senza opposizione "qualificata", impostata, istituzionale, a seguito del suicidio movimentista, il PD avrebbe potuto decidere in pieno rigor mortis altrui, in assoluto vigore proprio come, cosa e con chi crescere il futuro dei nostri figli. Ebbene ha deciso di farsi infiltrare da destra! Una decisione forte, incontrovertibile, concreta che io definisco: "effetto Riccione". Ha deciso che val ben di piu' un Pizzolante che tutto quanto fatto insieme, difficilmente forse, non senza atriti, ma insieme, sebbene arretrati fin all'ultimo di noi, fino a consentire di essere strumentalizzati anche nell'abuso dei risultati referendari sui beni comuni. L'ultimo dei Mohicani sarebbe stato lo pseudonimo che avrei voluto scegliere, ma non sono avvezzo a fare troppe finte quando parlo. Anche perche' so bene di avere perduto e anche di brutto. Si puo' perdere di senso e di passione, ma non si puo' perdere di dignita'! Questo mi e' difficile accettarlo. Non l'ho perduta esercitando un ruolo istituzionale, non la perdero' ora guardandovi con occhi da ignavo. Si puo' perdere tutto nella vita, e io per fortuna allo specchio mi vedo senza giochi di presunzioni o magie dovute a chimiche modaiole, un leone, non si puo' perdere pero' il senso, e ripeto, si permetta, la dignita'. Signori miei (citazione dotta) un pensiero individuale e' tanto, anche se non diventa collettivo, un pensiero individuale puo' essere sconfitto in quanto non collettivo, ma di una cosa sono sicuro chi ha le scarpe per farlo camminare, potra' perdere tutto, salvo una cosa. Quei granelli di sabbia o quel sasso che ti entra e scende fino alle suola e ti ricorda di "quello strano amore" che non ti puo' permettere di camminare con ipoteche si' grosse. Non c'e' fede, fedelta' e amicizia in politica, ne' tanto meno etica forse, ma credo rimanga almeno la smania. La smania di scegliere da che parte stare. Ecco la mia parte sara' sempre quella che pugna per la "liberta' e la giustizia sociale". E sottolineo prima la liberta' poi la giustizia. Tutto il poco che rimane che non siano quattrini smazzateli voi con i vostri giochini da politici di grido".
 Roberto Urbinati