sabato 6 aprile 2013

Delusione Settis

Nel tardo pomeriggio di ieri il grande Salvatore Settis è stato ospite della Fondazione Carim in occasione del ciclo di conferenze i Maestri e il Tempo, per la presentazione della ristampa del volume “Le pietre di Rimini” di Augusto Campana, di cui Settis fu uno dei migliori studenti, ed oggi è considerato il più grande rappresentante degli studi sull'archeologia e i beni culturali italiani. Parterre delle grandi occasioni nella sala del Palazzo Buonadrata in corso d'Augusto. Il sindaco? Non pervenuto. Dicevamo, Settis è intervenuto per presentare il libro di colui che è stato uno dei nostri più grandi eruditi, filologo e paleografo, il santarcangiolese Augusto Campana, amante del patrimonio culturale che durante i bombardamenti della nostra città era solito inforcare la bicicletta per visionare e catalogare i monumenti cittadini, verificarne lo stato tirandoli fuori dalle macerie. La delusione è stata ascoltare l’eminente studioso dissertare però, in modo alquanto generalista e qualunquista, sulla situazione odierna della politica italiana, sulla necessità di un ritorno della partecipazione dal basso, sull’assunto (comunque veritiero) che è dalla cultura che può ripartire la coscienza degli italiani. Il problema è come è stato affrontato il tema, e l’occasione. Ad ogni commento velato o no sull’ignoranza dei nuovi giovani parlamentari, e il riferimento alle giovani Stelle era scontato, l’intellighenzia piddina e curiale riminese partiva con l’applauso. Tra il pubblico anche diverse guide e storiche dell’arte, persone che per pochi euro accompagnano gruppi di studenti o comitive di pensionati nel tentativo di raccontare quei segreti svelati dalle pietre perche' fermamente convinti che la coscienza culturale possa essere l' asset per far progredire la società, come ripete anche Settis. Qualche testa, fra di esse, si agitava esprimendo dissenso per quelle che erano parole e discorsi ricchi di qualunquismo. Incompresibile. Caro Settis, guardi che lei stesso ha guardato molto da vicino questo sistema snobbista che ha portato questo paese al collasso culturale, dove grandi personaggi come lei liquidano il saluto rispettoso di giovani guide e conservatrici culturali, al termine della conferenza, velocemente con un “sì sì, brave parlate con le pietre" rituffandosi maleducatamente al cellulare. Perché non scambiare qualche battuta con delle giovani studiose che, magari, hanno avuto modo di studiare su sue pubblicazioni? Guardi, meglio un Oliviero Toscani, che ha dato vita ad un progetto vero, capace lui di finanziare giovani talentuosi fotografi che personaggi accademici come lei, pur sempre ingranaggi di un sistema malato tutto italico. Ma alla fine del suo panegirico, qual è la sua proposta di rinascita? Andando oltre le metafore annunciate ed i paragoni con i Campana o gli Olivetti nel ’44, qual era la sua proposta? Chi lo sa, d’altronde ad attenderla c’era una splendida auto blu con autista targata Milano direzione studi La7.
 Mark Towers