lunedì 3 giugno 2013

Di Traverso

La sparata di Beppe contro Rodotà è sembrata sproporzionata al fallo ricevuto. Che il professore sia della pasta denunciata da Grillo non ci sono dubbi, era stato messo nel pensionato degli illustri decaduti, con prebende da sogno, proprio dal suo partito. Le presidenziali al web lo avevano ripescato assieme ad altri che compongono la folta schiera dei border line con la sinistra. La paura di Grillo sarebbe che i vari Civati, Settis, Barca, Cofferati, Occupypd aggancino i dissidenti pentastellati. Quanti sono i ribelli? Le diarie non c'entrano niente, stiamo parlando di vera politica, alternativa all'inciucio esistente. Il Corriere della moglie di Nipote Letta è uno dei più tenaci sostenitori di questa linea scissionistica. Non sembra come al solito capirci molto. Se saltano Zio e Nipote, significa un'altra iniezione al ricostituente grillino. I sondaggi danno in crescita il MoVimento, la legge truffa sul finanziamento pubblico è stato un assist meraviglioso per rinfocolare la rabbia degli italiani. Grillo è fatto così, dicono. Dice, contraddice, ribalta con calore. L'ottuagenario miracolato dalla rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato congelato, sembra rinato, incontra, promuove, si è trovato in un ruolo di primo piano sempre negato dalla politica ufficiale. Era un esperto giurista, un tecnico consultato mai ascoltato. Non è mai stato, ne sarà un leader. Tra lui e Grillo ci sono abissi comunicativi. La domanda è molto semplice: quanti saranno i parlamentari grillini che usciranno con tempistiche più o meno brevi? Contano molto poco le ragioni, anche se alcune economiche sono evidenti. Molti si sono accorti perfino che erano diventati dei parlamentari e soprattutto che alla fine del mese tirando la cinghia rimanevano mille euro in banca. Alla Petitti&Arlotti diciottomila e non sono dei fenomeni.