giovedì 7 marzo 2013

Colle e Ceppi

Le parole di D'Alema non sono mai divinatorie, avendo una presidenza delicata, alle volte però conviene credergli. Ha detto che bisogna collaborare con la destra liberata da Berlusconi. La stessa preoccupazione hanno gli avvocati del Cavaliere abituati al tour con tappe nelle più importanti procure. Non è la raccolta di firme per colpire il conflitto d'interessi, sanato dallo stesso Baffino, ad impaurire, ma l'incedere delle prossime sentenze di sicura condanna, potrebbero portare ad un cumulo tale da escluderlo dalla politica. Insomma Prodi al Quirinale e Banana ai ceppi (rubata). Un governo che duri fino a dicembre, quando la condanna definitiva per i diritti Mediaset dovrebbe affondare le ambizioni politiche di un personaggio figlio del nostro Paese. Le preoccupazioni della stampa amica, in quanto ancora di proprietà, sono reali, la composizione del parlamento non garantisce nessuno, tanto meno richieste d'arresto. Bersani e compagni non hanno nessuna intenzione di fare un accordo con Berlusconi e il centrodestra, ma nemmeno possono trovare un'intesa con Grillo, sono in un cul de sac che le urne potrebbero sciogliere, ma i risultati sarebbero paurosi. Chi sarebbe la persona in grado di tutelare il Pd da ogni rischio? Amato, Monti, Finocchiaro o la Cancellieri come qualcuno ha ventilato? Il candidato naturale è il collaudato Romano Prodi, uno che avendo occupato tutte le poltrone possibili può rivendicare per sé l'incarico più elevato, quello sul Colle. Hanno sistemato un altro procuratore curioso, per paura si gettasse anche lui in politica, George può procedere tranquillamente, Dario Fò ha rinunciato alla sua poltrona. Le compravendite parlamentari, le uniche funzionanti ancora nel paese, erano lecite quando con il Baffino un intero esercito passò al nemico? Lo hanno capito i cittadini eletti del MoVimento, dopo le prime telefonate auguranti buon lavoro sono arrivate quelle dell'ufficio di collocamento parlamentare. Il Vaffa lo hanno come musichetta nei cellulari. 

P.S.
Un annetto al Cavaliere per avere curiosato sulla banca non sua.