lunedì 4 marzo 2013
Consigli per gli Acquisti
Il nuovo gioco della società giornalistica è dare consigli a Grillo ed istruire il MoVimento al Cepu della politica. Fortunatamente Beppe non sembra mostrare carenze. E' un gioco divertente vedere la pletora di personaggi che fino a sette giorni fa lo prendevano per il culo, prostituirsi per un semplice omaggio. La vittoria elettorale del Movimento 5 Stelle è stata strabordante. Senza guerre in mezzo, nessun partito che si presentava per la prima volta in una competizione nazionale aveva raggiunto di botto il 25,5% dei voti (8 milioni e 688mila). Il postcomico genovese ha battuto anche il record di Berlusconi, che nel 1994 con Forza Italia aveva preso il 21% (8 milioni e 136mila). Il MoVimento è davanti a un bivio, le scelte economiche servono per capire la strada intrapresa. Pur entrando nelle istituzioni, mantiene una forte connotazione di lotta, non vuole sporcare i voti concedendoli fiduciariamente, senza strappare punti simbolo del suo programma. Usa i propri rappresentanti come sentinelle dentro le istituzioni, con funzione di controllo e trasparenza. Il problema è che questa opzione, un po’di lotta al sistema e un po’ di movimento, è difficile da mantenere nel lungo periodo. È lo stesso nodo che si era posto la Lega, il Cerchio Magico lo ha risolto, tutto quel casino per avere Maroni governatore sembra eccessivo. Grillo ha di fronte due strade che è costretto ad affrontare, nella naturale posizione dello spettatore dell'inciucio obbligato da Napolitano: legge elettorale e riforme. A mio parere la migliore soluzione sarebbe l'uninominale con il doppio turno, il ballottaggio è un'arma micidiale in mano al MoVimento. Sul versante economico occorre sfrondare i drappi elettorali su tanti temi accattivanti e forzatamente generici. Proposte sensate e doverose come class action e riduzione del debito pubblico assieme ad altre da precisare nelle modalità come tasse, fiscal compact. Il doppio turno, inoltre, è il sistema che il centrosinistra propone da sempre, e che un centrodestra in cerca d’identità per il dopo-Berlusconi potrebbe valutare come un’arma per rimettersi in gioco. Il sistema che servirebbe di più al paese, garantirebbe una governabilità in un quadro partitico sempre più caotico. Renderebbe la selezione della classe politica di tutti i partiti più trasparente rispetto al Porcellum.
In tema di economia occorre inserire le proprie proposte all’interno di una visione complessiva, magari fortemente populista, ma che sappia dotarsi di una teoria di governo, con un mix di lotta ai privilegi e riforme redistributive. Conciliare lotta e governo diventa lo slogan di oggi.