sabato 9 marzo 2013

Dopo il Sindacato

Lo tsunami di Beppe Grillo travolge anche i sindacati. Questo Parlamento non è un posto per sindacalisti, sono rimaste le poltrone delle province. Oggi sono in tutto una decina. Nelle piazze d' Italia, Grillo ha attaccato anche loro. Andrebbero eliminati, sono una struttura vecchia, una struttura politica. Non c'è più bisogno del sindacato. Tra i sindacalisti che si sono dimessi dal loro incarico in vista dell'approdo in politica, solo un piccolo gruppo ce l'ha fatta. Tra loro c'è Giorgio Santini, ex numero due della Cisl dopo Raffaele Bonanni, eletto al Senato in Veneto con il Partito democratico. Gianni Baratta, anche lui sindacalista della Cisl per oltre trent'anni, alla vigilia delle elezioni si è dimesso per salire in politica con la lista Monti. Ma per lui l'avventura politica è finita con la campagna elettorale. Stesso destino per un altro cislino come il siciliano Benedetto Ardagna, già eletto con il Pd ma questa volta candidato con la Scelta civica di Monti. Nella lista dei sindacalisti bocciati ci sono Mario Zipponi, ex Fiom e responsabile del lavoro dell'Italia dei valori, candidato con Rivoluzione civile di Ingroia. Ma anche Giovanna Marano, ex segretario della Fiom Sicilia che aveva già tentato la strada della politica regionale contro Rosario Crocetta, e Antonio Di Luca, uno dei diciannove operai della Fiom che secondo sentenza devono essere riassunti nello stabilimento di Pomigliano d'Arco. Restano fuori pure Pietro Larizza (ex presidente del Cnel) e Luigi Scardaone, i due sindacalisti della Uil candidati con il Partito socialista (sic) di Riccardo Nencini. Porte chiuse, dopo vent'anni di carriera parlamentare, anche per Franco Marini, ex presidente del Senato ed ex segretario generale della Cisl a metà anni Ottanta. Promossi invece con il Pd Guglielmo Epifani, ex leader della Cgil, e Valeria Fedeli, segretaria generale dei tessili Cgil dal 2000 al 2010, poi vice segretaria della Filctem. Alla lista si aggiungono Anna Maria Parente e Pier Paolo Baretta, ex Cisl, Cesare Damiano, ex Fiom, Antonio Boccuzzi, ex Uilm. Con Sel entrano Giorgio Airaudo, già membro della segreteria Fiom, Ciccio Ferrara, ex segretario nazionale della Fiom, e pure Giovanni Barozzino, uno dei tre delegati alla Fiat di Melfi licenziati e poi fatti riassumere dal giudice. Alla prossima tornata di giugno non ci saranno nemmeno questi reperti sindacali, la cinghia di trasmissione si è spezzata, Ci vogliono nuove rappresentanze territoriali e categoriali. Anche gli albergatori si stanno accorgendo (a Riccione) da chi sono stati rappresentati, sono inbufaliti, la tassa di soggiorno camuffata come scopo è una presa per il culo. Viene buttata nel Trc. Grillo li ha associati alla casta, forse è eccessiva la comparazione, rimane il fatto che sono i più grandi serbatoi elettorali di partiti in odore di scomparsa. Ci sarà una ragione? Cosa hanno fatto per proteggere il potere d'acquisto? Quale sbarramento hanno messo all'opera di MontiABC? Non raccontate che abolendoli rischiamo, rivotate MoVimento, gli unici in grado di fare paura. La Camusso un pò la fa..