massimo lugaresi
lunedì 15 dicembre 2025
Attenti al Lupo
I numerosi allarmi per le tranquille passeggiate dei lupi attorno alle case, hanno creato momenti di comprensibile panico e comitati. Naturale trasformarlo nel vago, spesso inutile, dibattito politico? Anche in questo caso, si scontrano due visioni nettamente diverse, animate da ambientalismo alla cappuccetto, rispetto all'orientamento con drastiche decisioni. Devo però confessare la passione che mi ha portato alla licenza di caccia a 16 anni, con la firma di mio padre ed un nonno, anche loro "maledetti" cacciatori. Questo induce pensare alla soluzione rapida. Non è così. Occorre seguire le realtà che, da sempre, convivono con lupi ed orsi. Tutti gli animali protetti, aumentano a dismisura e scendono dalle zone frequentate, sempre più ristrette, nei recinti domestici, razziando quello che capita. Nella decennale passione, finita da tanto tempo, ho avuto qualche incontro pericoloso, sentendomi però protetto dall'arma. Vederlo nel giardino di casa, nel pollaio o sbranare agevolmente pecore e cani, non ti porta ad assumere pratiche inclusive, come Rimini in Comune, sembra richiedere. Ho letto Chiamami Città, se vedi un lupo. Tutte i comuni che affrontano, da sempre, la presenza di animali pericolosi, adottano misure rigide e selezionatrici per mantenere le specie sotto controllo. Noi abbiamo solo raccomandazioni, come fosse un consenso erotico. Occorre intervenire, senza aspettare la prima vittima. I Lupi non sono di destra o sinistra, solo al centro.
I Nodi al Pettine
Condivido un articolo di Dagospia, sugli (inevitabili) nodi che colpiscono il pettine governativo, nel rapporto con il Colle. L'assenza dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica, porta i nodi al pettine. L'ultima differenza d'opinioni non avrebbe avuto la risonanza prodotta, amplificata ed usata anche da Dagospia. Normalmente certe dichiarazioni vengono concordate, in questo caso significa che il messaggio voleva partire e colpire. La rielezione del Presidente è stata frutto di una maggioranza che ha travalicato quella parlamentare, sembrava fosse la soluzione migliore e più saggia ma l'arrivo inaspettato della Meloni e della coalizione di centrodestra ha cambiato panorama ed intenti. Per tanto tempo il Pd ha dato le carte ai partecipanti dei tanti governi guidati da democristiani e Draghi. Mattarella ha avuto 759 voti, superato solo da Pertini. L'accordo si è trovato alla nona votazione, dopo avere correttamente impallinato Mario Draghi, candidato (anche) della sinistra. Sono passati solo tre abbondanti anni, ma tutto è cambiato. La Meloni comanda e come. Il Presidente è l'ultima difesa del suo vecchio partito. Dopo alcune piccole scaramucce, il fallimento europeo e l'uso dei miliardi "congelati" alla Russia, ha fatto il resto. Non è solo differenza d'opinioni, due strade diverse che si incrociano. Crisi ai piani altissimi? Non credo, adesso non conviene a nessuno.
massimo lugaresi
domenica 14 dicembre 2025
Sempre Lui
Dopo anni di meticoloso ed arrogante servizio ai Dem, non solo italiani, anche la succosa fetta giornalistica, ereditata da Elkann, sta facendo la fine della mia Juve, mentre il rampollo agnelliano rifiuta (ancora) l'offerta miliardaria di Tether. Mentre nell'orbita giornalistica, forse messa peggio, non perdono l'occasione, con la (loro) propaganda ospitata dai giornali in vendita, di accusare la Meloni di mancato sostegno. Solita double face. Trump dopo avere sfanculato pesantemente l'Unione Ursula, continua la missione, introducendo lucrosi affari per la sua America. Quelli di Biden erano più esplosivi. Il mondo che abbiamo conosciuto si sta rivoltando, con il sorgere di nuovi protagonisti e la Cina prende quasi tutto. Abbiamo creduto all'Europa di Spinelli, anche se il Pci allora, non faceva salti di gioia. Si potrebbe dire (polemicamente) che aveva visto giusto. Le due guerre ancora in atto, godono di narrazioni totalmente diverse, dopo il cambiamento degli attori principali. Putin rimane, nonostante i tumori auspicati, quello di prima. I due paesi avevano firmato nel 1997, un Grande Trattato di amicizia, cooperazione, partenariato, rinnovato ogni dieci anni, fino alla annessione russa della Crimea, voluta e votata dal parlamento crimeano nel 2014. I rapporti finirono in guerra con la contesa per il Donbass e la spinta americana, con aiuti miliardari, per allargare i confini della Nato, unendo l'Ucraina. Questo è il punto nodale della tragica vicenda. Tralascio il ricordo di quello che è successo, con l'esordio di Zelensky, perfino definito il personaggio più famoso nel mondo occidentale, destinato a scegliere il riparo più sicuro. Non doveva iniziare la tragica ed inutile guerra, voluta dagli ex padroni, con una procura, oggi maledetta.
massimo lugaresi
sabato 13 dicembre 2025
Campo Minato
Linkiesta, blog piddino della corrente draghiana, con sede sociale a Davos è esplicito nel giustificare la guerra in Ucraina, voluta dai dem americani e persa come previsto, nonostante anni di vittorie gridate. Il piccolo comico ucraino sarà costretto ad indire le (volutamente) dimenticate elezioni o fuggire in un paese sicuro. Inimicarsi la potente intelligence di Donaldone non è un felice presagio per il tuo futuro. Sembra però che Zelensky sia pronto alla fuga, mentre rischiano gli "ometti" a lui vicini. Il cercantone ucraino, ha compiuto il ventesimo viaggio nell'Europa dei tre guerrieri da tavola. Con la Meloni sembra però non si ci siano stati i baci&abbracci di una volta. Segnale inconfondibile del cambiamento d'aria. Linkiesta, blog d'accompagno (mesto) non cita notizie delle scandalose ruberie ai miliardari sussidi del nostro Occidente. Impossibile credere che le intelligences a stelle e strisce non sapessero niente. Qualche nostro politico, in passato, ha pagato duramente la disobbedienza. Allora Dagospia si accanisce contro il silenzio della segretaria dei resti piddini. Ha scelto Landini, teologo dello sciopero nel fine settimana ed il pericoloso Conte che si accoda per continuare a vivere, mostrando la (poco) invidiabile coerenza. Occorre però dire che la posizione assunta dagli ex grillini è molto più convincente di quella (ufficiale) ma inesistente, del maggiore partito della sinistra. I brutti ricordi di una fallita gestione governativa erodono il consenso. Travaglio rimane un ottimo suggeritore.
massimo lugaresi
venerdì 12 dicembre 2025
Prolungato Silenzio
Sospetto. Preferisco leggere Linkiesta e sopportare la presunzione dei Davos, Draghi e (mezzo) Pd, invece di guardare, fingendo la lettura, il famoso Dagospia. Etichettare fascisti i nemici saliti in maggioranza ed inventare (giornalmente) nomignoli quasi offensivi per la debole ironia, è lavoro di chi non ha altro. Il peso di una segretaria che il venerdi invita, in piazza, il suo pezzo di partito, trainato dall'antagonismo di professione e lo spacca, nonostante sia nato shakerando (quasi) tutte le provette della politica. Alle volte, riflettendo sulla fine della sinistra (non tutta) e le tragedie belliche, con quella palestinese dimenticata, rabbia e la pesante presa per il ..ti assale. E' finita male anche l'Europa, disegnata con tante speranze, ma finita nelle mani di manovratori per conto di potenti finanziatori, arricchiti da guerre e vaccini. L'arrivo di Trump ha segnato la fine del ciclo dei Kennedy e Obama e la vittoria di una classe politica che vede il futuro degli States, al contrario di quello hollywoodiano. Donaldone sta cancellando tutte le tracce lasciate nel dopoguerra, ritirandosi nei confini, sempre piuttosto larghi, abbandonando i sudditi occidentali al loro amaro destino. Ragiona da imprenditore in un paese immenso che ha sempre seguito chi ha mostrato capacità. Per dirla all'italiana: uno/a che non ha mai lavorato, difficilmente viene eletto. Mario Lavia, il mouse pensante di Linkiesta, rimane fedele ai rearmatori del trio barcollante, usando spesso lo stantio vangelo draghiano, un mix difficilmente vittorioso. Però Crosetto tiene la barra dritta. Tu si que vales.
massimo lugaresi
giovedì 11 dicembre 2025
Che Confusione
Sarà perchè ti amo. Così cantavano i Ricchi ed anche i Poveri. E' il mondo che gira, non sempre al contrario. Difficile, nella nostra stagione politica, distinguere le due correnti principali, annacquate e dominate da interessi bellici, scatenati da guerre su procura. Hanno però dimensioni ridotte rispetto alla smania dei rearmatori che vogliono il revival della maledetta Campagnia di Russia, con 90 mila (nostri) soldati morti. Oggi le guerre si muovono prima e (molto) dopo, con propagande ed armi mortali che vengono da lontano. Ci sono nazioni munite di missili nucleari, finora mostrati in difesa e dissuasione. Lo storico dualismo tra Stati Uniti e Russia, ha portato alla nascita della Nato ma è superata dal Brics, acronimo dell'unione tra Russia, Cina, India, Sudafrica, Brasile. Il ritiro nei confini voluto da Trump, significa un cambio drastico della funzione americana. L'eventuale accollo finanziario, spalmato tra i paesi europei, provoca naturalmente forti divisioni. Volere una guerra contro la Russia, per non accettare le condizioni poste da Trump, significa compiere un salto mortale verso il terzo conflitto mondiale e nucleare, con esiti rapidi, non immaginabili. Gli scandali in Ucraina ed Europa, sono i segnali convincenti del prossimo scenario che ci vede sudditi e complici. Finora abbiamo donato soldi ed armi, miliardi che potevamo/dovevamo usare diversamente. Ci rimane solo il voto, usato da pochi, per rispondere.
massimo lugaresi
mercoledì 10 dicembre 2025
Come la Juve
Il paragone sportivo può aiutare a capire la situazione dell'Europa nella versione Ursula, più vicina alla sinistra, ma anche alla Meloni. Nessuna delle rivoluzioni nei generi ed ambiente, ha prodotto i risultati sbandierati, solo dogmi politici. Anche la mia Juve sta attraversando il più odioso momento, nelle mani di personaggi incapaci e presuntosi. La scelta dem di trasformare la penisola italiana nell'unico porto aperto è il primo errore, con l'avvio di migliaia di cooperative pagate da noi. In cambio ci hanno concesso un infinito debito pubblico. Mentre le altre nazioni, bagnate dal mare e molto più vicine alle coste che organizzano gli sbarchi, rifiutavano violentemente gli accessi clandestini. Non c'è nessun Piano Marshall al contrario, solo interessi degli States stanchi di foraggiare guerre, con costi altissimi, anche umani. L'Unione Europea si sta distruggendo da sola dopo il fallimento energetico e le obbligatorie trasformazioni sociali. La santa alleanza Trump-Putin contro l’Europa, e la complicità dei patrioti nostrani, così i blog parapiddini definiscono il rapporto tra i due ex nemici. Chi non si adegua al rearmo europeo è un fan di Putin. Nel nostro governo risiedono felicemente tutte le espressioni possibili. Si parte dalla Ducetta, bravissima nell'interpretazione variabile, secondo l'interlocutore, per arrivare a Crosetto, inimitabile condottiero, per finire con Salvini che mostra un 10% sempre scarso e l'antica propensione per le ragioni della Russia. Tralascio Taiani, il ministro degli esteri, sempre sorpreso di essere li per meriti berlusconiani. Scenario sostenibile? Ai droni l'ardua sentenza.
massimo lugaresi
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