martedì 15 luglio 2025

Bullismo

Difficile rimpiangere Biden o l'Ovale Obama, vincitore dell'Oscar Bellico, non rimane quindi che insultare il Tycoon presidente degli Stati Uniti, solo a se stessi. Cambiamento climatico brusco ma atteso, non di queste dimensioni. La frattura con l'Europa è volutamente grande. Alla fine si ridurrà, rimane però uno schiaffo ai fedeli alleati, difficilmente perdonabile. Trattati come sguatteri. Diverso l'atteggiamento con la letale Cina e pure con la Russia, interpretata da Putin. Condivido la paura per questi avversari, come aborro il trattamento a Netan, il terrorista incensato. La differenza tra i vecchi democratici ed il rozzo rappresentante repubblicano è anche estetica. Loro hanno iniziato, imbastito, procurato guerre e guerriglie in tutto il mondo praticabile. Aiutato e protetto mercenari e dittatori in ragione di un inconcepibile primatismo morale. Quello praticato da Trump è bullismo politico, prima di riversarsi sull'economia. La risposta della Ursula è ridicola, come l'interprete. Donaldone vuole vincere la guerra e soprattutto il relativo cambiamento culturale, introdotto dai democratici. Lo sta facendo negli States, colpendo covi, nidi, università e tribunali. I dazi rappresentano la faccia di una guerra più ampia. Alla coniglietta Ursula ha perfino intimato di non reagire. Nominate Netan come mediatore, lui sa come fare le guerre, senza vinti.
massimo lugaresi 

lunedì 14 luglio 2025

Domanda: C'è o Ci Fà?

Linkiesta ha portato il redde rationem al Pd. La domanda pubblicata da Mario Lavia è  una testimonianza attendibile come a Garlasco. Schlein c'è o ci fa? Premetto che il c'è è condivisibile al punto che voterei a sinistra tranquillamente, senza giustificazioni. Le lascio alla corrente Davos che infetta la propaganda piddina. Dagospia per non scegliere, naviga nel mezzo, ignorando la particolare segretaria di Landini. Il Riarmo e la comica pantomima dei dazi che l'Europa Ursula interpreta per giustificare miliardi a debito, usati per mantenere in vita Zelensky, sono la famosa goccia che ha fatto traboccare il mio calice, già  deluso dalla scelta della Elly. Rimangono però affari miei che testimoniano come le guerre si vincono con le bombe migliori ma si giustificano con la peggiore propaganda. Quella che "premia" Netan è disgustosa. Siamo i più armati. L’Europa (una parte) difende l’Ucraina e il Pd antiriformista resta ostaggio di Conte. Così Mario Lavia onora la sua permanenza nell'area sostegno di Davos, sotto il controllo di Draghi. La conferenza di Roma indetta dalla Ducetta, onorando il nomignolo coniato da uno dei tanti nemici (piddini), rappresenta la più sincera rappresentazione della situazione. Mezza sinistra sta con i nemici storici, l'altra li aiuta usando il nostro stratosferico debito. Il tradimento è da questa parte. La Meloni farà la croce ..nerina di guerra? 
massimo lugaresi

domenica 13 luglio 2025

I Branca-Meloni


La fantasia di Dagospia + ironia + qualche tetta&culo per allietare il prodotto, colpisce tutti i giorni, ininterrottamente, come i bombardamenti di Netan, applauditi dall'imponente schiera della propaganda sionista. L'allarme, per essere originali, scoppia sempre nel campo avversario, con previsioni elettorali infauste. Le prossime regionali sarebbero disastrose per i Branca-Meloni, nuovissimo epiteto coniato, ad hoc. Non una parola viene versata per la stranissima e scandalosa posizione che le due postazioni politiche avversarie, stanno assumendo. L'Ursula Von Der è stata salvata, votando a favore e "Non" votando contro. Un risultato che ha messo la classica pezza in una situazione politicamente insostenibile. Aiuteremo, fornendo miliardi, presi a debito, per ricostruire quello che abbiamo concorso a distruggere usando, sempre a debito, gli stessi miliardi. Una coerenza atlantica ineccepibile. Per la Palestina, il quadro si presenta ancora più fosco. A Netan, procuratore dei Nobel pacifisti, è permesso e concesso tutto, con l'aiuto di una sinistra a singhiozzo ed il battimani (comprensibile) della destra. Siamo, allegramente, ritornati nel buio pericoloso delle guerre talmente calde da sembrare infreddolite. Un salto all'indietro. Trump si crogiola nell'altalenante politica del tutto e l'esatto contrario. Solo l'abbraccio fraterno e caloroso con il premier israeliano sembra sincero. La Schlein finge di controllare i due partiti nati da una scissione mai formalizzata. Siamo in attesa (spasmodica) della discesa in campo del novello Berlusconi. 
massimo lugaresi

sabato 12 luglio 2025

Pier Dudy

E' il nomignolo dedicato da Dagospia a Pier Silvio Berlusconi. La strategia del Blog, oltre alla quotidiana mostra di tette&culi, impone la condivisione di articoli, quasi sempre confezionati dalle Gemelle Elkann, con qualche intrusione del Corrierone, mentre La Stampa è usata solo per Mattarella, contro la Meloni. Non ho ancora letto quello scelto per la Schlein, dopo l'eliminazione delle decine, disponibili di getto. Difficile dire che mancano gli spunti. Il blog continua la sua appassionata campagna difensiva, usando l'attacco giornaliero agli stessi personaggi. Sembra non avere paura di ripetersi. Pier Dudi, il fortunato figlio del Cavaliere, oggi Ad di Media for Europe, un gradino sotto la Barbara Berlusconi, viene accusato di "allisciarsi" Giorgia Meloni, usando parole sprezzanti verso il grande Tajani, famoso per autonomia e forza delle scelte. Anche per lui era pronto il nick name che non copio per educazione. Nello zibaldone quotidiano ci sono precise regole a cui si attengono. Mai un attacco a sinistra, sono sufficienti quelli che svolge la Ducetta per mantenerli (a lungo) nella scomoda opposizione e soprattutto per particolare attenzione al centro, visto anche il fallimento totale delle speranze che Renzi aveva animato per un pò. Il vulnus è stata la scomunica impietosa dello jus scholae, fatto uscire, imprudentemente, dal vice premier, indifeso. Un balzo in avanti che ha preteso una ritirata, con relativa tirata d'orecchio ad un personaggio sempre dipendente. Nel Pd, invece, sono tranquillamente divisi.
massimo lugaresi 

venerdì 11 luglio 2025

L'Indecifrabile Trump

Impossibile seguire Donaldone, nello slalom quotidiano tra proposte lanciate, immediatamente ritirate o cambiate totalmente. Strategia moderna o accertata vecchiaia? Il personaggio non è mai stato portatore di una linea comprensibile, dettata da improvvisi ed umorali colpi, innamoramenti che durano una mattina ed uno staff impaurito. La fine dell'amore con Musk è l'esempio illuminante. Credo però che la difficoltà nell'affrontare le due guerre in atto, siano dettate dall'impossibilità di fermare la potenza ebraica, componente fondamentale della Great America che conta. Il ritorno alla guerra fredda che per decenni ha rappresentato il vangelo occidentale per isolare e combattere l'Unione Sovietiaca prima e la Russia dopo. Trump sembrava il perfetto mediatore dei conflitti, dopo qualche mese in prima pagina, le tensioni tra le due potenze sono aumentate, mentre abbraccia l'ebreo prediletto. Il salotto europeo da un lato lo critica senza eccedere, pensando già come ricostruire l'Ucraina. Credo che ancora una volta abbiano sottovalutato il paese che considerano nemico, senza agitare lo spauracchio cinese. Il vero pericolo non sono i paventati crolli delle borse, ma arrivare al punto di non ritorno per sostenere il comico. L'annunciata ripresa della fornitura armi è il segnale che la pace si allontana e rimane solo la possibile fine ..nucleare.
massimo lugaresi

giovedì 10 luglio 2025

Il Primattore

Era atteso il discorso Anti-Trump di Mattarella. Posizione condivisa e megafonata da La Stampa di Ugo Magri, amplificando alcune espressioni sempre valide e più devote a Davos, in particolare quella sui dazi. E' naturale che la provenienza e formazione del Presidente siano in sintonia con il bellicismo che (dicono) ci libererebbe da Putin, nemico della democrazia occidentale. Strano però che il massimo esponente usabile si trovi in perfetta collisione con il pensiero e l'azione della maggioranza del suo partito ed in particolare, per quello che può contare, con il ditino della segretaria. Il Presidente della Repubblica, rivotato da una maggioranza, oggi inesistente, in Croazia, fa un gran discorso contro dazi e protezionismo ed invoca la libertà di commercio, rivendicando il modello di cooperazione europea. Ugo Magri accentua toni e colpevoli, rammentando che la libertà di commercio sarebbe un antidoto alla guerra. Non usabile per Netan, l'Intoccabile che può fare e soprattutto disfare quello che vuole, iniziando dalla Striscia che non c'è più. Quante vedove ha lasciato nel mondo il Tycoon? Senza supporto politico, finanziario e bellico degli States, la Nato intesa come manu militari, perde la potenza dissuasiva, in attesa di un riarmo che ha suscitato clamore e disaccordi. Trump è stato più convincente come Daziere che candidato (di Netan) al Nobel della Pace.
massimo lugaresi 

mercoledì 9 luglio 2025

Ovunque

Giuliano Amato gioca a tennis, ma nel ruolo di pallina. Rimbalza da un campo all’altro, viaggia oltre le reti e si posa, ora su un incarico e poi su un altro, con lepida leggerezza. Il Giulianin fuggiasco. Nonostante il cognome, è il meno Amato dagli italiani: la ragione principale dell’odio popolare e bipartisan sono le sue favolose indennità e la sua pensione sovrumana, oltre che la leggendaria manina che entrò per la prima volta nei conti in banca degli italiani. Eppure nonostante l’indice di sgradimento altissimo, anzi il pollice capovolto, Amato è il jolly più richiesto della Repubblica italiana. Per carità, è di rara intelligenza e versatilità. L’ultima nomina è di pochi giorni fa, quando è stato chiamato a guidare, lui che ha 86 anni, la commissione per affrontare le sfide del futuro e gli scenari dell’intelligenza artificiale; lui con la sua intelligenza ricca di artifici, faina in un corpo da colibrì. E' la sintesi dello stupendo articolo che Marcello Veneziani ha dedicato a Giuliano Amato, usato (anche) dalla disperata intelligence di Dagospia, per una insulsa rievocazione dei rapporti tra Napolitano e Berlinguer. Una rievocazione all'interno del Partito Comunista, firmata da un socialista che allora poteva (solo) orecchiare alle porte delle Botteghe Oscure, è valida per il blog specializzato in ben altro. Accademico, economista, richelieu del sovrano, ministro e premier, presidente di tutte le commissioni, giurista, veggente (vedi Ustica): le sette vite del dottor Sottile. Disegnato come un ratto, il topolino montò sulla Treccani per assumere la presidenza dell’Enciclopedia. Amato schizza dal campo dei tecnici a quello dei politici, ha fatto l’arbitro e l’allenatore, il giocatore e il segnalinee. Craxiano, poi anticraxiano, coi trust e all’antitrust, coi socialisti e i liberisti. Fu l’ultimo dei socialisti al potere ma anche il primo premier dell’era antisocialista, fu l’ultimo dei politici della prima repubblica ed il primo dei tecnici per gestire il passaggio alla seconda. Non si è (mai) capito se la sua riemersione fosse una postuma rivincita di Craxi o un oltraggio alla sua memoria. Nella guerra civile della sinistra giocò nel primo tempo coi guelfi e nel secondo coi ghibellini, riuscendo nell’intervallo a passar per vescovo e paciere. L’antico trasformismo nazionale lui lo indossa con britannica eleganza, fornendone una versione forbita e perfino rigorosa. Basta, solo lui poteva ergersi a testimone della rappresentazione di una sinistra in leggera decadenza. Avvertibile.
massimo lugaresi