domenica 30 settembre 2012

Cuore di Rimini

Una delle Liste, non liquefatte dopo avere permesso la vittoria di Gnassi, ha organizzato un pregevole convegno al posto del Comune, il tema era "serio" gravoso di guai ambientali e penali, il parterre de roi, quasi tutti i delegati, più i soliti maitre a penser per Gnassi, mancava come sempre, non avendo l'evento sembianze festaiole, il Primo, ancora ospite della Repubblica Popolare Cinese, sembra che non lo riconsegnino. Si parlava della situazione merdosa della nostra rete fognante, in una Città con mare e spiagge private non dovrebbe sversare a riva ma almeno a qualche metro per non essere accertabile, occhio non vede, bagnante viene. Abbiamo creato questo non lunghissimo preambolo per porgere i complimenti per l'unica frase importante, con concetto allegato, uscita dal novero dei dichiaranti. Il Delegato al Demanio e tante altre cose messe peggio, ha affermato, giurando, che: La Spiaggia non è dei Bagnini. Lo scriviamo da cinque anni, anche i ripetenti hanno imparato, ci basta, il Tendone però ci è rimasto quì.

Caro Favia

Per far passare le verità di Stato e Governo in epoca moderna non serve l'olio di ricino o l'uso dei gulag, è sufficiente il controllo dei media. Nessuno al pari di MarioMeno ha avuto questa spudorata spinta, i due giornali ancora della famiglia B fanno più danni scrivendo. L'unico strumento non controllabile è il nostro, quel mostro senza fili chiamato internet, dobbiamo riconoscere da senili ususfruitori di questo mezzo democratico che non avevamo capito l'insistenza di Grillo nel mantenere un wi-fi movimento. Non ci sono alternative, un personaggino sconosciuto a tutti come Favia usando le armi di distruzione giornalistica ha creato una marea di danni in nome della democrazia di Bersani. La rete non la riescono a controllare, certo ci sono gli eccessi, a Riccione hanno assunto delle guardie postali per i troppi insulti ricevuti. A Rimini aspettiamo un'ordinanza di chiusura come per il tendone. Bersani poteva continuare a raccontare che con i milioni ricevuti hanno comperato i manifesti, la Bindi non fare outing, cercando di mostrarsi diversi dagli altri, il solito vezzo comunista. Forse non girano sfacciatamente Suv od Ostriche, le maschere non sono maializie, ma se pubblicano i rendiconti siamo sicuri che dopo le province anche le mangiatoie regionali sono destinate ad estinguersi. I democrat hanno ereditato una etica di fondo dal comunismo, sono rarissimi i casi personali, Penati insegna, rimane l'impressionante intreccio delle consulenze, incarichi, contributi, associazioni, sindacati, cooperative che formalmente sono forse ineccepibili, ma o sei dentro oppure sei ..un bagnino. Un lavoro che ci aspettavamo venisse compiuto dai Consiglieri a 5 Stelle, non dalla Finanza, la loro missione era questa, non si possono fare comizi minacciando giustamente disinfestazioni di Palazzi e poi andare a fare la vittima dalla Gruber. In questo momento tutti lavorano stupendamente per Grillo, domani...

In Mezzo All'Uscio

Era inevitabile che gli indifesi maroni di Pigi Bersani venissero schiacciati nella porta politica di Casini e Monti. Abbiamo assistito ad una scandalosa pantomima organizzata dall'attuale premier indicato dalla Merkel sul viale del tramonto e spinto da Napolitano anche lui fortunatamente in scadenza istituzionale, che prima finge infantili titubanze, poi dall'America del Nord si dichiara disponibile, per il bene del paese e pensionati, ad un altro mezzo mandato, senza candidarsi però.  A Roma, in tutta fretta, Azzurra organizza una conferenza stampa, appena l'eco delle dichiarazioni concordate travalica l'oceano di bugie, MarioMeno è un patrimonio del Paese, non dei vecchi democristiani o dei poveri pidiellini. I maroni di Pigi, a questo punto della sceneggiata, ringraziano stretti nell'uscio di Palazzo Ghigi. Tutta linfa per Matteo. Se non desiderate iscrivervi alla maggioranza degli italiani che schifati non andranno a votare concedendo un altro grosso regalo a questa indecente casta, avete una sola possibilità, vi piaccia o no: una bella croce su Beppe, poi discutiamo

sabato 29 settembre 2012

Comunicato Stampa

Risposta accesso atti alla Autorità di Bacino.

La risposta si limita a fornirci il disciplinare con cui si è dato via alla costruzione del punto di prelievo con il regolamento che definisce le modalità di prelievo e la destinazione dell'uso. Dobbiamo pertanto fare ipotesi che dalla formulazione del regolamento e integrazione del 1989 non siano poi stati fatti ulteriori revisioni in quanto non ci è fornito ulteriore materiale; questo nonostante che nel 1999 sia stata emanata una nuova legge nazionale e successive leggi regionali che aggiornano la materie delle acque e impongono la salvaguardia del deflusso minimo vitale dei corsi d'acqua. Dal regolamento del prelievo si nota che non è previsto il rilascio del deflusso minimo vitale. Infatti si autorizza sempre il prelievo almeno della metà del deflusso del fiume nei mesi di Giugno-Luglio-Agosto-Settembre. Non vi sono obblighi di rilascio negli altri mesi.Non sono poi presenti contatori di rilascio, specificatamente previsti delle norme regionali. Qui troviamo le cause del prosciugamento del nostro fiume in corrispondenza del prelievo di Ponte Verucchio: non sono attuate le norme sul deflusso minimo vitale di legge 152/99 in quanto non recepite dal disciplinare. Questa è una grave mancanza nella gestione delle acque. Riteniamo necessaria una rapida verifica delle responsabilità e del mancato recepimento della norma, e ancora una più rapida attuazione del dettato legislativo. Un'altra questione riguarda la destinazione d'uso. Il disciplinare indica l'uso agricolo per l'acqua prelevata. Ci chiediamo che acqua venga utilizzata nei laghetti dei cacciatori visibili dai percorsi storici naturalistici (conosciuti come piste ciclabili) a valle del prelievo e che si presentano sempre ben riforniti. Ci chiediamo se è un uso autorizzato o meno. Le stesse domande le porremo per i campi da golf e per il campo di tiro a volo. Inoltreremo specifica richiesta a riguardo. L'obbiettivo che intendiamo perseguire è la salvaguardia dei nostri fiumi partendo innanzitutto dalla verifica della applicazione delle norme esistenti.

Ivan Innocenti

Buona Notizia

Finalmente una buona notizia per il turismo a Rimini! A completamento della nota di ieri, il “Festival Francescano” in Piazza Tre Martiri, pare sia stato allietato in serata da una conferenza del Ministro Fornero e della Camusso (sic!). Questo candida Rimini, non solo come avevamo pronosticato, ad ospitare i prossimi forum dei “Flagellanti” e degli “Amici della peste nera”, ma la proietta senza dubbio nell’Olimpo rappresentato dalle annuali e affollate convention delle “Confraternite della buona morte”.
 E.B.

Alla Fine della Fiera

Alla fine della fiera l'unica cosa che (forse) fermerà l'austerità sarà ancora una volta, come è successo poi sempre nella storia, la piazza, il fatto che della gente vada fuori a farsi menare e a menare e sia disposta anche a versare un poco di sangue. Il mondo è mosso dalle minoranze, questo è vero ai vertici dove ci si sono minoranze ristrette che decidono, ma ogni tanto è vero anche alla base, quando una minoranza va a scontrarsi in piazza con la polizia, fino al punto in cui lo scontro fisico diventa la notizia importante che oscura le varie "allargamenti della spread", "consolidamenti dei conti pubblici", "riforme strutturali" e "risanamenti" Da qui in poi, come è successo oggi ad Atene e Madrid, per avere segnali sui mercati non devi guardare solo il calendario dei dati economici, delle riunioni della BCE e dei discorsi di Bernanke, devi guardare se ci sono manifestazioni in piazza importanti in Catalogna, a Madrid o ad Atene. Oggi per seguire il mercato che cedeva guardavo su Sky l'andamento delle manifestazioni di piazza a Madrid, perchè le notizie economiche erano irrilevanti (i dati USa in realtà oggi erano buoni). Conviene tenere acceso un canale che segua queste manifestazioni in tempo reale a Madrid e mostri quando si passa alla violenza come segnale intraday (non in Italia, i giovani italiani sembrano più fiappi di quelli spagnoli, lo si è visto anche ai mondiali). Come dice acutamente Ray Dalio di Bridgewater (120 miliardi in gestione, il più grosso fondo hedge al momdo) nell'intervista di qualche giorno fa, per l'eurozona: "alla fine è un test del carattere della gente.." (cioè se è gente che di sottomette disciplinatamente ai sacrifici come in Estonia e Irlanda avrai in qualche modo un assestamento basato sull'austerità. Se all'opposto esce di casa e spacca tutto avrai alla fine un cambio di politica...)

cobraf

Dodici Volte

Il neo Presidente Carim Dott.Prof Sido Bonfatti, Docente di Diritto Fallimentare, nel suo esordio conferenziale ha gettato come talismano la sua esperienza e buena suerte precedente, delle Dodici Banche amministrate, nessuna ha fatto ricorso alla sua Docenza. Non è poco, migliaia di azionisti e dipendenti hanno finalmente sollevato le mani scongiuranti da almeno tre anni. Chi ha dato, ha dato scurdammoce 'o passato, suonava in sottofondo la malinconica musica napo-riminese, non si pensa ad azioni di rivalsa, il Docente ha già anticipato che sarebbe impossibile stabilire le colpe, i debiti accumulati invece vengono mostrati nella loro impietosa realtà. Rimane l'impegno politico della rinnovata squadra di governo della ex Banca della Città, destinata presto ad appetiti forti, dopo avere per anni primeggiato per autonomia, managerialità e competenza. Il gradino gestionale è stato giustamente rinnovato, i padroni?

Sconosciuti

Da tempo abbiamo scritto che in base ai nostri sondaggi, con cittadini lettori ma troppo spesso disattenti elettori, più del 60% non è stato in grado di indicare il cognome magari con il nome di un assessore. a quelli che dopo sforzi indicibili e qualche compressa di fosforo balbettano un Biag..noi per ritorsione chiediamo di indicarcene uno peggio, si arrendono. non giocano più agli Sconosciuti. Tra le tante ragioni che dimostrano la lontananza dei cittadini dalla politica possiamo a ragione indicare la scelta di questi rappresentanti del sindaco. Non vogliamo infierire od offendere raccontando dove il Giovane abbia indetto le sue personali primarie d'ingaggio, eravamo una Città da bere, in troppi si sono ubriacati. E' naturale che gli amministratori non siano all'altezza del compito, vanno bene se parametrati al Primus, per il resto non avendo sostenuto nessun esame se non la patente nautica od il corso da catechista, siamo andati bene. Nella nostra personalissima bass parade, Brasini merita un cenno particolare, non per la pettinatura molto risparmiosa, ma per avere pronunciato alcuni concetti pieni di semplice buon senso. All'inizio della legislatura prima di delegare a Funelli le incombe sindacali, il Giovane aveva impedito ai delegati di esprimere concetti, idee, proposte che non fossero autorizzate. Insomma solo Lui poteva parlare, è cominciata la tragedia. Lo scranno naturale di un Sindaco non è il Consiglio del Bounty, locale gradibilissimo che però ospita la politica in assenza dei contenitori ufficiali. Non sono le decine di premiazioni, viaggi, inviti, cocktail, cene, pranzi, merende che hanno caratterizzato diciotto mesi spesi male. Si parla e discute nella Sala Ovale piuttosto bruttina, però dotata di microfoni, registratori e di una Segretaria molto attenta, però scelta da Melucci. Da mesi non si registra una delibera, perfino il Notiziario di Casa e Curia, avverte che qualche cosa non quadra, devono copiare elenchi lunghissimi di patacate interroganti inventate per essere citati sull'Odg e sembrare dei consiglieri. Un vuoto  pneumatico, le uniche cose di cui il sindaco ama parlare sono le sue feste, anche perchè all'altro suo cavallo elettorale, il friburghese, non becca più nessuno. Una situazione paradossale se si confronta l'Esecutivo con il Legislativo, ossia il rapporto tra Giunta e Consiglio. Un niente che il sindaco giustifica, con chiunque si trovi a parlare, che il Prima era fatto solo di mattoni. Chi ha ruminato un poco di politica attiva, sa bene che l'impronta dei cinque anni di legislatura si determina nei primi due, se nulla è stato fatto, sono cinque anni che puzzano di saraghina. In momenti di crisi come questi, la città paga un prezzo altissimo, non solo sul piano economico, ma su quello della fiducia nel futuro, ancora più decisivo. Osservate come veniamo trattati, non solo a livello regionale, Cesena e Forli una volta cugini di campagna invidiosi della ricca e godereccia Rimini, fanno gli incontri senza mandare gli avvisi in Cina. Ci lasciano i delinquenti, puttane, spacciatori, con quelli possiamo fare una esclusiva Area Vasta, ci hanno scippato tutto, neanche un Breil taroccato ci lasciano, però abbiamo Tonini. Qualcuno dei giornalisti impegnati a rispondere alle letterine concordate con i sempre più scarsi lettori, si ricorda del Magnifico che con la nostra Expò voleva rompere le reni a Milano ed Amburgo? Melucci vincendo la famosa ritrosia ha parlato, la Tassa di Soggiorno si deve cambiare in quella di Scopo, prima o dopo averla pagata? La Rinaldis in Ermetis dimostra la debolezza di una elezione in accomandita semplice, al primo non ultimo stormir di fronda sparisce come centinaia di esercizi alberghieri. Una parabola discendente appena cominciata, noi abbiamo una visione delle Rimini Future, non scorgiamo bambi, laghetti, piste pedonali, ma tanti che rovistano nella spazzatura..separata.

Conchigliachefuma

Non preoccupa solo il saldo del C/C Palas, la Conchiglia ambita, voluta, perseguita e posizionata da Cagnoni fuma indebitamente ed avvelena l'aria dei condomini vicini, molto, troppo vicini. Il Comitato è sorto in assenza di interlocutori istituzionali, hanno sciolto i quartieri nell'acido del silenzio più assoluto per non creare grane, il Sindaco fa Bruce Lee alla rovescio, sono rimaste le forme fai da te, importanti, in alcuni casi, vedi Parma, decisive. La posizione, le dimensioni, il costo della stupenda struttura frutto della riconosciuta fantasia tedesca e dei debiti riminesi, sono errati dalla nascita. Dopo il madornale sbaglio urbanistico con la Fiera, c'era tempo per non commeterne altri della stessa casa editrice, non serve riassumere i nominativi della sequela impressionante di complici nella collocazione e nella spropositata ampiezza. Una conchiglia nel posto sbagliato, difficile se non impossibile da riconvertire, almeno i capannoni fieristici producono energia elettrica senza inquinamenti evidenti, hanno trovato una loro identità leggermente diversa dalla primitiva e boriosa filosofia. Se avessimo voglia di ridere in mezzo al disastro riminese, potremmo ricordare la barzelletta della collocazione nella Borsa di.... Alle volte le crisi arrivano per regalarti dei favori finanziari, pensate alle migliaia di azionisti che dopo avere comperato Azioni Carim avessero aggiunto al loro paniere anche quelle Cagnoni

Libero

Sallusti non va in prigione se chiede i Servizi Sociali, non c'è molta differenza con la direzione del Giornale del Piccolo B. Chiamparino dopo avere realizzato la grande impresa di indebitare Torino per tre (3) miliardi è stato pregiato della poltrona di Presidente della Fondazione Bancaria, un Pasquicchio di sinistra. I governatori anche quelli raggiunti da mandati, avvisi, fine indagini, si sono riuniti in gran fretta, pensando di emendare i peccati originali, hanno deciso una riduzione del numero dei consiglieri, dei loro benefit scandalosi e delle prebende, Lombardi&Piva contrari. Fuori tempo massimo, abbiamo calcolato che la storia che si sta dipanando nel Lazio, in Campania, Piemonte ed... era ora Emilia con poca Romagna, finora tutte terre pidielline, mentre di quelle Emerse non si sapeva niente come per i Penati, gli Emiliani ed Orecchini vari, dicevamo le ultime, per il momento, vicende che trovano sempre un Fiorito interprete per renderle più disgustose, sono una manna elettorale per il M5S. Grillo da perfetto conoscitore dei meccanismi mediatici ha sempre pregato che i seguaci non si trasformassero in Favie ingenue nella loro dannosa loquacità, aveva capito che la campagna elettorale la stanno facendo gli altri. Lo spread, come ha annunciato da tre anni il nostro Cancelliere, sta risalendo, sono terminati i pallidi benefici della ultima iniezione dei nostri miliardi alle banche ree del casino che stiamo vivendo. Le nostre riservate informazioni raccontano che Mocchi, neo Direttore Carim, sia  una persona capace, rimane il fatto che per salvare qualcuno nella Banca sta continuando il gioco della revoca degli affidamenti. Non ci siamo, da una parte per fare un pò di polverone, vengono annunciati sostegni alle imprese artigiane che probabilmente, vista la situazione patrimoniale degli istituti, non si applicheranno mai, dall'altra, l'opera di risanamento è accompagnata da una rude restrizione del credito. Vi sembra una politica corretta? Ci rivolgiamo all'amico Piccari che siederà per meriti letterari e cienneannini ancora sulle dorate poltrone del Palazzo Buonadrata: scrivi qualcosa di sinistra. Il tuo Giovane Sindaco è in volo pagato per la Cina, i paganti sono rimasti senza fido e speranza.

venerdì 28 settembre 2012

I Flagellanti

A Rimini è iniziato il Festival Francescano con distribuzione di santini, preghiere rigorosamente improntate alla povertà del nostro santo migliore. La scelta della nostra Città, una volta patria indiscussa del turismo sfacciato ed edonista, terra di night, discoteche e bandiere gialle per iniziare i giovani allo sballo festaiolo, come simbolo della austerità quasi berlingueriana, ci lascia interdetti, quasi impauriti, non avranno mica ragione i gufi di Rimini Politiuca capitanati dal nostro Cancelliere che vedono un futuro disastroso, nel presente pieno di sfighe? Attendiamo un Palas finalmente pieno con il Forum dei Flagellanti ed il Convegno degli Amici della Peste Nera.

Comunicato M5S

Bolkestein

Ennesimo Slogan Pubblicitario del PD! Continuano ad illudere i loro votanti, ma anche tutti gli altri cittadini che non votano PD. La direttiva europea detta “Bolkestein” non indica un periodo per la concessione demaniale, ma la UE si è già espressa negativamente per la proposta di 20 anni..figuriamoci per 30! Anche sulla ipotetica liquidazione che il subentrante dovrebbe riconoscere al concessionario uscente è solo uno Slogan! Non è possibile indicare in un bando pubblico l’importo dell’avviamento di uno stabilimento balneare che il subentrante deve riconoscere all’uscente, a meno che lo Stato si faccia carico dell'esborso, ovvero il cittadino. Nel 2000 abbiamo festeggiato il 150° del primo stabilimento balneare, perciò la nostra spiaggia non può essere considerata alla stregua delle località che non vantano il nostro valore storico-culturale. E' giusto affermare che il merito del valore aggiunto attribuibile alla spiaggia dal 1850 ad oggi è di tutta la cittadinanza (albergatori, artigiani, commercianti, geometri, ingegneri, etc) e non solo dei concessionari (bagnini). Tutta la cittadinanza ha il merito del miracolo turistico riminese, infatti gli stabilimenti senza alberghi cosa valgono?...chi ha costruito gli alberghi?...e chi fornisce le derrate alimentari? Anche l'amministrazione comunale ha i suoi meriti e le sue responsabilità (vedi FOGNE!) La cittadinanza riminese ha dato un contributo economico notevole al settore turistico: i debiti del Palas, della Fiera e dell’aeroporto, tutti investimenti a carico del cittadino riminese, ma godute in primis dagli esercenti del turismo. La Bolkestein pone in evidenza una parità di trattamento tra i cittadini dell’Unione Europea: tutti i cittadini possono spostarsi sul terreno europeo e godere delle stesse regole. Un tedesco potrebbe presentarsi all’asta con evidenza pubblica per l'assegnazione delle concessioni demaniali e concorrere con i nostri concittadini. Il Governo deve esprimersi sulla Bolkestein, ma è arrivato il momento anche di rivedere la questione economica derivante dai proventi delle concessioni: lo Stato si trattiene il 95%, la Regione il 2% e il Comune, nel quale si trova il terreno demaniale, trattiene appena il 3%. E’ profondamente ingiusto!! La spiaggia riminese dovrebbe appartenere alla cittadinanza riminese che è la vera protagonista del cambiamento e il Comune di Rimini dovrebbe farsi carico di intraprendere un'azione di rivalsa nei confronti dello Stato per attuare quel principio di Federalismo Demaniale (Decreto legislativo 28.05.2010 n° 85) e divenire perciò l'intestatario del terreno. Il Comune di Rimini si fa carico delle infrastrutture urbanistiche correlate alla spiaggia (impianti, strade, forze dell’ordine) e dovrebbe ricevere almeno il 50% dei proventi delle concessioni anziché il 3%. Prima della Bolkestein è importante mettere in chiaro che è arrivato il momento di riconoscere alla cittadinanza riminese il merito di aver trasformato la spiaggia con le dune (tra l’altro molto belle...e ora non ci sono più!), in una locomotiva del turismo riminese, insostituibile e immodificabile alla destinazione d’uso. Il resto si vedrà, il buon senso dovrà prevalere alle logiche economiche e a quelle europee.
 MoVimento 5 Stelle Rimini

Comunicato Lega Nord

Il mestiere piu antico del mondo

Finalmente le coscienze si muovono. Si nota finalmente un interesse verso quello che fino ad oggi è considerato il mestiere più antico del mondo, ovvero il “meretricio”. E’ ora di far basta con i falsi moralismi e ordinanze che non portano certo a risolvere il problema della prostituzione. Le soluzioni sono decisamente solo due: o facciamo diventare la prostituzione un reato penale oppure abroghiamo la legge Merlin. Certamente la prima soluzione porterebbe allo sgombero della strada e al riempimento delle carceri con ulteriori costi per la popolazione, ma sicuramente la seconda porterebbe ad una regolamentazione del fenomeno, così come avviene in altri paesi d’Europa,portando con se vari benefici. Ovvero oggi le prostitute non pagano un euro di tasse, quindi sono evasori totali ed in più risultando senza reddito godono anche di assistenza sanitaria gratuita più altre agevolazioni per chi risulta senza reddito. Creando strutture legali si dovrebbe sottoporre obbligatoriamente a controlli sanitari per accertarne lo stato di buona salute tutelando così i clienti ma anche loro stesse. La Lega Nord è già da diversi anni che guarda al fenomeno cercando la strada per una soluzione. Infatti in questi anni sono state fatte diverse proposte e disegni di legge proposti e firmati dagli Onorevoli Leghisti (Lussana, Stiffoni,Brigandì, Franco) Non ultima l’emendamento presentato in Congresso Federale quest’anno dall’On. Manuela Dal Lago che chiede a tutti gli Onorevoli della Lega d’impegnarsi per creare le condizioni perché si faccia un referendum abrogativo sulla legge Merlin. E’ tutto pronto. Manca solo la volonta’ politica da parte di tutti o quasi i partiti di calendarizzare i disegni di legge o di partire per raccogliere le firme per il referendum.. E pensare che una regolamentazione giuridica ridarebbe oltremodo dignita’ alle donne che ora sono sfuttate.Sarebbe per loro una libera scelta, praticherebbero un’attivita’ professionale senza essere piu schiave di nessuno. Si eliminerebbe il degrado di zone cittadine Si renderebbero piu sicure certe strade Si toglierebbe denaro alla malavita Si avrebbero introiti nelle casse dello stato, eliminando una forma di “lavoro nero”… Quindi a questo punto l’unica soluzione che ci pare ovvia è una compattezza delle varie forze politiche sull’argomento Noi della Lega Nord siamo pronti.

Il Segretario Provinciale e La Segretaria Comunale                    
                              
Vito Evangelisti e Grazia Canella                                                                           
                                                    

Scusate

Quando si parla della spiaggia sembra di avventurarsi in casa d'altri, le leggi della repubblica italiana s'infrangono contro le mura del lungomare, inizia l'Isola delle Rose. Ci sono centinaia di abusi che tutti conoscono, invece di agire secondo la Legge, la discussione cazzeggia sulle modalità di sanarli. Esistono davvero due realtà non conciliabili, si potrebbe organizzare una partita urbanistica: Bagnini vs Normali. Provate in casa, in giardino, nei campi, nell'albergo, nel negozio, dall'amante, a realizzare un decimo di quello che in questi 30 anni (unità di misura riminese) è stato edificato, piantato, posizionato, gettato sulla sabbia. Conoscendo  bene la materia ed i protagonisti, non siamo mai stati invitati alle discussioni casalinghe che si svolgono ai Sun, una delle tante, troppe manifestazioni fieristiche in disarmo. E' avvilente che i duellanti siano sempre gli stessi, cosa hanno di tanto particolare, quasi magico ed attraente, i bagnini rispetto agli altri imprenditori e cittadini? Non riusciamo a capirlo, sono relativamente pochi ma dotati di assurdi privilegi, per una categoria che da sola misura come un piccolo stabilimento Fiat, vengono chieste esenzioni, modifiche alle leggi europee sul libero commercio che nessuno ha mai avuto il coraggio di avanzare in ambiti molto più strategici. Non sarà che la nostra politica ha paura di tutto, perfino di un cinguettante passerotto toscano, alla fine se non vince farà perdere D'Alema, consideriamo Bersani da sempre quello che non comanda, dietro alla sua figura si staglia ancora l'ombra del Migliore. Il Delegato ha capito che con l'insistere nella discussione, dopo una presuntuosa intromissione, correva il rischio di attizzare  pericoli per la salute e le primarie. Il problema principale non sono i giochi della Chicco, come amano raccontare i più corretti estensori di denunce dei redditi, ma le enormi cementificazioni che hanno fatto sparire la sabbia. A maggio quando la questione diventò non oscurabile nemmeno dalla stampa amica, il simpatico John Mussoni, antico sceriffo dei salvataggi, chiese senza evidente imbarazzo che l'arenile venisse considerato zona urbanizzata, prendendo lo spunto da Cesenatico. Una oscenità, dalla passeggiata non si vede il mare, ma i ghirigori degli stabilimenti balneari, in estate non circola l'aria, è come stare in Piazza Maggiore. Questa sarebbe la copia conforme delle vostre aspirazioni? Se avessimo una Amministrazione, avrebbe già indetto le gare d'appalto per evidente incapacità a reggere il confronto imprenditoriale nel prossimo futuro. Una richiesta strumentale, come un Conte qualsiasi, Mussoni "non può non sapere" che per urbanizzare l'arenile occorre una modifica al Piano Paesaggistico Regionale, una Variante al Prg Vigente ed una al Piano Spiaggia (quinta). Con proposte di questa natura siamo giustamente all'indice della moralità urbanistica. Dobbiamo rilevare, usando tutte le precauzioni del caso, che l'assessore (per quanto?) agli abusi sembra volere perseguire la politica del dialogo, oltre a tirare la tratta di Bertino, i contenuti sono un misterioso Graal, abbiamo solo capito le motivazioni per il tendone del Circolo Viserbese, non erano contenute però nell'ordinanza. Quello che è stato posato senza autorizzazione ambientale può essere sanato, va comunque rimosso per dimostrare uno straccio di precarietà, parimenti può essere reinstallato se rispetta il Piano Spiaggia, obbedendo alla Legge Regionale che prevede una diminuzione del 10% delle superfici edificate, non delle esistenti, che non significa niente, bensì di quelle autorizzate. Che la spiaggia sia cosa assai complicata lo aveva capito benissimo il Padre del Piano Spiaggia Originale che indicava cosa serviva alla città, non cosa volevano i bagnini ed...i chioschisti. Non per caso, nell'Originale non si permettevano restaurazioni, ma solo l'attuazione in termini totali del previsto stabilimento balneare, che se fosse stato realizzato avrebbe messo al riparo gli operatori dalla Bolkestein, per tutte le grandi opere era possibile prevedere allora concessioni pluriennali. Nel caso della nostra spiaggia potevano arrivare legittimamente ai venti/trenta anni. Ha vinto come sempre la mediocrità, la miopia, l'ingordigia senza scontrini, aiutata dalla politica del basso consenso, come per i Fiorito, Lusi e...Pen..tutti erano d'accordo. Non si è mai trattato della difesa di una categoria, che può essere perfino nobile se giusta, ma della legalità e dei principi sacrosanti che non possono essere violati dai Lombardi, Pizzolante, Piva con il contorno delle Petitti in attesa di prendere il posto del medico. L'aspetto più inquietante, scusato solo dalla difficoltà della materia e dai troppi inquinatori della verità è l'assenza dal dibattito di forze che per molto, molto meno organizzano stupendi comizi...parmensi. Si può sempre rimediare, Favia non ha mai detto niente, ma i riminesi stellati possono iniziare, loro non possono andare in Cina.

Poste Italiane

Non ci fidiamo di noi stessi, anzi meglio, siamo i primi a non fidarci della qualità morale degli altri, e così mentre non diamo fiducia all'invio di posta normale, «la raccomandata da noi vale 250 milioni di euro l'anno. Le poste olandesi fanno 12 milioni di raccomandate in tutto il Paese. Noi di Tnt Italia, con l'8% del mercato, facciamo già 10 milioni di raccomandate». Certo l'Olanda è più piccola di noi, ma ecco allora un altro dato: una famiglia italiana riceve il 65% di posta in meno di quella olandese. Eccola l'Italia letta attraverso le buste, i plichi e i pacchi. Un mercato che non si sviluppa per inefficienze di sistema e per il peso della parte allegramente truffaldina del nostro Paese.

giovedì 27 settembre 2012

Tutti x Grillo

Avevamo colto nel segno, molti giornali titolano con enfasi che Renzi prima vuole vincere e poi scrivere il suo programma. Avevamo anche sottolineato la furbizia democristiana del pulzello fiorentino, quello che salta allo stadio con le Hogan di Diego, in caso contrario l'impianto di rottamazione non funzionerebbe. Questa è la cronaca, la sostanza dice che Renzi ripercorre l'idea dell'uomo della provvidenza, una consuetudine tipica della disgraziata seconda repubblica, dopo Prodi e Berlusconi dovremmo provare Matteo. In tali condizioni tutto può succedere, anche non volendo stanno lavorando per lui. Bersani è il più infaticabile, il ritratto di Maurizio Ferrara, uno che li conosce bene da dentro, forse meglio di noi, è stato impietoso, una stroncatura durissima senza mai usare le armi della gratuita offesa., Pigi ha dovuto respingere le offerte di Tonino per non abbandonare Azzurra, abbiamo l'impressione che faccia la fine del famoso asino di Piacenza, indeciso tra biada e fieno. Per un partito, nel momento di massimo splendore potenziale, in assenza di altri competitors, l'unica strada percorribile sembra quella di Medjugorje o continuare ad usare il Porcellum che permette dopo, porcate più grosse del prima. La seconda variabile, non trascurabile è rappresentata dagli elettori pidiellini, in piena libertà, un 8 settembre politico, dal tutti a casa a...Grillo? Cielle, un baluardo oltre che serbatoio importante, è in crisi esistenziale, con le Opere in profondo movimento, non sapendo a quale porto attraccare. La terza questione, non va dimenticata, Renzi è un cattolico,  una chiesa anch'essa in cerca di riscatto più che legarsi ad un vecchio usato insicuro come Casini, potrebbe trovare più congeniale spingere Matteo, come risposta alla preoccupante avanzata di Grillo. I mille(?) presenti al suo comizio parmense valgono più dei 900 che ascoltavano Bersani a Sesto San Penati, dell'indagine continua a non trapelare nulla, sono passati solo quattro anni. In un partito zeppo d'opportunisti dell'ultima ora non saremmo per niente sorpresi dei cambi di corsia repentini, solo di Melucci siamo sicuri che non tradirà al canto del gallo. I Gemelli si stanno consultando, non avranno scelto il vestito sbagliato?

Shanghai Saraghina

Il Corriere del Pd Bersaniano ha definito un Disastro il sistema turistico extra alberghiero, con perdite mediamente sopra il 30%, Accettando questi approssimativi valori, ci chiediamo di quanto sarebbero aumentate le percentuali se non avessimo avuto una situazione metereologica eccezionale. Un quadro che nel suo insieme supera di gran lunga ogni peggiore previsione, in prospettiva la prossima estate, tenuto conto della crisi che continuerà per tutto il 2013 e non potendo sperare sul meteo, anche un'ulteriore innalzamento di qualche punto porterebbe a percentuali che in soli due anni superano il 50%. Le altre stagioni sono state Tutte caratterizzate da segni negativi in termini di presenze e fatturato, solo i Galli d'avvistamento pagati profumatamente hanno lanciato offensivi segnali di speranza. L'istituto delle dimissioni vale solo per colpe elettorali? Mentre i resti dei resti della nostra ex industria turistica, la Fiat degli Alberghi, si sbranava sull'ultimo stupido balzello inventato per cancellare definitivamente dall'albo dei prestatori di servizi la nostra Città, il vostro Giovane indossa occhiali a mandorla e vola...in Cina. Ha lasciato in pasto alle incazzate orde alberghiere tre tecnici comunali per spiegare il meccanismo della Tassa di Soggiorno, non si parlava di Parade, Saraghine, Street, non era sua competenza, poteva mandare lo stuntmen Funelli. Se avessimo una classe dirigente appena passabile, la gravità del momento potrebbero almeno leggerla sui quattro giornali di casa, il Quotidiano Gratuito nelle poche pagine dedicate a Rimini è stato costretto ad inserire notizie agghiaccianti: 300 imprese edilizie hanno cessato di esistere, qualche migliaia di presenze lavorative in meno, le banche di credito cooperativo hanno siglato una convenzione per ossigenare gli artigiani, che temiano non entrerà mai in funzione, la Carim deve ancora decidere chi vincerà la lotteria del consiglio d'amministrazione, ma continua a revocare fidi. Visti i precedenti siamo convinti che peggio non riusciranno a fare, i commissari bankitalia non hanno disdetto il meraviglioso albergo, Le fiabilande sono in crisi profonda, la metà ed oltre degli affittuari non riesce ad onorare il pattuito, però la Cina è vicina, Shanghai Saraghina.

mercoledì 26 settembre 2012

L'America Cambia Facce

L’America cambia facce, perché noi no? Nel 2000 gli organizzatori della convention del Partito democratico americano non fecero entrare il trentanovenne Barack Obama allo Staples Center di Los Angeles dove il vicepresidente Al Gore ottenne la nomination presidenziale. Quattro anni dopo Obama è stato scelto per pronunciare il keynote speech, il discorso politico più importante della convention immediatamente successiva, quella di Boston che nominò John Kerry per la sfida, poi persa, contro George W. Bush. Nel 2008, il candidato presidente è diventato lui, il ragazzo nero che otto anni prima fu costretto ad ascoltare il capo del suo partito all’interno di una triste stanza di motel con un televisore sintonizzato sulla Cnn. Qualche giorno fa, Obama ha chiuso per la seconda e ultima volta la convention del suo partito (enfasi su “ultima volta”) spiegando perché si merita la riconferma alla Casa Bianca. Quattro anni, figuriamoci otto o dodici, sono un’eternità nella politica americana. Un’era geologica. Da un ciclo presidenziale all’altro i partiti che si contendono la Casa Bianca cambiano radicalmente. Il brand resta lo stesso, a volte mutano i programmi, ma i leader sono diversi, oltre che legittimati da un lungo processo di selezione (le primarie) che forgia carattere, personalità e biografia. Ma non cambiano solo i leader perché poi nulla cambi dietro di loro: si rinnova tutta la classe dirigente, senza isterie, senza polemiche, senza i sopracciò di grandi vecchi o di fondatori convinti di essere proprietari del partito. Semmai funziona come nelle squadre di calcio. A un certo punto fisiologicamente si è costretti a cambiare formazione, i Del Piero non scendono più in campo, non perché si vuole loro male, anzi, ma perché lo impone l’inesorabile scorrere del tempo. Magari continuano a dare un sostegno ai nuovi goleador, da padri nobili, ma poi sul campo scendono le nuove leve, le stelle del vivaio, i campioni del futuro. Il programma delle convention 2012 dei repubblicani e dei democratici, la prima si è tenuta a Tampa in Florida e la seconda a Charlotte in North Carolina, se messo a confronto con quello delle precedenti edizioni del 2008 a St. Paul, in Minnesota, e a Denver, in Colorado, sarebbe da far studiare ai nostri partiti. I repubblicani 2012 non hanno presentato soltanto un candidato anti-Obama diverso rispetto a quello di quattro anni fa, ma hanno mostrato un partito con altri volti, storie e racconti. Nel 2008 all’attuale candidato Romney era stato concesso uno spazietto periferico, da terza fila. Quest’anno, tutti i big di quell’edizione sono rimasti a casa: da Sarah Palin a Rudy Giuliani, da Joe Lieberman a Fred Thompson, da Carly Fiorina a Meg Whitman. Per non parlare dei grossi nomi di otto anni prima: Bush, Cheney, Schwarzenegger, Bloomberg. Magari a ogni edizione si corre il rischio di diminuire il peso specifico degli oratori, ma i debuttanti di oggi diventeranno inesorabilmente i campioni di domani. A Tampa naturalmente ha parlato il candidato repubblicano del 2008, John McCain, per cortesia istituzionale più che altro. A Charlotte è intervenuto Bill Clinton, ma Clinton è un politico in pensione, un’icona pop, oltre che un’ancora di salvataggio per Obama in difficoltà con la working class bianca, religiosa e povera con cui invece l’ex presidente sa dialogare. Il discorso di McCain era fitto di parole d’ordine del 2008 e al Forum di Tampa è suonato antico, non contemporaneo, di un’epoca ormai perduta. Erano passati soltanto quattro anni, a conferma che alle facce nuove corrisponde davvero un cambiamento di contenuti, di proposte e di linguaggio. Romney ha lanciato un gruppo di volti nuovi, trentenni e quarantenni poco conosciuti a livello nazionale e internazionale, ma che sono già la spina dorsale del partito: il candidato vicepresidente Paul Ryan (42 anni), il senatore Marco Rubio (40), i governatori Scott Walker (44) e Nikki Haley (41). A Charlotte, Barack Obama ha affidato il keynote speech della convention al sindaco trentottenne di San Antonio Julian Castro, introdotto dal gemello Joaquin candidato alla Camera. Pur confermando la squadra del primo mandato, il presidente ha presentato al Paese una generazione di giovani amministratori locali, di nuove promesse, di prossimi leader. Il suo partito democratico è un’altra cosa rispetto a quello di Kerry 2004 e non è la fotocopia di quello che ha conquistato otto anni fa. La classe dirigente americana, in sintesi, non è immobile, non è immutabile, non è immarcescibile. Cambia. La questione non è affatto generazionale, è democratica. Nel Paese di Obama e di Romney-Ryan, democraticamente il più longevo della storia dell’umanità, se qualcuno aspira alla leadership politica non scatta l’allarme degli apparati (che non ci sono), non si alzano le barricate dei vertici (che sono temporanei), non si grida alla lesa maestà (l’indipendenza dalla Corona è di oltre 200 anni fa). Gli si aprono le porte, e vinca il più bravo. I partiti non sono proprietà privata dei leader pro tempore, non sono chiese guidate da cardinali infallibili, non sono aziende personali. Prima lo capiranno D’Alema, Berlusconi e gli altri, meglio sarà per noi. 

Christian Rocca Il Mensile Sole 24 Ore

Servizi Parte Seconda

Nella Prima Parte dedicata ai Servizi non avevamo toccato il tema legato alla distribuzione del gas metano. Discorso complicato in campo nazionale, a Rimini è un casino quasi inestricabile. Non si capisce il presente se non partiamo dal passato remoto. Scaduta l'originaria concessione, tutti gli impianti dovevano essere ceduti al Comune, previa una corretta rifusione degli investimenti effettuati. Invece di arrivare ad una conciliazione patrimoniale, si è scelta la strada di un Accordo stile Seminario, attraverso il quale la quasi metà delle reti sono di proprietà della Società del Gas, l'altra metà aumentata di uno 0,50 per renderla maggioritaria, rimaneva in capo al Comune. Non ci vuole molto a capire le ragioni che ci hanno portato a definirlo un affaire seminarile, anche le cifre lo rendono simile, 17 milioni per non comperare un Seminario da chiudere...17 milioni viene stimata la maggioranza della proprietà delle reti riminesi. Non è un numero che a Rimini porta sfiga a tutti. Un'altra parte nebulosa di questo Accordo è la temporalità, rinnovare per venti anni, è una fideiussione gassosa. Le cronache, sempre avare di fatti amministrativi, ci regalano una notizia attesa da tempo, il cerchio si chiude, il motivo scatenante è la merda in mare, per allontanarla dalla costa di qualche metro, contando sul garbino, il Soros Comunale ha pensato di vendere l'unico gioiello di famiglia custodito precariamente nella Holding dei Debiti. Ancora prima di bandire le regolare asta viene indicato il naturale prezzo, il numero 17 esce ancora sulla roulette dei servizi, in un contesto che ci sembra almeno confuso. A lume di naso sembrerebbe più giusto e vantaggioso aspettare la scadenza della concessione che dovrebbe avvenire fra 3/4 anni, ma anche chiarire come sia possibile che una società privata sia proprietaria di una infrastruttura che si trova su aree pubbliche perchè è concessionaria della gestione. Se la prossima gara la vince un'altra azienda (non succederà, scherziamo) per esempio l'Eni, le sei zampe dovrebbero pagare l'affitto alla Sgr e per assurdo il Comune chiedere alla stessa il canone per l'occupazione di terreno pubblico? Stiamo facendo fantaservizio? La cosa più disturbante è che la notizia sia calata nel silenzio assoluto, come fosse una cosa scontata, cosa volete che siano le poche azioni in mano pubblica al cospetto del dramma della merda che galleggia? Cari amici a 5 Stelle, hanno una paura fottuta di Grillo, come Conte lo spiano con le telecamere Sky, Mediaset e Rep, hanno contato e schedato i partecipanti al comizio gustosissimo di Parma, come per Parmalat e Telecom l'analista finanziario Beppe ha visto giusto, l'Euro è come Hera, li abbiamo voluti, ci stanno impoverendo. I dalemiani trasformer in bersaniani, hanno paura che rompa le multiutilities di regime. Il gioco si fa duro, per fortuna il Papa ha convocato Casini come testimonial della santità del matrimonio e Renzi da profondo paraculo toscano di questo non parla. Torniamo al nostro gas metano, la gestione della Sgr è stata corretta, non paragonabile al mostro Hera, ci sono casi da controllare, ad esempio gli allacciamenti vengono fatti pagare ad appartamento, moltiplicando gli utili, si devono pagare rotture fognarie solo perchè fanno riferimento allo scarico casalingo, ecc. Se lanciamo una previsione su chi vincerà l'appassionante gara per l'acquisto del collare di perle di gas e diciamo Sg....fochino, fochino

Bump in The Road

Buca nella Strada, termine americano per indicare le gaffe che i candidati commettono nel corso della campagna elettorale. Noi siamo fortunati, ne abbiamo centinaia ad elezioni concluse, però la più famosa rimane quella del nostro Obama intervistato quasi in piedi dai giornalisti di Casa e Curia. Uno spettacolo illuminante che doveva servire a fare capire ai cittadini di quale pasta politica fosse impregnato il Giovane per Bersani. Punto sul vivo dalle poche domande serie, ha avuto una risposta da Bump in The Seminario. E' scattato il coprifuoco, domande ritirate, scuse lanciate. E' finita così la prima ed unica conferenza con contraddittorio per quanto molto amicale. Per la verità in una normale città, ci sarebbero quasi settimanalmente dei Consigli Comunali con argomenti che non siano familiari chiaccherate tra suocero e genero o interrogazioni sulla bump di fronte a casa dell'elettore amico, in quell'ambito non particolarmente ostile si misurerebbe la capacità del Sindaco. Per non correre rischi di imbrattare il vestito dell'immagine curata all'eccesso, non si preparano Delibere deinde non si convocano consigli delicati. La città sprofonda però non ci sono polemiche. Ci sarebbero in teoria anche le voci delle associazioni, sindacati, categorie, oseremmo ricordare i partiti, non hanno mai offerto spettacoli entusiasmanti, il luogo delle loro riunioni inciucianti era il Cda delle Fiera, anche quello deserto per mancanza di materia da esporre. La soppressione dei quartieri in questo quadro malinconico è stata una delle più brillanti operazioni dell'intellighenzia imperante, hanno eliminato le uniche voci dissenzienti, vi immaginate una giunta come questa al cospetto anche di palcoscenici addomesticati come quelli dei Fraternali, come si sarebbe comportata? Il presidente del Q5 ha fatto una carriera da sovversivo, poi è atterrato al Ghetto Turco docile, docile, parteciperà alle primarie, quelle sulla spiaggia non si capisce chi le ha abbia vinte.

martedì 25 settembre 2012

Comunicato M5S

CARIM - Un tipico caso italiano
Il prossimo 27 Settembre si svolgerà l'assemblea di CARIM che sancirà chi si troverà alla guida del più importante istituto di credito del territorio dopo la lunghissima ed inusuale parentesi del commissariamento, inusuale perché durata due lunghissimi anni, il che sta a dimostrare quale fosse la reale criticità dell'istituto. Criticità dimostrata anche dall'imposizione fino al 2020 da parte dei commissari uscenti della società di revisione contabile indicata in PriceWaterhouseCoopers, come dire: fatevi pure il vostro consiglio di amministrazione ma chi vi controlla in ultima analisi lo decidiamo noi. Come in un film western è ripartito l'attacco alla diligenza. Da una parte ritroviamo i curiali ciellini della Fondazione devotissimi a Santa Poltrona e a Sant'Eurino, dall'altra - ed è una novità - i due promotori finanziari Gnassi e Vitali (ricordate a fine Aprile i loro appelli a sottoscrivere azioni Carim?) insieme all'immarcescibile Manlio Maggioli. In mezzo i piccoli azionisti che non trovano nulla di meglio che offrire l'ennesimo curiale, Conti, anche lui devoto agli stessi Santi della Fondazione. Ora in un paese normale, visto la situazione della banca che definire critica è essere ottimisti, buonsenso avrebbe voluto che all'assemblea degli azionisti fossero proposte almeno tre compagini diverse con tre piani industriali diversi. Si perchè in una banca come la CARIM non servono persone riferibili "a", ma idee per come uscire "da" una situazione disperata. Serve un piano industriale efficiente, verificabile, confrontabile. Capiamo che la locuzione "Piano Industriale" è indigesta ai poltronari di professione, ma è solo quello che realmente serve. Invece al solito nulla di ciò, solo la vecchia e consunta logica della spartizione delle cadreghe per appartenenza. E allora consigliamo ai commissari, se si sono trovati bene dove hanno alloggiato in questi due anni, di lasciare un'opzione per il 2015, vista la situazione é probabile che siano costretti a tornare. PS Aggiungiamo un serie di domandine e ne ricordiamo una che già inoltrammo a mezzo stampa diversi mesi fa: "Quanti piccoli azionisti, sui 7000, hanno scelto di “svendere” le proprie azioni? Quanti invece hanno firmato per il rilancio di Carim, sottoscrivendo altre azioni dal valore "ridicolo"? Cara Fondazione, Caro sig. Pasquinelli, ancor oggi non avete risposto alla nostra domanda di tanti mesi fa: vorremmo i nomi e cognomi di quella dozzina (e oltre) di fortunati che riuscirono a vendere a prezzo pieno le proprie azioni, poche ore prima del commissariamento del "nostro" Istituto. Ci aggreghiamo infine alla domanda del Gruppo Antimafia Pio La Torre: Com’é possibile aver selezionato Alberto Mocchi per la carica di Direttore? "Proprio l’ex direttore del Banco di Desio, indagato per riciclaggio. Lo stesso istituto (cita il GAP) proprio dalla Banca d’Italia (ironia della sorte!), dopo le ispezioni del Novembre 2011, era stato accusato di carenze nei sistemi antiriciclaggio informatici e organizzativi della capogruppo e di alcune controllate. Siamo consapevoli che Mocchi all’epoca aveva già lasciato il suo posto (e chissà perché? Verrebbe da chiedersi); tuttavia sappiamo anche che per alcuni esponenti ed ex dipendenti delle controllate Banca Desio Lazio e Credito Privato Commerciale la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, per vicende del 2009, quindi quando Mocchi era ancora sulla sua poltrona di Direttore Generale". PPS Buona spartizione !! 

MoVimento 5 Stelle

Secondo Dario

Ric e pubblichiamo volentieri si è aperto il dibattito, grazie:


La diaspora politica dei cattolici, seguita vent'anni fa al collasso della Dc, li ha resi presenti ovunque e inefficaci dappertutto. Forse, allora, alla fine degli anni Ottanta, non si poteva fare altro: dare testimonianza dei propri ideali in qualsiasi raggruppamento ci si fosse accampati. Solo che questa strategia, avallata anche da figure di primo piano della gerarchia ecclesiastica, si è rivelata progressivamente e ineluttabilmente perdente su tutti i piani. Calpestate le più elementari esigenze della famiglia, lasciate morire di inedia le scuole libere, ingoiata tutta una serie di nefandezze a cominciare dalla più indecente e illiberale delle leggi elettorali, spallucce su scandali a ripetizione, difesa ostinata di vergognosi privilegi... e mai un rappresentante politico di area cattolica che abbia avuto un sussulto di dignità dando le proprie dimissioni. Pronti a genuflessioni davanti al padrone di turno, il bavaglio spalmato di miele ha reso taciturni anche i più loquaci. Colpevolmente silenti o comunque inutili su tutto, non mancano, però, figure di spicco del mondo cattolico che si sono messe ad esercitare le loro ugole nel coro dei cantori contro Grillo. Ma si rendono conto costoro che Grillo lo hanno creato e lo ingrossano giorno dopo giorno proprio le ingiustizie, i soprusi, gli sprechi, i privilegi, i furti, la catena di leggi ad personam, nomine di incompetenti a posti istituzionali nevralgici, misure sbagliate e prese da un Parlamento nominato da quattro Caligola? Non c'è una politica e un'antipolitica; c'è solo una politica cattiva e una politica buona. E se quella di Grillo è antipolitica, essa è solo la conseguenza immediata e diretta di quella antipolitica, cioè di quella cattiva politica, di cui sono stati e sono pervicacemente capaci i partiti che oggi siedono in Parlamento. Non è vero che c'è fuga dalla politica; c'è piuttosto fuga dalla politica di questi partiti. Il ministro Andrea Riccardi in una recente intervista ha ribadito che «i partiti sono decisivi per la democrazia». Giusto. Ma qui la domanda è inevitabile: gli attuali partiti sono decisivi per la vita o per la morte della nostra democrazia? E il governo tecnico di Monti non è forse un epitaffio sulla politica di partiti miopi, incapaci di soluzione per i problemi più urgent e affollati da «clarinetti» che coprono miserabili interessi con sproloqui sul «bene comune»? Ebbene, in questo deserto il fatto più sconcertante è la sostanziale assenza del mondo cattolico sulla scena politica. E tutto ciò, nonostante i ripetuti inviti del Papa e del cardinale Bagnasco a che i cattolici, soprattutto i giovani, impegnino le loro energie in vista di una politica rinnovata. Tuttavia, si seguita ad insistere sull'idea che non ci debba essere un partito di cattolici. È chiaro che è illusorio pensare a un partito capace di aggregare tutti i cattolici, se non altro perché non c'è più quel «nemico» che riuscì a tenere insieme la maggior parte di loro negli anni dal dopoguerra in avanti. In ogni caso, se non è pensabile un partito di tutti i cattolici, appare sempre più necessario un partito di cattolici liberali, un partito sturziano di cattolici liberali e solidali sotto il segno della Dottrina sociale della Chiesa. Per tutto ciò, tra tanti cattolici - e lo dico con cognizione di causa - ha destato una non gradita sorpresa l'idea di Riccardi per il quale «non serve il partito dei cattolici». Egli ha parlato di «condensazioni» e di «credenti che saranno una rete radicata tra la gente». Riccardi, proprio lui che, con la sua esperienza, le sue capacità organizzative e con quanto è riuscito a realizzare con la Comunità di Sant'Egidio a Todi e dopo Todi molti, e a ragione, vedevano e vedono ancora come uno degli assi portanti del nuovo partito! È davvero sorprendente che un dotto storico dei fatti del passato ponga dei divieti alla storia del futuro. Ci si richiama continuamente a Sturzo, ma Sturzo un partito lo fece. E De Gasperi, con un partito di ispirazione cristiana, ha salvato l'Italia. E ora ci si invita a «condensarci», vale a dire a seguitare a fare gli «ascari». È proprio soltanto questo ciò che il mondo cattolico è in grado di offrire oggi all'Italia? Certo, in politica si può perdere, ma è meglio perdere con truppe fedeli che vincere in funzione di mercenari magari beneficati e comunque sempre irrisi. La realtà è che c'è un mondo cattolico vastissimo e sano, fatto di persone oneste e generose che, politicamente non rappresentato, si rinserra, per usare un'espressione di Galli della Loggia, nell'ergastolo politico di «masi chiusi». In due parole: la truppa è pronta; disertori appaiono essere i generali. 
Dario Antiseri.

Due Tiri al Pallone

E' notizia (?) di ieri che i Gemelli per Bersani hanno onorato una partita tirando due calci al pallone, non a Melucci, poi la visita alla nonnina, un giro con le karatelle di Coriano che sarebbero i nostri cariuli. Delibere di Giunta o Consiglio nemmeno l'ombra, quando fanno una cosa la sbagliano al punto che scattano le indagini, solo della Spiaggia sembra che nessuno se ne ricordi, il Tendone del Circolo Viserbese va su è giù come fosse un gazebo di paglia, potenza dei presidenti graditi. Le promesse iniziano a gonfiarsi, l'andazzo non subisce modifiche, sono sicuri di non avere una alternativa, quella storica si è squagliata tra puttane e rimborsi fasulli, solo le feste a testa di maiale sono una invenzione di.. Repubblica. Il giornale di Scalfari, molto sodale con il Quirinale, ci dovrebbe dire perchè solo il Pd non ha tesorieri indagati, una domanda che qualche giornalista potrebbe fare, siamo curiosi di conoscere la risposta, se è quella che pensiamo, abbiamo già iniziato a sgagnasciare. Manca il senso dell'amministrare, non hanno una logica progettuale che traguardi la settimana, dire che le visite pastorali fanno parte del mestiere del sindaco è una banalità, scambiare il meccanismo con il core business della mission è logica prettamente gnassiana. L' impressione (?) che si ricava dai comportamenti è quella di personaggi molto attenti alla loro immagine, il Giovane predilige quella estetica alla politica, se vanno (ci vanno) alle feste la comparsata si esaurisce in un nugolo di parole gettate al vento del momento. Volendo usare la divisione attuale uno come Gnassi sarebbe obbligato a diventare apostolo di Matteo, doveva essere l'autista del pullman pagato da..Zerbini. L'amministrare si esaurisce in qualche omelia scritta da altri per partecipare alle discussioni sul niente, tentando di legalizzare una invenzione istituzionale come la provincia o le Piste Ciclabili di Frigurgo, i Parchi di Ermeti, il Piano Strategico Benedetto. Si scopre all'inizio dell'anno scolastico che una scuola non può aprire e si promette, a costo zero, che presto sarà pronto il nuovo edificio, l'economia nostrana è andata a puttane, la colpa è degli evasori, i bagnini sono una risorsa. Un quadro che sfiora colori patetici, girano assessori che hanno poca attitudine e dimestichezza con i problemi della Città, assumendosi colpe personali ingiuste, lenite dalle tremiladuecentocinquanta euro mensili che se non sono una guarigione dagli insulti li attutiscono. L'elezione di Gnassi ha confermato che le Città hanno i Sindaci che si meritano e che il conclamato cul non era una invenzione, non basta.

Non Cedete

Il Papa richiama i politici cattolici a " non cedere su divorzio, aborto, inserendo ad abundantiam anche il fine vita. Usando lo speciale excludendum, sul resto si può trattare magari andando agli arresti domiciliari in qualche convento. Non sarebbero affari nostri e del praticato ateismo che ci pervade quasi dalla nascita, rimane l'irritazione nel leggere queste raccomandazioni, mentre nel mondo cattolico e pretino succedono gomorre di peccati capitali, odiosi come pedofilia e violenze sui minori. Il Papa ha obblighi pastorali, l'inizio del suo pontificato è stato terribile, non ne ha indovinata una, i segretari meno particolari  hanno impiegato tempo e scuse per riparare i danni provocati dalle sue omelie, perfino ingenue nella loro impostazione politica. E' stato uno dei primi a provocare dissidi con le altre chiese o confessioni, i suoi viaggi rendono poco dal punto di vista finanziario, le raccolte tradizionali si erano già ridotte prima della crisi vocazionale più forte di quella economica. Non abbiamo un prete sotto i cinquanta anni, le parrocchie sembrano fortini abbandonati, assistere ad una funzione religiosa con predica allegata è una pena accessoria insopportabile, i vecchi parroci parlano come ci fosse l'Italia contadina. I vescovi che vogliono fare carriera benedicono... i Piani Strutturali e permettono esibizioni festaiole che nel passato recente avrebbero avuto bolle curiali pesantissime. Non so davvero perchè mi sono avventurato su di un terreno ostile, più cammino maggiore è il tasso di astio profondo, mi consolano gli 80 anni spesi per i poveri da Marilena Pesaresi ed i tanti cattolici credenti ed operanti che sono più incazzati di me.

P.S
Matteo Renzi cosa dice?

lunedì 24 settembre 2012

Stroncato

Bersani inteso come Pier Luigi, il candidatissimo a Palazzo Chigi, ha tre problemi. Il principale alleato potenziale a sinistra, Nichi Vendola, gli dice dalla ridente Vasto che deve ribaltare l’agenda Monti, cioè rinnegare tutto di se stesso, come partito e come esperienza personale di uomo di governo lenzuolante; il principale alleato potenziale di centro, Pier Ferdinando Casini, dovrà trasmettergli il messaggio del Papa, influente personalità del mondo cattolico e leader ideologico di molti cristiani e cattolici moderati, appena pervenuto in Castel Gandolfo: ci si sposa tra maschietti e femminucce, per noti motivi; i suoi sostenitori bersaniani giovani, terzo problema, non vogliono fare una faticaccia per far scivolare un cuscino sotto le chiappe dei soliti Veltroni e D’Alema; il potere, se se ne sentirà l’odore dopo la lotta mortale con il Matteo Renzi, se lo vorrebbero prendere loro, in una logica neolaburista ma di sinistra, basta con il blairismo, e vorrebbero esercitarlo più o meno in esclusiva. Bersani è il più quotato a entrare a palazzo, a questo giro, e per ragioni note. Ma per adesso è un salto nel buio. E lui stesso fa poco per accendere almeno una lampadina e illuminare la scena. Credo di sapere perché faccia così poco, e perché la sua candidatura sia non tanto un’ipotesi di guida alla ricerca del consenso ma la risultante incerta di fattori che cambiano ogni giorno. Il problema non è che nell’elusività si sopravvive e la si sfanga, meglio ambigui che impiccati a schemi troppo rigidi, specie quando si tratti di alleanze. No, il problema è nella natura della sua leadership, come si può vedere tutte le volte che lo si incrocia in un talk show o se ne osservano i movimenti pubblici. Bersani è un presidente di Regione, è un ministro, è un formidabile uomo di squadra in un partito post comunista, sarebbe un broker di grande successo in economia o in finanza: è affidabile, simpatico, pratico, ma è un numero uno? Questo Bersani lo intuisce. Sa che Veltroni non ha idea nemmeno di che cosa parla quando discute un problema di merito, cinema a parte. Sa che D’Alema scavalca con totale cinismo qualunque garbuglio costituito da fatti per azzeccare una combinazione di potere vincente. Sa che Renzi è molto forte come uomo immagine ma non ha ancora il peso specifico di chi ambisca a gestire le ormai scarse sostanze degli italiani e le loro preoccupazioni da posizioni di governo. Ma ciascuno di questi supereroi, di qualunque generazione sia, ha una cosa in più rispetto a lui: il quid. Non intendo essere offensivo. Bersani fa il segretario ormai da quattro anni con scrupolo e anche con qualche elemento di civiltà e di stile in più rispetto al passato. E’ un po’ guascone e proverbiale, invece dovrebbe mostrarsi coraggioso e quel tanto profetico che è necessario in un mestieraccio visionario come la politica, insomma dovrebbe trovarsi qualcosa da dire di più impegnativo che non sia il popolaresco “lavoro ben fatto”. Ma al fondo sta sempre quel tema fatale del “dolore” in politica. Berlusconi ha dominato per vent’anni l’immaginazione degli italiani per tanti motivi, il principale dei quali è che se l’è giocata e combattuta tutta in prima persona, la partita. Obama rischia di vincere dopo quattro anni un po’ così, e molto deludenti, e solo perché resta un tipo di cui si può raccontare la storia personale con qualche emozione. Non voglio usare la parola narrazione, anzi vorrei arrestare e condannare a dieci anni di galera chi se ne serve a cazzo di cane, ma più o meno di quello si tratta. A parte le parafarmacie, rispettabilissime, e gli uffici postali, di che parla la storia di Pier Luigi Bersani? 

maurizio ferrara

Servizi Parte Prima

SalvaRimini ha sempre sostenuto che gli asset dei Servizi (acqua, gas, rifiuti) devono rimanere in capo al pubblico e la gestione attraverso regolari gare ad evidenza europea venga affidata frammentando gli appalti per non creare ingiusti monopoli. Lo stesso discorso, anche questo in solitaria compagnia, lo abbiamo proposto per il demanio marittimo: la spiaggia delle Oasi e...Cna. Hera si è trasformata nell'esatto contrario delle ipotesi paventate, un mostro che ha invaso ed inghiottito il comparto dei Servizi. Sono presenti tre grandi anomalie: il prezzo che i cittadini pagano viene deciso da pochissimi soggetti, nella gestione, in qualità di soci, si sono gli stessi enti che decidono sulle tariffe, l'appalto non scade mai. In queste condizioni esisterebbero ragioni fondate per un intervento delle Autorità di Garanzia ma la potenza della propaganda è enorme, se diamo una semplice occhiata ai bilanci di Hera, si capiscono le ragioni della difesa di questo monopolio, se leggiamo la lista dei dipendenti e dirigenti capiamo le ragioni di una difesa politica tanto forte. I Grillini a Parma sono diventato i nemici dei democrat non tanto per avere conquistato una città dell'ex feudo di Vasco, quanto per volere bloccare l'appalto dell'inceneritore mettendo in crisi Iren, una piccola multiutility rispetto al mostro Hera. Nessuno s'interessa di quanto costa l'acqua, stessa cosa per la raccolta rifiuti, l'importante è che qualcuno li raccolga e non succeda come a Napoli. Poi ci sono mille manfrine ben raccontate su quella differenziata, condite con immagini di grande efficienza. Provate ad usare il Numero Verde di Hera!!! Lo abbiamo detto in altre occasioni, ma lo ripetiamo, è arrivato il momento di smettere di fare le allodole al cospetto degli specchietti. Perchè a Rimini un'albergo di trenta camere deve pagare nei cento giorni (una volta) di apertura una media di 100 euro al giorno? Ammesso che produca anche 200 kg di rifiuti, una enormità (equivalenti a più di 15 sacchi), la media per chilo diventa 50 centesimi. In Italia con cinquanta centesimi si producono e si vendono beni di prima necessità come latte, grano e vino, non ci vuole molto a capire che per arrivare al prodotto finale ci sono passaggi ben più complessi ed onerosi. Qualcuno potrebbe obbiettare che gli esempi portati sono casi limite, in realtà sono tante le imprese che pagano il costo della raccolta rifiuti, praticamente senza crearne, come le mostre di materiali e affini, oppure i saloni esposizione auto, ma anche gli stessi uffici dove si svuota un cestino della carta due volte alla settimana. Se è vero, come è vero, che il costo della raccolta è una tariffa, da parametrare all'effettivo utilizzo del servizio, aver massificato le varie utenze è una forzatura strumentale per incassare di più. Tra raccolta e smaltimento non si dovrebbero superare i cinque centesimi, che possono al massimo diventare 10 con annessi e connessi, che sarebbero tutti gli esponenti politici che lavorano nel Mostro. Passando all'acqua, dobbiamo anche ringraziare, siamo fortunati che la fanno sgorgare dai nostri rubinetti. La cosa bizzarra è che Hera rappresenta già il secondo passaggio dopo Ridracoli, dove con qualche piccola differenza esiste lo stesso meccanismo. Paghiamo una depurazione fatta solo in parte, vedi merda in mare, ma invece di spingerla al largo con opere faraoniche perchè non iniziamo praticando la prima regola dell'ambientalismo: inquinare il meno possibile, pensando al riciclo dell'acqua oppure per quanto riguarda le acque meteoriche, creare sistemi per rimetterla in falda con semplici vasche a dispersione, munite di  controllo per verificarne la salubrità. Ovviamente chi realizza questi impianti deve avere appositi incentivi, come avviene per la produzione di energia. Il sistema oggi è più propenso a consumare che conservare, i temi ambientali sono cartoline di Rimini che rimangono nei cassetti degli assessori, fare il verde era diventato un mestiere. Il quadro ha poi un'altro grande difetto degenerativo rappresentato da una rete idrica vecchia e fallata, non si capisce con quali risorse si debba rinnovare, abbiamo dispersioni enormi valutate ai tempi dell'Amir in oltre il 30%, oggi molto più forti. Non abbiamo affrontato il Sistema Gas, la vendita della partecipazione maggioritaria in Servizi Città è un atto sublime, il Soros Comunale si è superato. Alla Seconda Parte.

Secondo Matteo

Incalzato da Massimo Franco nella trasmissione Otto e Mezzo, è sembrato che tutto l'impianto concettuale e propagandistico di Matteo Renzi si regga sul presupposto che ogni candidato proponga il suo programma, chi vince va al posto di MontiMeno ed impone agli altri di adeguarsi. Per le modalità organizzative democrat non troppo dissimili dal miscuglio disgustoso di quelle democomuniste, sarebbe una vera rivoluzione. Non ci crediamo neanche se vince, cosa ancora tutta da vedere, il legame sempre più solido tra pidielle ed udici con Monti candidato ed una legge elettorale di stampo proporzionale metterebbero in seria discussione la vittoria di Matteo. Si creerà a sinistra un ampio schieramento che drenerà sangue al pidi, impedendogli soluzioni scandalose come l'appoggio a questo governo. A Renzi di questo non importa, non ha niente da perdere, non ha rassegnato dimissioni da Sindaco, male che vada entrerà in uno dei due governi possibili, è equidistante da tutti, un perfetto democristiano in lingua toscana. Rimane più simpatico delle Rosy, considerarlo una novità sembra francamente eccessivo.

domenica 23 settembre 2012

Piazzale Chiabrera

Ho letto alcune confuse espressioni giornalistiche sul parcheggio a pagamento dell'Inps e mi sono scaturite alcune innocue domande. Perchè non viene fatto un parcheggio a pagamento anche in Piazzale Chiabrera? Si paga, e come, alla Fiera, Palas, perfino all'Ospedale non capiamo questa differenza per il Centro Congressi Gas. Una domanda tira l'altra, come residente nei paraggi ho visto sorgere una serie di immobili pieni di uffici e residenze, non mi sembra siano stati rispettati gli standards. Un centro congressi molto più frequentato della conchiglia di Cagnoni, uffici, bar, ristoranti, vedo sempre tutto pieno. Mi dicono che il parcheggio dovrà essere ulteriormente allargato utilizzando gli spazi dell'attiguo condominio, gli affittuari hanno ricevuto avviso di sfratto. Mi piacerebbe conoscere come possa un privato avere una sua strada in area pubblica, dicono sempre le voci informate che serve per arrivare al cancello. Trattandosi di un comparto, era dovere della proprietà verificare gli accessi ed il comune constatare la regolarità, ad ognuno di noi farebbe piacere che non parcheggiassero di fronte a casa, non per questo possiamo recintare la strada. 
vicinocurioso.it

Gnassi sostiene Bersani

22 settembre 2012. Gnassi sostiene Bersani. Vi ricordate? Il 27 maggio 2011, in vista del ballottaggio di domenica 29 e lunedì 30 maggio 2011, si leggeva: Anche il finale di campagna elettorale di Andrea Gnassi nel segno del cambiamento. Niente comizi vecchio stile e “arringhe di piazza”. Il tour giornaliero di Gnassi, si è svolto anche oggi nel segno del ‘porta a porta’, tra la gente, nei negozi, nelle botteghe e nelle case dei riminesi. Questa mattina Gnassi ha incontrato nel centro storico il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, con il quale ha fatto un giro in bicicletta, accompagnati da un folto gruppo di sostenitori anch’essi in bicicletta, dal Ponte di Tiberio al Tempio Malatestiano, passando per il Corso d’Augusto con qualche tappa con saluti e strette di mano tra i commercianti del centro.(http://www.andreagnassi.it/2011/05/gnassi-intensa-giornata-elettorale-in-vista-del-ballottaggio-di-domenica-29-e-lunedi-30/) Ora Matteo Renzi è venuto a Rimini per chiedere un cambiamento alla Politica, quella con la “P” maiuscola, per dare seguito alla sua proposta di cambiamento. Per cambiare sono però necessari “coraggio e intelligenza”. Siamo certi che ha sbagliato città. Rimini, non è la città che abbonda di queste qualità. La politica riminese non cambia, prova ne è il veloce schieramento di Gnassi nel sostenere Bersani. Quali cambiamenti ci possono essere se i protagonisti sono sempre gli stessi? Ora Matteo Renzi ha potuto costatare quali erano i reali interessi di Gnassi, quando l’aveva invitato a Rimini. In campagna elettorale aveva manifestato una propensione al cambiamento. Chiamato ad attuare quanto palesato, non ha esitato a sostenere Bersani, cioè “il sicuro, il vecchio”. Qui sono sessant’anni che non si cambia niente! Il vero cambiamento l’ha fatto Gnassi nei confronti di Matteo Renzi. Proprio come cantava Fiorella Mannoia: “Come si cambia per non morire….”.

walter moretti

sabato 22 settembre 2012

Un Cammino Lungo 8 Anni

COMUNICATO STAMPA 22 SETTEMBRE 2012
 Un cammino lungo otto anni Dopo tanto bussare e produrre informazioni sulle nuove tecnologie per gestire tutto il ciclo dei rifiuti senza incenerirli e dopo essere stati ricevuti per due volte dal sottosegretario del Presidente Errani, Alfredo Bertelli fino all’ultimo appuntamento della sottoscritta con l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda il 17 luglio scorso, nel corso del quale ho presentato all’Assessore e al suo staff tutte le alternative impiantistiche all’incenerimento, finalmente il risultato è arrivato! Ci siamo! La regione Emilia Romagna ha decretato lo stop alla costruzione di nuovi inceneritori nella nostra Regione e la riconversione degli impianti già presenti sul territorio. L’annuncio è stato dato dall’assessore Freda al termine della riunione con gli amministratori locali sul nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti. L’Assessore regionale ha aggiunto “La linea è quella di un utilizzo sempre più residuale di questi impianti. Lo dice la Direttiva Ue che pone agli ultimi posti della gerarchia degli impianti la discarica e l’incenerimento dei rifiuti”. Nel rallegrarci per questa importante decisione non possiamo però non esprimere il nostro rammarico dovuto al fatto che Direttiva Europea in cui si prescrive tale gerarchia era vigente anche quando è stato deciso di costruire la nuova linea dell’inceneritore di Raibano a Coriano di Rimini. Se fosse stata rispettata a quest’ora la nuova linea dell’inceneritore molto probabilmente non sarebbe stata costruita! Solo nel marzo di quest’anno purtroppo, e dietro nostre ripetute richieste in tutte le sedi esperibili, da quelle locali a quelle nazionali e su mie precise indicazioni riguardo alle modalità di ristrutturazione dell’impianto di selezione del secco Akron, all’Amministratore delegato sig. Fabio Fabbri, tale impianto è stato rinnovato ma solo parzialmente e non completamente. Tuttavia rimane ancora molto da fare sulla strada del recupero di materia. Per questo diciamo ad Hera di non sentirsi esonerata dal rispettare quanto scritto nel programma dell’attuale Giunta provinciale e chiediamo ancora una volta la DISMISSIONE e non il semplice spegnimento della vecchia linea dell’inceneritore. Nel pacchetto di impianti alternativo che abbiamo proposto ce n’è uno in grado di recuperare i materiali provenienti dai rifiuti indifferenziati per avviarli al riciclo. Ci aspettiamo che Hera lo realizzi al più presto al posto della vecchia linea insieme al completamento della ristrutturazione di Akron.
Margherita Bologna Riccione per l’energia pulita

 P.S: si allega ricevuta autostrada in data 24 maggio 2010 viaggio ad Imola per illustrare le tecnologie di selezione all’Amministratore di Akron sig. Fabio Fabbri

Renzi vs Grillo

Renzi afferma che per far sparire Grillo basta dimezzare i parlamentari e ridurre gli stipendi d'oro ai politici. Scherza, sapendo di mentire, volendo stare sul pezzo, Grillo, dopo esservi spesato (da solo) almeno duecento comizi in giro per l'Italia, ha già detto che se vinciamo, il portaborse Zerbini torna a portare la croce penitenziale, passando da Vichi a Matteo con l'eliminazione dei diritti acquisiti dai politici. In Casa Petitti&Bernabè hanno chiuso l'Acqua per la paura. Con una patrimoniale grillina, andremo a vedere la composizione dei capitali facendo un semplice parametro tra quello che avevano prima e l'attuale. Una sorta di redditometro politico, semplice da fare e consultare, sarebbe arrivato il momento di vedere pubblicato anche questo indice della ricchezza maturata. I coefficienti d'ingrasso delle sostanze patrimoniali vanno allargati dai boiardi di stato ai comuni, i presidenti e membri dei cda di aziende decotte per ubriacamento da debiti, devono rimborsare il malgestito. Quando abbiamo letto che Tronchetti Provera per stare un gradino sopra Moratti percepisce 22 milioni annui, abbiamo sentito un fremito anarchico per la schiena. Mentre il solito operaio va in pensione a 70 anni con 500 euro al mese e magari è interista come Melucci e Gnassi. Targare questi propositi come populisti è facile, diciamo alla Zeman quello che Abete e Petrucci pensano che la gente pensa. Non ci attira il dibattito in rete sul M5S, non ci piace un personaggino come Favia, misconosciuto in qualsiasi partito italiano che non avesse Grillo come emblema. Nello stesso tempo i voti di milioni di cittadini, a dispetto di Napolitano, comportano doveri per i quali occorre attrezzarsi per onorarli. Assumere assessori per concorso informatico è sempre meglio che assumerli per possesso di moto d'acqua o per meriti curiali, peggio di quelli delegati non saranno. Il problema del dopo rimane, anche perchè nel pidi la componente maggioritaria definibile ancora di sinistra ha contratto un virus pericoloso, inizia a pensare che tra Bersani, Vendola e Matteo siano meglio Beppe ed i suoi seguaci. Il Paese si divide tra sempre più poveri mortali e gli unti dalla politica, il Movimento non è un partito, è un grande vantaggio iniziale, le porte informatiche girevoli permettono un canc immediato, senza scandalosi clamori bolognesi. E' dovere di ogni cittadino che condivide questi ragionamenti, senza sofismi del ca..votare e spingere per il voto all'unica forza in grado di ribaltare il tavolo politico. Una prova è augurabile, non hanno alcuna responsabilità con il passato, non sembra davvero poco. Per diventare dei Fini, Casini, D'Alema fanno sempre in tempo, secondo noi ci vota anche B se riesce a vendere il Milan.

P.S.
Gnassi&Vitali hanno fatto una grandissimo regalo a Matteo... voteranno per Bersani

venerdì 21 settembre 2012

All'Inferno

In attesa delle elezioni di marzo, sempre che si arrivi ancora con la targa dell'euro, il quadro politico italiano si sta delineando. Monti sempre più Meno si accasa presso la coalizione più rispondente alla sua voce monocorde ed irritante, le prove di riavvicinamento tra pidielle e udici sono ormai concluse, l'unico candidato spendibile è un premier usato ed acciaccato. Non hanno alternative, B è talmente impresentabile che da tre mesi non parla, non si vede in Parlamento neanche a S.Siro. Sono finiti in una prescrizione politica i suoi guai giudiziari, non interessano più nessuno, la magistratura milanese e palermitana ha altri attori nel mirino. Uno dei camerieri storici della sinistra è Peppino Caldarola, giornalista, come tantissimi, transitato dalla fucina Unità al resto dei quotidiani zeppi di intellighenzia comunista. Molto vicino al duo Scalfari-Napolitano, leggiamo spesso i suoi elzeviri proni verso i presunti potenti di turno, le intercettazioni sono diventate un male da estirpare, le utenze ascoltate mettono in pericolo il quadro disegnato in anni di voluta disinformazione. La destra finalmente avrà un leader confacente allo spirito liberale e moderato, si capiranno meglio le poche azioni compiute da questo governo, le loro antisociali ragioni e l'attenzione a non colpire gli interessi del capitale personale e finanziario. Imu, iva, accise, tasse sono le meraviglie donate da MarioMeno, in compenso i partiti, si controlleranno da soli, revisori Fiorito e Lusi, manca quello in quota pidi, sarà milanese. La casta non ha subito nemmeno una piccola riduzione numerica e retributiva, questa volta non sarà colpa solo del Cavaliere, sul banco degli imputati siederà Bersani. Non può fare la verginella delle primarie, se ce lo permettessero i quattro sgherri a guardia dei seggi primariali, il nostro voto andrebbe convinto ma poco speranzoso ad un vecchio democristiano come Matteo Renzi. Nel pidi è scoppiata la solita guerra tra demo e comunisti, con qualche contorno in attesa di un posticino futuro alla Serracciani, spettacolo stufoso ed odioso, mentre il Paese e la nostra Città si avviano mestamente al funerale dell'euro e del turismo. Però avremo l'Anello Verde ed i container scolastici.  

Il Miracolo

Al segretario federale Roberto Maroni è riuscito il miracolo. Nonostante gli scandali e le ingombranti eredità, la sua Lega Nord ha superato la tempesta. Ci credevano in pochi, ma il Carroccio è ancora in vita. Anzi, è persino tornato a crescere nei sondaggi. Le vicende del Cerchio magico e le polemiche sulla discussa gestione dei finanziamenti pubblici sembravano aver chiuso un’epoca. La Lega? In primavera molti la consideravano già un’esperienza legata al passato, da accantonare assieme alla seconda Repubblica. Si sbagliavano. Archiviate ampolle, elmi cornati e figuranti in costume, adesso il partito si rilancia. Tra molta diffidenza e qualche incredulità, anche dentro il partito, nei mesi scorsi l’ex ministro dell’Interno ha presentato ai suoi la strategia. Oggi i risultati sembrano dargli ragione. Maroni ha imposto una svolta drastica, basata su una semplice intuizione: per non scomparire, la Lega ha dovuto chiudere in soffitta il tradizionale profilo pecoreccio. Basta urli, insulti, parolacce e rutti. Una metamorfosi verso il partito sognato dal nuovo leader. Un movimento legato al territorio, ma non provinciale. Serio, competente e affidabile. Un interlocutore rispettabile, capace di avanzare proposte concrete. Insomma, una rivoluzione. Il battesimo della nuova Lega avverrà tra una decina di giorni, a Torino. Nel capoluogo piemontese Maroni ha organizzato gli Stati generali del Nord. Un confronto con il mondo produttivo settentrionale. Di fatto, il tentativo di creare un nuovo rapporto tra il Carroccio e il suo territorio. Si parte venerdì 28 settembre, con una serie di tavoli di lavoro. Al Lingotto, dove qualche anno fa già Veltroni lanciò il suo progetto per l’Italia, non ci saranno benedizioni con l’acqua sacra del Dio Po. Ma panel di discussione per «ascoltare» (è questo il termine più usato dai dirigenti quando raccontano l’iniziativa) la voce del Nord. Si parlerà di lavoro, welfare, impresa. La grande novità è il libro degli ospiti. Sono stati invitati a confrontarsi con il nuovo partito di Maroni il ministro Corrado Passera, i presidenti di Confindustria e Confartigianato Giorgio Squinzi e Giorgio Guerrini. Con loro tanti imprenditori ed esponenti del mondo bancario. Basta autoreferenzialità. Il giorno dopo l’incontro, le istanze delle realtà produttive del Nord saranno sintetizzate in un documento. Il manifesto del Nord. Che Roberto Maroni presenterà a curiosi e militanti. «L’obiettivo - spiegano - è quello di rivolgersi a tanti elettori che oggi non votano la Lega». E Umberto Bossi? Per l’ex leader padano che proprio ieri ha compiuto 71 anni non sembra esserci troppo spazio. «Agli Stati generali del Nord - ha chiarito ieri Maroni, ci saranno tutti i dirigenti della Lega, ma non sarà una carrellata di dirigenti». Insomma, se Bossi vuole venire è il benvenuto, rappresenta pur sempre la storia del partito. Ma non si aspetti applausi e celebrazioni. È la Lega maroniana. Via la canottiera, è il momento di giacca e cravatta. Basta imbarazzanti ricostruzioni storiche (Maroni presenterà il Manifesto del Nord alla Festa dei popoli padani di Venezia il 7 ottobre, ma in Laguna non ci sarà nessuna cerimonia dell’ampolla). Basta personaggi pittoreschi. Anzi, per formare una nuova classe dirigente partiranno a breve le scuole di formazione politica. Centri di preparazione organizzati dal partito a livello regionale, riservati alle nuove leve e ai giovani eletti dei consigli comunali. È finito il tempo delle provocazioni gratuite. La rinascita leghista passa anche, soprattutto, dal silenzio. Maroni ha avuto la capacità di non esporre troppo il movimento nel periodo più difficile, quando gli scandali erano al centro delle cronache e l’attenzione mediatica era più forte. E così l’ha preservato. Il risultato è incredibile. Con il clima di antipolitica che si respira ultimamente nel Paese, le torbide vicende dei lingotti d’oro e dei diamanti gestiti dalla tesoreria del Carroccio avrebbero dovuto far scomparire la Lega. Invece il partito è già tornato a crescere. Anche nei sondaggi. Dopo aver toccato il fondo, il Carroccio ha iniziato la lenta risalita. A inizio estate Maroni e suoi erano arrivati al 3,5 per cento (due anni fa il partito superava l’11 per cento). Oggi la Lega è accreditata attorno al 5 per cento. «Tra il 5 e il 6» ammette orgoglioso un dirigente di via Bellerio. Addirittura al 7,5 per cento, stando agli ultimi sondaggi di Nicola Piepoli. Il futuro è roseo. Nonostante le difficoltà, il partito è riuscito a mettere un’ipoteca sulla prossima legislatura. Qualche mese fa i parlamentari padani sembravano pronti a lasciare Roma. Ora la rielezione di molti di loro non sembra essere in discussione. Alle Camere è stato trovato un accordo per inserire nella riforma del Porcellum una norma ad hoc per salvare la Lega. I partiti sono tutti d’accordo. Un salvacondotto che consentirà di entrare a Camera e Senato a tutti i movimenti in grado di raggiungere l’otto per cento in almeno tre regioni. In pratica, solo il partito di Maroni. E chissà che una legislatura all’opposizione non possa riportare il Carroccio ai fasti di un tempo. Eppure la rivoluzione maroniana è destinata a far discutere. Per qualcuno la nuova Lega rischia di perdere il contatto con la gente, storico punto di forza del Carroccio. Non a caso nella base c’è chi si è lamentato per la decisione di celebrare la prima giornata degli Stati generali del Nord a porte chiuse. Ai vertici del partito ostentano tranquillità. Lo zoccolo duro dei fedelissimi non è in discussione, il partito di Maroni non perderà nessuno degli elettori (pochi) rimasti fedeli. Eppure qualcuno storce il naso, anche tra i dirigenti. Non tutti hanno gradito la svolta. In Parlamento ci sono ancora alcuni esponenti legati alla corrente sconfitta del Cerchio Magico, ma non sono gli unici a mormorare. Tra gli scontenti ci sono anche dirigenti maroniani della prima ora. Parlamentari dalle grandi ambizioni, finora rimaste tali. «Nulla di grave - precisa un colonnello del nuovo segretario - sono malcontenti inevitabili. Ogni volta che c'è un cambiamento, chi non conquista la poltrona a cui aspirava si lamenta». 

marco sarti linkiesta