martedì 31 gennaio 2023

L'Italia s'è desta?

La maggioranza dei cittadini che hanno incoronato la Giorgia,arrichire si dichiara contraria all'invio di armi all'Ucraina, per imporre la Pace. Il sondaggio della Ghisleri per La Stampa, il giornale più atlantico e meno juventino, lo attesta. Il (quasi) 80% è contrario all'ingresso della Nato nel conflitto che costringerebbe anche l'Italia a dipingersi la faccia come gli indiani. Follie della propaganda avere guidato la mandria europea a questo punto, senza ritorno. Siamo dentro fino ai panzer per interessi che non sono nostri. Atto d'egoismo? Mandate al fronte i volontari, se ci sono. La guerra deve finire, invece viene rinfocolata fino a quando non arriva qualcosa di ipersonico oltre oceano. Allora vedremo le fughe vietnamite ed afgane.
 I russi non cedono, Stalingrado dovrebbe bastare. La Meloni brucia consensi e fiducia sull'altare di Biden. Pensa di pareggiare la ritirata disastrosa? Non potevamo svolgere un compito diverso? Lo doveva fare l'intera Europa, poi leggi che i confezionatori di armi, stanno brindando. Hanno svuotato i magazzini della morte, in borsa salgono paurosamente, segnale inconfondibile che le guerre arricchiscono chi le vuole. Fateci pagare, in pace, almeno i nostri debiti.
massimo lugaresi

La regola che non c'è

La regola che la Juve avrebbe violato non c’è (e non c’è nemmeno la sanzione comminata). I giudici sportivi hanno ritenuto che il materiale della procura di Torino abbia dimostrato nefandezze tali da rendere superflua pure la configurazione di un reato apposito. Il “libro nero di Fabio Paratici” è la novità che balzando fuori dalle carte di Torino ha determinato la pesante sanzione a carico della Juventus sul piano sportivo. Si tratta di una serie di appunti che, a dire della Corte federale della Federcalcio che ha accolto la richiesta di revocazione promossa dal procuratore federale Giuseppe Chinè, dimostrerebbero inconfutabilmente un’illecita pratica di alterazione del valore dei giocatori. Leggo la sentenza della Corte di Appello, nientemeno a Sezioni Unite, col medesimo presidente che qualche mese va aveva assolto il club per gli stessi fatti: non pratico il diritto sportivo se non per i risvolti domenicali, mi basta quello ordinario e con i miei occhi profani leggo le motivazioni. La questione è semplice: il Codice di giustizia sportiva può essere un libro nero o bianco di norme che possono valere per un ambito ristretto di appassionati, più o meno come le regole di un circolo di distinti gentiluomini. Se invece si ha la pretesa di definire il mondo dello sport “anche” come un ordinamento giuridico allora devono valere i principi che all’inizio del secolo scorso l’illustre giurista Santi Romano delineò nelle sue opere: possono esistere distinte realtà giuridiche, ognuna con le sue istituzioni e le sue norme, ma nessuna, per essere riconosciuta, può violare i principi fondamentali dello Stato e le norme di ordine pubblico (chiedo venia per l’eccesso di semplificazione). La sentenza che ha condannato la Juventus in un colpo solo, ne viola alcuni a partire da quello di legalità: in un precedente articolo questo giornale aveva evidenziato che la medesima Corte ed il medesimo presidente avevano scritto che le prassi dei responsabili juventini erano scorrette e contrarie alle regole contabili, ma purtroppo non sanzionabili in quanto manca una norma esplicita in sede sportiva. Sul punto hanno di recente convenuto sia il ministro dello sport Andrea Abodi che il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, promettendo di varare la normativa. Legittimo chiedersi come mai allora la Corte abbia condannato senza un reato: non è facile capirlo. I giudici hanno ritenuto che “il libro nero di Paratici”, al pari di quello del comunismo per la politica, abbia spalancato la vista su un universo di nefandezze e violazione di principi sportivi. Comprensibile lo sdegno ma un ordinamento di diritto prevede che qualsiasi cittadino anche il peggiore, come poniamo sia un Fabio Paratici, sappia a cosa va incontro prima di porre in essere una determinata condotta che lo Stato decida di reprimere. L’unica eccezione sul punto fu fatta dagli Alleati a Norimberga contro i gerarchi nazisti cui fu contestato il reato di “crimini contro l’umanità” non contemplato da alcun codice sul presupposto che l’enormità e l’orrore dei loro atti fosse talmente evidente da violare la legge morale che ogni uomo si porta dentro. Orbene, e con il dovuto senso di misura, non così dissimile da tale principio ( denominato “regola di Radbruch”, dal nome del giurista tedesco che lo teorizzò) è stato il ragionamento seguito dai giudici sportivi. Essi hanno ritenuto che il materiale riversato loro dalla procura di Torino abbia dimostrato l’abissale nefandezza e consapevolezza dell’illiceità delle loro azioni da rendere superflua pure la configurazione di un reato apposito. Forse è eccessivo. Non solo ma nelle condotte che hanno determinato la sanzione finale la Corte fa confluire anche una trattativa, quella tra Arthur e Pijanic col Barcellona, mai contestata dalla procura ma che sicuramente verrà buona per l’Uefa per sanzionare i due club, guarda caso tra i patrocinatori della detestata Superlega. Anche qui il diritto cigola. L’impressione è che nell’ansia di adeguare il processo sportivo alle risultanze dell’inchiesta, e di procedere celermente, si siano sacrificati equità e diritto. La sanzione di quindici punti è stata comminata alla Juve per la contestazione dell’art. 4 comma 1 del codice sportivo che stabilisce tuttavia una regola di ordine generale, l’osservanza dei «principi di lealtà, correttezza e probità». Non è invece contestato il comma 2, che espressamente prevede la sanzione della penalizzazione, mentre invece l’accusa comprendeva anche l’art. 31 comma 1. Questa è una norma specifica che sanziona «l’alterazione, la falsificazione anche parziale dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva», tuttavia prevede come pena solo un’ammenda perché considera tale condotta un illecito amministrativo. Questa avrebbe dovuto essere la pena. Presumibilmente la procura sportiva dopo aver ricevuto gli atti giudiziari da Torino si è accorta di una contestazione insufficiente: avrebbe voluto contestare il comma 2 dell’art 31 che sanziona con la penalizzazione i falsi per eludere le norme sull’iscrizione alle competizioni sportive e non potendo aprire un nuovo procedimento per gli stessi fatti è ricorsa alla revocazione, diciamo, forzando i termini della questione. Che la procedura sia tutt’altro che perfetta lo dimostra il ribadito proscioglimento degli altri club pur «concorrenti necessari» della Juventus perché alla Corte deve essere sembrato eccessivo condannare senza neanche le intercettazioni. Eppure sia consentito: se le violazioni e i falsi erano così smaccati come è possibile che non se ne accorgessero i contraenti? Ribadisco: sono queste osservazioni che qualcuno può legittimamente ritenere non adeguate all’ordinamento sportivo ma può una realtà complessa come la football industry fare a meno del diritto? E si può sacrificare tutto alla velocità e alla regola dello spettacolo che deve andare avanti comunque? Può il principio di autonomia di un ordinamento sfiorare l’arbitrio? Se non si vuole attendere gli esiti della giustizia ordinaria non sarebbe più logico rinforzare gli organismi giudiziari sportivi? Consentire vere e autonome indagini alla procura, ma soprattutto allargando i dibattimenti a una vera attività processuale, col contraddittorio effettivo sulle prove? Insomma creare un vero “processo sportivo” simile a quello ordinario e soprattutto pubblico? Servirebbe anche ad avere fiducia nelle istituzioni sportive, e ce ne sarebbe bisogno. 
Cataldo Intrieri
Avv. Prof. Milanista.

lunedì 30 gennaio 2023

Le Pillole di Melucci

Solo i disattenti e ininfluenti di passaggio nella politica riminese, considerano poco, Maurizio Melucci. Ho sempre avuto per lui grande stima, come, sullo stesso versante,  considero Lorenzo Cagnoni, il migliore degli amministratori. A Lorenzo mancava solo il pedigree politico. Il resto era in abbondanza per decidere indisturbato, senza farsi notare. La Sua Fiera è il centro direzionale della politica sempre al seguito di qualcuno. Nemmeno Gnassi lo ha disturbato, dirottato lontano dalla trentennale presidenza di Ieg. In parlamento parla, ma non lo ascoltano. Con una sola manifestazione fieristica riuscirà ad avere anche la Porta autostradale. Mentre in Via Ducale aspettano, saturi di gas, da 50 anni, un Ponte. Siamo così, a chi troppo e chi solo il Pd. Aspetto sempre ansiosamente le pillole (domenicali) di Melucci su Chiamami Città, la sua. Usa le forze amiche per soddisfare pensieri e vendette. Il new gender del partito è debole ed in
guardabile, come le paillettes arcobaleno, ma il traffico riminese non è cambiato. Tra nuove statali, caselli autostradali e traffico in tilt si è concluso con i soliti pienoni da Todro, il Sigep, unica manifestazioni fieristica definibile importante. Significa ritornare ai fasti pre covid? Nulla di nuovo, anche nel passato il Sigep (e non solo) mandava in tilt la circolazione cittadina. Ora la situazione si è aggravata dopo la chiusura del Ponte di Tiberio al traffico veicolare e il lungomare riqualificato (?) con l’arredo del Parco del Mare. Come dare torto all'ex segretario federale, ex vice sindaco, ex assessore regionale? Annuncia (freddamente) che solo fra tre anni la Fiera di Cagnoni potrà godere anche della fermata Metropolitana, al modico prezzo di una cinquantina di milioni, destinati a salire, spendibili molto meglio. Non si ode un fischio. Paura o connivenza? Non è finita. Senza alzare la voce, Cagnoni, sembra desiderare anche il Casello Autostradale. Se la Fossa dei Mulini verrà (davvero) dragata, la distanza del Porticciolo dalla Fiera è poca. Possiamo sbarcare finti visitatori.
massimo lugaresi 

Elly chiama

Il popolo (garantito) risponde. La sala (garante) li ospita. Chiamami Città, il blog dalle mille facce e correnti, compila un'entusiasmante profilo della manifestazione 4 cittadinanze e generi piddini. La sala della fedele Sgr, era talmente piena che hanno dovuto occupare una delle tante adiacenti. Un successo che trasforma Rimini nell'Isola del Pd, felice per una notte. Le rose possono aspettare, come il nascere di una normale opposizione. Non è merito di questo Pd, ma degli antenati. Gli inciuci sono una costante nella politica riminese. La presenza e la forza ciellina, una delle cause. Ad ogni elezione nasce "qualcosa" che traghetta i voti necessari al regime, già in forte liquefazione. Vi ricordate le comparsate di Errani e Bersani al Meeting? Il comunismo in chiesa, senza preghiere, ma accordi mantenuti. Non erano solo doverose presenze in una manifestazione che ha assunto enorme visibilità. La povera miliardaria ha trovato la strada spianata anche dalla paura dei garantiti che sentono tremare il terreno per le scosse politiche della Giorgia. Quanti ce ne sono nella nostra "anomala" realtà? 
In palio c'è un sistema oliato alla perfezione. Ancora presto per la caduta, sono troppi i legami della sopravvivenza. Dipende dalla durata e forza del governo. Il premier sta facendo di tutto e di più, per vincere la gara dell'atlantismo perfetto. Sono anch'io convinto che Putin abbia fatto un passo (russo) più lungo delle gambette, ma non credo alla propaganda che lo dipinge come naturale sconfitto. Sarebbe il primo in un conflitto su procura americana. Non sopporto però l'ipocrisia imperante soprattutto nella cultura (?) di sinistra. Pochi i liberi pensatori, la colpa è soprattutto del Pd. Il miscuglio nella provetta, ha inseminato un ibrido repellente per tanti cittadini. I garantiti, sicuri di essere anche i migliori, sono ancora tanti. Le sale del gas, in concessione, lo testimoniano. 
massimo lugaresi  

domenica 29 gennaio 2023

L'Ultimo Festival

Mentre Giorgia gira per l'Europa ed Africa Nord, stanno allestendo l'ultimo festival di Sanremo, in edizione piddina. Il Para Amadeus averebbe invitato anche Biden se ci fosse stata aerazione all'Ariston. Si è dovuto accontentare del "colpo" Zelensky, diventato il condimento per tutti i sughi della propaganda. Bisogna ammettere che la destra meloniana, presto finiana, ce la mette tutta per farsi perdonare l'antico passato. Alle volte sono imbarazzanti nel rovesciamento della storia. Dall'altra parte gli ex comunisti sono attaccati ai rayban di Bonaccini. Messi peggio. A Rimini dopo gli applausi al nuovo vescovo, non succede niente che non fosse previsto ed ordinato. Le organizzazioni (?) ambientali terminata la pallida lotta che ha portato (leggermente) più al largo le pale Wind, stanche per la resistenza mostrata, si sono arrese ai dettami del Pnrr. Sono arrivati gli ordini che ancora contano, Gnassi dopo il cambio d'abito, si è detto (quasi) favorevole. La stronzata di legislatura sarà però la riedizione del Trc inutile. Quante manifestazioni fieristiche ci vorrebbero per ristorare correttamente l'infernale struttura? Il calcolo, quando "pretende" Cagnoni, non viene mai fatto. Quanti bonus spettano ancora al (largamente) Migliore? Esiste una sudditanza spiegabile solo con la debolezza politica aleggiante. Quante opere potevano essere terminate od eseguite con le decine di milioni necessari? I bilanci della follia Metromare? Corsi scolastici obbligatori per l'opposizione. Rimini è una delle città, quasi metropolitane dove si è avvertito meno il Melonismo. Ci sarà una ragione. Forse più di una. 
massimo lugaresi

Il Quartetto del Pd

Nella totale indifferenza dei cittadini, una volta elettori, si stanno consumando 30 giorni dalle primarie e funerarie del Pd. In campo c'è un quartetto di generi, quasi diversi. Bonaccini esprime meglio le antiche discendenze, provenendo dal funzionariato attivo di una regione in cui ancora contano i rapporti e le filiere del consenso, costruito con i pienoni obbligatori. Quello che viene chiamato zoccolo duro, è il salvagente del Pd. Da noi funziona, Rimini e Riccione lo testimoniano. Le componenti sindacali e le poche rappresentative del centrodestra, sono allegre truppe di complemento del regime locale. I giornali (due) ed i blog sono tutti da quella parte, nella totale indifferenza di una presunta coalizione. Si svegliano solo per la lotta fratricida delle preferenze. Importante è rimanere leggermente a galla. La Meloni li ha quasi infastiditi, li costringe ad uscire dal comodo relax. Le altre figurine sono un necessario contorno per mostrare ancora attrazione verso un partito in scioglimento. Per venti anni ha rappresentato potere ed ingiustizia da piazza, garantiti e sbarchi concordati. Il lavoro è lasciato nelle mani e gli scioperi (ridicoli) di Landini. Anche la Cgil è destinata alla scomparsa. Rappresentano solo il loro mondo "sanremese". Il clima nel partito di Letta si arroventa ma Repubblica è troppo impegnata ad inseguire la vispa Giorgia e lo spoil system, finalmente operante. Quando è il turno della Rai? Vi ricordo ancora i due conigli del mattino e i caterpillar del resto della giornata. Emerge anche una polemica tra i sostenitori di Bonaccini e Articolo Uno. Sembra che la sinistra all'europea, faccia incetta di tessere al modico prezzo di 5 euro, mentre quelle del Pd costano 5 volte tanto. Siamo ai saldi. 
massimo lugaresi

sabato 28 gennaio 2023

Salvate Dagospia

Come lettore (?) quotidiano di Dagospia mi sento in dovere di lanciare un accorato appello ad una delle onlus di protezione della fauna piddina: salvate Dagospia e se possibile anche Linkiesta. E' inconcepibile che il Pd abbia trascinato così in basso autentici campioni della propaganda democratica. Anche la guerra sta prendendo una piega che solo riempiendo Zelensky di carri armati si trova la pace che nessuno cerca. Dagostino, il masterchef del blog, ha incassato un contraccolpo. Prova a reagire, mescolandosi con la nutrita intelligence occidentale, capitanata da Boris, quello che sfanculò l'Europa. ma ci ha regalato la migliore intelligence spionistica. Conoscono meglio Putin di Meghan. L'arrivo impetuoso della Giorgia, ha rivoluzionato la domestica propaganda, incentrata sul sostegno (impossibile) di Letta. Le correnti che stanno operando sono ufficialmente
 quattro, con la Schlein ormai snobbata da tutti. Il vincitore della gara, al forte ribasso, è il governatore dell'isola piddina rimasta nella ridotta geografia del Nazareno. Per Gnassi, artefice della vittoria riminese, un pò anche di quella riccionese, sarà predisposta una poltrona nel Pdl, partito del lavoro e ristoranti. La fantasia inesausta di Dagostino trova sponda nel gossip spicciolo che nemmeno Barbara D'Urso usa. La Meloni sarebbe infastidita per le bizze di qualche rampollo o la vecchia espressione del post fascismo. Le diatribe, normali in ogni straccio di partito, vengono enfatizzate, pensando di gettare benzina sul fuoco spento. Mettete anima e voti in pace. La Meloni è destinata a durare per mancanza di avversari e debolezza degli amici. Questo Pd è il peggiore nemico di se stesso. Chiudetelo e non aprite più quella porta. Da qualche tempo Dagospia non usa i giornaloni come fonti di bugie. La Stampa si dedica alle fortune (?) della Nato, spinta dai disastri incombenti sulla mia Juve. Il Corrierone pensa più alle vicende regionali lombarde che segneranno il definitivo passaggio dello scettro politico, Repubblica si gemellerà con Il Fatto di Travaglio e il panorama sarà più comprensibile. Rimane Rimini, città sospesa nel vuoto, necessitante di cure miracolose. Sono riusciti ad agitare il Wind, anche al largo, per consumare il miliardo ed inventando un'altra tratta metropolitana a debito, però promettono una nuova/vecchia circonvallazione. Mi appello ed appendo alle numerose idee della Nipote. Ne potrò vedere almeno una? 
massimo lugaresi

I Bagnini secondo Biagini

Sotto l'impeccabile regia di Maurizio Melucci, anche a Rimini si consumano (modeste) belligeranze congressuali. Il tema dirimente non riguarda i generi della 4 cittadinanze o le differenze belliche tra la destra della sinistra e la presunta sinistra del Pd, ma i "turbamenti" della potentissima armata demaniale, ovvero i bagnini. Tutto iniziò con la fuga di Melucci dal palazzo di Cesenatico, ospitante un incontro, poco amichevole, con i concessionari delle spiagge. Prime incomprensioni nel regime. Melucci nella veste di assessore al turismo regionale, venne " cacciato" ed inseguito dai bagnini incazzati per l'arrivo dei bandi Bolkestein che lui, ebbe il coraggio di sostenere. Nella giunta riminese allora vigeva la strategia delle tre scimmiette. Continuarono con le proroghe concesse nel silenzio-consenso del Carlino. Fu un trauma politico che segnò la frattura tra una fortissima componente (i bagnini) e il regime locale. Proroghe e varianti ad hoc dei piani spiaggia su dettatura, portarono le canottiere demaniali al governo della città. Melucci ricorda, ma non perdona. L'invidiabile furbizia gli consente di continuare la guerra però su procura. Roberto Biagini non è uno dei tanti "passati"per caso. Ha un pesante ed invidiabile curriculum, anche interista. Dieci anni passati in giunta, con deleghe pesanti, se non ci fosse stato Gnassi ad interpretarle. Due legislature, come ottimo Presidente del Quartiere 5 e una laurea in giurisprudenza che (giustamente) spesso mi ricorda. Nel cammino politico, interrotto da Gnassi, è approdato al Mare Libero. Anche dalle pale o solo dai bagnini? Una delle tante associazioni che promette l'impossibile, però liberatorio da gabelle e restrizioni. Una stronzata colossale direbbe, se ancora potesse, Paolo Villaggio. Ha ragione però nel definire il comportamento dei bagnini tra il frenetico e l'assurdo. Sembrano dei piddini da spiaggia. Lo ha definito ironicamente " lo sfogatoio balneare". E' vero, come dice, che la processione non ha mai fine. Non sanno più a quale santo rivolgersi. San Pd è stato cancellato dal calendario, mentre la Giorgia non ha ancora le stigmate da ombrellone. Si è schierata però davanti a Stoltenberg come paladina della Nato. Il suo atlantismo non si ferma alle ringhiere del lungomare. Lo sfogatoio balneare è il massimo dell'ingiuria consentita contro una forza politica in maggioranza instabile. Biagini Roberto non ha capito e nessuno credo, sia in grado di dirlo, chi sia il cattivo di turno. Per non commettere errori potrei affermare, con poca fantasia: il Pd. Gli ululati alla luna europea sono inutili. Nel Recovery ci sono anche gli ombrelloni a bando. Invece di inventare finte opposizioni fino alle prossime deleghe di giunta o il solito accordo al ribasso, preparatevi a "mappare" le spiagge, eliminare le scandalose differenze tra i concessionari e predisporre bandi innovativi, considerando la nostra spiaggia, il bene più prezioso della città. Nei bandi inserite (finalmente) la percentuale obbligatoria di libera spiaggia. 
massimo lugaresi

venerdì 27 gennaio 2023

E Noi Abbocchiamo

Occorre riconoscere a Dagospia democratico coraggio: ha pubblicato l'invettiva, sempre elegante, di Vauro nei confronti di Zelensky, l'ex comico diventato tragico. La scelta del para.. Amadeu di trasmettere il video messaggio del combattente per conto dell'America e della compagine occidentale, ha scatenato l'ira del vignettista, di solito molto cauto nelle sue espressioni. Questa volta non colpisce Salvini, vittima preferita, ma il mainstream imperante. Quelli che vogliono la guerra che non ci appartiene, ma riportano i tedeschi in Russia. Per fortuna, noi italiani di complemento bellico, non abbiamo carri armati leopardati
. A dire il vero sembra che ci manchino tante cose, eccetto i generali. Sono in lite pendente due paesi che non aderiscono alla Nato tantomeno all'Europa. Un ordine di Biden l'ha scatenata. Putin aveva avvisato, ma Repubblica faceva finta di niente. Il Donbass è in guerra da dieci anni. Per tanti c'è ancora una cortina di ferro, ho l'impressione, da lontano, che siano troppi quelli che volutamente hanno sbagliato conti e previsioni. In Ucraina è scoppiata l'opposizione, ma la propaganda che dirige la guerra delle intelligence, ha usato la deprecata strategia Navalny al contrario. Stiamo rasentando la guerra mondiale? Hanno abbandonato anche i sette tumori accertati di Putin. Compare e scompare miracolosamente il gestore di una delle più grandi valigie nucleari. Tutto per due piccole regioni, filorusse da sempre? Mandiamo mercenari e miliardi di dollari, esperti allenatori e consiglieri, tank leopardati e missili a lungo raggio, ma dobbiamo dire che non siamo in guerra? Ha provato anche il Papa, nemmeno l'Avvenire lo ha ascoltato. Francesco è etichettato, per religioso errore, a sinistra. I dissidenti ucraini sono ladri. Zelensky è nella Nato di Sanremo. 
lugaresi massimo

Nordio

Carlo Nordio, saggista, politico, ma soprattutto ex magistrato controcorrente, ha consolidato la fama di avversario del giustizialismo, però democratico. L'uso delle intercettazioni sciorinate ai giornali di contorno, anche locali è, da sempre, una malvagia consuetudine che nessuno ha sconfitto. Diventato ministro della "strana" giustizia, anche sportiva, è entrato nel mirino degli allestitori dei processi nella piazza amica. La Meloni lo ha insignito, per antico debito, del ministero chiave. Nel centrodestra più o meno, ma Berlusconi e Salvini di più, tutti hanno subito il trattamento "speciale" della giustiza per gli avversari. Invece nel Pd, per oltre venti anni, hanno goduto il paradiso degli innocenti, a prescindere. Quando andava male, c'era la prescrizione. Rozza descrizione dell'andazzo, ma veritiera. I sempre più strani grillini sono nella penna di Travaglio, grandissimo impaginatore dei rapidi processi nella piazza a 5 stelle. Nordio, grazie alla stravittoria della Giorgia, è approdato al ministero "tolemaico" nel nostro particolare paese, dove i comunisti sono diventati i peggiori nemici della Madre Russia, in gara con quelli una volta definti "neri". Solo un gruppuscolo di scappati da casa e Cortina, difendono le ragioni di Putin. Ne avrà qualcuna anche lui? Intanto per finire il passaggio (breve) sull'interminabile guerra su procura di Biden, si sentono le voci (deboli) dei dissidenti ucraini. Vengono etichettati come ladri, in nome della propaganda democratica. Dopo le spiagge, sono stati costretti a "prorogare" anche la morte di Putin. Da dieci giorni, giornalisti, magistrati ed ex magistrati denunciano le affermazioni gravissime, intollerabili e inaccettabili del ministro Nordio, tirando per i capelli dichiarazioni che più anodine e garbate non si potrebbero pronunciare. E lo fanno per un solo motivo: riaffermare un principio di assoluta insindacabilità del loro operato. Un sunto tratto da Linkiesta, il migliore (peggiore) dei blog radical chic. Segni di resa? Può darsi, intanto nel Csm targato, da sempre, Pd, hanno riempito le valigie democratiche, con l'arrivo di un leghista penalista. Mattarella, giustamente, officia il cambio. Si scatena l'effetto Messina Denaro. Quello che poteva/doveva essere fatto nei 30 anni passati, si svolge nel Pomeriggio 5, sotto l'attenta supervisione della Barbara D'Urso. Il paesino del trapanese, viene rivoltato come un calzetto. Chi vince la corrida del Pd? Mi appassiona più la Juve contro tutti. Direi che se la sono cercata, ma era già pronta.
massimo lugaresi

giovedì 26 gennaio 2023

Comanda Cagnoni

Gli altri obbediscono. Manca solo l'approdo. Si pensa ad un canale che dalla Fossa dei Mulini arrivi fino alla Fiera. Il Porticciolo di Viserba, verrebbe inserito tra gli approdi sicuri di Piantedosi. Per il momento abbiamo (in fresco) il Metromare Linea 2. Martedì 24 gennaio si è aperta la “conferenza dei servizi preliminare propedeutica alla progettazione del secondo stralcio del Metromare”, il trasporto rapido di costa che dopo aver collegato la stazione di Rimini con quella di Riccione, posti sempre in piedi, indirizzerà la sua corsa verso nord, proseguendo sino al quartiere fieristico lungo la linea ferroviaria Rimini – Bologna. Uso Chiamami Città, per maggiore comprensione dei lavori in corso o desiderati. La comunicazione riguarda l'ennesima tratta verso la Fiera di Cagnoni. Posizionata su (sua) richiesta nel luogo meno accessibile della Città, allora capitale di tante cose, in cambio di una perenne benedizione ed assoluzione dei peccati veniali. Per quelli politicamente mortali c'è la prescrizione. La Fiera, nata senza i parcheggi, anticipo della strategia gnassiana, collocata a cicco senza spanne, ha animato per qualche anno un turismo già ansimante. Poi aiutata dalla collocazione meravigliosa del Palas, ha cominciato a mostrare problemi da..Juve. Ha però un presidente che potrebbe risollevare, con l'aiuto sicuro del Carlino, anche la mia squadra del cuore, ormai elettrico. Torno al tracciato della seconda beffa trasportistica di nessuno. Non impariamo mai. Pale e Trc 2? Inutile avvertire l'opposizione. Non sono belligeranti. Il piffero di Cagnoni ha attirato molta gente e cortei di ciellini, i più furbi, spesso i migliori. Ho visto il tracciato illustrato da Melucci sul blog, in forte risalita nella borsa del Pd riminese. Revival dell'altra linea che congiunge inutilmente due stazioni vicine. Mi piacerebbe sapere che fine farà la graziosa stazioncina, voluta (sempre) dall'incontentabile Cagnoni. Il Pnrr sembra inesauribile fonte di approvvigionamento a debito. Nelle occasioni milionarie il sistema
 non ha rivali. Sono nati pronti per i progetti desiderati o imposti. Nella rapida panoramica di Chiamami Città, sono elencati una serie di interventi che faranno rimpiangere i due anni già passati per i lavori trentennali sulla circonvallazione. Sono convinto però che l'inaugurazione verrà fatta da Gioenzo Renzi, giovane sindaco di destra, a fianco della Meloni.
massimo lugaresi 

Parenti&Serpenti

Cosa sta succedendo a Riccione, dopo la "liberazione" dalla destra, con il (solito) centro ondeggiante? Abbiamo due giornali, stessa matrice, che dovrebbero informare la cittadinanza, non garantita dall'iscrizione ad una delle correnti piddine, su cosa succede nella Perla, tornata (dicono) a sinistra. Leggete Chiamami Città, meglio poco di niente. Quando un sindaco, anche al femminile, scelto tra le funzionarie di una succursale del partito dominante, viene contornato, non da uno (passa) ma due badanti politiche, significa essere alla frutta o Berlusconi. Sarebbe sufficiente, per quelli che lo conoscono, dire, al posto del Carlino, che il sindaco al femminile, funzionaria di una costola piddina, è stata messa sotto l'ala (?) protettrice di Santi Riziero. Quelli che lo conoscono bene, hanno aggiunto, fortunatamente, un pezzo importante delle vicende riccionesi: l'imprenditore Ubaldi. I giudizi raccolti, non solo di parte, sono pesanti, accusano più il centrodestra che la scelta, quasi disperata del Pd provinciale. La Giorgia ha davvero rivoluzionato il clima politico. Un ingresso pesante e duraturo. Il sindaco eletto sembra fuori ruolo, come i precari della scuola. Hanno velocemente costruito una fortezza per ripararla da errori ed indecisioni. Contano sempre sulla propaganda, più impegnata ad officiare il passaggio vescovile. Nel Pd è diventato argomento dirimente. Il tutor Ubaldi dicono sia buono, l'altro, arrivato alla presidenza della provincia, gestita prima da Gnassi poi dal successore, fa ormai parte degli ingredienti di contorno. L'ho rivisto che teneva l'ombrello per riparare il nuovo vescovo. Lavoro politicamente utile. Vincerà Bonaccini, largamente, la crisi lo aiuta, corre contro nessuno o generi rappresentanti una piccola ma chiassosa minoranza. Il sindaco della Perla, consegnato nelle mani di un partito senza identità, ma tanti interessi, sembra non averne indovinata una. E' riuscita a svegliare la minoranza dal lungo pisolino. Le spese (inspiegabili) per il centenario, patrono e natale, sono state un grazioso dono all'opposizione. Trittico di errori dovuti alla mancanza della famosa scuola dell'obbligo. Ho visto, da vicino, decine di personaggi usciti dal sindacato o dal privilegio culturale che hanno fallito clamorosamente. Un sindaco, anche con la A, non s'inventa. Si prepara. 
massimo lugaresi

mercoledì 25 gennaio 2023

Troppo Facile

La sinistra democristiana chiamata, provvisoriamente, Pd, vuole resistere all'inesorabile avanzata della Giorgia. Usa i panzer della propaganda italiana, in attesa dei Leopard per la sicura Terza Guerra. I benzinai di confcommercio, notoriamente di destra, eccetto (naturalmente) nella Rimini di Indino, sarebbero,con Nordio, i cavalli di Troia, antica città dell'Asia, dentro il governo. Troppo facile per il novello esecutivo ed un nuovissimo premier alla romana. Li sta allegramente superando anche nell'atlantismo, molto più credibile di quello post comunista della Ditta. Il governatore Bonaccini, come tutti i funzionari del Grande Partito, ha le sue colpe politiche da espiare. Se gli va male entrerà nel giornalismo alla Chiamami Città, che non usa più la penna (neroazzurra) di Biagini contro i bagnini. Cambio di strategia congressuale. La Schlein è fuori da questo gioco, con le 4 cittadinanze, alcune neutrali. In attesa del teatrino congressuale, con i garantiti in prima fila, spinti dall'attesa iscrizione della Boldrini, i blog diversi tra loro, dal radical chic Linkiesta al popolare, alle volte volgare, Dagospia, usano bombe a salve. Nordio combatte le "pubblicazioni" a tempo, create dalle intercettazioni che le precedono. Avete mai letto giornali (democratici) di altre nazioni che "pubblicano" notizie carpite, ancora da giudicare? Lo dico spesso: provate a farlo nei paesi delle intelligence dominanti. La giustizia è riuscita ad erodere anche la debolissima fiducia dei cittadini. Non cito la Juve, caso da scuola dell'obbligo anche per casualmente professionisti. La "scoperta" di Mattia Denaro è un altro capitolo a parte. Da che parte guardavano fino all'arrivo della Giorgia? 
massimo lugaresi

La Ditta Ritorna

Nella quotidiana lettura di Linkiesta, dopo il sorgere del sole (?) mattutino e la guardona sbirciatina alle tette&culi di Dagospia, scelgo sempre l'articolo (onnipresente) di Mario Lavia. Sono andato a leggere il curriculum politico. Come la quasi totalità dei giornalisti, presenti sul mercato delle favole belliche, ha una "presenza" giovanile nel comunismo, giocando come precaria ala sinistra. Non gradisce però il connubio con i grillini, roba da disperate zitelle della politica. Fino quì siamo amici, come con Paesani. Separazione immediata appena mostra una sottile nostalgia per Matteo Renzi, a patto, come dice la prima penna del blog, di non cedere ad un rinculo (?) identitario. Sembrano gli asini di Buridano, quelli che morirono per non sapere scegliere. Solo la caritas grillina è disponibile ad ospitare i profughi senza tetto. Però la notizia allettante è il ritorno di Baffetto e del fedele Bersani. Tutto per rispondere alla 4 cittadinanze e 5 lingue, forse il contrario. Parlavo della Schlein. Farà il pieno di iscritti al Festival di Sanremo. Le convulsioni piddine sono numerose. Riesumare i Ds sotto la guida di D'Alema e Bersani? Vino e Ipercoop? Rimanere con Bonaccini assieme a Gnassi ed abito per l'occasione? Sono cinque i segretari adottati ed è ancora giovane. Il dubbio regionale è il Terzo Polo. Uno spostamento troppo audace, regalerebbe alla povera miliardaria un successo imprevisto. Credo che Calenda abbia altri progetti, con immediato riscontro. Renzi è diventato l'Obama della democrazia cristiana. Vale i Maneskin. Io propendo per la solita ammucchiata, con la malinconica foto su Repubblica. Rimarranno, divisi, per venti anni all'opposizione. Scomparirà il più grosso fake italiano, ma arriverà il presidenzialismo. La Giorgia è molto giovane e non è ancora Papessa. 
massimo lugaresi 

martedì 24 gennaio 2023

La tangente che inghiottì l'europa

I giornaloni, quando parlano dello scandalo che sconvolge il PSE (Partito Socialista Europeo), lo menzionano come Qatargate. Il marciume coinvolge il corruttore, ma anche, forse più, il corrotto, cioè colui che si è beccato i soldi delle “tangenti”, svolgendo il compito di convincere gli europei che nel Qatar i diritti civili, tanto cari alla sinistra, sono rispettati e quel paese è un modello di libertà e democrazia. Sembra di essere ritornati ai tempi della “Milano da bere”. Solo che i “bevitori” fanno parte dei partiti che hanno guidato la politica europea di questi ultimi 20 anni. Ci vorrebbe un nuovo “Pool di Mani pulite” da spedire a Bruxelles, per estirpare il seme della mala pianta che infesta i palazzi comunitari. Chissà come si muoverebbe il dott. Piercamillo Davigo o Antonio Di Pietro, se dovessero gestire questa bollentissima patata. Il primo lo ricordiamo tutti con “affetto” quando suggeriva di circondare il Bel Paese di filo spinato perché in fondo tutti gli italiani sono colpevoli di qualcosa e meritevoli di un bel paio di manette o di una bella custodia cautelare in gattabuia. Anche il ghigno del neo scrittore Carofiglio, ex Magistrato, ospite fisso ed opinionista (di parte) de La 7, non sfigurerebbe nel compito di “ingabbiare” ed ammanettare gli ex compagni di partito. A Milano il pool si fermò di fronte all’omertà del Kompagno G. Ora, al contrario, la magistratura belga sembra intenzionata ad arrivare fino in fondo anche se ad essere indagati sono alti esponenti della sinistra europea. Il PD già in forte imbarazzo in vista del Congresso che si annuncia fratricida, si affanna, complici i giornaloni e gli opinionisti alla Parenzo e De Gregorio, passando per la Gruber, a silenziare il problema e nascondere sotto il tappeto i sacchi pieni di soldi “in nero” (senza bancomat né scontrino) che sarebbero stati, il condizionale è d’obbligo, ripuliti attraverso ONG compiacenti. Forse finirà tutto in un bel PaDel. Il nuovo nome del PD che tanto piace alla Boldrini, alla Petitti e alla Rossi…Ad ogni modo, per ora Davigo e Carofiglio sembra facciano buon viso a cattivo gioco sentendo i tintinnii di manette che suonano ai polsi dei “collaboratori di giustizia”: Panzeri ex sindacalista della Cgil, vicino a Max D’Alema europarlamentare del gruppo Socialisti e Democratici europei e responsabile della commissione diritti umani, la sua commercialista Monica Rossana Bellini, anche lei di area Dem, la eurodeputata socialista, nonché vice presidente del parlamento europeo, la greca Eva Kaili, Francesco Giorgi ex portaborse di Panzeri e compagno della bella Kaili, Nicolò Figà Talamanca, direttore generale dell’ONG No peaced Without justice e poi Marc Tarabella e Luca Visentini. Tutti autorevoli esponenti della sinistra europea. Insomma nonostante la neve il clima si riscalda e assomiglia sempre più a quello che si respirava al palazzo di Giustizia di Milano. E' partita la corsa a chi si pente per primo, solo che questa volta a tremare non è il vecchio Pentapartito di italica memoria, ma il PD e la sua ventennale filiera di potere. 
Catone il Censore

La DC del XXI Secolo

Mario Lavia è la penna più urticante di Linkiesta, il blog che raccoglie gli ombrelloni chic del giornalismo italiano, quasi tutti con una esperienza alla sinistra del partito comunista. Più chic di così, abbiamo (modestamente) solo Chicchi Giuseppe. Sindaco troppo dimenticato. Ho letto, nella mattina di pioggia e vento, una delle invocazioni a contratto contro il populismo. Un raglio alla luna per un partito che intende fondersi con il superbonus del populismo grillino. Definizione tanto vaga da essere usata sempre quando non si concorda il verbo dei migliori. Etichettare il dissenso come fosse sempre opera di Trump o inseguire i benzinai ed aizzarli, senza bisogno, allo sciopero, è segnale di pessima salute. Secondo l'ennesimo vate del migliorismo, ormai sanitario, il populismo della destra è un fallimento che pagheremo tutti. Intanto cominciate ad espiare il vostro. Fratelli d’Italia vorrebbe diventare la democrazia cristiana del XXI secolo e mantenere il potere a lungo, illudendosi che il ventisei (solo?) per cento e una classe dirigente arrangiata, bastino a costruire un’egemonia reale. E' uscita finalmente la "grande paura". Per venti anni il Pd ha "padroneggiato" dopo avere calcato i più strani campi larghi. Da quello primordiale da Mastella a "cachemir" Bertinotti a quelli seguiti, fino all'uso spregiudicato di Draghi. I grillini forse gelosi per l'attenzione morbosa al banchiere di Davos, lo hanno sloggiato da Palazzo Chigi. Non bastavano i benzinai? Il centrodestra rischia anche lo scontro con i concessionari demaniali. Tutti conoscono i bagnini e dimenticano le migliaia di altri occupanti aree ed immobili demaniali. A Rimini da tempo sono determinanti per gli assetti di giunta. Appena uno esce da quel magico consesso, può diventare loro nemico. La triade di governo li ha sempre vezzeggiati. pensando che le proroghe potessero diventare eterne. L'europa franco-tedesca non ha le stesse canottiere da accontentare. Si va a bando, con le idee della Nipote. Niente. L'ultra democristiano Casini dice che nella sua casa (bolognese) si entra a destra e si esce a sinistra. A Rimini passano dal retro.
massimo lugaresi

Giustizia nel Pallone


Non è sinceramente agevole, per chi ha masticato e celebrato diritto e giustizia per decenni, comprendere e commentare quel che è maturato, nelle menti dei componenti della Corte d’Appello Federale nello spazio di poche ore, quel nerissimo venerdì 20 gennaio 2023. Questa data deve essere ricordata non solo da chi si occupa di calcio, ma anche e soprattutto da coloro che ancora vedono nella Giustizia (quella vera, quella con la G maiuscola) il momento di equilibrio tra rispetto delle regole e adeguatezza delle sanzioni e delle procedure, tra la necessità di reprimere le violazioni e la doverosità del chiaro loro accertamento. Possiamo dire che questi principi basilari siano stati osservati e rispettati dalla Corte e dalle procedure che la stessa ha rigidamente voluto interpretare? Prima di dare una risposta al quesito, è opportuno rammentare alcuni aspetti grotteschi di questa vicenda giudiziaria. Innanzitutto, siamo passati da un processo già chiuso e che solo la Procura Federale avrebbe potuto chiedere di riaprire (quindi, con una Corte Federale impossibilitata ad agire motu proprio), ad un appuntamento giudiziario, dedicato in primis a verificare tale possibilità, trasformato in un vero e proprio processo (anche) di merito, celebrato sostanzialmente in grado unico e senza la reale possibilità per le parti accusate di porre in essere una seria attività difensiva (ad esempio, fornire prove per testi o per altra via contrarie a quelle dell’accusa). Non solo, ma in questo contesto kafkiano l’organo giudicante si è dimostrato “più realista del re”, quasi raddoppiando le sanzioni richieste da quella Procura che, come ho sottolineato, avrebbe anche potuto non attivare il potere della Corte di riaprire i giochi. 
Piero Calabrò

lunedì 23 gennaio 2023

E pur si muove


Galileo, guardando un candelabro in chiesa, affermò che la terra girava intorno al sole.  Nell'ultimo convegno sul turismo riminese, con il solito salottino arredante, le conclusioni già scritte, spero possano diventare un punto di svolta. Intanto hanno preso atto che Jesolo, una volta terra di zanzare, ci ha superato senza fatica, nonostante gli ombrelloni leghisti. Passo avanti rispetto all'amministrare con le logiche del consenso, inventate o interpretate magistralmente da Gnassi. Sublime nel cambiare tutto, senza toccare nulla. Il negazionismo usato contro lo scienziato, non riuscì a resistere alla verità del mondo. Nel nostro caso, negare (per anni) statistiche e risultanze negative del mercato riminese, ha impedito (volutamente) di accertare la verità. Stanno pensando alla decimazione degli alberghi, l'assessora pensa ad una lotteria con chiamata? La notizia del sorpasso veneto ha colpito chi ha fatto del campanilismo (populista) la sua bandiera. Il proliferare di convegni della chiesa piddina, conferma il ritorno della vecchia dirigenza post comunista. Quando non c'erano risposte, venivano convocate riunioni di fedeli, oggi mescolati con i garantiti dalla poltrona. Le pale iniziano a girare nel verso del Wind. Il miliardo ed oltre di investimento ha già ruotato qualche coscienza. Hanno esaurito i bonus delle capitali, ma a Riccione hanno trovato il tutor
 del Sindaco. Nella riunione hanno deciso, in mancanza delle "tonnellate" di idee che l'assessora afferma di avere, nascoste, di resistere anche su questo fronte. Il nostro sistema ricettivo va difeso, fingendo di non ricordare che fino ad ieri l'altro, il rilancio passava "favorendo" l'uscita dal mercato degli alberghi marginali. Senza bisogno di spinte, lo fanno da soli, trasformandosi in centri d'accoglienza dei soggetti più strani o chiusi per fallimento commerciale. Il salottino, sempre più ristretto, non si è reso conto che con questo principio si allontanano altri problemi irrisolti. Per salvare il nostro sistema ricettivo, serve creare un rapporto sinergico con quello balneare. La paventata variante di spiaggia, ricordata nel convegno dall'Assessora Frisoni (zeppa di idee), come strumento innovativo, viaggia in senso contrario. Se elimini l'obbligatorietà dello stabilimento balneare, magari sollecitata dalla corrente reazionaria dei bagnini, neghi la realizzazione dei servizi occorrenti. Riflessione che non può essere affidata ad una Nipote fortunata, ma deve impegnare tutta la politica cittadina pensante, partendo da quella che governa. Il sindaco deve capire che il populismo principesco, ci ha portato in un cul de sac. A qualcuno può anche piacere. Premia, al momento, il protagonista dello show. Alla lunga non paga, lo state vedendo. Sostituire i fenomeni, con i solo bravi. Prendere le distanze dagli opportunisti. Questa improvvisa svolta del salottino, comprende anche le furberie di quelli che iniziano a tenere il piede in due partiti, le aspettative di vita del Pd si stanno accorciando. 
massimo lugaresi

Melucci il Grande

Al centrodestra riminese, araba (?) fenice della politica, sono mancate tante cose, la più evidente è un Melucci. Hanno ed hanno avuto personaggi importanti, solo ai fini del loro limitato contorno, nel numero e tempo. Non infierisco con i mercenari del voto, i Wagner riminesi. Chiamami Città è il portale congressuale di un Pd, respirante con affanno perdente anche nella "pratica" delle pale eoliche, quasi pronte. A Ravenna hanno promesso risparmi energetici per alberghi ed attività turistiche, al covo piddino dei Rinaldis, non regalano niente, deturpano solo lo skyline. La città meno protestante al mondo. Il piffero di Gnassi li ha addormentati. Arrivo al gradevole articolo di Maurizio Melucci. Il Sindaco, oltre a pulire, come promesso, la Fossa dei Mulini (esondata), dopo dieci anni di scandaloso servizio consegnato ad Hera, dovrebbe assegnargli il Sigismondo del migliore politico vivente e parlante. 
Il tema scatenante il dibattito congressuale, per la misura delle correnti e convenienze personali, oltre a quella di genere Schlein, è la messa sotto controllo del sindaco riccionese, nella versione femminile, sempre funzionaria. La nomina di Fabio Ubaldi, un Lucio Paesani alla riccionese, ha scatenato l'inferno, consegnando perfino al Carlino, l'obbligo di un articolo. Vogliono contornare il sindaco di fidate espressioni del vecchio potere. Hanno crocifisso la Tosi per molto, molto, molto meno. Sintomo preoccupante di un successo dovuto, come sempre, più alla debolezza del centrodestra che alla volontà degli elettori. Avete mandato al fronte, disarmato, una ottima risorsa come Caldari. Con gli altri avrebbe stravinto. Non diventano mai grandi. Si trincerano dietro alla Giorgia che dovrebbe risolvere anche le mille inquietudini locali. Su questo versante il Pd ancora può insegnare quello ereditato dal grande partito. Ubaldi capo di gabinetto a Riccione. Un grave errore. La sentenza di Melucci. Non mi sconvolge, è successo anche a Rimini che per le scelte "deboli" dovessero arrivare i Leopard amministrativi. Gli intrecci ed i saltinbanco della politica, arrichiscono le pillole amare di Maurizio Melucci. Finita l'era di Gnassi, con un governo ostile, termina anche la gestione del coacervo di passioni, provenienze e generi. Il potere li aggregava, Renato Zero e la Littizzetto però continuano a rappresentarli. 
massimo lugaresi

domenica 22 gennaio 2023

La Casa della Salute

La Casa della Salute è una previsione di circa 20 anni fa, quando la sanità Italiana veniva indicata tra le migliori al mondo, con un sistema sanitario quasi perfetto nelle componenti essenziali, migliorabile solo negli aspetti complementari. Anno dopo anno, con il covid come test malefico, abbiamo scoperto che il nostro sistema sanitario fa acqua da tante parti. La brutale conferma è stata l'emergenza pandemica. Il buon senso non è coltivabile, tanto meno acquisibile. Le (poche) risorse umane e finanziarie dovevano congelare gli aspetti complementari e concentrare gli sforzi sulle esigenze indispensabili. Non ho acquisito lauree o esperienze sanitarie, ma potrei prestare quelle amministrative. Sono diventato un cliente dell'ospedale dei troppi infermi e soffro nel vedere personale che viene aggredito, non solo verbalmente. Occorre intervenire urgentemente sui servizi: pronto soccorso, posti letto, liste di prenotazione, impostazione e numero dei medici di base. Categoria sull'orlo di una crisi. Aspetti che non trovano certo risposta nella "generica" Casa della Salute, propagandata al pari di quella della agognata sicurezza. La Casa che promette Salute sembra una degli erogatori dell'Acqua di B
ernabè. Si dovrebbe occupare di: prevenzione e promozione della salute/popolazione con bisogni occasionali-episodici/ benessere riproduttivo cure perinatali, infanzia e giovani generazioni/prevenzione e presa in carico della cronicità, non autosufficienze/rete cure palliative. Questa "pensata" che vale solo per una di queste Case, ne sono previste tre, solo per Rimini, necessita non dei nove milioni stanziati, ma almeno dei 30/40 inesistenti. L'aumento dei costi di fabbricazione ed allestimento valgono soprattutto per il pubblico. Rimane poi il problema delle risorse umane. Per riempire un presidio di 6.000 mq, non adibito a campo da calcetto, occorrono almeno 100 unità. Ferie e turni li aumentano. Operazione, per la sola provincia di Rimini, da 200 milioni per strutture e attrezzature e 1.000 addetti. Se i numeri vengono smentiti o ribassati, ci sarà un puntale report che rassicura. Il Metromare dovrebbe insegnare, invece raddoppia.  
massimo lugaresi

L' Assessora.


Nella sinistra vera e variegata che incuteva paura (perfino) alla Chiesa, oggi sodale del Pd, sarebbe stata una stupida battuta, definire al femminile, una collega di giunta. Affisso alle porte del potere comunale, esisteva solo Assessore, anche abbreviato, nessuna femminista (c'erano) si adontava. Colpa della Boldrini. Nella lettura di Chiamami Città, fonte d'ispirazione e spesso di un sorriso compiacente, ho visto che in Casa Melucci viene dato, correttamente lo stesso spazio a Zio e Nipote, pezzo da novanta e variante dell'esecutivo. Morolli Mattia rosica un pò, ma deve stare al gioco di Bonaccini. L'Assessora Frisoni mostra spesso presunzione e libertà d'azione, non compatibili con i risultati ottenuti. La pianificazione sembra una oscena bestemmia. Le regole sono talmente variabili da sembrare inesistenti. Si costruisce a spanne e richiesta. Rimane l'invariata burocrazia, ma anche in questo caso ho visto accelerazioni e frenate. Condomini sul mare e tendine coprisole vietate. Il superbonus, marcato 5 stelle, imperversa con le numerose fregature, al punto che i pochi onoranti le regole, sono eroi dell'onestà. Nella lotteria del 110% la vittoria o sconfitta è precipitata nelle mani delle banche. L'opposizione o meglio l'alternativa è però l'unico impiego che a Rimini nessuno chiede. Colpa del ciellismo che ha visto la Città fra le prime aderenti al verbo di Monsignor Giussani? E' entrato subito in sintonia, nei momenti che contano, con il piddismo. Oggi cielle è una adunata di cittadini, divisi come il paese, ma uniti dalla fede. Una fortuna politica che altri non hanno. Il pregio del movimento è presentare sempre candidati di alto livello. Torno alla Nipote, ascoltata un'unica volta, nell'esercizio delle sue funzioni, all'epoca di Gnassi, il silenziato. Direi che le manca, come ai tanti scelti da gruppuscoli di piccolo potere, la scuola dell'obbligo, pur mostrando una bocconiana laurea. E' entrata d'autorità nel Palazzo. Non ha mai fatto il giro dei quartieri e delle decine di sezioni che ti aspettavano (preparato) con il fucile delle critiche e richieste. Una presentazione ciccospannesca delle cose è abituale. Lungomari arabi, con le palme in mezzo alla strada ed improvvise curve per piantare arbusti sconosciuti. Partono lavori fermi da anni e nessuno conosce le ragioni, solo quelli spettanti a Mattia dei Morolli, hanno decine di selfie per l'accompagno di facebook e spesso instagram. La città sta crollando, leccando i gelati dell'unica mostra, presto collegata da un'altra metropolitana da incassi favolosi. Ci ha sorpassato, con il gesto di Gassman, anche Jesolo, spiaggia piena di leghisti. Cosa avete fatto in questi venti anni di dominio assoluto? Un teatro e richiamato cento volte Fellini. L'unico aspetto riqualificante è stata la trasformazione, con i dovuti parcheggi, del Borgo S. Gnassi, punto d'incontro della movida riminese.
Vale più una richiesta, a bassa voce, di Cagnoni del resto del popolo. 
PS 80 milioni per la Cittadella della Sicurezza ve li manda la Giorgia. Almeno dateci la Sicurezza. 
massimo lugaresi

sabato 21 gennaio 2023

Via col Vento Debole

Con l'amico Lucio Paesani, compagno di avventure e sconfitte contro il Pd, in edizione  ancora vincente, sempre con i mercenari del voto, sono andato, questa mattina. nella tana talassoterapica del nemico. L'occasione era la recita dei mea culpa, moltissima colpa per l'ecomostro eolico, secondo la primitiva ed azzeccata definizione dell'allora Principe Gnassi. Abbiamo aspettato la fine del suo intervento e siamo usciti. L'adunata dei (pochissimi) intimi piddini era finita. Il resto dell'incontro era coreografia per un partito in via d'estinzione, nonostante avesse precettato tutti (tutti) i garantiti. Andrea Gnassi invece, aveva predisposto, la "sua" sceneggiatura, facendo annunciare un presunto forfait, causa i molteplici impegni, dettati dall'unica fiera popolata, ma gratificata con un'altra tratta del Trc. Anche il vero Sindaco era assente, per la stessa comprensibile ragione di Cagnoni. L'arrivo del sempre bello Andrea è stato da carpet più famoso. Lo zainetto alla moda, vestito scelto accuratamente, in sintonia con il grigio scuro del tempo e la "gesticolazione" sempre più nervosa. Una sofferta preghiera, non lunghissima, servita per giustificare la vecchia e corretta definizione, oggi in minoranza. Le volontà regionali, nazionali e soprattutto imprenditoriali hanno deciso. La Nato che conta non è smentibile. La cooperativa dei pescatori e qualche associazione ambientalista che non si limita ad imbrattare muri e dipinti, contano poco, rispetto alle dimensioni del progetto. Rimane da considerare un decisivo aspetto: sono le ultime esibizioni di un potere scomparso. Non cito la Petitti, un prezzemolino che deve condire le pietanze regionali. Non si capisce per quale ragione, tanto meno riesce a spiegarla. Forse Tonino Bernabè sarebbe in grado di farlo. Ho incontrato però il vecchio compagno Giorgio Grossi. Una visita ristorata. 
massimo lugaresi

Gesù o Barabba?

Quando si parla di calcio, occorre premettere a quale fazione appartieni. Se hai il coraggio di proclamarti juventino, fin da bambino, sei della cosca di Matteo Denaro. Lo dicono anche influenti avvocati e quelli un pò meno. Premetto però che non sono un tifoso della casata agnellare, da tempo un grosso
 problema del nostro calcio deviato.
Detto questo, mi addentro brevemente in quello che è successo, per la terza volta, al pari dei giuramenti di Giuda, alla Juve. La prima volta è stata solo eliminata, frantumata, giustiziata come unica colpevole di un calcio malato e truccato, però senza colpire un solo arbitro della famigerata "ghenga" diretta alla milanese. Anche chi ha giocato a calcio "dal prete" come si diceva una volta a quelli più scarsi, sa che non può essere così, tantomeno ad alto livello. Ha dominato in Italia e vinto, dopo la purga morattiana, ben dieci scudetti di un calcio italiano in evidente regresso. Il passaggio dal tifo al sussidio televisivo, in base ai tifosi, ha reso il sistema troppo favorevole alla Juve. Bisognava colmare il gap dell'audience. Non potendo estinguere i tifosi, hanno pensato alla squadra. Trovi sempre un tribunale del popolo compiacente. Le due milanesi, vere nemiche, si affidavano ai dollari e yen, robusti ricostituenti, senza trascurare la giustizia sportiva come ultima speranza. Quello che è successo con la sentenza di ieri, credo rappresenti la veritiera immagine dello sport (?) più popolare. Le colpe societarie sono evidenti, la "purga" avvenuta lo attesta, ma per renderle più efficaci devi prescrivere sempre quelle degli altri? Sentenza a striscie bianconere. La commedia all'italiana, non è finita, come la cattura del più ricercato, in casa sua. 
massimo lugaresi  

venerdì 20 gennaio 2023

Sindacato Scomparso

La scelta di Landini, imposta da un Nazareno che non ne azzecca una, era già una previsione per la fine di un sindacato comunista come cinghia di trasmissione di voti e consensi al Pd democristiano. Le adunate all'italiana sembrano i pienoni della Rinaldis, mentre in Francia milioni di persone urlano contro il maschione che vuole depredare le loro pensioni. Due anni di clausura sanitaria, Conte e soprattutto Draghi, hanno ridotto il popolo peninsulare come volevano gli atlantici che comandano o muori. La protesta democratica e la componente sindacale più forte, sono quasi sparite. Rimangono tre segretari, due in quota Pd, che aspettano la ricca liquidazione e relativa (ricca) pensione. L'ordine per l'ex antagonista Landini è imbrattare l'immagine del governo. Fa quello che può, con qualche vecchio pensionato. Sono più gli articoli dei giornaloni d'accompagno, dei manifestanti. Nel silenzio e con il massimo menefreghismo dei cittadini, stanno completando l'allestimento dell'ennesimo congresso della Speranza e Rinascita. Il garante riminese è il plurivotato Mattia Morolli, naturalmente per Bonaccini, come l'ex vate Gnassi e la corrente di Chiamami Città, ritrovo della vecchia guardia comunista. Non li leggo sofferenti. Forse le pale eoliche li soddisfano. Domani, tutti i "resistenti" all'aggressione elettorale,
 si ritrovano per benedire e festeggiare, con le sigle dell'ambientalismo domestico, la collocazione (più) al largo dello "sfregio" dei contorni marini. Opera costosissima, da caloroso brindisi, ma inutile, per accertata mancanza eolica. Sono anni che ci provano. Le "loro" sanzioni" hanno liberato gli ostacoli. L'inaugurazione sarà compito di Fiorello, simpatico venditore di Wind.
massimo lugaresi

L' Intelligence di Dagostino.

Le fonti informative, spesso casalinghe che permettono a Dagospia di essere il blog piddino più "guardato", sono molte. Alcune usano strumenti naturali come le favolose tette e qualche culo, per ossequiare i generi di moda, poi ci sono i giornali associati alla vecchia propaganda, destinata a sciogliersi nell'acido dell'opposizione, senza ristori governativi. Non trovando da tempo proposte, idee, messaggi dal Nazareno, cercano, come per la guerra di Putin, le debolezze e gli intrighi nella coalizione di centrodestra. Il presunto migliorismo, accertato anche nei sacchi europei, li spinge a considerare il centrodestra, non da oggi, un coacervo di vetero fascismo, con i rimasugli del berlusconismo. Dimenticavo il pizzico di leghismo rimasto. Questo è il mantra di ogni articolo o discorso. Non usano specchi o timide riflessioni sullo stato della cosiddetta sinistra. La colpa non è di Speranza, Soumahoro o degli sbarchi prenotati, ma di uno scambio nella rappresentanza elettorale. La lettura riminese di Chiamami Città è molto più istruttiva di quella (istituzionale) del Carlino. Diventerà uno degli avamposti della resistenza. Hanno provato con le pompe della benzina e dicono (loro) di avere arrestato l'avanzata del nemico. Sarà una guerra lunga, i sindacati, dopo il silenzio al cospetto di Draghi, improvvisamente hanno trovato coraggio e proteste da avanzare, in solitudine. La cinghia di trasmissione cigola ma ancora regge, per la propaganda. La Meloni è intoccabile, stanno provando con lei il giochino delle elezioni virtuali. Finora è stato un disastro. Cambierà quando verrà fatta una opposizione in 4 lingue, quelle che da noi indicano i servizi necessari. Le elezioni regionali saranno un test attendibile. Danno per certo un altro trionfo dei Fratelli d'Italia, compensato dal ribasso cronico della Lega e Berlusconi. Non rimane che compilare articoli con le presunte divisioni all'interno della coalizione. Quando lo spoil arriverà alla Rai, s'accorgeranno che non è loro proprietà e nella sinistra ci sono tanti da imitare, offendendoli ironicamente. Magari litigando, ma si stanno impadronendo di tutte le aziende statali, senza un saluto romano, ma con una poltrona piddina. 
PS Anche la mia Juve viene considerata squadra con tendenza piddina, ogni tanto cambia il presidente segretario, per cronica incapacità. Solo i procuratori di Torino hanno un'altra opinione. La vogliono abbattere, resuscitando reati, commessi perfino dalla "casta" Inter, finanziata dai nemici cinesi. Messina Denaro, catturato nel tempo della Giorgia, non vale. Si è denunciato da solo e Saviano non si da pace. Siamo solo agli inizi. Però hanno smesso con Totti e Maneskin. 
massimo lugaresi

giovedì 19 gennaio 2023

Uccelli Migratori

E' finita la cuccagna nel Pd. I demo-uccelli (?) migratori si sollevano per trovare cibo e poltrone centriste. Nella pregiata Ditta Renzi&Calenda sembra vi siano ancora posti (in piedi). Il fantasma vinicolo di D’Alema minaccia il rientro, con l'invito della 4 cittadinanze. Porte spalancate per il nuovo miscuglio di affari ed incompetenza. Un incipit incoraggiante. A Rimini (prudentemente) sotto la sorveglianza ed i selfie di Mattia Morolli, si collocano sotto l'ala ancora protettiva di Bonaccini. Meglio poco di niente. Il blog radical chic e disperato, lo vede come un definitivo spostamento a sinistra della democrazia cristiana occupante, ma la rinuncia ad una maggioranza alternativa. Hanno arrestato la presunta "tesoriera" europea. Anche in Belgio usano il metodo (infallibile) Di Pietro. Manette roteanti sulla testa e clausura. Se sei innocente ca..ed avvocati tuoi. L'indagine, questa volta, si svolge in segreto, non su Repubblica. Per andare oltre devono imbrattare i muri della Giorgia. Uno spettro si aggira per il congresso del Partito democratico, D’Alema continua dopo anni dalla sua uscita a suscitare odî e amori, e comunque interesse misto a qualche patema. Porte aperte, dicono all’unisono Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, i duellanti congressuali. Questo ho letto su Linkiesta. Garantiti nella sanità e scuola, dipendenti pubblici da lontano, magistrati prevalenti, attori, cantanti, giornalisti a go go, Agnelli e Cairo, devono infilarsi in questo pertugio senza vie d'uscita e vantaggi? Il primo passaggio liberatorio sarà Calenda, più arduo l'uso di Renzi, poi arriverà la valanga centrista che sommergerà anche il Cavaliere. Il pranzo governativo durerà diversi anni. Sono solo all'aperitivo del Csm. La Meloni viene indicata come il premier più amato in Europa. I piddini girano con il santino di Baffetto.
massimo lugaresi 

La Scaramanzia della Giorgia

Non se la possono prendere. L'essere violentemente cacciati da (quasi) tutto e sedere in parlamento all'opposizione, con un gruppo ridotto al lumicino, dopo avere instaurato un regime demovaticano, durato venti anni, conduce i resti del Pd verso il peggiore congresso della sua breve storia. Giocheranno al che genere sei. In base agli outing del voto, si divideranno rabbiosamente. Nella giunta di Rimini è significativo che solo la Vice, già indicata come rappresentante delle 4 cittadinaze, si è schierata per la Schlein in romagnolo. Rimane, per quest'anno, Sanremo.Tutto il vecchio gruppo dirigente o proveniente dal disprezzato comunismo, sostituito dal più figo occidentalismo, è con Bonaccini. Contenderanno i voti di Croatti e dei grillini che credono agli asini volanti, senza guardare quelli seduti su remunerate poltrone. Il balzo patrimoniale del senatore è strabiliante. Risultato della lotta contro le caste. Una scelta però che tutti avrebbero fatto. Solo il Pd riesce a stimarli oltre i pochi meriti conquistati sul campo. Vederli abbracciati, presto agli ordini del loro più insultato nemico, è da brividi. Improvvisamente i giornaloni hanno cessato la campagna d'odio contro i killer di Draghi. La trasformazione dei seguaci di Grillo, nei nuovi "resistenti" è francamente ridicola. L'avvocato del popolo nella versione antagonista, senza vernice, risuona tra le comiche del nuovo anno. La Meloni ha mandato a Davos solo il ministro all'istruzione. Un affronto al draghismo, ma un uso comprensibile della scaramanzia. Cosa hanno risolto nel più caro ritrovo invernale? Registrano una ricerca affannosa di escort per gli accompagni anche a mezzo servizio. Il simbolo del potere finanziario diventa una icona della sinistra. Sono allo sbando. A Rimini riusano il sottile snob culturale del compagno Chicchi. Ha difeso giustamente l'immagine di Dante spostata a destra. Rimesso a posto il Poeta, dovrebbe fare altrettanto con il suo allievo preferito: Gnassi.
massimo lugaresi

mercoledì 18 gennaio 2023

La Lega Innocente

Il Report di Dagospia: su Salvini non sono emessi elementi concreti, deinde la Procura di Milano è "costretta" a chiedere l'archiviazione sui fondi russi alla Lega. Avete letto la stessa notizia sulle ammiraglie della propaganda piddina, con lo stesso clamore che ha suscitato per mesi, mantenendo alta l'attenzione di Repubblica, gemellata con Il Fatto? Non c'è stato nemmeno uno straccio di processo, come quello interminabile sempre a carico di Salvini. Ha impedito un ingresso illegale. Provate a farlo in Francia, Germania o meglio in Inghilterra. Non si sono ripresi dai risultati settembrini e dall'imperversare della Giorgia, wonder woman che vola da una città all'altra, confortata dagli applausi dei cittadini. Vogliono abbatterla in 4 lingue, richiamando al fronte Bersani e D'Alema. La propaganda racconta che il "fermo" alla sua ascesa lo hanno permesso le pompe della benzina, infuocata dal Pd. Le sanzioni non hanno colpe. Il gioco della giustizia a tempo si ripete troppo spesso. Le stesse ipotesi di reato calcistico hanno colpito quasi tutte le squadre ma il clamore di Report piomba solo sulla Juve. Sono sicuro che mi arriverà la solita reprimenda forense. Non sono certo un fan degli Agnelli, dinastia in disarmo, fuori dal tempo. Hanno creato più problemi negli ultimi anni di quelli che hanno risolto con il decennale trionfo. La storia, anche calcistica, si ripete e la giustizia da piazza e Repubblica è un favore per la propaganda ed il tifo. L'acquisto di Ronaldo è stata una malefica sboronata a debito clamoroso. Possono accampare l'arrivo del covid, ha imperversato anche a Napoli, ma ADL ha fatto uno squadrone con poco. Complimenti, non sarà simpatico e ci regala sempre i soliti panettoni, ma il calcio lo sa usare, senza spendere una lira per il nuovo stadio. Il calcio milanese è esentato dalle investigazioni, la storia e le procure, lo confermano, hanno vinto scudetti "frantumando" la Juve. Le investigazioni in Russia per trovare l'ennesimo malloppo di Salvini, sono state un buco (costoso) nel Moskva che attraversa la città. Nella combriccola che costruiva tangenti con i barili di petrolio, nonostante le spie e le intercettazioni in attesa del nome sperato, non compare Salvini. Altro buco colossale. Stanno votando il nuovo Csm, l'organo che controlla e giudica (?) i giudici. Sapete chi ha la maggioranza? Non è una novità da poco. A Saviano non sono piaciute le riprese e gli attori della cattura del secolo. I Due Conigli del Mattino continuano però con l'imitazione (volgare) del Premier eletto. La par condicio costringerebbe lo stesso trattamento per la Schlein nel caso, auspicato, diventi segretaria del genere politico minoritario. 
massimo lugaresi

Il Gioco dell'Oca

Leggo e ascolto belle parole dai burocrati del Pd. Tutto è da cambiare, rinnovando la classe dirigente. Non essendo tra le offerte dei supermercati di casa, con parcheggi, mi chiedo dove intendono fare spesa. Pensano alle seconde file, quando le quinte sono già (silenziose) in parlamento? Quella sbarcata, meglio lasciarla perdere, così imparate. I maestri, senza la scuola di partito, devono fare con quello che i social ti regalano. Da una rapa nasce una invettiva di Sgarbi. In un partito, dominato dalle correnti dei capi e capetti, quale selezione può arrivare, non dettata da improvvise folgorazioni? Il risultato pizzicabile anche nella nostra città è un condensato di incapacità, opportunismo, arrivismo e raccomandazioni, con gli inesauribili yesman. Requisito che ti permette di accedere alla mappa del potere. La situazione era evidente anche venti anni fa. Una fusione forzata tra i gruppi della democrazia, ancora piuttosto cristiana ma sempre avida ed i resti scossi del comunismo, furono le prove della concezione, benedetta dopo dall'Avvenire. Un vergognoso patto di potere per continuare a comandare e qualche volta governare. Primum vivere o sopravvivere. Il resto è liturgia. Belle parole ed impegni solenni ad ogni cambio di segretario, più frequente delle varianti. Partiti con Veltroni, il peggiore degli inadatti, la liturgia si è ripetuta ad ogni scossone. Citazioni dei grandi ideali, dimenticando però la Palestina. Iniziò il gioco dell'oca senza fine. Abbandonate le classi sociali più deboli ed i lavoratori, rifugiati prima nella Lega, ma già in pole per la Giorgia, gli operai hanno perso il 40% del valore dei loro miseri salari. Arida sintesi del presente. Non invidio gli storici. Voglio aggiungere, in conclusione, l'atlantismo senza se e ma. Ultimi servi sciocchi, come l'uscita di Letta, ancora segretario del partito e delle cittadinanze, sul missile caduto (?) in Polonia, che ha quasi provocato una stupida guerra mondiale. L'uomo più a sinistra in quel miscuglio è Renzi. Mentre le pillole di pharma gauche le assumono dai grillini. Il partito è nelle mani delle correnti e degli eletti. Un dilagare di bande che si avversano, mentre la base viene chiamata solo alle primarie, per consegnare la patina democratica. Le oche si trasformano nelle galline di Renzo, promettendo di sposare solo lo stesso genere. 
massimo lugaresi

martedì 17 gennaio 2023

L' Uscita del Sindaco

Il Sindaco di Rimini è il nostro rappresentante, eletto comodamente e giustamente. Spero sia espressione lontana, lontana, dal gnassismo, nonostante abbia collaborato e sia cresciuto in quella atmosfera cinematografica. Un virus non ancora sparito. La Giorgia ha però trovato il vaccino. Non lo conoscevo, proviene dall'inesauribile fonte che ha, piano, piano, affogato il presunto partito di sinistra. La sua uscita sulle automobili dell'emergenza sanitaria, sacrificate per sbandierati risparmi, è stata un errore non paragonabile però alla "benzina" della Meloni. Tema socialmente pericoloso. Perfino una delle ancelle più fedeli, come NewsRimini, è costretta a pubblicare le reprimende che sono arrivate dall'opposizione riminese, non annoverabile tra i pericolosi sicari della politica. Anche la Lisi ha criticato e questo può spiegare l'inconsueta pubblicazione. Se lo ha fatto anche il Carlino, allora può essere un problema. Ho maturato una buona impressione del nuovo Sindaco, nelle varie occasioni che ci siamo incontrati, per i tanti problemi del Circolo Nautico di Viserba. Ho constatato, che promette poco ed addirittura mantiene. La differenza con Mastro Gnassi è enorme. La futura inevitabile debolezza è addebitabile al partito di riferimento. Rimini è stata governata dal Pci, con eredi, spesso lontani, per 70 anni. Nei quasi venti anni di regime piddino sono riusciti a cancellare le tracce ed i riferimenti. Una cancel culture talmente stupida da rasentare il masochismo. L'avvento nel jurassic park del Pd di generi strani e prevalenti, induce ad una scelta responsabile: sparire. Il partito del Sindaco, in questo momento, sta attraversando le doglie congressuali che porteranno ad un altro parto per necessità. La giunta è uno zibaldone frutto delle preferenze cittadine. Proseguono il cammino disegnato, spesso imposto dalle potenze impreditoriali immigrate con la (quasi) scomparsa di quelle indigene. La grande distribuzione continua il dominio commerciale. I cittadini sono fuori dal coro, eccetto quello (protetto) dei civivo. Sono alla vigilia del Tutti a Casa. La fuga regionale è rallentata dalla difficoltà nel riempire gli scatoloni. Una rappresentazione vietnamita. Il tentativo quotidiano promosso dalle componenti la propaganda locale è da Visit Rimini, pannicelli per il turismo che si spegne. Grande attesa per il pienone dei gelati. Il tentativo del Sindaco, forse doveroso, di difendere una scelta profondamente sbagliata, conferma le difficoltà da affrontare. Sono convinto che avverrà anche il secondo miracolo, dopo la sparizione della merda in mare. Apparirà l'opposizione.
massimo lugaresi

Insopportabile

La sovra-esposizione della Meloni. Così questa mattina L'Inkiesta del Pd, nella versione Capalbio, la più radical chic, dopo quella Schlein in 4 lingue, titolava nella Prima Pagina. L'ancora inspiegabile cattura di Matteo anche Messina Denaro, avvenuta (non per caso) in una popolata clinica palermitana, ha concesso alla Giorgia la doverosa presenza istituzionale, per congratularsi con magistrati e forze dell'ordine che lo hanno catturato dopo 30 anni di ricerche a spanne. Un successo che merita lodi ed incoraggiamenti. Devo aggiungere però che i cambi di governo, anche meno violenti, hanno sempre visto fortunate o fortuite retate. Poi tutto come prima: in Sicilia, Campania, Puglia fino al Nord. Applausi. Ci sarebbero tonnellate di cose da dire e misteri da svelare. Rimane la soddisfazione (impagabile) della faccia di Saviano ed il resto del Pd da sbarco nell'irrilevanza. Dov'erano in questi 30 lunghi anni? Il ricercato nei posti sbagliati era rimasto a casa, dove si sentiva più sicuro. La colpa (imperdonabile) del Premier eletto è stata quella di presenziare il successo della giustizia. Il tempo deciderà se è una della tante novità oppure solita propaganda. Ho pefino letto in una delle "striscie" di Radio Deejay che i politici siciliani avrebbero giocato alle tre scimmie. Una accusa pesante, non meditata. Il Premier è volata addirittura a Palermo, cose che Renzi ed il suo costoso aereo, Letta e soprattutto Draghi non hanno mai fatto. Secondo la critica livorosa e piddina, doveva lasciare spazio a magistrati possibilmente democratici e carabinieri. Complimenti alle forze di polizia, ai Ros e Gis dei Carabinieri: gli italiani vi ringraziano con tutto il cuore. Con la destra al governo la lotta alla mafia sarà sempre al centro, sulle tracce di Falcone e Borsellino, questa è la risposta di un'emergente Giovanni Donzelli. Colpo al cuore, senza il pacemaker del congresso.
massimo lugaresi