Comunicato
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Per il bene del Pd riminese,
per il bene di chi crede nel Pd riminese; per il bene dei riminesi, per il bene
della comunità albanese integrata nel riminese, il mio percorso della
candidatura per la segreteria del Pd riminese finisce qui!
Il fato di ieri sera del Circolo di Santa Giustina dimostra
estremo comportamento confronti al processo dell’elezione del segretario
comunale del Pd. Secondo il mio punto di vista il Pd riminese non e pronto a
camminare a pari passi con il suo Statuto e con quelle del Pd nazionale, o
forse io non sono integrato abbastanza da capire certe regole della democrazia
italiana.
l’indifferenza di un processo importante che sembrava a
diventare attraversò i tre candidati della volontà di cambiare e di rinnovare
ciò che sembrava fermo, sta dimostrando secondo me, un atteggiamento non
voluto.
Abbiamo voluto il sistema delle
Primarie, in passato, a dirittura si parla tanto e lo vogliamo anche nella
scelta del prossimo candidato del primo ministro dell’alleanza, per la scelta
dei prossimi Deputati, ma per il segretario comunale non lo applichiamo, per i segretari
dei Circoli non lo vogliamo, quelli li scegliamo in alcune volte attraversò la
raccomandazione (come e successo per il segretario nuovo del Circolo di Santa
Giustina) e attraversò dei vecchi metodi che non si applicano pure ormai anche
in Albania, sono dimenticati a rinnovare anche questi due aspetti importanti
per la democrazia interna del Pd, o si fa volutamente!
Come si può eleggere i quarti
delegati dell’Assemblea Comunale di un circolo composto di quasi 100 iscritti,
in una convocazione dell’Assemblea Congressuale del circolo, con una
partecipazione di solo cinque o sei iscritti, e magari quei cinque sono quelli
vicino al segretario, e tutti i segretari dei circoli che abbiamo girato fin
oggi, lo hanno espresso apertamente davanti a noi la preferenza ormai decisa
dal partito a chi dare il voto. Con le Primarie dentro il partito, il processo
doveva essere molto trasparente e coinvolgeva tutti gli iscritti.
Ecco perche mi fermo, mi fermo
a riflettere se val la pena a rinnovare ancora, la teserà del Pd, assi, sto
pensando che lunedì vado a consegnare anche quello che ho, o forse andiamo a
consegnare tutti noi albanesi iscritti, di quale ieri sera, c’e voluto un può a
convincere alcuni, che per davvero era un incidente degli ultimi minuti, il
difetto delle luci spente.
Perche il partito riminese
applica le regole nuove solo a favore di una certa calse dirigente, e quando
qualcuno come me, si fa avanti per una rinnovazione per il bene della città,
subito con le regole vecchie, com’è steso meccanismo burocratico riminese,
vecchio di trenta anni fa, e guai a toccarla, questo lo dimostra
l’atteggiamento di alcuni vecchi esponenti a confronto dei nuovi dirigenti
eletti ultimamente con il sistema dalle Primarie.
Può succedere anche cosi, che
quando ce la possibilità, di esprimersi ti tagliano la parola, e quando ce, la
possibilità di scegliere attraversò al voto libero democratico ti tagliano la
luce. Compito di tutto ciò può essere anche il meccanismo intero, sia dentro il
partito anche fuori, i giornali e le medie intere, sene fregano di un processo
importante del partito che dirige la città.
Il Circolo di Santa Giustina e
lo specchio del Pd riminese, dove i vecchi esponenti del Pd del territorio, non
sono mai andati d’accordo per tanti anni, ognuno ha custodito il suo orticello,
lasciando il territorio santagiustinese, come peggior territorio in riminese.
Oggi invece di contribuire al processo rinnovativo del partito con le nuove
regole e i nuovi dirigenti, tengono fermo un processo democratico e della rinnovazione,
del Circolo Pd di santa Giustina, e insieme agi altri simili, in tutto
riminese, fermando tutta rinnovazione del Pd riminese, fermando lo sviluppo
della città.
Steso vecchio segretario del
Circolo, dopo gli avvisi attraversò delle raccomandazioni e sms che giustamente
aveva fatto il partito, aveva girato personalmente ieri in tutte le case degli
iscritti a convincerei a venire in congresso e votare per il suo candidato, e
quando lui o tutto insieme con lui, hanno visto che nessuno non condivideva le
sue scelte, dopo anche che hanno visto che erano venuti in maggioranza iscritti
albanesi, s’inventa un difetto dell’impianto della luce, puoi esce fuori che
non era pagata la bolletta, puoi esce fuori che e da dicembre che Enel aveva
avvisato il partito, (comunque sia, anche se è un incidente, che io non credo,
non doveva succedere) per poi anche la”padrona”(detto da alcuni iscritti ieri
sera) del centro giovane di santa Giustina in vicinanza” non ci ha concesso il
permesso a liberarne un locale nell’interno per svolgere il congresso.
E questo non e accettabile per
me! Idem mi sembra anche il comportamento dell’intero Pd riminese, fin che le
regole vecchie vengono applicate, questi individui mettono sempre il bastone
fra le ruote al partito del territorio, e il partito centrale sene frega
volutamente.
Ø
Il modello
economico riminese mostra dei tratti molto preoccupanti: il ricorso massiccio al
lavoro nero, con alcune situazioni estive a carattere “schiavistico”;
un’evasione fiscale ampiamente diffusa; un sistema creditizio più orientato
alla speculazione finanziaria e immobiliare; infiltrazioni mafiose in
alcuni settori, sia nel comparto pubblico sia nel privato, episodi tutti di spiccata malversazione su cui sarebbe
bene riflettere.
Ø
Con questa
logica l’interesse collettivo è piegato all’interesse privato, l’attendibilità delle
istituzioni pubbliche è minata, l’economia del territorio è inquinata. Va
invece affermato fermamente che la maggioranza dei cittadini riminesi non è più
disposta a legittimare un sistema economico e sociale fondato
sull’irregolarità, sullo sfruttamento del lavoro e la sperequazione della
ricchezza.
Ø
In questi anni mi sono
adoperato al massimo per il partito democratico come referente
dell’immigrazione,
certo anche fermandomi davanti a qualche pressione o provocazione, ma purtroppo
ho avuto una scarsissima collaborazione da parte del partito. Gli stessi che mi
hanno votato all’assemblea della vecchia segreteria provinciale, mi hanno
boicottato un attimo dopo, avevo però messo la mia candidatura, non per
interessi personali, come qualcuno ha detto, ma per sostenere con forza il
valore della convivenza che appartiene alla tradizione dello stesso Pd
riminese, con il quale abbiamo sempre collaborato e reciprocamente creduto.
Ø
L’immigrazione oggi nel
riminese incide in molti punti di vista, nella vita di molti riminesi: solo negli ultimi
due anni a Rimini sono stati regolarizzati circa 4000 nuovi lavoratori
immigrati, portati da fuori su richiesta di alcune “imprese in difficoltà di
operai” che lavorano sul territorio riminese con il famoso “Decreto dei
Flussi”. In questo periodo abbiamo più di 12.000 disoccupati, e nessuno vuole o
non è capace di gestire, con le regole attuali, questo fenomeno.
Ø
Nel territorio ci sono
enti comunali creati appositamente per aiutare quella fascia della popolazione
in difficoltà,
residente nel territorio riminese. Ma questi enti seguono ancora vecchie
regole, di quindici anni fa, fatte sull’accoglienza e non sull’integrazione.
Queste regole invece di aiutare i disoccupati residenti in Rimini, richiamano i
disoccupati di altri territori a venire nel nostro, senza tenere conto dei
disoccupati residenti. In questo modo i nuovi importati automaticamente da
queste regole, di fatto in questo tempo di crisi, finiscono per pesare sul
sistema sociale della città.
Agli altri candidati la
staffetta, ad assumere la responsabilità a prendere alcuni degli appunti delle
ultime rigge prezzo dal mio programma.
Rimini 31.03.2012 Kumaraku Edmond