martedì 30 aprile 2013

A ggente è stufa

Ma a Vitali non si può dare un vitalizio, eliminare la provincia come promesso da Monti, ringraziarlo per i servizi prestati come servitore dello Stato, licenziare tutti i dipendenti, dimissionare giunta e consiglio. Ci sarebbero tanti soldini da spendere per strade etc. ma lo sapete che le province italiane costano alla collettività ogni anno l'equivalente di mezza manovra economica? Lasciamo una Unione dei Comuni del Riminese, senza dipendenti, senza politici, no? Questi si beccano il 16% della rca auto, l'aliquota più alta, passo davanti in bici c'è un viavai di gente che parlotta fitto fitto se penso che devo pagare retribuzioni anche di 5-6.000 euro, io che prendo 1.270 mi fa una rabbia! C'è crisi, gente perbene rapina banche, ruba nell'orto del vicino s'appende alle travi, loro continuano a ballare sul Titanic a spese nostre tutti a strascinoni per i bar del centro alla facciaccia nostra che non possiamo neppure più permetterci un caffettino. Adesso salta fuori che Magrini, credo Pd, che mesi fa aveva dichiarato di essere in effetti senza occupazione, lo piazzano a guidare Anthea la società "in house" (= non paga l'IVA) del comune aaah facile così trovar lavoro! Dopo dice che uno si butta a destra a ggente è stufa, gn'a a fà più abbiamo letto di Roma una volta non esistevano tutte queste scatole cinesi off shore in house paradisi fiscali bond comunali c'era il comune con 200 dipendenti che facevano o gli spazzini, elettricisti, giardinieri no tutti 'sti  scribacchini "dottori " con la 3 media, se noi manteniamo politica e pubblica amministrazione. ALLORA se noi siamo in crisi anche LORO che mangiano dalle nostre mani devono esserlo. 
luchino mirra 
Saiano Rn

Prova Primo Maggio

Un governo debole esposto ai marosi della politica è un governo fragile. I Due Letta hanno concluso il mandato conferito da Napolitano. Ventuno ministri, molte donne, con la vittoria della professionale bruttezza sul fighismo precedente, una spruzzata di colore che fa tanto integrazione e....tanto, tanto, tanto vero berlusconismo. I ciellini festeggiano la loro scomparsa politica con una presenza mai così autorevole in settori pieni di opere da appaltare. Sulla destra la sponda è forte, il Cavaliere liberato d'incanto da tutti i suoi guai giudiziari ed erotici è il vero dominus in una posizione apparentemente defilata ma impedente qualsiasi movimento senza il suo placet. I montiani spogliati dalla presenza ingombrante e fallimentare di Monti, hanno indicato grembiulini bancari messi a proteggere gli interessi europei dominanti. I bond di Draghi non sono nemmeno riusciti a festeggiare la nascita del bambino governativo tanto agognato. La debolezza del sistema italia è purtroppo tanto evidente da renderla disperata. Il fiscal compact è un macigno che pesa sulle tasche vuote degli italiani. Il cecchino dei poveri carabinieri è una soluzione tragica al pari del vezzo di suicidarsi che sembra la nuova mania italiana. Con la differenza che il primo ha avuto una diffusione mediatica con commenti scandalizzati ed impauriti da parte della casta, gli altri silenzi misericordiosi. La parte sinistra del governo è al solito quella più instabile, il pidi non garantisce nemmeno la sua sopravvivenza, i fischi del Primo Maggio saranno antipasti sonori di quello che li aspetta nelle urne e nelle piazze. La Camusso dovrebbe dimettersi prima di Bersani, il suo silenzio sulla formazione di questa squadra non le concede un minuto in più di permanenza sulla scena sindacale. Non basta essere spettinata per essere di sinistra. Solo la Moretti ha il diritto di rappresentare l'eccezione, tanto conta niente. L'esecutivo ha già ricevuto una lettera di sfratto da parte di Vendola, leader di Sel, gli sbandamenti di Nicky sono alle volte sorprendenti, altre perfino credibili. Ha regalato al Pidi un premio di maggioranza e si accorge adesso, con il successo del MoVimento, a chi aveva concesso fiducia? Non ci è mai piaciuto, questo vale anche per Prodi, con il senno di Rodotà valeva forse la pena votarlo. Così avevano ragione a dire che Grillo era un attentatore.

Fermata Marano

Dei riccionesissimi governi a trazione comunista dI Riccione il compendio più impudente che prova a liquidare la faccenda è quello che emerge dalle voci che in questi momenti si fanno strada, a poche ore dalla riunione di chiarimento del Nazareno con la sua Maggioranza. “Il TRC? Che si fermi al Marano”. Una proposta senza senso nè logico nè compiuto che prova solo a trasformare, come in un batter di ciglia, il tutto e il niente che in questi anni si è andato facendo e dicendo intorno all’opera, quella gallina d’oro su cui, in un’altra epoca, ci si accapigliava per trarne i migliori vantaggi, in una scomoda ritirata strategica. Un Vietnam del tempo perso che a Riccione ha comunque e finalmente il merito di aver fatto raggiungere all'intera vicenda il suo punto di svolta. Non ci sono più alibi, stasera, indietro non si torna. Il Nazareno, la sua maggioranza e il Pd devono fare i conti con quello che c’è e con quello che, a questo punto, non ci potrà più essere, magari anche attraverso quell’operazione verità che tutti in città hanno più volte evocato. Nessuno di loro, ormai, può chiamarsi fuori.
alberto nardelli

Prieti

Il presunto grillino che ieri ha sparato ai carabinieri in assenza dei politici, sembrava essere atteso da tutto il mondo inciuciante. Lo spettacolo della firma del governo Berlusconi non prometteva bene, nonostante la grancassa della stampa di regime e Zerbini. Non era una visione adatta per festeggiare il ritorno del Cavaliere nella veste del Caimano trionfatore. Le correnti deboli di pensiero ed azione del pidi, con i sei colpi, si sono prontamente rintanate nelle grotte della paura. Non sono mai stati dei cuor di sinistra, piccola casta che vuole subentrare ad altra casta. Colpi drammatici sulla pelle di lavoratori della sicurezza che prendono poche centinaia di euro per difendere gli indifendibili. Hanno crocifisso un altro ingenuo consigliere a cinque stelle perchè ha messo per iscritto quello che questa mattina la maggioranza larga dei cittadini italiani pensava. Tonnellate di retorica, prediche da fascisti di governo con il dito medio alzato, Aledanno ammonisce Grillo a non andare oltre il 25%, è già troppo per consentire altri spari elettorali. Una autentica vergogna alla quale si è sottratta la Boldrini e...Bagnasco. La prima non è stata una autentica novità, sembra brava e bella, anche in versione nature, per il cardinale in penitenza francescana è avviata la stagione dei ripensamenti sul potere e sulle banche. Berlusconi, da quasi galeotto a statista padrone del Paese. Potrebbe essere il titolo di un film di Moretti se esistesse ancora assieme al presunto comico Benigni. Quattro settimane fa facevano il countdown sulla sua incarcerazione, oggi si permette di confezionare un governo su misura come le cravatte e gli abiti del sarto Caraceni. La faccia tosta inceronata gli permette, senza sberleffi di Rep, di affermare che l'estremo sinistro Beppe ha indotto il gesto di un uomo disperato. Nessuno cita i dieci(?) suicidi giornalieri, i fallimenti di migliaia di persone, i milioni di cittadini in miseria. Verrà fuori che la pistola è stata acquistata in uno dei pochi gazebo ancora presenti in Italia. Va modificata l'architettura dello stato, ha intimato Berlusconi, parlando come Presidente della Nuova Bicamerale. Cancellazione dell'Imu, revisione di Equitalia, abbassamento della pressione fiscale. Tutte misure approvate con il suo sostegno qualche mese fa. Al supermercato questa mattina, alle file negli uffici pubblici, nei bar e per la strada abbiamo contato qualche centinaia di adepti del partito della disperazione e non erano tutti... matti.

P.S.
Rimini terra di cosche? E' arrivata, puntuale come Italo, l'omelia di Vitali ed una... pista ciclabile.

lunedì 29 aprile 2013

Prendere o Lasciare

Come ci si impicca alla corda della propria inadeguatezza. È questo ciò che mi viene in mente quando torno a vedere l'ennesima veronica del Nazareno sul Trc. Questo suo sali e scendi, questa sua inconsapevole leggerezza, questa sua proverbiale indecisione, questa sua tragica tremarella, questa voglia di dire a cui manca il coraggio di fare sono la radiografia di un personaggio a cui ormai vanno molto larghi gli abiti che indossa. Ma ciò che lascia più confusi coloro che ancora lo seguono è questa voluta mancanza di chiarezza. Questa insistente volontà di dare alle cose una lettura sempre o per lo più distorta. Questo improvvido tentativo di giocare una partita che da tempo non è più la sua. Ma che incurante vuol lasciar credere che lo scacco matto gli appartiene. Domani forse dovrebbe spiegare alla sua maggioranza che uscire non si può, così come non si poteva. Non per le condizioni, ma molto di più per i condizionamenti. Spiegare che l’offerta nei termini e nei fatti è e potrà essere solo un piccolo compromesso al ribasso e nulla più. Per tacitare non certo per convincere. Per finire col dire facendosi bene ascoltare che per scendere davvero ci vuole più coraggio. Ci vuole un sacrificio di molte, proprie e altrui, prossime velleità. Ci vuol un gesto forte. Quasi un addio. Da prendere o lasciare.
alberto nardelli

Comunicato M5Stelle Rimini

Ieri, a caldo, abbiamo evitato di affidare le nostre emozioni a Facebook, come hanno fatto molti politici locali e non, limitandoci a manifestare la nostra solidarietà ai due carabinieri e alla passante ferita. Oggi, pur riconfermando la solidarietà e condannando l'atto senza appello, desideriamo comunque spendere qualche parola in più. Non pensiamo di avere maggiore diritto di altri nel commentare i fatti, ma riteniamo che sia necessaria una più profonda riflessione su ciò che è successo. Si è discusso molto sul fatto che lo "sparatore" fosse o meno una persona con dei problemi mentali. Noi non abbiamo bisogno di una perizia psichiatrica, è palese che se si tira fuori una pistola in piazza e si comincia a sparare non si è sani di mente. Che l'incapacità di leggere la realtà sia transitoria o permanente il risultato non cambia. Ma la responsabilità è solo della pazzia di quest'uomo? Banale dire che la situazione italiana sta esasperando gli animi di tutti, meno banale è capire che ci sono persone più fragili di altre a cui questa pressione fa passare il segno. La responsabilità è politica? Certo che lo è, nella misura in cui la politica non segue la sua missione principale: la Felicità delle persone. Sembrano tutte cose ovvie da dire, ma guardando Omnibus su la 7 e vedendo Gasparri, il politico che appena pochi giorni fa ha alzato il dito medio all'indirizzo della folla inferocita, dare la propria solidarietà ai carabinieri feriti... bhe ci fa pensare che lo "sparatore" non sia l'unico ad aver perso il senso della realtà. L'Italia ora ha occhi ed orecchie ben aperte per garantirsi la sopravvivenza e le operazioni immagine non fanno altro che peggiorare la situazione. E' ora di operare al fine ottenere risultati tangibili per la popolazione. 
 Movimento 5 Stelle Rimini

Il Bubbone

Abbiamo letto un articolo di Sandro Mela su Rischio Calcolato, dove nota che a maggio ci saranno le elezioni locali a Siena e in base ai sondaggi il PD perderà il controllo del Comune e di riflesso del MontePaschi che è controllato dalla maggioranza politica. Sono scesi tanti silenzi giudiziari ed investigativi, la prescrizione giornalistica con questo governo dovrebbe avere un ministro tanto è di moda. Quasi tutto quello che ha fatto Bersani e il PD negli ultimi mesi era dettato dall'esigenza di mantenere il controllo sul Montepaschi e coprire lo scandalo e il buco di MPS. Ma se a fine maggio perdono la maggioranza e il M5S vincesse a Siena poi potrebbe scoperchiare la pentola del maggiore scandalo bancario dai tempi di Calvi e Banco Ambrosiano C'è un report sulle banche italiane con elaborazioni di dati di bilancio di Merril Lynch che mostra come MontePaschi sia l'unica banca italiana a non coprire con il capitale i crediti problematici (le perdite potenziali). Tanto per dire, Intesa lo copre di 4 volte e mezzo e Unicredito di 2 volte e mezzo, MontePaschi nemmeno una volta.  C'è qui una notizia Reuters del 24 aprile sul fatto che MontePaschi ha dovuto mettere fuori 3 miliardi circa di euro come "pegno" con le banche estere per le sue posizioni in derivati con Nomura e Deutsche. Morale: il bubbone MontePaschi dovrebbe scoppiare presto, assieme al Pidi.

Il Derby delle Responsabilità

Il derby delle responsabilità “Tu ti devi prendere le tue responsabilità” . E’ una bellissima giornata di sole quella che ha illuminato la Sicilia orientale, anche se il derby della Mole si è giocato sotto una pioggia battente. Prima di pranzo, prima della partita mi concedo la solita passeggiata sul lungomare di lava, sotto la Timpa di Acireale. Un gruppetto di bambini di nemmeno sette anni gioca nella piazzetta e capto questa frase dalle labbra innocenti di uno di loro. Sorridendo gli rispondo che se lo sentisse Letta gli affiderebbe un ministero. Intanto la costa si stende davanti i miei occhi con la bellezza miracolosa del blu del mare e dei rosa, degli azzurri, dei gialli delle facciate delle case che si specchiano sulla riva. Estraggo il telefonino per fare qualche foto. Con il telefonino oggi ci fai di tutto. Per questo decido, tra uno scatto e l’altro, di dare un’occhiatina a fb. Sembra che un pazzo abbia sparato a due carabinieri proprio sotto Palazzo Chigi, mentre era in corso la cerimonia di insediamento del sospirato nuovo governo. Sono le 15:30. Il derby è cominciato. Non sono gentilezze quelle che Meggiorini propone agli avversari. Non sono ossequi quelli che Lichtsteiner dedica di rimando. Ci sta. Quello che non dovrebbe starci è “il solito” striscione con su scritto -39. E la “solita sassaiola” di benvenuto che i tifosi avversari riservano alla Juventus. Io non vivo a Torino. Non ho mai capito fino in fondo il senso del derby. Non mi capacito di come i tifosi del Torino possano accarezzare anche solo nei loro sogni più rosei l’idea di potersi paragonare alla Juve. Dopo 18 anni che non vincono una stracittadina e un buon numero di partite nelle quali non sono riusciti nemmeno a cacciare un solo gol nella rete avversaria. Mio padre mi raccontava da bambina del Grande Torino, insegnandomi l’amore per il calcio e anche il rispetto per l’avversario. Mi ricordo del Torino che - quanti?- una trentina di anni fa contendeva anche lo scudetto alla Signora. Ma dai tempi di Caludio Sala, il “Poeta del gol” e Luciano Castellini sono successe tante cose e certo non è stata la squadra granata quella che fuori Torino ha potuto stregare i cuori di torme di ragazzini. Sicché davvero non lo comprendo tutto questo odio. Se non vincono da tanto non mi sembra colpa della Juve. Questo è un paese che sta diventando difficile. Da troppo tempo non si ha più rispetto dell’avversario. Spesso anche perché a volte, lo ammetto, l’avversario non è nemmeno degno di rispetto. Tuttavia i fatti di cronaca che sono accaduti oggi hanno aperto una questione che solleva interrogativi sui quali ciascuno di noi è chiamato se non a rispondere, almeno a riflettere. Ascoltavo il dibattito che Giletti guidava a l’Arena, prima che il derby avesse inizio. Non amo molto quel tipo di televisione detta “talk show” in cui diventa difficile calmare i presenti e persino spiegare loro che si parla ad uno ad uno. Che l’altra parte va ascoltata, affinché la gente, a casa, possa decidere chi ha ragione in libertà. Di pensiero. Ma non ho il monopolio del telecomando. Nel tentativo di mantenere la calma e l’ordine si cercava di minimizzare la sparatoria che ha messo a repentaglio la vita di due carabinieri. La maggior parte di noi attraversa un momento difficile. Lavoro ce n’è poco. Il futuro non è roseo. Dietro l’angolo soltanto sacrifici. Ma quel bambino stamattina aveva ragione. “Devi prenderti le tue responsabilità”. Non lo so se era un bimbo predestinato a fare il diplomatico. Un piccoletto saccente al quale avevano saputo insegnare pure un poco d’educazione. O se soltanto stava ripetendo una frase ascoltata alla televisione. Che oramai svezza i nostri figli al posto nostro. Però mi pare che ci piaccia sempre meno assumerci le nostre responsabilità e avere rispetto dell’avversario. Anche se l’avversario è morto o ha dimostrato sul campo di essere il migliore. Per due anni consecutivi. La Juventus ha vissuto sulla sua pelle un linciaggio mediatico come questo paese non ha riservato nemmeno ai peggiori capi delle più sanguinarie organizzazioni malavitose. Io risposte non ne ho. Ma credo che anche quella sia stata un forma di violenza. Una sassaiola virtuale. La Juventus ha pagato e sta pagando colpe che non aveva. Mentre buona parte dei media continua ancora quel linciaggio. Cos’altro c’è dietro la malafede della Gazzetta dello Sport che insiste con una traduzione errata dell’intervista nella quale Andrea Agnelli ha dichiarato che Moggi parlava come altri dirigenti facevano con i designatori (bosses), la qual cosa era consentita dal regolamento e non con gli arbitri, come è stato riportato? Quella che la Repubblica ha potuto spacciare per una traduzione fatta male, magari da una persona non consapevole dei fatti di calciopoli, dopo ore e ore passate sul web a correggere l’errore non giustifica più nessuna forma di ignoranza. Perché mille orecchie ascoltano una decina di tifosi bianconeri (e siamo si dice 14.000.000) che insultano Balotelli e nessuno vede gli striscioni che inneggiano ai 39 morti dell’Heysel o ai componenti ormai scomparsi della famiglia Agnelli? Perché l’autobus dei calciatori della Juventus, che tornano utili alla federazione solo quando vestono la maglia azzurra, finisce ogni due turni aggredito con violenza? Ognuno si prenda le sue responsabilità. E questa volta che le autorità non stiano a guardare. Né impotenti, né indolenti. Ma nemmeno incompetenti.
g.fiorito

Immaginario Incontro

Passeggiando sul lato meno pericoloso del Lungomare, quello senza pista Gnassi, ho incontrato, senza incidenti, il vecchio compagno MM. Saltati gli inutili convenevoli per arrivare al dunque prima di pranzo, il discorso è caduto sul Pidi. E' l'esponente più autorevole da almeno quindici lunghi anni. Ha ricoperto tutto il possibile percorso politico, passando dall'incollo dei francobolli ad una indimenticabile segreteria, sconfinando anche nell'amministrativo con risultati però disastrosi. Il suo pensiero sul governo dei due Letta è peggiore del mio, lo ha definito il funerale della sinistra, officiato da Napolitano. Anche lui non ha bellissimi ricordi del compagno Giorgio, le visioni attuali conducono alla comune sensazione di una lunga avventura politica che si conclude tragicamente. Non potrà esserci una separazione consensuale alla Veronica, con soli tre milioni di dividendi mensili, accadrà violentemente con grida ed accuse di derivati sottratti e nascosti, di finanziamenti illeciti e finte salsicce da Unità. Insomma un divorzio alla Tyson. Le esclusioni di lusso, applaudite da un rottamatore con soli 25 anni di esperienza politica, sconquasseranno il partito. Hanno messo paletti etici su alcuni personaggi difficili da ingoiare anche per uno stomaco allenato come quello di BarbaPapà. Brunetta, Gelmini, Cicchitto sono stati esclusi per fare entrare tanta di quella compagnia delle opere e degli appalti, da fare scoppiare dall'invidia il Celeste. Berlusconi non ha solo stravinto ma ha inserito in posti chiave i suoi ventriloqui, non avrà più rompiballe come Fini, Casini, Maroni, ma fedelissimi della sua scorta personale. Occorre riconoscere che forse Casaleggio dovrebbe, come Renzi, andare più spesso a trovarlo. I report che arrivano al terzo piano deserto dello Stretto del Nazareno, non promettono niente di buono. Lo scollamento tra partito ed elettorato non aveva mai raggiunto livelli così pericolosi. I funerei sondaggi concedono un ottimistico 23% al pidi senza segretario e gruppo dirigente, tra qualche giorno, dopo la celebrazione delle esequie del Primo Maggio, possono scendere ancora. Mentre l'e-mail del M5Stelle ci permettono di salire ad un confortante 27, con le prossime diffusioni fotografiche il gradimento aumenterà. In poco meno di due mesi i resti di un grande partito hanno bruciato come Aeradria milioni di.. voti, almeno il 15% dei consensi. MM ha continuato il suo sfogo, D'Alema e Finocchiaro non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, sono andati all'Inps per verificare il loro status previdenziale. La new entry Zandonato, comunista da sempre, è stato inserito come Del Rio nella quota neutra degli amministratori, fosse stato più scuro sarebbe stato meraviglioso. Un reassemblement di democristiani più o meno camuffati, una vittoria di Berlusconi, compiuta con una furbizia e finezza degna di altre imprese. Con la giustizia non ha più nulla da temere, se qualcuno volesse ricordarsi dei 3/4 processi pendenti, dovrebbe mettere in conto di inimicarsi Consulta, Csm, Governo e se non bastasse anche i cinque quotidiani inciucianti. Non vediamo all'orizzonte nessun eroe giudiziario, sarà la rivincita delle escort.

domenica 28 aprile 2013

Comunicato M5S Rimini

Agonia. 
Lettera aperta al Partito Democratico. 
Credeteci, se potessimo vi daremmo il colpo di grazia, ma non perché siamo ansiosi di prendere il vostro posto, avete lasciato un tale disastro.... il motivo è che non ce la facciamo più a vedervi soffrire così. Possibile che tra i vostri nessuno si decida a regalarvi una misericordiosa eutanasia? Contate i voti delle ultime elezioni, quelle che dovreste aver vinto con una coalizione che già non esiste più, tutte quelle persone sono la linfa vitale di un partito. Guardatevi intorno perché quelle persone non ci sono più e sapete bene che non ci sarebbero state nemmeno all'inizio se aveste dichiarato palesemente una "larga intesa" con Berlusconi. Dopo esservi guardati intorno provate a guardarvi dentro, vi sentite a vostro agio? I segnali che leggiamo ci dicono di no. Dall'ambito nazionale a quello locale il Pd si sgonfia come quel palloncino che per scherzo, a carnevale, si mette sulla sedia e imita la flatulenza, ossia in maniera lenta, inesorabile ed imbarazzante. Prendiamo ad esempio Rimini, prendiamo ad esempio l'incontro pubblico che il Partito Democratico ha voluto venerdì sera. Petitti, Arlotti e in rappresentanza del Comune 5 Consiglieri Comunali, la dirigenza dov'era? Se lo è chiesto anche il pubblico che, probabilmente, già uscendo da lì avrà "differenziato" la sua tessera, perché perdere tempo a stracciarla? I Capobastone non c'erano forse perché, nonostante diano dello Schettino agli altri, una scialuppa è necessario organizzarsela. La politica, si sa, ti permette di ricoprire inadeguatamente ruoli molto prestigiosi, ma quando poi manca il consenso bhe... niente rate si paga in una volta sola. Da qui l'affanno modello Aeradria. La politica permetteva di mantenere in piedi una situazione fallimentare come non sarebbe mai stato permesso a nessuna azienda privata, ma ora? Società in tribunale, conti che non tornano, Provincia che non può chiudere i consuntivi, capri espiatori, fondi libici.... che è proprio una mossa alla Berlusconi e allora il cerchio si chiude. Da qui anche l'affanno del Rimini Taglianastri Entertainment e le operazioni immagine: finte lotte al mattone, ruote panoramiche, dj set, notte rosa, piste ciclabili posticce, voglio russi, voglio cinesi a costo di pagargli le spese, Rimini come Bombay... ma solo il fine settimana e solo per pochi mesi all'anno. Il Consenso ottenuto con le operazioni di marketing è effimero perché la gente poi vede che il tuo Partito si allea con il Diavolo Berlusconi, di cui avevate giurato di essere l'Acqua Santa, e vede anche reazioni troppo moderate al tradimento. Della serie: Se mi agito troppo va a finire che poi cado dalla poltrona. Hai voglia a dire che il problema è il Movimento 5 Stelle, non vi credono più e noi lo sappiamo perché, a parte qualche overdose da Mediaset o qualche tifoso oratore da bar, ce lo dicono. Anzi! Ci dicono anche di peggio, ma noi invitiamo sempre alla calma. Dunque rinnoviamo il nostro invito alla decisione finale. Certo quei taglietti che vi infliggete prima o poi vi porteranno a morire dissanguati (politicamente s'intende), ma nel frattempo non vorremmo dissanguarci anche noi (economicamente s'intende)
Movimento 5 Stelle Rimini

Le Colpe di Repubblica

L'attentatore è uno squilibrato. Ha colpito due innocenti carabinieri rei di svolgere il loro lavoro. Ci addentriamo in alcune considerazioni sullo stato del Pidi, saltato non per colpa della antica lotta tra Pci e Dc. Non c’entra nulla neanche la divisione tra sinistra liberale e socialista, tra quella più moderna e quella più radicale. Il Pd è saltato su un altro punto. Durante il voto per il Presidente è emersa in modo plastico la vera divisione ideologica e antropologica interna al PD e al centrosinistra allargato, quella tra una sinistra che conosce i rudimenti della politica e sa che la politica è necessariamente trattativa e una sinistra moralista e intransigente che non solo non accetta compromessi, ma non riconosce nemmeno la legittimità dell’avversario. Il PD è saltato su questo punto. Questo scontro dura nelle sue viscere da 20 anni ed è stato alimentato, a seconda delle contingenze e convenienze del momento, proprio da quelli che conoscono l’arte della politica. Quando costoro pensavano che convenisse appiccare o soffiare sul fuoco perché avevano perso le elezioni, allora alimentavano l’estremismo moralista, il populismo e il giustizialismo. Quando invece avevano in mano il pallino del gioco, si trasformavano immediatamente in statisti, perfino sodali con il nemico Berlusconi. Ma alla fine non sono stati capaci di domare il fuoco da loro stessi appiccato. A poco a poco sono stati travolti, fino all’incenerimento finale di questi giorni. Il PD è saltato, ma la partita è ancora in corso. Dove? Sulle pagine di Repubblica, sul giornale che prova a costruire una sinistra moderna e contemporaneamente soffia sul fuoco. Il giornale che ospita le idee del mondo e i grotteschi appelli degli intellettuali pro Grillo, che pubblica i grandi scrittori anglosassoni e i demenziali post-it, che celebra la tessera numero 2 del Partito democratico a vocazione maggioritaria e cucina il brodo travaglista. La partita del PD e della sinistra italiana ora si gioca lì, a Largo Fochetti. Sul giornale che ha creato l’antiberlusconismo militante, ma che forse è consapevole dei suoi limiti. Due o tre volte è capitato che abbiano provato a domare il fuoco. Ricordiamo le polemiche furiose con Travaglio di Giuseppe D’Avanzo e poi di Ezio Mauro, lo stop a Zagrebelski di Scalfari all’apice della questione Ingroia-Napoletano, gli sprezzanti giudizi sempre del Fondatore nei confronti del giacobinismo di Flores d’Arcais, direttore del MicroMega appartenente allo stesso gruppo. Ieri, ancora, il lisciabusso di Scalfari a Rodotà per aver schiacciato l’occhio al grillinismo eversivo, che però fino al giorno prima era stato invocato con entusiasmo dall’ennesimo e demenziale appello del solito circo di intellettuali di Rep. Nello stesso giorno del rimprovero scalfariano, però, Ezio Mauro ha twittato un articolo di Repubblica.it che segnalava l’entusiasmo con cui il popolo dei republicones aveva accolto il medesimo Rodotà alla festa della Repubblica delle idee in cartellone a Bari. Lo stesso Rodotà sbertucciato dal fondatore di Rep. nella sua editorialessa domenicale. Le due impostazioni non possono stare insieme, è evidente. Né in politica né in editoria. Non sono due opinioni contrapposte, linfa della società. Una, quella moralista e giacobina, non ne prevede altre. Le vuole cancellare, ammanettare, giustiziare. Uno potrebbe dire: non capisci, questo dimostra che Repubblica è un gran giornale, polifonico. Sì, come il PD. E come il PD si illude di poter domare il fuoco. Non si può. Sta arrivando. Preparare gli estintori. Intanto hanno fatto un governo che farà saltare BarbaPapà, l'ultimo editoriale è riuscito ad essere peggiore degli altri. Due sedie a dondolo ad Ischia.

Risorge pronto

Il Cavaliere è tornato dagli Sati Uniti, colpito dal jet lag e dall'età quirinalizia, lo hanno svegliato giusto in tempo per l'aereo che lo ha catapultato a Roma a benedire la sua creatura. Il governo delle larghissime intese e grembiulini bancari, è partito, i D&G Letta hanno fatto un ottimo lavoro. Il Pidi è fottuto, la dependance di Huffy sta per chiudere o traslocare al Fatto. La Lucia è sempre più incazzata, una robaccia come questo mucchio di brunetta non se l'aspettava. BarbaPapà se non avesse un pacco di azioni lo avrebbero già mandato a... L'assoluto protagonista della scena politica non è il pretino Bildemberg nominato al posto dello Zio, ma Lui ancora Lui. Doveva essere spazzato via dalla crisi che un anno e mezzo fa lo ha costretto alle dimissioni da premier. Seppellito dall’esecutivo tecnico della sobrietà e del merito. Accantonato dai suoi uomini pronti a tradirlo. Dimenticato dagli elettori italiani troppo a lungo illusi. A rischio piazzale Loreto fino a due mesi fa e braccato dai magistrati. E' tornato al centro del palcoscenico a riprova della indecente qualità della politica italiana. Ingombrante regista del governo che sta per nascere. Lo sa, e se ne compiace. L’ex presidente americano Bush lo invita in Texas per assistere dormendo all’inaugurazione della sua biblioteca-museo. Il Cavaliere parte per gli States e blocca il negoziato per il nuovo esecutivo. Silvio Berlusconi il generoso, che poteva stravincere le elezioni in caso di voto anticipato ma ha preferito dare un governo al Paese. Silvio Berlusconi che dà lustro alla Patria, ospite d’onore in un simile consesso internazionale. Lui si frega le mani soddisfatto. Rivela ai giornalisti di aver chiacchierato amabilmente con il presidente Obama, di aver spiegato la sua ricetta economica all’ex Bill Clinton. Pensare che in Italia qualcuno lo considerava un impresentabile. Napoli sono davvero troppe e non sembrano le ultime.

Occupypd

Leggevo in uno dei tanti siti d'accompagno del Pidi, meno premuroso di una volta, che l'apparato, tipo quello scrivente su ChiamamiCna, si lamenta del brodo grasso. Con il 29% la sinistra (?) comprendente l'orecchino di Vendola e qualche frattaglia definibile ancora socialista, ha incassato Napolitano, Grasso, Boldrini e..Letta. Un en plein formidabile, grazie al Porcellum e Berlusconi. Si potrebbe chiudere così un bignami scandaloso della situazione politica. Gli avversari si sono ridotti ad un MoVimento che sconta precarietà e debolezze strutturali, che hanno permesso però a milioni di cittadini di trovare un'alternativa. Se fosse successo ed è successo a loro di essere intercettati e spiati, avrebbero fatto cancellare le prove. L'ingresso doloso in account privati non provoca nessuna reazione. Ha ragione Grillo, otto milioni di voti valgono meno di niente, anche se quattro incapaci di matrice emiliano romagnola non possono e devono sputtanare per le loro pulsioni erotico-politiche. Non ci vuole molto a cancellare queste fazioni, nate con una visione complottistica e personale, il MoVimento è in grado di farlo senza ripercussioni. Non entro in quella disputa o sulle ragioni che l'hanno originata, lasciate stare i servizi segreti sono bastati quelli in camera. Una grande opportunità consegnata in mani improvvide per l'impossibilità di controllare tutto senza un.. apparato. Il pidi che lo ha ereditato sta implodendo lo stesso, senza e-mail trafugate. Non può passare sotto silenzio che la scelta doverosa di un candidato presidente si sia svolta quasi in famiglia. Il rapporto tra 48 mila cittadini ed otto milioni di elettori è pauroso per una democrazia sbandierata. Per rimanere nell'angusto scenario, la scelta di 163 fortunati sempre in quella ristretta cerchia ha fatto scoppiare le rivalità che non hanno nemmeno la dignità delle correnti. Sono solo beghe sentimentali e personali. Un fermo, uno stop per un rilancio, una pausa organizzativa è necessaria. Non può essere il mondo del web il contenitore virtuale che può rafforzare un MoVimento sempre più simile ad un partito. Lasciare ampia facoltà ed autonomia locale, comporta forti rischi se non arrivi a definire meglio questi confini. Il collasso del pidi deve essere l'occasione per convergere su obiettivi simili, la riunione dei segretari democrat delle regioni italiane è stato un segnale importante. Le parole d'ordine del MoVimento sono molto simili alle richieste dell'elettorato di riferimento di quel partito, l'occasione Rodotà è stata sprecata, ma l'attività quotidiana del parlamento può rafforzare l'intesa. Questo governo dura fino a quando non esplode definitivamente l'etica piddina calpestata, non basteranno le prescrizioni regalate al Cavaliere o la cancellazione della sua inellegibilità od il conflitto d'interessi. La larga maggioranza dei cittadini italiani non ha votato per un altro inciucio, forse affievoliranno Imu ed Equitalia, rimane una ferita da rimarginare, le pezze i Letta se le mettano...in casa.

Ma Noi

Appena io vedere buccia di banana... Che l' aeroporto fosse, nel tempo, divenuto il refugium peccatorum di tromboni e trombati non cambia di una virgola la gravità della situazione. Il Bello, se di bello si tratta, è che con tutti quei libroni portati in tribunale, comunque vadano debiti e crediti; i debiti toccherà pagarli, come si dice a Miramare..:”ma noi”! Certo ci consoliamo con quel coniglio fuoriuscito dal cappello provinciale direttamente dall'Africa lontana e che per soli 16 mila Euri ci ha promesso investitori privati pronti a scommettere sul nostro scalo così tanto disastrato. Se poi quel coniglio riuscirà a convincere anche quelli di via Carlo Alberto Dalla Chiesa l' Africa sicuramente ci sembrerà un po' più vicina.
nuvola rossa


sabato 27 aprile 2013

Il Governo Berlusconi

Non occorre essere giornalista di BarbaPapà per definire 21 ministri ed un Letta a scelta, come il Governo di Berlusconi. Tutti i dicasteri importanti, una volta definiti con il portafoglio, sono in mano a berlusconiani fedelissimi, al pidi hanno dato la copertura mediatica della famosa canoista di sinistra e della Keynge per l'integrazione. Una ammucchiata di ciellini, pidiellini, franceschini, con uno spruzzo di renziani. Per ChiamamiCna sarà sempre colpa di Grillo. Grazie Presidente.

Grulli della Democrazia

Un conto è chiedere ai parlamentari di smettere di rubare un conto è sostituire gli stessi con qualche cittadino senza il vizietto e altro ancora è eliminare fisicamente i parlamentari. L'onestà diventerà di moda! Questo è stato il motto che il Beppe nazionale prima delle elezioni ha non poco divulgato. Non capire la differenza che c'è tra questi partiti eredi del craxismo perduto, e il popolo italiano che semplicemente dopo 30 anni di soprusi comincia a chiedere il conto è tutta racchiusa nell'idea di ridurre la rappresentanza popolare in parlamento. I padri costituenti fissarono giustamente il numero dei parlamentari in 945 perché, dopo l' Italietta fascista del partito unico, non vi fosse più diritto di cittadinanza per quegli energumeni che andavano teorizzando di un' inutile aula sorda e grigia. Negli ultimi 30 anni buona parte di questi 945 hanno dato pessima prova di se e già Enrico Berlinguer nel 1981 denunciava: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune...”. A rileggere quelle parole, col senno di poi, possiamo dire che Berlinguer, in quell'intervista, prese atto della fine del compromesso storico. Si rese conto, insomma, che quel compromesso anziché dare spazio al popolo sarebbe stato utilizzato per interessi che allora ingenuamente definiva: “talvolta anche loschi...” e a cui dopo 30 anni d'esercizio possiamo tranquillamente togliere l'”anche” e il “talvolta”. E' già la seconda volta che Grillo cade nella trappola: la prima con l'elezione di Grasso e Boldrini, la seconda con la rielezione di Napolitano. Farci credere che la riduzione del numero dei parlamentari faccia risparmiare la repubblica è la stessa filosofia di quel partito unico che tanti danni ha fatto e che non aspetta altro che redistribuire quei risparmi ai restanti. Con meno parlamentari ci sarà meno controllo, sarà più semplice mettersi d'accordo e quelli che rimarranno conteranno ancora meno; purtroppo nella guerra anche gli eserciti hanno il loro peso ma a quel punto i grillini non potranno certo accampare la sindrome di calimero. --
nuvola rossa

Diritto alla Fecondazione Assistita

Domenica 28 Aprile, ore 17,30 Lavanderia Ricircolo di Cervelli, via Cavalieri 16, Rimini
Dibattito e presentazione del libro Il legislatore cieco. I paradossi della legge 40 sulla fecondazione assistita. Saranno presenti: l’autrice, Filomena Gallo, Segretario Associazione Luca Coscioni dott. Carlo Bulletti, medico esperto in medicina della riproduzione presiede Ivan Innocenti, Associazione Iniziativa Radicale Iniziativa promossa da: Associazione “Iniziativa Radicale” Associazione Luca Coscioni nucleo di Rimini Vedi l'evento. Un aperitivo in compagnia di Filomena Gallo autrice del libro e del medico Carlo Bulletti esperto di fecondazione. Occasione per conoscere lo stato di fatto della legge 40, le storie di straordinarie persone che non si sono piegate alla violenza di norme che negano i diritti umani e di come hanno cambiato la legge e di come ancora cambierà. Filomena Gallo, presidente Associazione Luca Cascioni: " Con questo libro abbiamo voluto fare il punto su una legge che ormai, a colpi di sentenze da parte di tribunali italiani e stranieri, non esiste quasi più. Accanto ad una digressione giuridica ed etica abbiamo raccontato le storie di donne, di famiglie, segnate profondamente dai proibizionismi di questa legge. Il nostro prossimo obiettivo, anche come Associazione Luca Coscioni, che negli anni ha assistito diverse coppie, è quello di far cancellare in Corte Costituzionale il divieto di fecondazione eterologa. I tribunali, le Corti stanno sopperendo a quello che avrebbe dovuto fare già il Parlamento: capire le esigenze dei cittadini e non legiferare ottusamente'. SCHEDA DEL LIBRO Da un lato si invocano la sacralità e l’intangibilità della vita – che cosa sarebbe poi la vita? – dall’altro l’autonomia individuale e il bilanciamento dei valori. Questo scontro è ben incarnato dalla legge 40, fortemente sbilanciata a favore del primo fronte. Nella stesura della legge italiana che nel 2004 ha normato le tecniche riproduttive vincono le posizioni moralistiche e paternalistiche. La legge 40 ha imposto una serie di divieti e di restrizioni che hanno escluso molte persone dalla possibilità di ricorrere alla medicina riproduttiva, spingendole alla rassegnazione o all’esilio. I legislatori hanno vietato senza che vi fosse una spiegazione razionale, hanno posto dei limiti senza considerare il panorama normativo italiano e quello europeo. Da allora sono stati molti i tentativi di demolire una norma tanto ingiusta e coercitiva: dal referendum del 2005 ai ricorsi ai tribunali e alle corti. Questo libro vuole raccontare l’assurdità di una norma così illiberale e, soprattutto, come l’azione di alcune coppie abbia portato all’erosione degli articoli più discriminatori e insensati. Oggi, per merito loro, la legge 40 è meno ingiusta. LE AUTRICI Filomena Gallo: Avvocato, esperta di diritto di famiglia, docente di legislazione e bioetica presso l’Università di Teramo. Coautrice di pubblicazioni con la collana Giuffrè e Franco Angeli. Dal 2004 al 2009 ha ricoperto la carica di Presidente della Commissione Provinciale di Salerno per le Pari opportunità. Nel 2004 è stata, insieme agli esponenti Radicali ed altre associazioni, firmataria in Cassazione dei referendum sulla legge 40/04. Dal 2005 coordina un pool di legali dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica in collaborazione con le associazioni Amica Cicogna, Cerco un bimbo, L'altra cicogna, per la riforma della legge 40. Attraverso questo coordinamento ad oggi sono state ottenute le decisioni che hanno determinato la maggior parte dei cambiamenti nella legge sulla procreazione medicalmente assistita sia in Italia che in sede di giustizia europea. A ottobre è stata riconfermata Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. Chiara Lalli: filosofa, giornalista, blogger. Autrice, tra l’altro, di Buoni Genitori Storie di mamme e di papà gay (Il Saggiatore), C’è chi dice no (Il Saggiatore), La verità, vi prego, sull’aborto (Fandango).

Consulta Napolitano

Il Cavaliere stressato dall'improba fatica della scelta del Presidente della Repubblica e di quello dei Ministri si è addormentato al sole di Dallas. Il governo si farà, oggi (?) i D&G Letta giurano fedeltà. Berlusconi tranquillizzato sul fronte giudiziario dalla Consulta Napolitano, non pensa alle elezioni, nel bellissimo articolo di Salvatore Merlo sembra in preda alla sua storica ambiguità tra il Venditore e lo Statista. In questi giorni ha consegnato lezioni politiche al cepu parlamentare, l'uomo dato per disperso e poi morto, è resuscitato, con un vigore che lo può portare dalla paventata galera al prossimo Quirinale, nel frattempo maturerà l'età giusta. Tutti i dubbi del Cavaliere si restringono ad uno: quanto durerà il timer collegato all'incarico ed all'anagrafe di George? Dalla città dei fucili che sparano ai presidenti, ammonisce che il suo governo non può fallire, arriva con nostra gioia perfino a ridurre se non annullare l'Imu. Grande Silvio, un Gnassi 3D. Troppo favorevoli i sondaggi in questo momento per non mettere nel conto un calo già nelle prossime settimane, dopo l'abbraccio col Pd e magari dopo una nuova manovra lacrime e sangue. Del Pidi non sapremmo cosa dire, sembrano vecchietti usciti di casa e spariti. Aspettiamo l'elenco dei ministri, facendo il tifo sfrenato per Gasparri e Brunetta, almeno i nostri vignettisti si divertiranno.Tanti, però, va detto, sono in rampa di lancio e restano in attesa del disco verde del capo per il grande salto a bordo. A cominciare dal capogruppo alla Camera Brunetta. Ma circolano anche quelli di Lupi, Romani, Bernini, Lorenzin, Carfagna, Calabria. Alfano verrà indicato come Vice, difficile scegliere l'alter ego piddino, sono congelati. 

La Giustizia al Cavaliere

Rep per giustificare la nascita del secondo governo dell'inciucio racconta che Letta e Pidielle...si parlano. Avete capito, nella scandalosa ammucchiata a tre, Monti lo tengono fuori dal letto, gli amanti oltre alle effusioni, si parlano, mentre con quelli del Pidi si incontrano nei motel. Il deputato Civati gode di un momento di notorietà per essersi comportato da uomo eletto dalla sinistra. Va alle Feste di una Liberazione che non ha avuto un grande sostegno da Napoli, chiede la cancellazione dei troppi segreti di stato che in un paese moderatamente civile non dovrebbero calare mentre la graziosa Presidente della Camera si dimentica di mettere all'ordine del giorno la cancellazione del Cavaliere dagli elenchi dei deputati. La loro Resistenza. Il Pippo del Pidi afferma che di un altro governo delle larghe intese al Nazareno non se n'è mai parlato. Non c'è mai stato bisogno sono nati con l'inciucio incorporato. Afferma di essere pronto a non votare la fiducia al governo, la Petitti ed Arlotti per dimostrare la loro intemerata volontà del mai con il cavaliere sono disposti ad andare nel gruppo misto, con il grillino a stipendio pieno. Tutte le volte che lo streaming viene chiesto nascono polemiche e finte sorprese sul grado di ingenuità e preparazione dei cittadini onorevoli. Francamente osservando le prestazioni tra il silenzioso e l'angosciante, vengono legittimi sospetti che per fare quel lavoro, si tratta di questo, almeno una piccola patente occorre averla. Poi sorge il dubbio sul perchè la stessa operazione di onesta diffusione delle immagini e sonoro non venga realizzata nelle ammucchiate con il pidiconesenzaelle. Sarebbero manifestazioni più illuminanti dei servizi pubblici o report gabanelliani. Meglio ingenui ed onesti che ....ma preparati. Diamo la Giustizia al Cavaliere, vero Nipote Letta?

Chi Tradisce Comanda

D’Alema è il simbolo di un partito nel quale chi tradisce comanda. I medici Rep al capezzale diagnosticano che il Pidi ha perso l'anima, senza indicare quale delle metastasi genetiche sia la peggiore. Si sorprendono che sia l'unico partito imploso a seguito degli eventi elettorali. Nel calcio alle volte un episodio può cambiare il corso della stagione, l'Inter grazie a Guido Rossi in Telecom ha vinto due scudetti largamente persi sul campo. Difficile affermare che nei democrat non vi sia democrazia, sono morti per eccesso. Il Pidielle sta accucciato al guinzaglio del suo padrone, mentre in casa 5 Stelle le idee innovative sul metodo democratico/informatico devono, diciamo così, essere confrontate con Anonymus. Il pidi implode, dopo una vittoria o sconfitta elettorale che non gli ha dato il governo, se fosse andata diversamente non staremmo a discutere, Bersani sarebbe collocato nell'olimpo dei Prodi e non spedito in panchina a Bettola. I nodi irrisolti di una lunga storia vengono al pettine, con glorie e miserie. Per due volte non si è colto il momento per svolte storiche. Il tempo in cui il vecchio Pci doveva fare, anche formalmente, il balzo verso la democrazia occidentale fu a metà degli anni ’70, ai tempi della famosa onda lunga, sulla quale surfando in tanti ci avvicinammo a quelle sponde. Mancò allora il coraggio di dire chiara la verità a tutti, agli intellettuali organici ed ai lavoratori delle fabbriche. Vinse anche allora l'Apparato, quello che oggi attraverso giornaletti compiacenti delle associazioni di casa sbeffeggiano il nuovo che avanza. Sempre la stessa stessa meschina storia. Inventarono per una copertura culturale il compromesso storico, l'antesignano dello squallore governativo oggi ripetuto. Secondo i Piccari il gran corpo del partito non era pronto per una scelta di campo, rimasero comunisti senza dirselo. Ne sarebbe derivata, dissero allora gli stessi di adesso, dai vecchi Napoli ai giovani D'Alema, la dissoluzione del partito. Da decenni, milioni di voti giacevano nel frigorifero della politica, fino all'arrivo salutare dei democristiani alla Letta che consigliano il disgelo. La voluta cancellazione del Psi, sotto il peso delle ruberie dei suoi esponenti chiave ed il crollo del Muro diedero l'alibi per non decidere. Poi vennero Prodi e l’Ulivo, l’albero antesignano del Pd bruscamente segato da D’Alema per far luogo ad un accordo con Cossiga e compagni. Lo stesso D’Alema salì lo scranno di presidente del Consiglio senza voto popolare, un ricorso vergognoso della storia di quel partito. Il Pd postumo, nato male, pensò bene di dividersi fra ex, comunisti e demo. Prodi venne silurato tre volte. Il volto del traditore non abbisogna di un identikit. La scelta di quel 25% del Pd che lo ha bocciato ancora è chiara, affonda Prodi ed il Pd. Il rischio, forse, era che il MoVimento decidesse di appoggiarlo, facendo così passare di slancio il vero nemico di Berlusconi. Preferiscono il dialogo con il Caimano che con il cattolico adulto Romano, nel 2008 i moderati festeggiarono a champagne la caduta di Mortadella. Il Parlamento è scattato in piedi ad applaudire Napolitano, solo un MoVimento è rimasto immobile, avevano capito dove erano seduti.

venerdì 26 aprile 2013

In Salita

Riuscire a comporre un nuovo governo peggiore del precedente non sarà facile nemmeno per D&G Letta. E' sembrato impaurito, per anni ha giocato dietro alle spalle dello Zio Gianni, un ambasciatore permanente dell'inciucio con il Cavaliere. Per la prima e forse ultima volta si trova ad affrontare da solo il mare tempestoso democrat. Renzi, come Gnassi aveva studiato una vita da sindaco, ha vissuto un breve protagonismo, rifiutato, è ritornato nell'oblio toscano. Dai due inciucianti partono veti, limitazioni di campo e pretendenti. Devono dare un'impronta nuova e nello stresso tempo rassicurante, non sarà facile, per un governo ed un presidente con i timer corti. Una vergogna istituzionale e politica al punto che la prima dichiarazione del Letta Nipote (non vi ricorda niente?) è stata l'impegno ad approvare entro i napoleonici 100 giorni la legge sul..conflitto d'interessi. Ve lo immaginate cosa succederà? I giornali non degnano più un titolo sulla rossa piemme milanese che lo inseguiva in Parlamento, i suoi processi, le sentenze sembrano abbiano goduto di una morattiana prescrizione, per necessità governative. E' Lui il vincitore, personaggio emblema del Paese, ha regalato fortune politiche. editoriali, giudiziarie, qualcuno ha fondato partiti e movimenti per cacciarlo, dopo venti anni è ancora il padrone. Sappiamo chi ringraziare. L'euforia delle Borse è già finita, il nostro sistema boccheggia da anni, Grillo annuncia il default per l'autunno, il nostro Cancelliere lo aveva previsto quattro anni fa. Noi ci fidiamo di Gnassi, siamo sulla pista ciclabile più stupida di quella viserbellese, andiamo contromano e logica, scontrandoci con ciclisti, pedoni e pub che ci intralciano il viaggio verso Riccione. Ci attende Pironi, un modesto funzionario di partito eletto Sindaco. Tutto sommato è riuscito a fare meglio del niente del suo giovane collega riminese. E' inciampato sul Trc, la più stupida opera dopo i Due Palas che si fanno concorrenza con i debiti. Morolli Buono e la sconosciuta Zoffoli non avevano letto l'albero genealogico di Melucci, altrimenti i due Terence Hill si arrabbiavano. Da quando il MoVimento è ufficialmente intercettato dalla Stasi democrat abbiamo registrato un calo drammatico di tweet ed inutili messaggi. Il web diventa pericoloso? Non sembra ci sia una corsa affannata per fare i ministri a tempo, non lasciate a terra Gasparri, il suo dito medio alzato merita una poltrona.

Ultima Fermata

La rielezione di Napolitano ha messo il fermo immagine alla follia disgregatrice del Pd. Siamo convinti che esista un tavolo spiritico di comando che esuli dalla segreteria del Nazareno. La mossa della rielezione di Napoli è troppo intelligente per essere opera di quelli che conosciamo. Anche i giornali d'accompagno, in testa Rep non avevano suggerito che amene cazzate. A Presidente risorto si può capire la tragica finezza del puzzle completato, se riescono a trovare una quindicina di personaggi ai quali la gente non sputa subito in faccia, è fatta. Dicono che il Pidi sia in mano a tribù anagrafiche, turche, badanti, pensionate, sindacali, geografiche, imprenditoriali e perfino giornalistiche. Tutte categorie che con gli interessi dei cittadini non hanno alcuna attinenza. I democrat locali hanno fatto, quasi tutti, outing non richiesti, alcuni minacciando uscite bellicose, terminate al tavolo del pub sindacale. Errani atrraverso uno degli assessori più fidati, ci ha donato dieci milioni per calmare le spinte scissionistiche tranvarie su gomma del Sindaco di Riccione. Ha fatto proprio una figura da Pironi. Ha minacciato, alzando perfino il tono della voce polisportiva, udita dal popolo della notte, poi si è accucciato buono, buono. Una partita troppo grossa per lui. Il complesso e delicato processo della scelta del nuovo presidente ha messo a nudo l' impotenza, l'incapacità di darsi una linea politica, perfino la dipendenza dai social network e dagli hacker di casa. Che ci siano fazioni diverse e contrastanti in un partito non è poi così strano, è quasi inevitabile. Il problema vero è il modo in cui queste fazioni si esprimono e si combattono e la capacità del segretario di tenerle sotto controllo. La debolezza della leadership di Bersani è uguale a quella di Veltroni, scelti al termine di precari equilibrismi senza rete di protezione. Il potere è stato un collante forte, il MoVimento lo ha eroso, impaurendo gli attori. Sono in preda a forme di allucinazione, vagano come zombi o fumati. Alternando minacce a blandizie, in particolare, anzi, sempre e solo dirette al MoVimento, diventato un incubo politico. E' un dato di fatto che il Pd sia nato in modo anomalo, non tanto perché è il risultato della fusione di due diverse tradizioni politiche, ma perché entrambe erano arrivate esauste e sputtanate dalla storia e dalla cronaca.  Nessuno è in grado di dire quali siano le idee del Pd o quelle di Gnassi. Hanno trascorso due anni discutendo con chi allearsi, se Casini o Vendola, hanno finito col metterci anche il Cavaliere. In eterno bilico tra riformismo e Camusso, liberismo e corporativismo, tra farmacie e coop. Sulla moralizzazione politica possono contare sull'ausilio di procure che spingono od alzano il piede con tempismi imbarazzanti. E' scesa un'amnistia generalizzata, avevano riempito i giornali di wanted con la faccia e gli occhiali di B. Diventato arma fornitrice di voti decisivi, non discutono nemmeno in commissione parlamentare della sua sacrosanta inellegibilità.  BarbaPapà perchè non ci compila un domenicale "editoriale"? 

giovedì 25 aprile 2013

IlTopo o Letta

Napoli ha passato la nuttata sfogliando una margherita ed un garofano. E' andato ad omaggiare Maccanico, gran commis con grembiulino, ma di altra stoffa rispetto a quelli vigenti, poi ha scelto Due Letta al costo di Uno. Si sta completando il quadro che fa ribrezzo anche alla squadra di Rep. Ho letto il pezzo della Barbara in Spinelli che tra lunghissime contorsioni rivaluta l'antieuropeismo di Grillo, trovandolo molto più pertinente delle adesioni fideistiche di Monti e Napolitano. Il Meetup di quel giornale non riesce a digerire l'accordo con il nemico dichiarato, solo BarbaPapa tenta una disperata difesa del compagno d'interviste. Più si dipana la storia di questo ennesimo e volgare inciucio, maggiore è la disaffezione dei cittadini, stretti tra una crisi senza fine ed una politica che mostra il lato peggiore. Non basterà più il rifugio grillino. Molti avevano consegnato al MoVimento speranze di salvezza immediata come potesse risolvere un tragico dilemma italiano. Non puoi giocare da solo contro tutti, hanno furbescamente preso voti presentandosi come una sinistra alternativa, hanno lucrato un premio di maggioranza, poi si consegnano nelle mani del nano prescritto? Il Pidi non poteva che implodere, avrebbe dovuto farlo prima delle elezioni, è stata l'ultima presa per il culo degli elettori. Non tornerà niente come prima, non troveranno bostik tanto potenti da ricucire le ferite. Anche la farmacista da banco in casa Bersani si è accorta del bel ambientino democrat. Alla Lega che voleva andare all'opposizione hanno subito risposto con..Belsito. Grillo ha costruito una fortuna elettorale, deve consolidarla nei territori, rafforzarla, renderla coerente con il messaggio lanciato. Certo diminuisce l'impatto mediatico, la sensazione di vittoria perpetua, fatta a colpi di camper e piazze. E' arrivato nell'olimpo della politica, difficile restarci. Può contare sulla liquidazione coatta della più grande e somigliante forza in disgregazione culturale, il web ha fatto vittime illustri, è diventato uno strumento indispensabile per chi vuole fare ma anche subire la politica. Ha favorito i professionisti. Non basta quello, per governare città, regioni occorre una organizzazione oggi inesistente, il volontariato si trasforma spesso in anarchia direzionale, incontri che si trasformano in Hyde Park londinesi. Ricettacoli dei rompicoglioni cacciati da tutti. Matteo Renzi per salvare almeno la faccia, si è fatto escludere da Berlusconi. Il Cavaliere sta stravincendo, molto meglio la pregiata accoppiata Gianni&Enrico, i Dolce e Gabbana della politica. L'Espresso è rimasto come il giapponese nella giungla, si rifugia nei finti paradisi fiscali od inventa hacker prezzolati. Non riescono a darsi pace, il politico da loro avversato e sbeffeggiato ha già provocato la morte violenta del Partito di Pigi, l'ultima stupida invenzione della tessera due democrat. Letta voluto dal Cavaliere, darà al governo una impronta politico cattolica, è arrivato al Quirinale in perfetto francescano style, con la sua Duna ed i sedili per i bambini già parlamentari. Cosa farà quello che resta del pidi? Sembra che abbiano fatto firmare rogatorie in caso di franchi tiratori per stabilire la provenienza. Ci sono tutti i presupposti per avere Monti agli Esteri e la Gelmini a Scuola. Per fortuna c'è Chiamparino. Errani? Le banche con i soldi regalati da Draghi invece di distribuirli alle agonizzanti imprese ed ai cittadini fanno incetta di bond, le borse volano per la liquidità iniettata, i suicidi proseguono, tutto come prima. Alla prossima manovra.

Poveri Diavoli

Poveri Diavoli. Hanno dovuto annoverare Stalin tra i criminali verso l’umanità, hanno dovuto ammettere che era tutto sbagliato dopo la caduta del muro di Berlino, hanno capito che non esisteva nessuna superiorità morale e oggi devono digerire il fatto di non essere in grado di governare il Paese. Poveri diavoli. Pensavano che usando qualche democristiano per rifarsi il look avrebbero potuto cambiare per davvero. Illusi! I democristiani o costano troppo, o non sono che surrogati pseudo-moderati incapaci di dare la tanto ricercata copertura al centro. E allora, nel delirante tutti contro tutti, fanno sorridere le esternazioni fatte con rabbia e tanta, tanta ingenuità, tipica di chi non sa più a che santo rivolgersi. Imola dice che Gnassi è arrogante: lo è diventato dopo il Napolitano bis? Prima era tutto ok? Gnassi, a sua volta, bacchetta Imola e afferma che per lui il partito è uno stile di vita, ci credo, di partito è andata avanti finora la sua vita. Tutti si dicono stanchi del vecchio, ciascuno si propone come il nuovo. Aspiranti arabe fenici che vogliono continuamente rinascere dalle proprie ceneri. Forse non avete capito che questo giochino non paga più? Non lanciate più accuse a nessuno, chiedete scusa per quello che avete fatto e per quello che non avete fatto. Se non ne avete uno, come è probabile, cercatevi un lavoro e lasciate l’amministrazione pubblica ad altri che peggio di come è stato gestito il nome di Fellini, non potranno di certo fare. È vero, il PD è nato male, ma sta finendo anche peggio: una lenta agonia che procura non pochi danni a tutto il Paese.
seminario.it

Patacate Nostrane

Zerbini, Magrini, Galli e Biagini secondo la vigente etica dovete andare a casa. Punto. Se volete davvero costruire un partito rinuovo, i famosi dieci anni di attività amministrativa sono passati da tempo. Non vale raccontare che sono stati sprecati per colpa dei cattivi maestri, mentre voi siete alunni fedeli. I fenomeni dell'ultima ora sono quelli che lanciano nelle strade della Perla una tessera che vale meno di un bond nostrano oppure piangono la mancata designazione di Rodotà per accettare un sinistrorso come Renzi, l'esodato craxiano Amato od un Letta a scelta. Se uno vuole smettere, lo faccia senza proclami irritanti, come le lezioncine di qualche allieva parlamentare. Mille volte meglio lo storico cinismo di Melucci, sempre immutabile ed uguale a se stesso, almeno sa quello che non dice. Il finto pentitismo di un'altra folgorata come la Petitti, con slogan ripetuti ad noiam, una Moretti rivierasca da Icaro Tv. Ma i veri fenomeni li troviamo nei due Palazzi più inutili dell'arco costituzionale. Si sono messi a fare gli statisti delle ciclabili. Con i casini che ogni giorno saltano fuori, con società pubbliche fallite, altre che non si riesce a capire come siano ancora aperte, loro lanciano saraghina ed omelie dalle finestre dando pagelle e voti. Imola li ha battuti, per una volta, dopo essere stato un fedele figlioccio della terna D'Alema, Bersani, Errani, getta al volgo la tessera per non essere riconosciuto. Alberto (Nardelli) per essere peggiori dei riminesi vi dovete impegnare meglio.

P.S.
Dicono che nella Giunta di...Brasini sia l'unico pensante

mercoledì 24 aprile 2013

La Veronica del Nazareno

Personalmente mi aspetto che i consiglieri comunali, nessuno escluso, che si erano fatti promotori e fermi artefici, dentro e fuori il Consiglio, dell’iniziativa con la quale il Comune di Riccione sembrava avesse determinato di ”scendere” dal TRC, prendano atto di quanto è stato oggi deciso nella riunione del Comitato provinciale di coordinamento sul TRC e rassegnino le loro irrevocabili ed immediate dimissioni. Dichiarare come fa il Nazareno nella sua nota diffusa a margine della riunione, che sono state “riconosciute le ragioni di quanto contenuto nei verbali e negli atti adottati da questa Amministrazione comunale riguardo alla sostenibilità economica tanto della realizzazione dell’opera quanto della sua futura gestione” è una evidente manipolazione del reale portato delle decisioni assunte che merita da parte loro una forte e chiara presa di distanza. Infatti, a leggere tra le righe della scarna sua dichiarazione si evince che nulla è cambiato nel concreto. Il comitato ha semplicemente preso atto della decisione del Comune di Riccione di limitare il suo impegno alla somma di euro 6.278.000, già vincolata al finanziamento dell’opera e in parte già versata alla Agenzia di Mobilità di Rimini, per la sola costruzione dell’opera. Rigettando tra l’altro in toto la richiesta avanzata dal Nazareno di non adempiere al completo versamento della parte mancante dell’impegno assunto. Così come non sono state accolte e perentoriamente rigettate tutte le modifiche del tracciato che il Nazareno aveva posto come “condizione sine-qua-non” per dare l’assenso alla realizzazione dell’opera e che erano stati oggetto della Delibera di indirizzo approvata dal Consiglio Comunale quell’indimenticabile 4 agosto 2011. Modifiche che come si ricorderà intervenivano per in parte ridurre il devastante impatto ambientale che il TRC comporterà nel suo tratto riccionese. Non è stata per nulla accolta, perché oltremodo e come al solito rinviata, nemmeno la richiesta che il Comune di Riccione aveva perentoriamente avanzato in relazione alla decisione di rivedere l’accordo di programma nella sua parte che regola la compartecipazione dei costi di gestione del servizio, che come era emerso dalle indicazioni che sostenevano il parere dell’avv.Passalacqua, da soli mettono a gravissimo rischio di sostenibilità futura l’intero bilancio comunale, già oberato come si sa da pesantissimi impegni a medio e lungo termine, per oltre 84 milioni di euro. E’ stato nella vera sostanza un nulla di fatto, che ha smascherato il penoso tentativo di arginare la perdita di consenso che l’amministrazione del Nazareno e la fallimentare gestione del Pd hanno registrato in questi loro anni di insensato governo della città. Sono convinto che molti tra i consiglieri comunali che avevano promosso l’intenzione di fermare il TRC, abbiano agito in buona fede, riconoscendo, anche se dopo molte esitazioni, che è un’opera inutile, costosa e drammaticamente insostenibile. Non resta a loro altro che prendere atto che la Veronica del Nazareno non solo è stata ed è l’ennesima furbata di un incantatore di serpenti che li ha di nuovo esposti ad una irrimediabile figuraccia, ma che irrimedialmente regalerà a Riccione un’opera da ogni suo punto di vista ancora più devastante. 
alberto nardelli

Comunicato Rimini 5 Stelle

Rimini ultima frontiera…. Sono molti i misteri dell’Universo. Perché alla cassa veloce c’è sempre una cassiera lenta..? Perché la telefonata che hai aspettato per un ora arriva quando ti sei deciso ad entrare sotto la doccia? Ma soprattutto.. perché una persona nel 2013 dovrebbe votare il Partito Democratico? Ce lo chiedevamo ieri sera, noi del Movimento 5 Stelle di Rimini, interagendo con la nostra deputata Giulia Sarti durante un collegamento Skype con i cittadini. Dopo aver ascoltato e fatto ascoltare agli intervenuti i racconti delle elezioni di Napolitano, direttamente da chi le aveva vissute, ci siamo sentiti ancora più vicini ai poveri Democrat, chiaramente alla fanteria, non alla dirigenza. Si sa.. i racconti tragici aumentano l’empatia e ci siamo chiesti come possono i tesserati del PD sopportare quello che è accaduto. Giulia Stessa ci ha confermato che molti volevano votare Stefano Rodotà, ma, con la morte nel cuore, hanno dovuto assoggettarsi ai voleri dei loro strateghi. Ci pensate cosa doveva essere trovarsi in quella circostanza per uno del PD, magari per uno che crede veramente di poter fare la differenza? Voglio dire.. per i nostri è stato facile. Erano liberi dai compromessi della politica, magari erano incazzati, ma potevano offrire il petto al nemico e guardandolo negli occhi potevano dire :”Spara!“. Ma un Democrat? Come poteva stare li a guardare quell’omino buffo che se la rideva godendosi tra le dita i fili di tutti quei burattini? Non per Bersani, no. La loro anima era un resto penzolante dalla dentiera di Berlusconi. Come lo racconti questo quando torni a casa? Racconti di essere sempre stato un Renziano? (altro bell’affare). Oggi questo è realmente uno dei misteri più grandi. Chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo… tutte puttanate. Oggi la domanda vera è: perché diavolo a giochi svelati, quando ormai è chiaro che le dirigenze di PD e PDL sono una cosa sola, qualcuno dovrebbe votare Partito Democratico? Superficialità, Sindrome di Stoccolma, Ipnosi di massa, per quanto assurdo ci deve essere un motivo. Noi non lo vediamo, forse un giorno ce lo dirà la Storia qual’era la ragione di questo accanimento masochistico, per adesso invitiamo i non segnati da questo mistero a partecipare alle nostre assemblee aperte a tutti, per conoscere e capire realmente quello che avviene nella propria città.

Tassa Complicata

La tassa di soggiorno intesa " come corrispettivo, per quei cittadini "temporanei", cioè i turisti, a cui vengono garantiti i servizi necessari per vivere nel migliore dei modi il loro soggiorno", così l'assessore al Bilancio Brasini, non convince e mi spiego. In effetti, pur essendo vero che questa imposta vige in una percentuale altissima dei comuni italiani, quasi tutti, anche quel "non turistici" la richiedono - la tassa mai potrà essere applicata invocando i motivi sopraddetti dall'assessore. E questo per il semplice motivo che quando io mi sposto dal mio comune di residenza ad altro comune IO SGRAVO IL MIO COMUNE della mia 'onerosa presenza' e pertanto sarebbe, semmai, il mio comune a doverla versare, considerato che io e chiunque altro versa tasse per 365 giorni all'anno, ed anche se si sposta è già "coperto", mi spiego? Quindi la tassa è evidentemente uno dei diecimila modi con cui un Pubblico voracissimo chiede e pretende dal cittadino. Se motivazioni possono essere tollerate, sono queste: a) come un pedaggio che si richieda per la particolare amenità del luogo, come te la chiedono per salire sulle Tre cime di Lavaredo, BZ ; b) come 'integrazione' perchè comunque il lampione davanti a casa mia resta acceso, sia che io sia presente o assente consumo sia ove risiedo, sia ove sono, in parte però; 3) considerato che il turismo necessita per la sua peculiarità della partnership pubblica, nel senso per capirci che le aiuole davanti casa mia non sono come quelle davanti al Grand Hotel, si richiede di restituire parte di quello che i comuni spendono per rendere il luogo di vacanza più bello, ameno, pulito, sicuro, attrezzato etc. del comune ove si risiede - sempreché, sottolineo, il Comune questo lo faccia. Quest'ultimo penso sia il motivo che indusse la municipalità riminese secolo scorso tra le prime a richiederla. Quindi per concludere una soluzione equa ma di difficile attuazione sarebbe che la tassa fosse condivisa fra il turista ed il comune che egli " sgrava" in parte o sia i 2 euro che chiediamo al turista milanese o che chiedono a me quando soggiorno una notte a Milano dovrebbero convenzionalmente per metà essere pagati reciprocamente dai comuni. 
Prof. Alberto Amati.

Non Ci Posso Credere

NewsRimini 24 aprile 2013 ore 11,49
Rapina all'MPS di via Parmense. Fuga in auto fermata dai Carabinieri Questa mattina intorno alle 9 c'è stata una rapina alla filiale del Monte dei Paschi di Siena in via Parmense a Rimini, una traversa di via Marecchiese, a pochi passi dal centro. I rapinatori sono fuggiti in auto, inseguiti però subito dai Carabinieri. Dopo avere attraversate le vie del centro in zona Piazza Mazzini la rocambolesca fuga si è conclusa in via Circonvallazione Occidentali. La stessa filiale era già stata rapinata nel gennaio del 2012, come la Sede... 

La Mossa della Civetta

La balcanizzazione del Pd si sta riproducendo anche a Riccione. Ma contrariamente a quanto sta succedendo a Roma, qui il gioco è truccato. Persa ogni speranza di ricompattare un partito che in questi ultimi tre anni ha sofferto di una singolare e devastante sindrome autoimmune, bloccato dall’immobilismo insipiente di Cinemamuto e dalla inadeguatezza del suo Nazareno, si corre ai ripari e come nella Sicilia, quella di Leonardo Sciascia, si adotta la mossa della civetta. La regola è semplice, così semplice che nella sua ovvietà risulta a volte incredibile. Come una civetta che appare a mezzogiorno. E come dice appunto Sciascia sono le coincidenze a fare il resto, a far sembrare nuovo quello che nuovo non è. La diaspora delle vecchie glorie dal Pd in frantumi, a Riccione, non si fermerà . Ne seguiranno altri. Vedrete. Denunceranno una improvvisa infedeltà ai valori dimenticati e alla progettualità tradita. Si faranno da parte come amanti delusi, come amici addolorati. Pronti a riconoscere negli altri le cause del proprio fallimento. Negli ostacoli frapposti, nelle ragioni negate, nelle scelte sbagliate, nelle imposizioni subite, nei silenzi raccolti. Ci si allontanerà denunciando, qualche volta anche offendendo. Ma attenzione è solo una recita, una rappresentazione a soggetto. Si esce per contare, per indurre e per condizionare. Ma non basta. A chi esce si regala un'indulgenza. A chi resta si dà un nemico da scongiurare, una disfatta da evitare. “È fulmine, è grandine, è polvere, è siccità, acqua che rompe l'argine e lascia una riga nera, al primo piano della città”. “C’è qualcuno che bussa,baby, aspettavi qualcuno?”, canta De Gregori. E allora occorre fermarlo. E così la civetta arriva a mezzogiorno, raccoglie la delusione, la rabbia e la povertà, le mette in una scatola di cartone, e ne fa ricatto, negozio, proposta a chi è li pronto ad accettarli, accoglierli e si preprara con finto sacrificio e spudorato orgoglio a ricominciare. Le coincidenze di Sciascia, un segretario apposta, qualche delusione da fingere come argine alla diaspora, un lontano rancore che ormai si è fatto di aria, un cambiamento, illusione, già lì da rottamare, un nemico alle porte, un vecchio amico di sponda che fa la verginella da ritrovare. Un gioco di specchi su cui come il capitano Bellodi, io “mi ci romperò la testa” e il Nazareno ci si specchierà. 
alberto nardelli

Due Domande

Gent. Dott.ssa Frisoni,
non è certo una colpa avere Melucci come parente ingombrante. La assolviamo a patto che come esperta di mobilità complicata, Lei sia in grado di rispondere a due semplici domande. Fabi non lo ha mai fatto, per questo ha resistito, quasi come Cagnoni, al suo posto. Proviamo. Qual'è il compito di questa Agenzia tuttofare e quanto ci costa? Non siamo cattivi e non ci siamo uniti al coro, in verità non molto assordante di quelli che hanno visto nella sua nomina uno .... Tornando alla sua specialità, a noi risulta che trattasi di mero organo di controllo, poi nell'infausto caso riminese per bilanciare i poteri tra diesse e margherita, ad Amadori venne concessa a vita la Tram Servizi, a Fabi la modesta Agenzia. Non essendo le due presidenze bilanciate hanno malamente inventato che il controllore diventasse anche stazione appaltante di una stronzata su gomma da 150 milioni, forse rimborsabili. Nella ragione sociale si parla di Agenzia non certo di Azienda proprio per rafforzare l'idea del mero controllo. A Rimini sembra si possa fare di tutto, siano Linee o Piste Felliniane. Mentre la Tram Servizi di Amadori è confluita nel carrozzone Start per il gioco delle scatole erraniane, quella in suo potere presidenziale rimane un ibrido del quale è difficile dare spiegazioni plausibili. Se il problema, meno romanticamente, è dove mettiamo cinquanta dipendenti, assolutamente esorbitanti per i compiti da svolgere, le proponiamo una soluzione, veda come utilizzarla. Passi questa enorme forza lavoro in una Società di Servizi, sono esperti come lei di mobilità, affidi loro la gestione amministrativa in capo ai Vigili Urbani, liberando da compiti burocratici il corpo. L'assessore molto vicino a Gnassi, si lamentava che non aveva personale sufficiente per le notti rosa. Siamo stati bugiardi, un nostro peccato, le rivolgiamo la terza meno innocua domanda. Dottoressa quanti debiti ha accumulato la fantomatica Agenzia Fabi? L'ultima preghiera: ci risparmi i pistolotti della razionalizzazione, trasparenza e..risparmio. Un grande in bocca al lupo, non allo zio.

Maramao

Perchè sei morto?  Un partito nato da una fredda fusione, con Archimede Veltroni cacciato subito, aveva consolidato la faccia meno presentabile dei due partiti fondatori: il potere della casta. La crisi e la presenza invadente del MoVimento ha fatto il resto. I giornali e siti riconducibili a Berlusconi grondano letizia insperata. E' ritornato quello dei giorni migliori, le date processuali le stabilisce il migliore difensore di se stesso, altro che Ghedini. Non esiste più quella urgenza istituzionale, non è più un vulnus alla morale oltre che al codice penale. Il conflitto d'interessi non l'ho sentito citare nel commovente discorso del nuovo/vecchio Presidente. Qualche tirata, condita da lacrime democrat style, tanto per gradire Scalfari, rimasto l'ultimo fan a Rep. Come se in questi sette anni fosse rimasto ad Ischia e nei sessanta precedenti avesse fatto altri mestieri. Vogliamo la Gelmini, urlerà tra poco il mondo della scuola. L'amico Draghi ha fatto funzionare la giostra dello spread, i nostri fondamentali dopo due anni di assistenza tecnica sono risorti. Abbiamo un rapporto debito/pil secondo solo alla Grecia, però per festeggiare il ritorno di George ci hanno fatto il piacere di abbassare il divario, giusto il tempo per festeggiare. La colpa è di Grillo, che ha dato l'ordine di non applaudire. Non si erano mai sentite lodi tanto sperticate quanto sospette di B nei confronti del Presidente, se non ricordo male non è stato sempre così, tra i due non correva buon sangue od erano finte per consumare un matrimonio due volte? La nascita del governo dei saggi coinciderà con il pagamento di Imu, Iva, Tares e blocco dei bancomat. Le sezioni, pardon i circoli democrat, sono tutti occupati eccetto quello di Rimini sempre libero. I parenti stretti si sono riuniti attorno alla salma del partito ancora calda. Come nelle peggiori famiglie litigano la presunta eredità, mentre i cittadini, il loro vero patrimonio li hanno già mandati a fanculo, senza aspettare il Pifferaio come lo chiama il nostro Nardelli da Riccione, folgorato dalla saggezza di Napolitano. La fauna di recitatori di poesie a memoria ha fatto il suo tempo. Un partito nato sotto il deciso "mai con Berlusconi" si ritrova ad essere osannato dal Cavaliere. Come la prenderanno i cittadini? La risposta è arrivata dal Friuli, meno venti di partecipazione, chi ha vinto non interessa, abbiamo perso tutti in una regione italiana che ha un welfare.. finlandese. Aspettate le altre.

Riccione-Rimini

Quando ho scritto a Lugaresi che da grande volevo diventare come lui, non l'abbiamo presa seriamente entrambi, ma stasera sono stato a Riccione, a trovare un amico che non vedevo da tempo, lui segue come tanti il m5s di quel paesino cosi lontano e dalla lingua cosi diversa dalla nostra, due chiacchere, un caffè e la promessa di rivederci ancora per un confronto, per il rientro ho deciso di seguire il lungomare, ed avere cosi la percezione della buona stagione, cosi con la mia macchinina ad una velocità costante subito mi trovo in difficoltà nel fermare l'auto per fare una telefonata, la pista ciclabile di riccione all'altezza del marano, non aiuta a costeggiare l'auto e lasciar passare le auto, quelle vere, quelle dei turisti che scorrono il lungomare come se fosse una rivista illustrata, accidenti, mi fermo troppo vicino ad una signorina che non stava aspettando l'autobus, in fondo è notte fonda sono gia le 22:30, mah! allora riparto senza usare il telefono, meno male perche una pattuglia di carabbinieri stava gia organizzando un posto di blocco. Passo il confino Miramare/Arciun detto anche il passo del Marano che subito le signorine tra le comitive e pulman di scolari e rinnovamenti santi, diventano gruppi anch 'esse, 2 alla volta, 3 alla volta, ad ogni angolo, mi immagino le indicazioni che potranno essere, no,non la prima, la seconda mignotta a destra giri li, ma non quella bionda, quella mora un po grassa... sono passati anni (ero 13 enne) da quando il lungomare era fitto di Ragazze Nigeriane, poi si è fatta pulizia e ora tutto è risolto (sigh!) toh guarda una scolaresca a quest'ora sul lungomare a piedi, forse vedono la Ruota e con l'insegnate in testa vogliono raggiungerla ansimantis, mi sono distratto e un fottio di cartelli mi indicano lavori in corso... fango sulla strada, cartelli divelti, birilli di gomma a casaccio, oddio il nuovo lungomare, rallento, mi sembra piu stretto, si, il marcapiede gia segnato da qualche bicicletta che non ha calcolato bene il dislivello, mi appaiono strane indicazioni orizzontali ( le strisce bianche per terra) doppio senso di marcia sulla pista ciclabile con segnale di precedenza per i pedoni... sogno o son desto, voglio essere gia a casa, tutti i posteggi a sinistra, anche quelli per i disabili che ora per forza devono attraversare... !? come? si. che porcheria e ricordo un film con alberto sordi che ricordava "io sono io e voi non siete un caxxo"! ora il lungomare sembra piu lungo piu lento, forse piu sicuro, immagino bici contro bici contro passeggini, contro carrozzelle per disabili, un orgia di ruote leggere, e le auto in fila indiana che si chiedono.. perche siamo passati di qui! Allora ho realizzato... Ma ecco la Ruota che si apre con il suo inutile splendore, ruota la ruota luminosa (sembra riecheggiare l'arrivo del rex)(guardatevi amarcord, gnurent) solo che riecheggia riecheggia riecheggia, mi vien da vomitare! Allora avevo realizzato, ci stanno mettendo alla prova, siamo in un grande esperimento, tutta la città messa alla prova, dalla regia, saranno preoccupati, "questi non si incazzano mai? gli abbiamo messo di tutto : il teatro infinito, il lungomare surreale, i parcheggi inesistenti, ciclabili impossibili, centri commerciali che sostituiscono centri città, piani regolatori storici, confusi con mattone si mattone no, ponte di tiberio forse, ruota, festivita inventate, ma quanto resisteranno ancora" oh che qualcuno si incazzi e gli dia soddisfazione! nel frattempo un macchinone targato rsm mi sorpassa romboante scocciato, sento anche l'insulto. gia! Buonanotte a tutti, rientro in città e ai miei lati, cartelli, affittasi vendesi, vendesi,vendesi affittasivendesiaffvend. 
davide ghinelli

Comm'è Bella, Comm'è Bella

Comm'è bella, comm'è bella, 'a cittá 'e Pullecenella.

 Napo è tornato! A nulla sono valse le grida di golpe strisciante del Beppe nazionale ma questa volta Grillo ha preso una cantonata. Il golpe non c'entra nulla! Se il parlamento Italiano ha votato un signore in età avanzata che ha perso la memoria di un paese che in 7 anni ha svenduto il patrimonio pubblico, ha trattato con la mafia, ha concesso migliaia di licenziamenti, ha intascato milioni di Euro e ha indotto al suicidio alcuni cittadini, il golpe c'è già stato. Napo è il tentativo maldestro di un potere che utilizza figure imbalsamate per coprire di una coltre fuligginosa la rumba dei scugnizzi. Non serve a nulla gareggiare per nominare il capo dello Stato quando si è minoranza. Parlamentarie, quirinalie e web rappresentano la foglia di fico dietro cui nascondersi per non affrontare a viso aperto quel potere. Ci vuole una strategia comune una strategia che non confonda il fine con i mezzi e soprattutto che non confonda entità astratte, come le imprese, con entità concrete come uomini e donne. Non è l'utilizzo dei mezzi di produzione ma la proprietà che ne fa la differenza; la rete non fa eccezione e l'illusione del suo utilizzo come mezzo di produzione del sapere già in mano ai cittadini è un' abbaglio storico non trascurabile. La rete non basta! In parlamento si vota e il potere ha già deciso cosa e chi votare. Il risveglio potrebbe essere più somigliante a quello di un Truman show che a quello di una terza Repubblica.
nuvola rossa

martedì 23 aprile 2013

Fabio L'Avvisatore

Dal PDL:"Pronti a votare Renzi" , Tosi della Lega :" Mi piacerebbe Renzi premier", i cosiddetti giovani turchi del PD (ex?) bersaniano di ferro che dicono che :"a questo punto tocca a Renzi" e il duo Meloni/La Russa :" ok ad una candidatura che rappresenti il ricambio generazionale". Ormai e' chiaro ed evidente, il cerchio si è chiuso sull' incarico a formare il nuovo governo che verrà dato al sindaco di Firenze. Magari mi ricrederò ma a botta calda, se così fosse, la chiusura di questa vicenda non mi convincerebbe per nulla. Non mi riferisco alla figura di Renzi, per carità, ma semplicemente al fatto di spendere ora e in questa situazione una delle poche figure spendibili rimaste al Partito Democratico. Personalmente preferirei una soluzione di un Governo sostenuto (per forza) dal PD ma senza suoi uomini nell'esecutivo ma evidentemente i patti con Napolitano prevedono un coinvolgimento diretto. Siamo nella stessa identica situazione nella quale all'indomani delle elezioni avevamo detto di non voler essere. Poi non ho dubbi che ci si metterà d'accordo sulle cose da fare ma se doveva essere il programma dei saggi tanto valeva incaricare uno di loro.....è allora mi faccio una domanda semplicissima, giusto per porre un interrogativo che da domani credo si porranno in parecchi. Se il M5S (dico loro ma potrebbe essere chiunque) porterà in Parlamento una proposta di legge sul conflitto di interessi che sarà sicuramente avversata dal centrodestra, che però è al Governo, cosa farà' Renzi appoggiato da Berlusconi? E cosa farà il PD che sostiene un governo nasiere al PDL? ....può stare in piedi una roba così o le contraddizioni esploderanno subito? E allora se così sarà, Renzi non ne uscirà con le ossa rotta? ..a meno che il patto col Berlusca sia talmente forte da superare tutti questi problemi, ma a quel punto il problema diventa politico e se lo porranno in tanti all'interno del centrosinistra. Comunque staremo a vedere...all'alba (o al tramonto?) manca poco....spero davvero di tutto cuore che si facciano scelte con il cervello sulla testa e non dettate dall'ambizione personale...ricordo solo che Berlusconi dal 1994 e' ancora li a dettar legge e negli anni ha fatto fuori politicamente (con anche una buona dose di aiuto da parte della sinistra autolesionista) Occhetto, Prodi (tramite Bertinotti), D'Alema, Rutelli, ancora Prodi (stavolta tramite il mercato acquisti nel quale è' molto bravo imparando dal Milan), Veltroni, Bersani (suicidio assistito) , Marini e ancora Prodi (lui qui era solo spettatore che guardava mentre i compagni di Prodi lo uccidevano in casa loro). Attento Matteo....molto attento.
fabio galli

Il Presidenzialista

Pochi che non si chiamino Letta avevano previsto che Napoli sarebbe succeduto in vita a se stesso. Un altro record politico difficile da battere. Ha letto il discorso migliore confezionato negli ultimi venti anni, parole di Silvio musica di Apicella. Non confrontabile con le acide arringhe difensive del suo simpatico legale ombra Ghedini. Preparati i cartoni, da due giorni aveva iniziato a salutare le centinaia di persone e macchine al suo servizio, quando è arrivato il messo Bersani, più spelacchiato e tinto del solito, pregandolo di rimanere. Il partito si era sfaldato ma questo particolare ricorrente, non sembra sia stato convincente per George,  quando gli ha detto chi erano i mandatari dell'ambasciata allora ..ha accettato. Abbiamo inaugurato un'altra originale formula istituzionale, il presidenzialismo senza dirlo. Ha bacchettato tutti, come in un festino sadomaso, i fustigati ridevano ed applaudivano, gli unici non invitati erano silenziosi. Uno spettacolo anche i commenti del grande popolo della Rai del Canone. Per loro sono i momenti migliori, Papa Francesco si è adontato, sono stati molto più parchi con lui. Siamo alla beatificazione politica del compagno Napolitano. Conosciuto il nome del suo rivale si è rodotato sulla poltrona che stava per impacchettare come ricordo. La foto del Cavaliere che lancia educati epiteti ai grillini ed al conducator Beppe è il manifesto di questo governo inciuciante ed insultante nella sua composizione. Partiti nati alternativi l'uno all'altro, da due anni si abbracciano con la scusa di salvare un paese già morto, suicidato dall'euro e da una classe politica che non ha eguali al mondo. Stanno assieme sotto lo stesso tetto parlamentare per fare riforme giuste ed indispensabili. Lasciano macerie e morti, vanno ad elezioni con il Porcellum che serve per rifare lo stesso governo. E' successo un miracolo. Un MoVimento quasi sconosciuto, in pochi mesi è diventato la maggiore forza politica ed il più sovversivo avversario per tutti gli altri. Puttanieri, affaristi, concessionari di televisioni e giornali, proprietari e profittatori di banche, divoratori di prebende e regalie, possessori di pensioni dorate, zii e nipoti bocconiane di altri come loro, si sono ritrovati nella stessa aula a battere le mani per lo scampato pericolo. Hanno inaugurato il Presidenzialismo preterintenzionale, un mostro adatto meravigliosamente alle loro esigenze. Siamo scivolati accanto alla Grecia. Nei suicidi vinciamo noi.

Uscita di Scena

Daniele Imola sbatte la porta del Pd, straccia la tessera e si vergogna del Pd che anche lui ha contribuito a far scoppiare. La patetica presa di posizione con la quale l’ex sindaco delle meraviglie a debito di Riccione si chiama fuori dalla politica, ce la poteva risparmiare. Davvero. Lascia accusando D’Alema di aver anteposto i suoi interessi privati a quelli del paese. Immagino si riferisse al fatto che più o meno una cinquantina di deputati vicini al baffetto, contribuendo ad affossare la candidatura di Prodi o quella di Marini alla presidenza della Repubblica, abbiano così deciso la sconfitta politica di Bersani. D’Alema ha tante colpe, anzi ha la colpa maggiore di aver condizionato e costretto per molto tempo all’immobilismo, ancorandolo ai suoi proverbiali infidi tatticismi, un partito che aveva bisogno invece di aria nuova. Ma è troppo facile scaricare su di lui tutte le responsabilità di un così fragoroso fallimento. Se Imola non se ne fosse ancora reso conto nel Pd si è consumata una saga tolkeniana. Prendere atto della realtà sarebbe stato il primo gesto di chiarezza. Innanzitutto partendo dal fatto che la linea politica di Bersani che lui ha avallato e sostenuto ha perso. E, facendolo, molto probabilmente, sarebbe stata più responsabile e adeguata una uscita di scena senza clamore.
alberto nardelli

Nazareno di Guerra

Sciolto il nodo Quirinale, violentando la consuetudine istituzionale, inizia la guerra al Largo Nazareno. La Segreteria ha rassegnato le dimissioni. Pigi Bersani ed i tortellini perdenti hanno sgombrato il campo. A Rep si sta scatenando la fazione degli intellettuali con la penna pronta per gli appelli, erano tutti schierati per Rodotà, eccetto BarbaPapà. Ho letto dopo tanto tempo con piacere che i Michele Serra e perfino Gomorra hanno avuto parole durissime per il partito di riferimento. Mancano Moretti e Benigni ma loro sono uomini di spettacolo, non comici. La scissione è pronta, si sono dati appuntamento ai primi di maggio quelli della Nuova Sinistra per anticipare mosse future di altri naufraghi della nave partitica più grossa. I vendoliani non ci staranno nel governissimo con il Cavaliere, i giovani turchi, non hanno alcuna intenzione di scendere a patti con il centrodestra e non potere più uscire di casa per gli sberleffi dei coetanei. La base chiede altro. Perfino a Rimini ultima provincia dell'impero Errani qualcosa si muove lungo le ciclabili sindacali attente a non turbare i dibattiti sui tavolini dei pub. Abbiamo spedito qualche falsa tessera del MoVimento per ringraziare delle parole affettuose, dovremo allargare la sala del lunedì. Quando sarà delineato il futuro governo ed arriva il momento della fiducia in aula, potrebbe esserci chi decide di lasciare e passare all’opposizione. Su Matteo Renzi in Zerbini si sono rovesciate tonnellate di porcherie, sembra sia stato il solo colpevole, mentre i dalemiani tacciono. Nella Capitale Morale d'Italia sono spariti, avevano fatto la corrente Red, adesso compilano le previsioni del tempo per la Rinaldis. Nell'ultimo week-end all'infuori degli ammirevoli rinnovatori, non si è visto un cagnolino, era prevista molta più acqua di quella caduta. Ascoltando le prudenti parole di Grillo lo abbiamo consacrato nel gotha politico, capisce ed annusa meglio lui dei tanti furbetti democrat. Ha lanciato l'Opa sul dissestato partito democrat, concede alloggio ed assistenza gratuita. L'unico che ancora regge il confronto è il puttaniere magico. Vede benissimo con gli occhiali imposti dalla procura di Milano, può godere di tutti gli impedimenti che richiede, è indispensabile per Presidente e Governo con il.. Timer.