massimo lugaresi
lunedì 14 luglio 2025
Domanda: C'è o Ci Fà?
Linkiesta ha portato il redde rationem al Pd. La domanda pubblicata da Mario Lavia è una testimonianza attendibile come a Garlasco. Schlein c'è o ci fa? Premetto che il c'è è condivisibile al punto che voterei a sinistra tranquillamente, senza giustificazioni. Le lascio alla corrente Davos che infetta la propaganda piddina. Dagospia per non scegliere, naviga nel mezzo, ignorando la particolare segretaria di Landini. Il Riarmo e la comica pantomima dei dazi che l'Europa Ursula interpreta per giustificare miliardi a debito, usati per mantenere in vita Zelensky, sono la famosa goccia che ha fatto traboccare il mio calice, già deluso dalla scelta della Elly. Rimangono però affari miei che testimoniano come le guerre si vincono con le bombe migliori ma si giustificano con la peggiore propaganda. Quella che "premia" Netan è disgustosa. Siamo i più armati. L’Europa (una parte) difende l’Ucraina e il Pd antiriformista resta ostaggio di Conte. Così Mario Lavia onora la sua permanenza nell'area sostegno di Davos, sotto il controllo di Draghi. La conferenza di Roma indetta dalla Ducetta, onorando il nomignolo coniato da uno dei tanti nemici (piddini), rappresenta la più sincera rappresentazione della situazione. Mezza sinistra sta con i nemici storici, l'altra li aiuta usando il nostro stratosferico debito. Il tradimento è da questa parte. La Meloni farà la croce ..nerina di guerra?
domenica 13 luglio 2025
I Branca-Meloni
massimo lugaresi
sabato 12 luglio 2025
Pier Dudy
E' il nomignolo dedicato da Dagospia a Pier Silvio Berlusconi.
La strategia del Blog, oltre alla quotidiana mostra di tette&culi, impone la condivisione di articoli, quasi sempre confezionati dalle Gemelle Elkann, con qualche intrusione del Corrierone, mentre La Stampa è usata solo per Mattarella, contro la Meloni. Non ho ancora letto quello scelto per la Schlein, dopo l'eliminazione delle decine, disponibili di getto. Difficile dire che mancano gli spunti. Il blog continua la sua appassionata campagna difensiva, usando l'attacco giornaliero agli stessi personaggi. Sembra non avere paura di ripetersi. Pier Dudi, il fortunato figlio del Cavaliere, oggi Ad di Media for Europe, un gradino sotto la Barbara Berlusconi, viene accusato di "allisciarsi" Giorgia Meloni, usando parole sprezzanti verso il grande Tajani, famoso per autonomia e forza delle scelte. Anche per lui era pronto il nick name che non copio per educazione. Nello zibaldone quotidiano ci sono precise regole a cui si attengono. Mai un attacco a sinistra, sono sufficienti quelli che svolge la Ducetta per mantenerli (a lungo) nella scomoda opposizione e soprattutto per particolare attenzione al centro, visto anche il fallimento totale delle speranze che Renzi aveva animato per un pò. Il vulnus è stata la scomunica impietosa dello jus scholae, fatto uscire, imprudentemente, dal vice premier, indifeso. Un balzo in avanti che ha preteso una ritirata, con relativa tirata d'orecchio ad un personaggio sempre dipendente. Nel Pd, invece, sono tranquillamente divisi.
massimo lugaresi
venerdì 11 luglio 2025
L'Indecifrabile Trump
Impossibile seguire Donaldone, nello slalom quotidiano tra proposte lanciate, immediatamente ritirate o cambiate totalmente. Strategia moderna o accertata vecchiaia? Il personaggio non è mai stato portatore di una linea comprensibile, dettata da improvvisi ed umorali colpi, innamoramenti che durano una mattina ed uno staff impaurito. La fine dell'amore con Musk è l'esempio illuminante. Credo però che la difficoltà nell'affrontare le due guerre in atto, siano dettate dall'impossibilità di fermare la potenza ebraica, componente fondamentale della Great America che conta. Il ritorno alla guerra fredda che per decenni ha rappresentato il vangelo occidentale per isolare e combattere l'Unione Sovietiaca prima e la Russia dopo. Trump sembrava il perfetto mediatore dei conflitti, dopo qualche mese in prima pagina, le tensioni tra le due potenze sono aumentate, mentre abbraccia l'ebreo prediletto. Il salotto europeo da un lato lo critica senza eccedere, pensando già come ricostruire l'Ucraina. Credo che ancora una volta abbiano sottovalutato il paese che considerano nemico, senza agitare lo spauracchio cinese. Il vero pericolo non sono i paventati crolli delle borse, ma arrivare al punto di non ritorno per sostenere il comico. L'annunciata ripresa della fornitura armi è il segnale che la pace si allontana e rimane solo la possibile fine ..nucleare.
massimo lugaresi
giovedì 10 luglio 2025
Il Primattore
Era atteso il discorso Anti-Trump di Mattarella. Posizione condivisa e megafonata da La Stampa di Ugo Magri, amplificando alcune espressioni sempre valide e più devote a Davos, in particolare quella sui dazi. E' naturale che la provenienza e formazione del Presidente siano in sintonia con il bellicismo che (dicono) ci libererebbe da Putin, nemico della democrazia occidentale. Strano però che il massimo esponente usabile si trovi in perfetta collisione con il pensiero e l'azione della maggioranza del suo partito ed in particolare, per quello che può contare, con il ditino della segretaria. Il Presidente della Repubblica, rivotato da una maggioranza, oggi inesistente, in Croazia, fa un gran discorso contro dazi e protezionismo ed invoca la libertà di commercio, rivendicando il modello di cooperazione europea. Ugo Magri accentua toni e colpevoli, rammentando che la libertà di commercio sarebbe un antidoto alla guerra. Non usabile per Netan, l'Intoccabile che può fare e soprattutto disfare quello che vuole, iniziando dalla Striscia che non c'è più. Quante vedove ha lasciato nel mondo il Tycoon? Senza supporto politico, finanziario e bellico degli States, la Nato intesa come manu militari, perde la potenza dissuasiva, in attesa di un riarmo che ha suscitato clamore e disaccordi. Trump è stato più convincente come Daziere che candidato (di Netan) al Nobel della Pace.
massimo lugaresi
mercoledì 9 luglio 2025
Ovunque
Giuliano Amato gioca a tennis, ma nel ruolo di pallina. Rimbalza da un campo all’altro, viaggia oltre le reti e si posa, ora su un incarico e poi su un altro, con lepida leggerezza. Il Giulianin fuggiasco. Nonostante il cognome, è il meno Amato dagli italiani: la ragione principale dell’odio popolare e bipartisan sono le sue favolose indennità e la sua pensione sovrumana, oltre che la leggendaria manina che entrò per la prima volta nei conti in banca degli italiani. Eppure nonostante l’indice di sgradimento altissimo, anzi il pollice capovolto, Amato è il jolly più richiesto della Repubblica italiana. Per carità, è di rara intelligenza e versatilità. L’ultima nomina è di pochi giorni fa, quando è stato chiamato a guidare, lui che ha 86 anni, la commissione per affrontare le sfide del futuro e gli scenari dell’intelligenza artificiale; lui con la sua intelligenza ricca di artifici, faina in un corpo da colibrì. E' la sintesi dello stupendo articolo che Marcello Veneziani ha dedicato a Giuliano Amato, usato (anche) dalla disperata intelligence di Dagospia, per una insulsa rievocazione dei rapporti tra Napolitano e Berlinguer. Una rievocazione all'interno del Partito Comunista, firmata da un socialista che allora poteva (solo) orecchiare alle porte delle Botteghe Oscure, è valida per il blog specializzato in ben altro. Accademico, economista, richelieu del sovrano, ministro e premier, presidente di tutte le commissioni, giurista, veggente (vedi Ustica): le sette vite del dottor Sottile. Disegnato come un ratto, il topolino montò sulla Treccani per assumere la presidenza dell’Enciclopedia. Amato schizza dal campo dei tecnici a quello dei politici, ha fatto l’arbitro e l’allenatore, il giocatore e il segnalinee. Craxiano, poi anticraxiano, coi trust e all’antitrust, coi socialisti e i liberisti. Fu l’ultimo dei socialisti al potere ma anche il primo premier dell’era antisocialista, fu l’ultimo dei politici della prima repubblica ed il primo dei tecnici per gestire il passaggio alla seconda. Non si è (mai) capito se la sua riemersione fosse una postuma rivincita di Craxi o un oltraggio alla sua memoria. Nella guerra civile della sinistra giocò nel primo tempo coi guelfi e nel secondo coi ghibellini, riuscendo nell’intervallo a passar per vescovo e paciere. L’antico trasformismo nazionale lui lo indossa con britannica eleganza, fornendone una versione forbita e perfino rigorosa. Basta, solo lui poteva ergersi a testimone della rappresentazione di una sinistra in leggera decadenza. Avvertibile.
massimo lugaresi
martedì 8 luglio 2025
Un, Due,Tre, Stella
Articolo "congelante" di Linkiesta. Rispondendo al "che fare", pronunciato da milioni (?) di persone legate ad una sinistra divisa e lacerata, senza speranza di risorgere, magari con titoli e panni diversi, il blog si interroga, prevedendo uno scenario litigioso con la resa dei conti tra la corrente definita riformista per comodità espressive e gli antagonisti del venerdi-sabato. In realtà è quella che ogni anno si ritrova, con l'intrattenitore Mario Draghi, a Davos per confermare la produzione bellica, al posto delle auto tugnine invendute. La Direzione del partito democratico è rinviata al 20 luglio, ma cresce il malessere della minoranza, oggi (forse) in larga maggioranza. Il flop referendario è il prezzo pagato alla strategia del (vero) segretario che invita ed agita le piazze prolungando le festività dal lavoro. Alcuni scioperi sono scandalosamente lesivi dei diritti degli altri cittadini. La conferma di avere perso il contatto con il mondo del lavoro sostituito dalle gite dei pensionati. Si rischia finalmente la spaccatura? Altro regalo ai compagni grillini in attesa sulle rive del solito fiume, Possono chiedere qualche suggerimento ad Elon che ha fondato in poche ore un nuovo partito repubblicano. E' il momento peggiore per lo scontro destinato a lasciare troppe vittime e colpevoli. Il trascinamento di una diaspora, non rimediabile nemmeno con la soft opera di Bonaccini, il Taiani della sinistra. La riunione balneare finirà come è iniziata. Un finto e stucchevole armistizio che peggiora lo stato disastroso del non partito. Si accoderanno i tantissimi che hanno investito intere famiglie di comodo ed i parlamentari per il terrore di perdere un lauto ed un pò vergognoso stipendio. Chi sarà il nuovo Occhetto?
massimo lugaresi
lunedì 7 luglio 2025
Le Borse Volano
Le vestali della sinistra e gli aruspici del crollo di Trump, stanno attraversando un brutto momento. Nessuna delle previsioni sembra avverarsi. Anche le guerre che voleva risolvere in 24 ore, come un giornale finanziario, si sono rivelate più complesse. Non puoi concedere tutto e (scandalosamente) di più a Netan e trattare Putin come fosse Musk. Vuole una tregua e la pace, mentre continua a foraggiare gli armamenti del comico lamentoso. Capirà che il mondo si è rovesciato, ci sono potenze nucleari, commerciali, finanziarie più forti della sua Great America. La Cina continua il solito lavoro in silenzio, un gigante che non si è mosso finora. La partita mondiale non si gioca solo sul campo tradizionale. Le Borse, non taroccate, volano nonostante i dazi di Trump e le nefaste previsioni democratiche. Il catastrofico panorama ventilato dalla propaganda non si è avverato. Non ne azzeccano una. I mercati finanziari non sono guidati dal colore dei vincitori e spesso il proliferare bellico aiuta chi guadagna miliardi in poco tempo. I tugnini barattano macchine invendute con missili e carri armati, più richiesti dal mercato. L'economia degli Stati Uniti, nel silenzio dei giornaloni, sta crescendo a ritmo sostenuto. I dazi vengono previsti attorno al 10%, cifra sostenibile per tutti che non dovrebbe alimentare l'inflazione. Ho usato una previsione de La Stampa, giornale di Elkann, da sempre schierato con i volonterosi bellicisti occidentali. Quelli che si ritrovano ogni anno a celebrare i guadagni a Davos. Mancano ancora pochi giorni alla scadenza del 9 luglio fissata da Donald Trump per i negoziati, ma i probabili termini degli scambi commerciali transatlantici per i prossimi tre anni sono già abbastanza chiari.
Ai politici come Friedrich Merz, Giorgia Meloni e il presidente Trump stesso, piace pensare di essere loro a decidere le tariffe doganali e a fissare altre regole commerciali. Quest’anno, però, i veri “powerbroker” sono stati i mercati finanziari. E' sempre il vil denaro che comanda.
massimo lugaresi
domenica 6 luglio 2025
Segnali Pericolosi
Per noi semplici osservatori dei cambiamenti climatici nella politica nostrana, è ancora consentita qualche smorfia, per l'agitarsi di Donaldone. Paragonarlo agli elefanti penetrati misteriosamente in una cristalleria sminuisce, ridicolizzando la forza dei cambiamenti contro tutti quelli che hanno lavorato e brigato per i democratici, a spese del bilancio stellato. Continuare la figura del Gendarme mondiale presupponeva la lievitazione del passivo già spaventoso. Cosa poteva usare Donaldone se non una compartecipazione degli alleati che avevano finora usato la forza degli states in cambio di assoluta e cieca obbedienza. Sono talmente tanti gli episodi da ricordare da formare un assioma credibile, come spacciare la Schlein adatta al ruolo consegnato da Prodi, dopo il breve esame alla bolognese. Sembra che dalle Marche arrivino segnali negativi agli agricoltori del Campo Largo. Vogliono battere un fedele della Meloni, dimenticando che essere all'opposizione non aiuta le consultazioni a maggiore raggio. Localmente la scelta del candidato ha ancora una forza decisiva. La coalizione si incrina, Azione non appoggia Ricci e la premier ha deciso di spendersi molto sul campo. Il 4 a 1 sognato da Schlein si allontana. Non ci resta che tifare, da lontano.
massimo lugaresi
sabato 5 luglio 2025
A Natale
Dagospia usa la casalinga intelligenza, solo quando deve sparare l'ennesima gufata, di solito irrealizzabile. Giorgia Meloni può fare tutte le smorfiette che vuole a Trump, a Natale rischia di trovare sotto l'albero l'Italia, in grande difficoltà, nonostante l'occupazione in forte rialzo e spread quasi azzerato. Le intelligences usate non ricordano le polemiche scatenate, quando era altissimo (sempre) per ragioni politiche? Secondo la solita previsione, sotto l'albero natalizio, dopo avere passato indenne e forse rafforzato, le regionali d'autunno, il governo crolla. Il potere d'acquisto aumenta dello 0,9% , ma negli ultimi anni, anche di dominio piddino, è crollato del 20%. Aumenta l'inflazione e cala (?) il Pil. Solo quello della Ducetta oppure è una malattia generale? Le sanzioni ripetute ad noiam, non hanno qualche leggera colpa? Hanno dissestato noi o Putin? L'argomento sta diventando dirimente all'interno del Pd e foraggia i grillini. Pnrr ed occupazione sono polemiche inusabili, siamo entrati tra i virtuosi europei, belligeranti a comando. Importante che ci siano almeno due persone al prossimo gay pride.
massimo lugaresi
venerdì 4 luglio 2025
Sogno d'Estate
In Prima Pagina, su Dagospia "brillava" un Sogno d'Estate. Malgrado l'opposizione sinistrata e supercazzolara, la Ducetta è molestata da cattivi pensieri. Mentre in Europa cerca (anche lei) di democristianizzarsi, in casa la musica cambia ed arriva il tornado dei se: Se prende una sberla alle regionali in autunno, teme possa trasformarsi nell'inizio della fine, come accaduto al Pd formato Renzi, alla Lega di Salvini, al M5S di Di Maio. Dall'altare alla polvere. Spiega (furbescamente) il nervosismo del trombonista Salvini che vede Vannacci avanzare, oppure le voci (?) di un cambio di leadership in Forza Italia, con Ettore Prandini presidente Coldiretti, al posto di Taiani. Tutto in movimento nel governo Meloni a dispetto delle previsioni elettorali che vedono la Schlein in caduta libera. Il sogno d'estate non prevede risvegli si continua a vaneggiare sui probabili futuri cambiamenti. Costa poco sperare, in attesa del prossimo Gay Pride.
massimo lugaresi
giovedì 3 luglio 2025
Superiorità Morale
E' il tema della politica, non solo italiana, che vorrebbe (spesso) contraddistinguere la sinistra dalla destra. Non uso avvisi e condanne, non credo sia il metro di misura più veritiero. Ho letto su Linkiesta un pregevole articolo sul tema che continua ad essere usato ad oltranza dai radical chic, tra un pride e l'altro. Madre o gestante? Il governo spagnolo di Sanchez ha fatto appena in tempo a smarcarsi dai guerrieri e venditori di armi inglesi, francesi e tugnini, contestando il diktat di Trump sulla percentuale da rispettare nei bilanci statali per la difesa (da chi?). Sono arrivati arresti clamorosi nel suo partito. Vengono chieste le dimissioni a furore di popolo sinistro. Non si vuole dimettere con la scusa che verrebbe affidato il governo alla destra. Ha vinto un pò dappertutto, in particolare in Italia, non è successo niente, tantomeno un revival fascista. Capiscono di essere in un momento di difficoltà, dovuta all'inadeguatezza del partito democratico e della segretaria imposta dal genere, non dalle personali capacità. Sono piombati nelle mani dei cinque stelle, regalando a Conte la resurrezione dello sciopero come strumento di lotta. I grillini campano solo se rimangono nel cantuccio oppositivo, l'accesso al potere è stato un disastro dalle proporzioni ancora da definire. Lotta e governo non sono più dettami vincenti e convincenti.
massimo lugaresi
mercoledì 2 luglio 2025
No Prodi No
Quando un blog come Dagospia, rimuncia alla montagna di tette&culi accumulati, per intervistare Romano Prodi, significa che la disperazione ha raggiunto momenti non medicabili. Cosa poteva dire (ancora) il gorgogliante leader di un tempo che fu..disastroso? Nella mia lunga militanza nel Pci, quando volevi colpire pesantemente la guida, sentenziavi che non si occupava più dei problemi della gente. Il dramma è che (questa volta) Romanone ci ha preso. Diluvio di parole, con concetti talmenti vacui da essere reali: alle prossime elezioni non so chi vince (bugia consentita), non so cosa faranno Conte e Schlein (vero), non capisco più, sono un riformista. L'ultima sua grande impresa è venuta benissimo ed ha portato al governo un partito relegato per anni al cinqueXcento. Ha toccato anche i referendum, grande regalo alla destra che ha misurato il residuo valore della sinistra. Non si capivano nemmeno le domande. La mia Europa è diventato un condominio, dove devi votare all'unanimità e Orban blocca tutto. Termina affermando che non si può dipendere in tutto dagli americani. Lui li ha perseguiti? Trump è un cinico autoritario, non paragonabile al decisionista Biden, mentre la Meloni organizza meno conferenze di Putin. Si capisce perchè non lo cerca più nessuno.
massimo lugaresi
martedì 1 luglio 2025
Per un motivo o...
Per l'altro. Cosa accadrà nella destra italiana, il giorno che la Meloni, per un motivo o per l'altro (?) andrà a sbattere (dove?). Ce lo dice Cappellini su Repubblica, testimoniando la debolezza e ripetitività delle ragioni che hanno spinto anche l'opposizione giornalistica, al senza fine. Secondo uno dei writer più accreditati a sinistra, con o senza pride, se cade (ancora?) la Meloni, a destra non c'è un leader pronto, come nella variegata sinistra ed allora condisce l'articolo con gli ingredienti voluti. Salvini, naturalmente è fuori da tempo, Forza Italia ha solo Taiani e pochi voti, per cui secondo l'astrologo di turno, toccherebbe a Vannacci, il vero bersaglio dei disperati arcobaleni. Mala tempora nella Repubblica di Stefano Cappellini, meglio sognare, senza chiedere la testa della Schlein, utile per i fine settimana di caos, decisi da Landini. Contro chi e cosa dovrà misurarsi l’opposizione di centrosinistra, ammesso che abbia un capo e una coda, quando sarà il momento di farlo? Siete sicuri che la Meloni sarebbe l’ultimo possibile punto di equilibrio della coalizione di centrodestra per come è stata negli ultimi trent’anni? Dopo di lei, sono finite le soluzioni? E' vero che in questo momento (due anni) non ci sono alternative alla sua leadership, credo però che il governo di centrodestra sia alimentato dalla presenza di una sinistra radical sic ed insopportabile. Ci sono tutte le condizioni per la nascita di un regime di natura opposta, le componenti antagoniste, piano piano, come sempre successo, si adattano.
massimo lugaresi
lunedì 30 giugno 2025
Corte Suprema
Lo spoil system statunitense è arrivato quasi alla conclusione. La Corte Suprema incorona Trump, i giudici costituzionali hanno bloccato i tentativi dei giudici di contenere il potere esecutivo della Casa Bianca, concedendo al presidente il diritto di governare senza alcun controllo legislativo e giudiziario. E, a pochi giorni dal duecentoquarantanovesimo anniversario dell’Indipendenza, non sarà più automatico concedere la cittadinanza ai figli nati negli Stati Uniti da immigrati illegali. Gli Stati Uniti arrivano lacerati al 4 luglio di quest’anno, a causa del pieno svolgimento del progetto autoritario di Donald Trump e delle conseguenti proteste «contro il re» in quasi duemila città e in tutti e cinquanta gli Stati dell’Unione.
Le ultimissime martellate alla democrazia americana sono arrivate dalla Corte Suprema, l’organo massimo del potere giudiziario degli Stati Uniti. I giudici costituzionali, con una maggioranza di sei a tre che segue la divisione tra conservatori e liberal, hanno deciso che le corti federali inferiori non possono bloccare i decreti presidenziali di cui Trump sta facendo uso da quando è stato eletto, regalando una straordinaria vittoria alla Casa Bianca e assicurando all’esecutivo un potere senza precedenti e sgravato dai contrappesi tradizionali del potere legislativo e giudiziario. Non bastasse, anche le previsioni elettorali per il miscuglio piddino sono infauste. La democristianeria ingaggiata, con Franceschini in testa, si agita, ma non sa dove andare. Era scritto, nessuno voleva leggerlo. Per fortuna è arrivata la Schlein.
massimo lugaresi
domenica 29 giugno 2025
Allarme Rosso
Il cammino politico di Donaldone lascia morti e feriti. L'Europa, nella versione Ursula, è la riproposizione, a Bruxelles, del Pd. Un calderone con tanti partiti, spesso confliggenti tra loro che permette ai Dem di continuare a governare. L'arrivo di Trump, nonostante l'incipiente Alzheimer ereditato, sta causando un terremoto anche in Europa. Si muove come il classico elefante nella cristalleria. La nostra Ducetta, dotata di una imperturbabile furberia, frutto dei decenni nei bassifondi della politica, lo adora e rimane nell'orbita americana. I piddini europei sono all'angolo, nonostante le forti ragioni che ancora portano. Obbligare tutti i paesi a fornire il 5% per riarmarsi e permettere agli Stati Uniti il disimpegno difensivo, ha unito e rinvigorito ulteriormente le destre, spaccando ulteriormente le sinistre già indebolite. I due geni italo-spagnoli del partito socialista fanno il gioco della Meloni che vuole prendere il loro posto nella futura maggioranza a Bruxelles. Anche il famoso art 5 della Nato, secondo "uragano" Trump va interpretato. E' ancora Mad?
massimo lugaresi
sabato 28 giugno 2025
Due Partiti, Una Segretaria
massimo lugaresi
venerdì 27 giugno 2025
Ce n'è per tutti
I Dem americani hanno bombardato molto più dei repubblicani, però erano eleganti nelle espressioni. Donald Trump unico vincitore della guerra dei dodici giorni, ha impartito una delle sue lezioni a chi crede di potere fare a meno della Great America. Non usa il lessico radical chic, è piuttosto duro, volutamente buzzurro. La sua America lo plaude, mentre gli avversari (Dagospia) scrivono che ci sono tracce ereditarie di Alzheimer. Sembra la storia dei sette tumori di Putin. L'incontro Nato dell'Aia è stato un interminabile show. Terminato il vertice, Donaldone, ha tratto le conclusioni, dispensando carezze e minacce, come sua caratteristica. Invece delle bombe agli amici/nemici lancia i dazi. E' dura per gli avversari, non penso solo al Pd, con una metà scarsa nelle mani e ditino della Schlein, ma a tutto il mondo, anche quello contrario. La Meloni sembrava affascinata. Della Ducetta ne hanno dette di tutti i colori e generi, andando anche a sbirciare sotto i letti abbandonati, rimane una donna leader ed una avversaria improponibile per la tenera Elly. Ogni confronto pubblico costa un punto e mezzo al partito sofferente. La decisione imposta da Donaldone del 5% del bilancio per la difesa è un macigno sociale per il nostro paese. Permette però a Conte di rimanere allegramente a galla, a spese del Pd. Trump ha confermato il ritiro della sua America. La Nato diventa un doppione inutile? Non credo, sarà sempre il braccio armato degli States, con i nostri debiti.
massimo lugaresi
giovedì 26 giugno 2025
Prima Avviso, Poi...
Sembrava che Donaldone fosse caduto nella trappola di Netan. Il suo intervento contro i siti nucleari in Iran poteva innescare la paventata miccia. Russia e Cina erano spettatori inquieti che rischiavano di essere estromessi dal medioriente. Teheran attacca le basi americane in Qatar, Siria e Iraq, pareggiando (6) il lancio di missili verso le basi Usa. Intanto spariscono decine di aerei da guerra, repubblicana, ma sempre americana, in attesa della vendetta annunciata. Gli Usa mantengono nelle regioni (solo) 40 mila soldati, nessuno fortunatamente ferito o morto. Sono le mosse delle guerre annunciate, solo Netan interpreta un canovaccio diverso e crudo. Nella dimenticata Striscia di Gaza, migliaia di bambini sono in pericolo di vita. Possono però scegliere tra la mancanza di cibo o acqua. I giornaloni, anche italiani, si guardano bene dal pubblicarlo. Questo è il panorama riservato dalla propaganda. Zelensky è nel dimenticatoio, hanno perfino cessato di raccontarci che stava vincendo. La figura di Trump era caduta nell'incomprensibile, le sue presunte "mattane" hanno avuto sempre un beneficiario: Netan. Lo scenario era impostato sul filo del rasoio bellico e mondiale. Esce Donaldone con dure reprimende nei confronti del sodale ebraico e, attraverso l'amico Putin convince Teheran a rispettare la tregua imposta. Vittoria su tutti i fronti, Repubblica e Domani in lutto giornalistico. Il ditino della Schlein è moscio e abbandona Conte.
massimo lugaresi
mercoledì 25 giugno 2025
Tu Bombardi, Io Chiudo
Cosa succede se l’Iran blocca lo stretto di Hormuz? Il venti per cento del petrolio mondiale e gran parte del gas liquefatto passano tra la Repubblica islamica e l’Oman. Si temono rincari energetici in Europa, mentre noi paghiamo già più di tutti. I bombardamenti di Trump contro i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan, dopo avere avvisato quasi tutti, al punto che non risultano vittime, potevano portare alla chiusura dello stretto di Hormuz. Largo circa trenta chilometri, ogni giorno vede transitare un quinto del petrolio globale. Teheran minacciava di chiuderlo nella guerra placata, per ora. Intanto di Zelensky e dei suoi lamenti non ne parla più nessuno. Lo stesso avviene (per caso) anche della pulizia etnica a Gaza. La chiusura dello Stretto è una delle opzioni e sarà attuata quando necessario, aveva dichiarato il generale Esmail Kowsari, figura chiave dei Guardiani della Rivoluzione e membro del parlamento iraniano che ha approvato la misura. Ora la decisione definitiva spetta al Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, sotto l’autorità diretta della Guida Suprema Ali Khamenei. Noi aspettiamo, sotto la guida silente della Ursula e lo sguardo attonito della Ducetta. Donaldone esce splendidamente, ma Obama bombardava meglio.
massimo lugaresi
martedì 24 giugno 2025
Cercasi Verità
Anche usate. L'intelligence di Dagospia: vuoi vedere che le bombe americane non sono servite a nulla? Dall'Iran fanno sapere che, contrariamente al pavoneggiamento di Donaldone, il sito nucleare di Fordow non ha subito ingenti danni. L'uranio arricchito è stato trasferito e (forse) usato per rispondere. Questa è il timore degli aggressori che non avrebbero alcun motivo per giustificare l'intervento. S'ingrossa il numero delle bugie belliche con intere collezioni di giornalisti al seguito che le sfornano. Ci troviamo sull'orlo della terza guerra mondiale oppure rimane solo l'ennesima pantomima? A chi chiediamo verita? Contrariamente a quanto affermato dal presidente Donald Trump il sito nucleare di Fordow non ha subito gravi danni. Lo ha affermato Mohammad Manan Raisi, deputato del Parlamento iraniano di Qom, dove si trova l'impianto nucleare, sottolineando che non si è verificata alcuna emissione di materiale pericoloso dal sito nucleare dopo l'attacco, poiché il materiale a rischio era già stato evacuato. Un'immagine satellitare che circola sui social network mostra un grande convoglio di mezzi vicino al sito nucleare iraniano di Fordow due giorni prima dell'attacco statunitense della notte scorsa: lo riporta il canale israeliano Abu Ali Express. L'immagine potrebbe rappresentare la prova del trasferimento di uranio arricchito fuori dall'impianto di Fordow, commenta il canale. Cercasi verità è il gioco e la necessità prevalente nelle tre guerre scoppiate infrangendo diritti e ragioni. La corrente bellica spinge per un armamento "a la page" anche per l'Italia. Non eravano sicuri sotto l'ombrello Nato?
massimo lugaresi
lunedì 23 giugno 2025
Matto o Santo?
Trump è passato, improvvisamente, da Mad (Pazzo) a Santo, per avere bombardato (chirurgicamente) tre centrali nucleari iraniane. Non si è sentito volare un insulto, solo qualche leggera lamentela democratica. La strategia di Donaldone continua ad affossare i rigurgiti dem. Qual'è l'opinione dei piddini? Linkiesta attacca la Schlein definendola allergica al confronto interno e sempre nelle mani di qualcuno. Prima dell'armocromatica poi di Landini e dei soliti cinque o sei. Essere all'opposizione, con un partito costruito per governare con quasi tutti, non è la posizione ideale per contrastare una maggioranza che si è formata attorno alla Ducetta. E' altrettanto vero che le tre guerre alimentate e pagate dall'occidente hanno sconquassato le storiche posizioni. L'intervento degli Stati Uniti ha dato alla vicenda una virata pericolosa. Difficile sapere come stanno veramente le cose. Le propagande sono in attesa dei nuovi ordini. Intanto sorge qualche lamentela contro la Schlein che si è chiusa nel fortino, con i cinque o sei fidati suggeritori del ditino. La sua posizione fortemente antagonista nei confronti degli Stati Uniti, tornati nella versione "bombardiere", crea reazioni contrapposte all'interno del partito diviso e lacerato. Europa, Nato e Meloni sono semplici spettatori, gli altri nemmeno quello. San Donaldone sembra giocare alla guerra come facevamo noi bambini. I morti sono veri, però nascondono lo stragismo in Palestina.
massimo lugaresi
domenica 22 giugno 2025
Grafite
Tra i giornalisti spiati con Graphite ci sarebbe anche Roberto D’Agostino, inventore del famoso blog che delizia con tette&culi e migliaia di notizie piccanti, frutto di una intelligence giornalistica dotata di sicuri agganci. Sono centinaia gli scandali anche veri che ha anticipato. Il guru Dagostino parteggia per la Roma e (naturalmente ) per il Pd anche in queste condizioni. Devo dire che non mostra entusiasmo per la segretaria scoperta da Prodi. Il telefono del fondatore di Dagospia e altri cinque dispositivi sono ora sotto analisi forense nell’inchiesta della Procura di Roma su presunte intercettazioni illegali condotte con uno spyware (Grafite) militare israeliano, venduto esclusivamente a enti governativi. La Procura di Roma ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sul suo cellulare, insieme a quelli di altri sei persone: Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, il giornalista Ciro Pellegrino (giornalista, sempre di Fanpage), Eva Vlaardingerbroek, giurista olandese vicina ai movimenti dell’estrema destra europea e residente a Roma, e tre esponenti della rete Mediterranea Saving Humans: Luca Casarini, Beppe Caccia e don Mattia Ferrari. I telefoni verranno sottoposti a indagini forensi per verificare la presenza del malware Graphite, già identificato da laboratori indipendenti su altri dispositivi.
Il software Graphite appartiene alla categoria degli spyware di tipo militare: una volta installato su uno smartphone, consente l’accesso completo al dispositivo, permettendo di ascoltare le conversazioni ambientali, leggere messaggi, geolocalizzare gli spostamenti, accedere a foto, video e cronologia web. Non credo vengano usati anche per il nostro governo, hanno la certezza, con la garanzia di Taiani che la maggioranza stravede per Netan che può tranquillamente terminare la cancellazione della Palestina, con la migrazione violenta di tre milioni di persone ancora vive e, se possibile (fatto), aggiungere l'Iran. Non si sa ancora chi ha usato il Grafite illegalmente, ho l'impressione che salti fuori il (solito) unico colpevole per sbaglio. Per la propaganda democratica è occasione ghiotta, fino a quando uscirà una verità per tutti.
massimo lugaresi
sabato 21 giugno 2025
Spiati
Sembra che alcuni giornalisti italiani siano stati "spiati", usando materiale israealiano, sicuramente di prim'ordine. Sono di diverse estrazioni ed appartenenze, ma i dem si sono subito scagliati contro il governo silenzioso, interpretando il (solito) vittimismo politico. Sembriamo il paese che non ha mai vissuto queste infelici esperienze. Le crisi e divisioni che animano il Pd costringono a rincuorare gli sbandati elettori. La lotta nel campo largo dell'antagonismo, si fa sempre più forte. Al momento i grillini sembrano i (larghi) vincitori. La Schlein mostra evidenti debolezze, nascoste (armocraticamente) nelle maniche larghe. Invece il campo, sempre largo, ha (solo) due possibili candidati premier, prima però bisogna vincere le elezioni, così Mario Lavia descrive la situazione, con tre guerre quasi in corso. Mentre la Schlein e Conte si contendono la visibilità e il voto antagonista, Franceschini e Bettini (soliti) pensano a un presidente del Consiglio tecnico: Gaetano Manfredi o Roberto Gualtieri. Nella corsa tra Elly Schlein e Giuseppe Conte a chi è più radicale, in teoria lei dovrebbe essere favorita, ma lui è davvero sfrontato nel fare la parte del Jean-Luc Mélenchon italiano: al punto di scendere domani in piazza contro la Nato e di sfidare il Partito democratico a partecipare a un’iniziativa anti-Nato il 24 a L’Aja, proprio mentre si riunisce l’Alleanza Atlantica. Schlein non abbocca (?) e non andrà a un’iniziativa di quel tipo. Linkiesta si rivolge allora a Pina Picierno, fedelissima della corrente di Davos. E' irritata con l’avvocato del popolo e (provocatoriamente) suggerisce Mosca come luogo ideale per queste riunioni dell'opposizione senza pace. Continua il duello rusticano nelle piazze, rianimando un movimento che vive con queste iniziative. Linkiesta inserisce due personaggi più vicini alla visione riformista, guerrafondaia, con la cancellazione della Russia. Viviamo così, sospesi tra il contare poco e niente. Il Pd aiuta l'interpretazione.
massimo lugaresi
venerdì 20 giugno 2025
Fiato Sospeso
L'articolo è ripreso da Dagopsia, compilato usando la folta intelligence del blog. Trump è diventato il personaggio principale della terza guerra che vede gli States accanto a Netan contro l'Iran. Il mondo trattiene il fiato, è nelle mani di Trump. Se aiuta Netan compie il suo dovere? Non è più il volgare presidente daziere? Gli Stati Uniti di Donaldone entrano in guerra contro l'Iran dei pasdaran, riconcedendo al presidente americano la gendameria mondiale. Differenza enorme rispetto al barcollante Biden. Al momento sembra "giocare" come il gatto con il topo rinchiuso nel rifugio. Schiera la portaerei e missili per impaurire i nemici, lasciando intendere che la resa è la scelta migliore per Khamenei. Tattiche diplomatiche per arrivare ad un accordo? Trump aveva promesso un neo-isolazionismo, dopo i miliardari spargimenti di aiuti e dollari per Zelensky. Gli Stati Uniti potrebbero entrare in guerra con Israele e bombardare l'Iran, senza ripercussioni russe e cinesi? Domanda inutile che farebbe arrabbiare l'obbediente Taiani.
massimo lugaresi
giovedì 19 giugno 2025
Il Tramonto
Succede a tanti personaggi del cinema, teatro, televisione, politica ed affari. Siamo al tramonto malinconico dell'uomo più famoso al mondo. E' anche vero che l'attestato lo aveva pubblicato Time, giornale, come tanti, d'indole democratica. I lettori (?) avevano scelto Zelensky, il comico appena rivestito, lasciando ad Elon Musk la seconda poltrona. Da allora, quanta strada e miliardi sono passati sotto il ponte di Kiev. Le due guerre lo hanno visto cercantone irritante, nelle sue incessanti richieste belliche. Donaldone si agita a vista, troppo impegnato a soddisfare le voglie di Netan. Tra le due nazioni non c'è partita per importanza e potenza. Zelensky è stato abbandonato sui gradini della Ursula. La stampa italiana, in particolare i giornaloni di Elkann, sono al servizio del Pd, nella versione Davos. Accusano (sempre) Trump di volere decidere da solo contro quasi tutti. I dazi dopo il primo esplosivo e voluto impatto, mostrano la ragione della loro imposizione. La Great America non se la passa troppo bene. Noi siamo abituati e se il nostro (immenso) debito sale solo di 30 miliardi, non merita nemmeno un commento. Il Corrierone stampato e letto (quasi) solo in una regione occupata dalla destra, eccetto Milano, che al pari di tante metropoli è amministrata dallo chic più radicale, pubblica che la stampa russa esulta per le praterie che Trump ha lasciato a Putin. Non si può scrivere che il vincitore è quello naturale. appena scalfito dalla montagna di sanzioni. Corri il rischio (certezza) di venire bannato ad oltranza. Lo stesso G7 che permette alla nostra Ducetta un altro amoroso incontro con Trump, senza la presenza di Putin, diventa una cena sociale. Israele è una propaggine nel Medio Oriente degli States, il 51 esimo stato. Ovvio che Putin sia il protettore dei nemici. Molto più pericolosa la guerra scoppiata con l'Iran. Impossibile decifrare la verità, confusa dalle tante intrusioni appositamente armate.
massimo lugaresi
mercoledì 18 giugno 2025
Non c'è due senza tre
Ecco la terza guerra, con possibili variazioni nucleari. Quello permesso a Netan, il liquidatore e liberatore di spazi per ingigantire le colonie israeliane, è la fotocopia della lunga guerra in Ucraina. Gli States, dopo avere abbandonato, per eccessiva concorrenza, il ruolo di Gendarmi nel Mondo, si ritirano nei larghi confini ed agiscono solo come procuratori. Hanno ingaggiato, dopo averlo rivestito con dollari, armi ed intelligences, un comico ucraino, per combattere contro un invasore che minacciava (inascoltato) da sette anni. Ghiotta occasione per allargare l'abbraccio (difensivo) della Nato. Intanto le coalizioni mondiali sono cambiate e la Cina sembra primeggiare. Il virus fuggito è stato mortale, ma ha foraggiato i presunti salvatori. Siamo in attesa della famosa bomba e la fine della nostra storia. Linkiesta si preoccupa della tragicomica situazione del partito radical chic che premia Netan ed i gay pride. Un preoccupante uso e consumo del campo largo. Però organizzano un altro corteo contro la guerra, un altro dramma, un’altra ambiguità, così Mario Lavia liquida l'atteggiamento ondivago e balbettante dei Dem. A dire il vero è quello di quasi tutta la nostra politica, sempre meno importante. Donaldone primeggia nel G7, insultando gli avversari ed auspicando la partecipazione di Putin al consesso. L'Europa è nell'angolo, in attesa del conteggio arbitrale. Il Partito democratico condanna Israele e un po’ anche l’Iran, sostiene Kyjiv ma senza le armi, e non prende le distanze dalla manifestazione dei suoi alleati antagonisti del 21, anzi manderà qualcuno. Rimane la "stranezza" che la confusione regnante lo porti ad un costante aumento di voti. Se continuano guerre e stragi, torna al governo, secondo Repubblica.
massimo lugaresi
martedì 17 giugno 2025
Renzi oTaiani ?
Renzi vuole imitare Forza Italia, ma Conte non è Salvini e Schlein non è Meloni, Così scrive su Linkiesta Marco Taradash, giornalista del campo (ristretto) radicale che omaggia la corrente di Davos e fiancheggia la componente riformista del Pd. E' all'opposizione, non dichiarata, della segretaria con ditino. Scrive che il leader grillino e soprattutto il movimento non sono biodegradabili in una grande coalizione e il Pd è diventato un partito neoberlingueriano (?) troppo minoritario per governare. Non ho capito cosa significhi la qualifica, capisco e condivido l'affermazione che vede la Meloni tranquilla. Allora usa il Corrierone che spiega la prossima avventura di Matteo Renzi: la nascita di una tenda riformista che ospita profili civici per raggiungere il sei/sette per cento, sperando di essere decisivo alle prossime elezioni politiche, nucleare permettendo. L'ex premier piddino, tra un consiglio arabo ed una brusca virata, tenta inutilmente di ritornare decisivo al centro. Il giornalista, liberale e radicale, afferma di aver sentito gli applausi dei senatori democratici. Inondato dalle sentenze, mi permetto di affermare che il grillismo non è nato per una coalizione. Vota ed usa la convenienza. Non mi sembra la strada indicata da Renzi, collide anche con il famoso ditino puntato.
massimo lugaresi
lunedì 16 giugno 2025
Perchè?
La propaganda democratica, divisa ed abbacchiata, si muove rilevando difetti, errori e soprattutto il moderno fascismo. Mai un ripensamento, con uno sguardo sincero sulla sua situazione. Hanno ancora l'aiuto dei giornaloni che, assieme, non arrivano alle tiratura dell'Unità di una volta. L'altro problema è la presenza ingombrante di Trump. Spesso fa e disfa le cose promesse. Il clima americano è volutamente torrido. I dem stellati non hanno personaggi da contrapporre. Obama è quasi sparito e non trovano nemmeno un ex premier come Bersani. Trump non può abbandonare Israele, mentre una fetta consistente repubblicana vuole isolarsi. Teheran, grande alleato di Russia e Cina, può diventare, a parti invertite, l'Ucraina che fa paura. L'attacco di Netan ha goduto del forte sostegno degli States. Finchè c'è guerra rimane al potere. L'Europa è scomparsa, mentre Trump continua l'opera di disboscamento democratico dai poteri americani. Tocca al presidente della Federal Reserve. Negli Stati Uniti (?) il partito repubblicano si spacca sul possibile coinvolgimento in Medio Oriente. Da una parte, i conservatori isolazionisti, temono che Israele possa trascinare gli Stati Uniti in guerra.
Dall'altra parte ci sono i falchi dell'Iran e i sostenitori di Israele che invocano da anni un attacco israeliano come quello in atto.Trump ha giocato gran parte della sua campagna elettorale, proponendosi come un 'presidente di pace', ma i recenti sviluppi in Ucraina e con Israele, mostrano le difficoltà degli sforzi diplomatici di Donaldone. Aveva promesso di mettere fine, in tempi stretti alle guerre in Ucraina e Gaza, mentre si ritrova la terza guerra, molto più nucleare delle altre.
massimo lugaresi
domenica 15 giugno 2025
Intoccabile
Linkiesta è vicina e sodale a Netan. L'attacco israeliano viene premiato e giustificato subito con una probabile (?) crisi di regime degli ayatollah, mentre l'offensiva ha prodotto (mirabilmente) solo accurate uccisioni dei capi pasdaran. I morti "normali" non sono nel conteggio. Propaganda già usata con successo in Ucraina. Quale sarà la reazione iraniana? Lo vediamo già questa mattina. Cosa userà per pareggiare la potenza israeliana, sostenuta, apertamente, da tutto l'occidente ed anche dal furioso Donaldone? A proposito: è entrato nel novero del moderno fascismo, eletto democraticamente. Povera sinistra in che mani e ditino sei finita! All'Intoccabile Netan è tutto concesso, permesso, perfino giustificato. Il tirare la corda oltre il lecito è un giochino che finora è riuscito. La pulizia etnica è agli sgoccioli, la Striscia è liberata, Cisgiordania quasi, ma i coloni che mantengono in vita il governo bellico, hanno lanciato bandi per l'ampliamento territoriale. Quali sono i mezzi e le vittime non è problema loro. Facebook ha già minacciato (5 volte) il mio account. Ognuno bombarda come può. Iran con la Cina e Israele con la Ursula, si preparano.
massimo lugaresi
sabato 14 giugno 2025
Un Altra Guerra
Populismo sindacale. La Cgil di Landini è un metapartito a immagine e somiglianza del suo leader, questo l'incipit mattutino di Mario Lavia su Linkiesta. Continua la guerra all'interno del Pd contro il sindacalismo fine settimana. Sconfitta bruciante sul più politico dei referendum abrogativi di leggi, totalmente renziane. Nella raccolta dei cocci si leggono pentimenti e rabbia contro Landini, tutor della Schlein. La penna sottile di Linkiesta, sostiene l'Europa nella versione Davos e Netan nella sanguinosa pulizia di Gaza. Nel Pd esiste una corrente simile che combatte l'antagonismo della segretaria. Precipitati all'opposizione, problemi e rimorsi si sono ingigantiti. Il Pd è un partito nato per il potere, spesso non importa con chi. E' il frutto di diverse provenienze, alcune nemiche, altre altissimamente radical chic che non si sposano con i resti del partito dei lavoratori. Il precario matrimonio per interessi elettorali con i grillini è stata l'operazione più pericolosa. Per mantenerlo vivo sei costretto a cedere sulle candidature, provocando interni dissidi. Netan il pupillo di tanti democratici sta terminando le pulizie etniche più urgenti e si prepara per la prossima. Forse ci siamo per una guerra più nucleare.
massimo lugaresi
venerdì 13 giugno 2025
La Rivincita
Le vignette di Osho dicono tutto sulla situazione di questo Pd, nel ditino della Schlein. La prossima partita elettorale vede e prevede un quattro a uno per i dem. Sufficiente per assorbire la batosta referendaria, con il quesito sulla cittadinanza che sbugiarda anni di propaganda. Quattro a uno alle regionali per dimenticare l’autogol del referendum. La segretaria (ancora) del Partito democratico, tenta di rilanciare il campo largo, puntando a una vittoria simbolica in Toscana, Campania, Puglia e Marche. «E mo’ che famo?», dice Maurizio Landini a Elly Schlein. E lei: «E mo’ riattaccamo cor fascismo». È una vignetta di Osho. Ed è abbastanza così. Aspettando il grande caldo che tutto sopisce, la segretaria del Pd ha il problema di tenere su il partito, magari inventandosi qualcosa per una nuova estate militante, in vista delle regionali, vere elezioni di midterm, che già considerano un’ottima pietanza ricostituente per partire con l’ennesimo tentativo di spallata al governo.
Il piano è noto: vincere in quattro regioni, Toscana, Campania, Puglia e Marche, strappando quest’ultima alla destra. In questa regione, il Partito democratico è estremamente fiducioso nella vittoria di Matteo Ricci, oggi europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro, contro il meloniano Francesco Acquaroli, la cui gestione, a quanto pare, non è stata brillantissima.
Quanto al Veneto, si sa, è roba (molta) della destra. Lo scontro si sposta sul terzo mandato, giovevole alternativamente ai due schieramenti. L'ultima parola spetta alla Corte Costituzionale. I grillini gongolano, non pensavano di venire premiati dai loro antichi nemici.
massimo lugaresi
giovedì 12 giugno 2025
In Cauda (poco) Venenum
Aspettavo curiosamente, come Dagospia avrebbe incassato, stravolgendola, la perfetta sconfitta del Pd e Campo Largo. Hanno usato il solito schema per le brutte notizie: nasconderle in fondo al blog. Questa è però brutta, talmente evidente che non basta usare la consumata parodia del cavaliere caduto che dice, tanto dovevo scendere. La reazione dei compagni che convivono, alcuni agiatamente, in quel partito largo, ha confermato la dannosità dell'ennesima scelta di Prodi. Allargare i confini della sinistra, inserendo i grillini è un facile corner per gettare palla e scheda, ma può servire per eleggere qualche raccomandato. Rimane un favore ai veri nemici, destinati a sparire. Cosa succederà al Pd, spostato giustamente vicino al Circo Massimo? I Dagospini condividono all'ultimo posto del blog, un articolo de La Stampa, nemmeno cattivo. Quella del centrosinistra e soprattutto della cigielle fine settimanale, resta una meritata sconfitta e tentare con un "mancava poco" di trasformarla nella mezza vittoria è roba da Schlein. La Ducetta fingendo buonismo, non ha ancora aperto bocca, può delegare anche La Russa.
massimo lugaresi
mercoledì 11 giugno 2025
Sinistra Lezione
massimo lugaresi
martedì 10 giugno 2025
Quotidiana Lezione
Anche oggi Dagospia ha dimenticato il ditino agitato della Schlein. Lo sguardo della vedetta piddina è sempre orientato su Trump che batte, per righe e foto, Putin il perfetto nemico dell'occidente. Poi arriva la Meloni, spesso superata da Salvini. Con questo antico e stantio canovaccio riescono a evitare commenti e le inevitabili ilarità sulla segretaria di Landini che (vuole) officiare per una parte del Pd. Per confezionare un articolo sulla nostra politica e la propaganda che la circonda, devi spiegare il torbido contorno che la anima. La destra si presenta molto più compatta dell'avversario di sinistra, coltivatore diretto di un campo largo con quattro improbabili contadini. L'esito (scontato) dei referendum è stata l'ulteriore conferma dei danni che il duo al comando arrecano alla sinistra. Mentre tutte le notizie pacifiche o belliche che arrivano, dopo avere attraversato le trincee della censura giornalistica sono usate per accusare, denigrare, etichettare i nemici della destra, colpevole dello sfratto democratico. La risposta sono stati cinque referendum che dovevano (5) decisioni dei loro cari governanti. Renzi e Gentiloni hanno espresso la loro feroce contrarietà. La Meloni riesce anche a prenderli per il..voto mascherato. Il litigio tra Trump e l'ex prediletto più miliardario di lui è la manna dal cielo per la sinistra, come se prima avessero governato dei senza tetto, ma democratici. Negli States, le candidature necessitano di dollari che vengono elargiti (quasi) tutti pubblicamente. Noi siamo ancora agli albori della verità. Detto questo, nell'edizione del blog si insiste nell'affermare e sperare che la sfida tra Truymp e Musk diventerà un problema per la nostra Ducetta, arrivata ai baci&abbracci con Donaldone solo attraverso i buoni uffici del "ketaminico" Elon. Sulla molto improbabile segretaria non riuscite a confezionare nemmeno un trafiletto gastronomico? Dopo la sconfitta referendaria, verrà richiamata la Rosy?
massimo lugaresi
lunedì 9 giugno 2025
Carta Bianca
Trump da Carta Bianca a Putin. Il "cowboy coatto". uno dei più educati nomignoli dedicati al Presidente americano, ha criticato l'attacco ucraino con droni dentro i confini russi. Avrebbe dato (avvenuto) a Putin una ragione per bombardarli al tappeto. Il comico rivestito continua ad usare ogni mezzo per continuare la guerra persa. E' nelle mani dei volenterosi ed il pericolo di una guerra nucleare aumenta. Ci sono quelli che la vogliono, senza dirlo. Finora la guerra e l'invasione russa avevano colpito solo alcune selezionate regioni. Donald Trump non vuole un'altro conflittto, è sufficiente quello all'ultimo miliardo con Elon Musk. La rappresaglia russa non si è fatta attendere, costringendo la pattuglia dei giornalisti italiani a stare più coperti e più lontani dal fronte. Lo scandalo è sempre quello su Gaza. Le stesse immagini che girano da mesi, mentre la sinistra si divide in piazza, aspettando l'esito referendario gestito, come tutto il resto, dal sindacalista. Per fortuna ci è venuto incontro la nostra derelitta nazionale che sarà il prossimo lamento generale. Paga Spalletti non Gravina.
massimo lugaresi
domenica 8 giugno 2025
Basta Bugie
La sinistra può tornare a comprare le Tesla? Ogni giorno un po’ di veleno sulle cose del mondo. Qui al bar entra il Piddino. E io già so che cosa vuole dirmi. “Avete visto Musk?”. Storia di uno psicodramma: prima Elon era l’imprenditore visionario, pioniere delle auto pulite; poi, quando ha deciso di sostenere Donald Trump, è diventato il demonio, tra chi premeva perché non si stipulassero contratti con Starlink e chi godeva nello sfasciare una Tesla in un frontale contro un albero. Il miliardario in conflitto d’interessi, il simbolo del nuovo regime oligarchico americano, come se, fino allo scorso gennaio, negli Usa avesse comandato solo il popolo sovrano. E adesso? Cosa inventerà il genio progressista per interpretare la lite tra Musk e Trump? Cronaca di un divorzio annunciato? Conversione insincera del ricco epulone? Dimostrazione del disordine che ha portato il tycoon alla Casa Bianca o magari a sinistra, riabiliteranno l’uomo della ketamina? L’amico del mio nemico è mio nemico, ma se ridiventa nemico del mio nemico? Insomma: la sinistra green può tornare a comprare le Tesla senza paura di finanziare “un nazista”
Franco Lodige il Barista
sabato 7 giugno 2025
Partito al Traino
Linkiesta usa il pianto democratico. Ogni giorno lancia allarmi, inascoltati dalla Schlein, nella morsa dello scioperante fine settimana e regista dei referendum che vorrebbero annullare leggi da loro votate. Non bastasse è anche "dipendente" precaria dell'avvocato del popolo stellato. Spartiti e proteste del Campo Largo, sono confezionati mirabilmente da Travaglio, suggeritore di ogni azione. Linkiesta disperata e l'opposizione occidentale, sempre meno folta, campano con le minacce del dittatore alla russa. Senza la spalla americana, sparano a salve. Secondo Mario Lavia, uno dei più devoti al vangelo di Davos, l’opposizione non vuole vincere, si accontenta dell'irrilevanza. La forbice tra i due schieramenti si allarga e la sinistra appare sempre più lontana dai (veri) problemi del paese. Le alleanze mancate coi riformisti, la retorica militante, le piazze divise, il Pd di Schlein sembra sempre più chiuso in una logica identitaria, lontana dai problemi del Paese reale. Questa sinistra è minoritaria dentro. E lo fa capire in tutti i modi. Porsi l’obiettivo di portare ai seggi dei referendum dodici milioni di elettori, invece della metà degli aventi diritto, che sono all’incirca il doppio, è il simbolo della rinuncia a conquistare la maggioranza dei consensi, che è il principio-cardine della democrazia e l’ovvio obiettivo di un partito o di uno schieramento che intenda, appunto, rappresentare la maggioranza. L'impressione è che il Pd di oggi sia, testardamente minoritario. E' comprensibile per Alleanza Verdi e Sinistra, ma è il connotato che distingueva l’estrema sinistra dalla sinistra storica. Mezzo secolo fa, Enrico Berlinguer affermava orgoglioso dal balcone delle Botteghe Oscure che un italiano su tre vota comunista. Scelta precisa. Cosa rappresenta il Pd adesso?
massimo lugaresi
venerdì 6 giugno 2025
Una Telefonata
Dopo l'altra, per salvare vittime innocenti. Nel recente risiko telefonico, ai due protagonisti con cuffie ed interpreti, si è aggiunto Papa Leone, presenza credibile per la pace. Sarà la volta buona? L'interpretazione di Dagospia rimane la stessa, quando gli attori non appartengono alla corrente radical chic, anzi sono i due nemici terribili. Il Papa conferma la prosecuzione del cammino francescano. Zelensky viene invece trattato come una fastidiosa presenza, al pari dei "volenterosi" europei, prosecutori di una guerra infinita. Intanto è scoppiato uno strano amore tra la Ducetta e Macron. Appartengono però al sottoscala del protagonismo. L'attacco agli aerei russi da parte dell'Ucraina, con l'inevitabile (volenteroso) aiuto, permette il proseguimento della guerra già persa e punzecchiare Putin, per impedire la tregua. Il comico rimane al potere senza votare, scelgono ancora la peggiore delle soluzioni. Davvero sconcertante il lavoro delle decine di reporter, sguinzagliati e pagati dalle pubbliche reti che ci propongono lo stesso menù controllato. Quelli di PierSilvio faticano a svegliarsi per raccontare le imprese di Netan e nell'altra guerra mostrano solo morti, feriti e rovine ucraine. Noi abbiamo i volenterosi alla Taiani.
massimo lugaresi
giovedì 5 giugno 2025
Lavori in Corso
Mario Lavia esordisce su Linkiesta con una minima dose, radical chic. La strage per arrivare alla pulizia etnica di Gaza ha prodotto una sommossa nel mondo, resuscitando un forte antisemitismo. Per Netan è stata la ghiotta occasione per terminare il lavoro di una colonia dopo l'altra che procedeva lentamente. Hamas ha regalato occasione e scusa. Se viene osservato con l'aritmetica bellica, i morti sono ormai uno contro centomila, se analizziamo l'età, Erode era un dilettante. Per non avere terroristi adulti, meglio sterminarli prima? Il dolce e credibile motivetto delle due nazioni si è spento con i massacri di cittadini che affollavano i pochi donatori di viveri. Siamo arrivati a morti all'ingrosso. Il blog della corrente, una volta preponderante nel Pd, ma ossequiante i predicatori di Davos, è in leggibile imbarazzo, ha capito che sono stati superati i confini della civiltà e diritti umani. Quello che sta succedendo in Palestina (?) è abbinabile alle più grandi tragedie umane e qualcuno ci preoccupa se a Roma avrà più successo l'antagonismo della Salis&Fratoianni di quello di Conte o del ditino della Schlein?
massimo lugaresi
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