massimo lugaresi
lunedì 30 giugno 2025
Corte Suprema
Lo spoil system statunitense è arrivato quasi alla conclusione. La Corte Suprema incorona Trump, i giudici costituzionali hanno bloccato i tentativi dei giudici di contenere il potere esecutivo della Casa Bianca, concedendo al presidente il diritto di governare senza alcun controllo legislativo e giudiziario. E, a pochi giorni dal duecentoquarantanovesimo anniversario dell’Indipendenza, non sarà più automatico concedere la cittadinanza ai figli nati negli Stati Uniti da immigrati illegali. Gli Stati Uniti arrivano lacerati al 4 luglio di quest’anno, a causa del pieno svolgimento del progetto autoritario di Donald Trump e delle conseguenti proteste «contro il re» in quasi duemila città e in tutti e cinquanta gli Stati dell’Unione.
Le ultimissime martellate alla democrazia americana sono arrivate dalla Corte Suprema, l’organo massimo del potere giudiziario degli Stati Uniti. I giudici costituzionali, con una maggioranza di sei a tre che segue la divisione tra conservatori e liberal, hanno deciso che le corti federali inferiori non possono bloccare i decreti presidenziali di cui Trump sta facendo uso da quando è stato eletto, regalando una straordinaria vittoria alla Casa Bianca e assicurando all’esecutivo un potere senza precedenti e sgravato dai contrappesi tradizionali del potere legislativo e giudiziario. Non bastasse, anche le previsioni elettorali per il miscuglio piddino sono infauste. La democristianeria ingaggiata, con Franceschini in testa, si agita, ma non sa dove andare. Era scritto, nessuno voleva leggerlo. Per fortuna è arrivata la Schlein.
domenica 29 giugno 2025
Allarme Rosso
Il cammino politico di Donaldone lascia morti e feriti. L'Europa, nella versione Ursula, è la riproposizione, a Bruxelles, del Pd. Un calderone con tanti partiti, spesso confliggenti tra loro che permette ai Dem di continuare a governare. L'arrivo di Trump, nonostante l'incipiente Alzheimer ereditato, sta causando un terremoto anche in Europa. Si muove come il classico elefante nella cristalleria. La nostra Ducetta, dotata di una imperturbabile furberia, frutto dei decenni nei bassifondi della politica, lo adora e rimane nell'orbita americana. I piddini europei sono all'angolo, nonostante le forti ragioni che ancora portano. Obbligare tutti i paesi a fornire il 5% per riarmarsi e permettere agli Stati Uniti il disimpegno difensivo, ha unito e rinvigorito ulteriormente le destre, spaccando ulteriormente le sinistre già indebolite. I due geni italo-spagnoli del partito socialista fanno il gioco della Meloni che vuole prendere il loro posto nella futura maggioranza a Bruxelles. Anche il famoso art 5 della Nato, secondo "uragano" Trump va interpretato. E' ancora Mad?
massimo lugaresi
sabato 28 giugno 2025
Due Partiti, Una Segretaria
massimo lugaresi
venerdì 27 giugno 2025
Ce n'è per tutti
I Dem americani hanno bombardato molto più dei repubblicani, però erano eleganti nelle espressioni. Donald Trump unico vincitore della guerra dei dodici giorni, ha impartito una delle sue lezioni a chi crede di potere fare a meno della Great America. Non usa il lessico radical chic, è piuttosto duro, volutamente buzzurro. La sua America lo plaude, mentre gli avversari (Dagospia) scrivono che ci sono tracce ereditarie di Alzheimer. Sembra la storia dei sette tumori di Putin. L'incontro Nato dell'Aia è stato un interminabile show. Terminato il vertice, Donaldone, ha tratto le conclusioni, dispensando carezze e minacce, come sua caratteristica. Invece delle bombe agli amici/nemici lancia i dazi. E' dura per gli avversari, non penso solo al Pd, con una metà scarsa nelle mani e ditino della Schlein, ma a tutto il mondo, anche quello contrario. La Meloni sembrava affascinata. Della Ducetta ne hanno dette di tutti i colori e generi, andando anche a sbirciare sotto i letti abbandonati, rimane una donna leader ed una avversaria improponibile per la tenera Elly. Ogni confronto pubblico costa un punto e mezzo al partito sofferente. La decisione imposta da Donaldone del 5% del bilancio per la difesa è un macigno sociale per il nostro paese. Permette però a Conte di rimanere allegramente a galla, a spese del Pd. Trump ha confermato il ritiro della sua America. La Nato diventa un doppione inutile? Non credo, sarà sempre il braccio armato degli States, con i nostri debiti.
massimo lugaresi
giovedì 26 giugno 2025
Prima Avviso, Poi...
Sembrava che Donaldone fosse caduto nella trappola di Netan. Il suo intervento contro i siti nucleari in Iran poteva innescare la paventata miccia. Russia e Cina erano spettatori inquieti che rischiavano di essere estromessi dal medioriente. Teheran attacca le basi americane in Qatar, Siria e Iraq, pareggiando (6) il lancio di missili verso le basi Usa. Intanto spariscono decine di aerei da guerra, repubblicana, ma sempre americana, in attesa della vendetta annunciata. Gli Usa mantengono nelle regioni (solo) 40 mila soldati, nessuno fortunatamente ferito o morto. Sono le mosse delle guerre annunciate, solo Netan interpreta un canovaccio diverso e crudo. Nella dimenticata Striscia di Gaza, migliaia di bambini sono in pericolo di vita. Possono però scegliere tra la mancanza di cibo o acqua. I giornaloni, anche italiani, si guardano bene dal pubblicarlo. Questo è il panorama riservato dalla propaganda. Zelensky è nel dimenticatoio, hanno perfino cessato di raccontarci che stava vincendo. La figura di Trump era caduta nell'incomprensibile, le sue presunte "mattane" hanno avuto sempre un beneficiario: Netan. Lo scenario era impostato sul filo del rasoio bellico e mondiale. Esce Donaldone con dure reprimende nei confronti del sodale ebraico e, attraverso l'amico Putin convince Teheran a rispettare la tregua imposta. Vittoria su tutti i fronti, Repubblica e Domani in lutto giornalistico. Il ditino della Schlein è moscio e abbandona Conte.
massimo lugaresi
mercoledì 25 giugno 2025
Tu Bombardi, Io Chiudo
Cosa succede se l’Iran blocca lo stretto di Hormuz? Il venti per cento del petrolio mondiale e gran parte del gas liquefatto passano tra la Repubblica islamica e l’Oman. Si temono rincari energetici in Europa, mentre noi paghiamo già più di tutti. I bombardamenti di Trump contro i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan, dopo avere avvisato quasi tutti, al punto che non risultano vittime, potevano portare alla chiusura dello stretto di Hormuz. Largo circa trenta chilometri, ogni giorno vede transitare un quinto del petrolio globale. Teheran minacciava di chiuderlo nella guerra placata, per ora. Intanto di Zelensky e dei suoi lamenti non ne parla più nessuno. Lo stesso avviene (per caso) anche della pulizia etnica a Gaza. La chiusura dello Stretto è una delle opzioni e sarà attuata quando necessario, aveva dichiarato il generale Esmail Kowsari, figura chiave dei Guardiani della Rivoluzione e membro del parlamento iraniano che ha approvato la misura. Ora la decisione definitiva spetta al Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, sotto l’autorità diretta della Guida Suprema Ali Khamenei. Noi aspettiamo, sotto la guida silente della Ursula e lo sguardo attonito della Ducetta. Donaldone esce splendidamente, ma Obama bombardava meglio.
massimo lugaresi
martedì 24 giugno 2025
Cercasi Verità
Anche usate. L'intelligence di Dagospia: vuoi vedere che le bombe americane non sono servite a nulla? Dall'Iran fanno sapere che, contrariamente al pavoneggiamento di Donaldone, il sito nucleare di Fordow non ha subito ingenti danni. L'uranio arricchito è stato trasferito e (forse) usato per rispondere. Questa è il timore degli aggressori che non avrebbero alcun motivo per giustificare l'intervento. S'ingrossa il numero delle bugie belliche con intere collezioni di giornalisti al seguito che le sfornano. Ci troviamo sull'orlo della terza guerra mondiale oppure rimane solo l'ennesima pantomima? A chi chiediamo verita? Contrariamente a quanto affermato dal presidente Donald Trump il sito nucleare di Fordow non ha subito gravi danni. Lo ha affermato Mohammad Manan Raisi, deputato del Parlamento iraniano di Qom, dove si trova l'impianto nucleare, sottolineando che non si è verificata alcuna emissione di materiale pericoloso dal sito nucleare dopo l'attacco, poiché il materiale a rischio era già stato evacuato. Un'immagine satellitare che circola sui social network mostra un grande convoglio di mezzi vicino al sito nucleare iraniano di Fordow due giorni prima dell'attacco statunitense della notte scorsa: lo riporta il canale israeliano Abu Ali Express. L'immagine potrebbe rappresentare la prova del trasferimento di uranio arricchito fuori dall'impianto di Fordow, commenta il canale. Cercasi verità è il gioco e la necessità prevalente nelle tre guerre scoppiate infrangendo diritti e ragioni. La corrente bellica spinge per un armamento "a la page" anche per l'Italia. Non eravano sicuri sotto l'ombrello Nato?
massimo lugaresi
lunedì 23 giugno 2025
Matto o Santo?
Trump è passato, improvvisamente, da Mad (Pazzo) a Santo, per avere bombardato (chirurgicamente) tre centrali nucleari iraniane. Non si è sentito volare un insulto, solo qualche leggera lamentela democratica. La strategia di Donaldone continua ad affossare i rigurgiti dem. Qual'è l'opinione dei piddini? Linkiesta attacca la Schlein definendola allergica al confronto interno e sempre nelle mani di qualcuno. Prima dell'armocromatica poi di Landini e dei soliti cinque o sei. Essere all'opposizione, con un partito costruito per governare con quasi tutti, non è la posizione ideale per contrastare una maggioranza che si è formata attorno alla Ducetta. E' altrettanto vero che le tre guerre alimentate e pagate dall'occidente hanno sconquassato le storiche posizioni. L'intervento degli Stati Uniti ha dato alla vicenda una virata pericolosa. Difficile sapere come stanno veramente le cose. Le propagande sono in attesa dei nuovi ordini. Intanto sorge qualche lamentela contro la Schlein che si è chiusa nel fortino, con i cinque o sei fidati suggeritori del ditino. La sua posizione fortemente antagonista nei confronti degli Stati Uniti, tornati nella versione "bombardiere", crea reazioni contrapposte all'interno del partito diviso e lacerato. Europa, Nato e Meloni sono semplici spettatori, gli altri nemmeno quello. San Donaldone sembra giocare alla guerra come facevamo noi bambini. I morti sono veri, però nascondono lo stragismo in Palestina.
massimo lugaresi
domenica 22 giugno 2025
Grafite
Tra i giornalisti spiati con Graphite ci sarebbe anche Roberto D’Agostino, inventore del famoso blog che delizia con tette&culi e migliaia di notizie piccanti, frutto di una intelligence giornalistica dotata di sicuri agganci. Sono centinaia gli scandali anche veri che ha anticipato. Il guru Dagostino parteggia per la Roma e (naturalmente ) per il Pd anche in queste condizioni. Devo dire che non mostra entusiasmo per la segretaria scoperta da Prodi. Il telefono del fondatore di Dagospia e altri cinque dispositivi sono ora sotto analisi forense nell’inchiesta della Procura di Roma su presunte intercettazioni illegali condotte con uno spyware (Grafite) militare israeliano, venduto esclusivamente a enti governativi. La Procura di Roma ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sul suo cellulare, insieme a quelli di altri sei persone: Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, il giornalista Ciro Pellegrino (giornalista, sempre di Fanpage), Eva Vlaardingerbroek, giurista olandese vicina ai movimenti dell’estrema destra europea e residente a Roma, e tre esponenti della rete Mediterranea Saving Humans: Luca Casarini, Beppe Caccia e don Mattia Ferrari. I telefoni verranno sottoposti a indagini forensi per verificare la presenza del malware Graphite, già identificato da laboratori indipendenti su altri dispositivi.
Il software Graphite appartiene alla categoria degli spyware di tipo militare: una volta installato su uno smartphone, consente l’accesso completo al dispositivo, permettendo di ascoltare le conversazioni ambientali, leggere messaggi, geolocalizzare gli spostamenti, accedere a foto, video e cronologia web. Non credo vengano usati anche per il nostro governo, hanno la certezza, con la garanzia di Taiani che la maggioranza stravede per Netan che può tranquillamente terminare la cancellazione della Palestina, con la migrazione violenta di tre milioni di persone ancora vive e, se possibile (fatto), aggiungere l'Iran. Non si sa ancora chi ha usato il Grafite illegalmente, ho l'impressione che salti fuori il (solito) unico colpevole per sbaglio. Per la propaganda democratica è occasione ghiotta, fino a quando uscirà una verità per tutti.
massimo lugaresi
sabato 21 giugno 2025
Spiati
Sembra che alcuni giornalisti italiani siano stati "spiati", usando materiale israealiano, sicuramente di prim'ordine. Sono di diverse estrazioni ed appartenenze, ma i dem si sono subito scagliati contro il governo silenzioso, interpretando il (solito) vittimismo politico. Sembriamo il paese che non ha mai vissuto queste infelici esperienze. Le crisi e divisioni che animano il Pd costringono a rincuorare gli sbandati elettori. La lotta nel campo largo dell'antagonismo, si fa sempre più forte. Al momento i grillini sembrano i (larghi) vincitori. La Schlein mostra evidenti debolezze, nascoste (armocraticamente) nelle maniche larghe. Invece il campo, sempre largo, ha (solo) due possibili candidati premier, prima però bisogna vincere le elezioni, così Mario Lavia descrive la situazione, con tre guerre quasi in corso. Mentre la Schlein e Conte si contendono la visibilità e il voto antagonista, Franceschini e Bettini (soliti) pensano a un presidente del Consiglio tecnico: Gaetano Manfredi o Roberto Gualtieri. Nella corsa tra Elly Schlein e Giuseppe Conte a chi è più radicale, in teoria lei dovrebbe essere favorita, ma lui è davvero sfrontato nel fare la parte del Jean-Luc Mélenchon italiano: al punto di scendere domani in piazza contro la Nato e di sfidare il Partito democratico a partecipare a un’iniziativa anti-Nato il 24 a L’Aja, proprio mentre si riunisce l’Alleanza Atlantica. Schlein non abbocca (?) e non andrà a un’iniziativa di quel tipo. Linkiesta si rivolge allora a Pina Picierno, fedelissima della corrente di Davos. E' irritata con l’avvocato del popolo e (provocatoriamente) suggerisce Mosca come luogo ideale per queste riunioni dell'opposizione senza pace. Continua il duello rusticano nelle piazze, rianimando un movimento che vive con queste iniziative. Linkiesta inserisce due personaggi più vicini alla visione riformista, guerrafondaia, con la cancellazione della Russia. Viviamo così, sospesi tra il contare poco e niente. Il Pd aiuta l'interpretazione.
massimo lugaresi
venerdì 20 giugno 2025
Fiato Sospeso
L'articolo è ripreso da Dagopsia, compilato usando la folta intelligence del blog. Trump è diventato il personaggio principale della terza guerra che vede gli States accanto a Netan contro l'Iran. Il mondo trattiene il fiato, è nelle mani di Trump. Se aiuta Netan compie il suo dovere? Non è più il volgare presidente daziere? Gli Stati Uniti di Donaldone entrano in guerra contro l'Iran dei pasdaran, riconcedendo al presidente americano la gendameria mondiale. Differenza enorme rispetto al barcollante Biden. Al momento sembra "giocare" come il gatto con il topo rinchiuso nel rifugio. Schiera la portaerei e missili per impaurire i nemici, lasciando intendere che la resa è la scelta migliore per Khamenei. Tattiche diplomatiche per arrivare ad un accordo? Trump aveva promesso un neo-isolazionismo, dopo i miliardari spargimenti di aiuti e dollari per Zelensky. Gli Stati Uniti potrebbero entrare in guerra con Israele e bombardare l'Iran, senza ripercussioni russe e cinesi? Domanda inutile che farebbe arrabbiare l'obbediente Taiani.
massimo lugaresi
giovedì 19 giugno 2025
Il Tramonto
Succede a tanti personaggi del cinema, teatro, televisione, politica ed affari. Siamo al tramonto malinconico dell'uomo più famoso al mondo. E' anche vero che l'attestato lo aveva pubblicato Time, giornale, come tanti, d'indole democratica. I lettori (?) avevano scelto Zelensky, il comico appena rivestito, lasciando ad Elon Musk la seconda poltrona. Da allora, quanta strada e miliardi sono passati sotto il ponte di Kiev. Le due guerre lo hanno visto cercantone irritante, nelle sue incessanti richieste belliche. Donaldone si agita a vista, troppo impegnato a soddisfare le voglie di Netan. Tra le due nazioni non c'è partita per importanza e potenza. Zelensky è stato abbandonato sui gradini della Ursula. La stampa italiana, in particolare i giornaloni di Elkann, sono al servizio del Pd, nella versione Davos. Accusano (sempre) Trump di volere decidere da solo contro quasi tutti. I dazi dopo il primo esplosivo e voluto impatto, mostrano la ragione della loro imposizione. La Great America non se la passa troppo bene. Noi siamo abituati e se il nostro (immenso) debito sale solo di 30 miliardi, non merita nemmeno un commento. Il Corrierone stampato e letto (quasi) solo in una regione occupata dalla destra, eccetto Milano, che al pari di tante metropoli è amministrata dallo chic più radicale, pubblica che la stampa russa esulta per le praterie che Trump ha lasciato a Putin. Non si può scrivere che il vincitore è quello naturale. appena scalfito dalla montagna di sanzioni. Corri il rischio (certezza) di venire bannato ad oltranza. Lo stesso G7 che permette alla nostra Ducetta un altro amoroso incontro con Trump, senza la presenza di Putin, diventa una cena sociale. Israele è una propaggine nel Medio Oriente degli States, il 51 esimo stato. Ovvio che Putin sia il protettore dei nemici. Molto più pericolosa la guerra scoppiata con l'Iran. Impossibile decifrare la verità, confusa dalle tante intrusioni appositamente armate.
massimo lugaresi
mercoledì 18 giugno 2025
Non c'è due senza tre
Ecco la terza guerra, con possibili variazioni nucleari. Quello permesso a Netan, il liquidatore e liberatore di spazi per ingigantire le colonie israeliane, è la fotocopia della lunga guerra in Ucraina. Gli States, dopo avere abbandonato, per eccessiva concorrenza, il ruolo di Gendarmi nel Mondo, si ritirano nei larghi confini ed agiscono solo come procuratori. Hanno ingaggiato, dopo averlo rivestito con dollari, armi ed intelligences, un comico ucraino, per combattere contro un invasore che minacciava (inascoltato) da sette anni. Ghiotta occasione per allargare l'abbraccio (difensivo) della Nato. Intanto le coalizioni mondiali sono cambiate e la Cina sembra primeggiare. Il virus fuggito è stato mortale, ma ha foraggiato i presunti salvatori. Siamo in attesa della famosa bomba e la fine della nostra storia. Linkiesta si preoccupa della tragicomica situazione del partito radical chic che premia Netan ed i gay pride. Un preoccupante uso e consumo del campo largo. Però organizzano un altro corteo contro la guerra, un altro dramma, un’altra ambiguità, così Mario Lavia liquida l'atteggiamento ondivago e balbettante dei Dem. A dire il vero è quello di quasi tutta la nostra politica, sempre meno importante. Donaldone primeggia nel G7, insultando gli avversari ed auspicando la partecipazione di Putin al consesso. L'Europa è nell'angolo, in attesa del conteggio arbitrale. Il Partito democratico condanna Israele e un po’ anche l’Iran, sostiene Kyjiv ma senza le armi, e non prende le distanze dalla manifestazione dei suoi alleati antagonisti del 21, anzi manderà qualcuno. Rimane la "stranezza" che la confusione regnante lo porti ad un costante aumento di voti. Se continuano guerre e stragi, torna al governo, secondo Repubblica.
massimo lugaresi
martedì 17 giugno 2025
Renzi oTaiani ?
Renzi vuole imitare Forza Italia, ma Conte non è Salvini e Schlein non è Meloni, Così scrive su Linkiesta Marco Taradash, giornalista del campo (ristretto) radicale che omaggia la corrente di Davos e fiancheggia la componente riformista del Pd. E' all'opposizione, non dichiarata, della segretaria con ditino. Scrive che il leader grillino e soprattutto il movimento non sono biodegradabili in una grande coalizione e il Pd è diventato un partito neoberlingueriano (?) troppo minoritario per governare. Non ho capito cosa significhi la qualifica, capisco e condivido l'affermazione che vede la Meloni tranquilla. Allora usa il Corrierone che spiega la prossima avventura di Matteo Renzi: la nascita di una tenda riformista che ospita profili civici per raggiungere il sei/sette per cento, sperando di essere decisivo alle prossime elezioni politiche, nucleare permettendo. L'ex premier piddino, tra un consiglio arabo ed una brusca virata, tenta inutilmente di ritornare decisivo al centro. Il giornalista, liberale e radicale, afferma di aver sentito gli applausi dei senatori democratici. Inondato dalle sentenze, mi permetto di affermare che il grillismo non è nato per una coalizione. Vota ed usa la convenienza. Non mi sembra la strada indicata da Renzi, collide anche con il famoso ditino puntato.
massimo lugaresi
lunedì 16 giugno 2025
Perchè?
La propaganda democratica, divisa ed abbacchiata, si muove rilevando difetti, errori e soprattutto il moderno fascismo. Mai un ripensamento, con uno sguardo sincero sulla sua situazione. Hanno ancora l'aiuto dei giornaloni che, assieme, non arrivano alle tiratura dell'Unità di una volta. L'altro problema è la presenza ingombrante di Trump. Spesso fa e disfa le cose promesse. Il clima americano è volutamente torrido. I dem stellati non hanno personaggi da contrapporre. Obama è quasi sparito e non trovano nemmeno un ex premier come Bersani. Trump non può abbandonare Israele, mentre una fetta consistente repubblicana vuole isolarsi. Teheran, grande alleato di Russia e Cina, può diventare, a parti invertite, l'Ucraina che fa paura. L'attacco di Netan ha goduto del forte sostegno degli States. Finchè c'è guerra rimane al potere. L'Europa è scomparsa, mentre Trump continua l'opera di disboscamento democratico dai poteri americani. Tocca al presidente della Federal Reserve. Negli Stati Uniti (?) il partito repubblicano si spacca sul possibile coinvolgimento in Medio Oriente. Da una parte, i conservatori isolazionisti, temono che Israele possa trascinare gli Stati Uniti in guerra.
Dall'altra parte ci sono i falchi dell'Iran e i sostenitori di Israele che invocano da anni un attacco israeliano come quello in atto.Trump ha giocato gran parte della sua campagna elettorale, proponendosi come un 'presidente di pace', ma i recenti sviluppi in Ucraina e con Israele, mostrano le difficoltà degli sforzi diplomatici di Donaldone. Aveva promesso di mettere fine, in tempi stretti alle guerre in Ucraina e Gaza, mentre si ritrova la terza guerra, molto più nucleare delle altre.
massimo lugaresi
domenica 15 giugno 2025
Intoccabile
Linkiesta è vicina e sodale a Netan. L'attacco israeliano viene premiato e giustificato subito con una probabile (?) crisi di regime degli ayatollah, mentre l'offensiva ha prodotto (mirabilmente) solo accurate uccisioni dei capi pasdaran. I morti "normali" non sono nel conteggio. Propaganda già usata con successo in Ucraina. Quale sarà la reazione iraniana? Lo vediamo già questa mattina. Cosa userà per pareggiare la potenza israeliana, sostenuta, apertamente, da tutto l'occidente ed anche dal furioso Donaldone? A proposito: è entrato nel novero del moderno fascismo, eletto democraticamente. Povera sinistra in che mani e ditino sei finita! All'Intoccabile Netan è tutto concesso, permesso, perfino giustificato. Il tirare la corda oltre il lecito è un giochino che finora è riuscito. La pulizia etnica è agli sgoccioli, la Striscia è liberata, Cisgiordania quasi, ma i coloni che mantengono in vita il governo bellico, hanno lanciato bandi per l'ampliamento territoriale. Quali sono i mezzi e le vittime non è problema loro. Facebook ha già minacciato (5 volte) il mio account. Ognuno bombarda come può. Iran con la Cina e Israele con la Ursula, si preparano.
massimo lugaresi
sabato 14 giugno 2025
Un Altra Guerra
Populismo sindacale. La Cgil di Landini è un metapartito a immagine e somiglianza del suo leader, questo l'incipit mattutino di Mario Lavia su Linkiesta. Continua la guerra all'interno del Pd contro il sindacalismo fine settimana. Sconfitta bruciante sul più politico dei referendum abrogativi di leggi, totalmente renziane. Nella raccolta dei cocci si leggono pentimenti e rabbia contro Landini, tutor della Schlein. La penna sottile di Linkiesta, sostiene l'Europa nella versione Davos e Netan nella sanguinosa pulizia di Gaza. Nel Pd esiste una corrente simile che combatte l'antagonismo della segretaria. Precipitati all'opposizione, problemi e rimorsi si sono ingigantiti. Il Pd è un partito nato per il potere, spesso non importa con chi. E' il frutto di diverse provenienze, alcune nemiche, altre altissimamente radical chic che non si sposano con i resti del partito dei lavoratori. Il precario matrimonio per interessi elettorali con i grillini è stata l'operazione più pericolosa. Per mantenerlo vivo sei costretto a cedere sulle candidature, provocando interni dissidi. Netan il pupillo di tanti democratici sta terminando le pulizie etniche più urgenti e si prepara per la prossima. Forse ci siamo per una guerra più nucleare.
massimo lugaresi
venerdì 13 giugno 2025
La Rivincita
Le vignette di Osho dicono tutto sulla situazione di questo Pd, nel ditino della Schlein. La prossima partita elettorale vede e prevede un quattro a uno per i dem. Sufficiente per assorbire la batosta referendaria, con il quesito sulla cittadinanza che sbugiarda anni di propaganda. Quattro a uno alle regionali per dimenticare l’autogol del referendum. La segretaria (ancora) del Partito democratico, tenta di rilanciare il campo largo, puntando a una vittoria simbolica in Toscana, Campania, Puglia e Marche. «E mo’ che famo?», dice Maurizio Landini a Elly Schlein. E lei: «E mo’ riattaccamo cor fascismo». È una vignetta di Osho. Ed è abbastanza così. Aspettando il grande caldo che tutto sopisce, la segretaria del Pd ha il problema di tenere su il partito, magari inventandosi qualcosa per una nuova estate militante, in vista delle regionali, vere elezioni di midterm, che già considerano un’ottima pietanza ricostituente per partire con l’ennesimo tentativo di spallata al governo.
Il piano è noto: vincere in quattro regioni, Toscana, Campania, Puglia e Marche, strappando quest’ultima alla destra. In questa regione, il Partito democratico è estremamente fiducioso nella vittoria di Matteo Ricci, oggi europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro, contro il meloniano Francesco Acquaroli, la cui gestione, a quanto pare, non è stata brillantissima.
Quanto al Veneto, si sa, è roba (molta) della destra. Lo scontro si sposta sul terzo mandato, giovevole alternativamente ai due schieramenti. L'ultima parola spetta alla Corte Costituzionale. I grillini gongolano, non pensavano di venire premiati dai loro antichi nemici.
massimo lugaresi
giovedì 12 giugno 2025
In Cauda (poco) Venenum
Aspettavo curiosamente, come Dagospia avrebbe incassato, stravolgendola, la perfetta sconfitta del Pd e Campo Largo. Hanno usato il solito schema per le brutte notizie: nasconderle in fondo al blog. Questa è però brutta, talmente evidente che non basta usare la consumata parodia del cavaliere caduto che dice, tanto dovevo scendere. La reazione dei compagni che convivono, alcuni agiatamente, in quel partito largo, ha confermato la dannosità dell'ennesima scelta di Prodi. Allargare i confini della sinistra, inserendo i grillini è un facile corner per gettare palla e scheda, ma può servire per eleggere qualche raccomandato. Rimane un favore ai veri nemici, destinati a sparire. Cosa succederà al Pd, spostato giustamente vicino al Circo Massimo? I Dagospini condividono all'ultimo posto del blog, un articolo de La Stampa, nemmeno cattivo. Quella del centrosinistra e soprattutto della cigielle fine settimanale, resta una meritata sconfitta e tentare con un "mancava poco" di trasformarla nella mezza vittoria è roba da Schlein. La Ducetta fingendo buonismo, non ha ancora aperto bocca, può delegare anche La Russa.
massimo lugaresi
mercoledì 11 giugno 2025
Sinistra Lezione
massimo lugaresi
martedì 10 giugno 2025
Quotidiana Lezione
Anche oggi Dagospia ha dimenticato il ditino agitato della Schlein. Lo sguardo della vedetta piddina è sempre orientato su Trump che batte, per righe e foto, Putin il perfetto nemico dell'occidente. Poi arriva la Meloni, spesso superata da Salvini. Con questo antico e stantio canovaccio riescono a evitare commenti e le inevitabili ilarità sulla segretaria di Landini che (vuole) officiare per una parte del Pd. Per confezionare un articolo sulla nostra politica e la propaganda che la circonda, devi spiegare il torbido contorno che la anima. La destra si presenta molto più compatta dell'avversario di sinistra, coltivatore diretto di un campo largo con quattro improbabili contadini. L'esito (scontato) dei referendum è stata l'ulteriore conferma dei danni che il duo al comando arrecano alla sinistra. Mentre tutte le notizie pacifiche o belliche che arrivano, dopo avere attraversato le trincee della censura giornalistica sono usate per accusare, denigrare, etichettare i nemici della destra, colpevole dello sfratto democratico. La risposta sono stati cinque referendum che dovevano (5) decisioni dei loro cari governanti. Renzi e Gentiloni hanno espresso la loro feroce contrarietà. La Meloni riesce anche a prenderli per il..voto mascherato. Il litigio tra Trump e l'ex prediletto più miliardario di lui è la manna dal cielo per la sinistra, come se prima avessero governato dei senza tetto, ma democratici. Negli States, le candidature necessitano di dollari che vengono elargiti (quasi) tutti pubblicamente. Noi siamo ancora agli albori della verità. Detto questo, nell'edizione del blog si insiste nell'affermare e sperare che la sfida tra Truymp e Musk diventerà un problema per la nostra Ducetta, arrivata ai baci&abbracci con Donaldone solo attraverso i buoni uffici del "ketaminico" Elon. Sulla molto improbabile segretaria non riuscite a confezionare nemmeno un trafiletto gastronomico? Dopo la sconfitta referendaria, verrà richiamata la Rosy?
massimo lugaresi
lunedì 9 giugno 2025
Carta Bianca
Trump da Carta Bianca a Putin. Il "cowboy coatto". uno dei più educati nomignoli dedicati al Presidente americano, ha criticato l'attacco ucraino con droni dentro i confini russi. Avrebbe dato (avvenuto) a Putin una ragione per bombardarli al tappeto. Il comico rivestito continua ad usare ogni mezzo per continuare la guerra persa. E' nelle mani dei volenterosi ed il pericolo di una guerra nucleare aumenta. Ci sono quelli che la vogliono, senza dirlo. Finora la guerra e l'invasione russa avevano colpito solo alcune selezionate regioni. Donald Trump non vuole un'altro conflittto, è sufficiente quello all'ultimo miliardo con Elon Musk. La rappresaglia russa non si è fatta attendere, costringendo la pattuglia dei giornalisti italiani a stare più coperti e più lontani dal fronte. Lo scandalo è sempre quello su Gaza. Le stesse immagini che girano da mesi, mentre la sinistra si divide in piazza, aspettando l'esito referendario gestito, come tutto il resto, dal sindacalista. Per fortuna ci è venuto incontro la nostra derelitta nazionale che sarà il prossimo lamento generale. Paga Spalletti non Gravina.
massimo lugaresi
domenica 8 giugno 2025
Basta Bugie
La sinistra può tornare a comprare le Tesla? Ogni giorno un po’ di veleno sulle cose del mondo. Qui al bar entra il Piddino. E io già so che cosa vuole dirmi. “Avete visto Musk?”. Storia di uno psicodramma: prima Elon era l’imprenditore visionario, pioniere delle auto pulite; poi, quando ha deciso di sostenere Donald Trump, è diventato il demonio, tra chi premeva perché non si stipulassero contratti con Starlink e chi godeva nello sfasciare una Tesla in un frontale contro un albero. Il miliardario in conflitto d’interessi, il simbolo del nuovo regime oligarchico americano, come se, fino allo scorso gennaio, negli Usa avesse comandato solo il popolo sovrano. E adesso? Cosa inventerà il genio progressista per interpretare la lite tra Musk e Trump? Cronaca di un divorzio annunciato? Conversione insincera del ricco epulone? Dimostrazione del disordine che ha portato il tycoon alla Casa Bianca o magari a sinistra, riabiliteranno l’uomo della ketamina? L’amico del mio nemico è mio nemico, ma se ridiventa nemico del mio nemico? Insomma: la sinistra green può tornare a comprare le Tesla senza paura di finanziare “un nazista”
Franco Lodige il Barista
sabato 7 giugno 2025
Partito al Traino
Linkiesta usa il pianto democratico. Ogni giorno lancia allarmi, inascoltati dalla Schlein, nella morsa dello scioperante fine settimana e regista dei referendum che vorrebbero annullare leggi da loro votate. Non bastasse è anche "dipendente" precaria dell'avvocato del popolo stellato. Spartiti e proteste del Campo Largo, sono confezionati mirabilmente da Travaglio, suggeritore di ogni azione. Linkiesta disperata e l'opposizione occidentale, sempre meno folta, campano con le minacce del dittatore alla russa. Senza la spalla americana, sparano a salve. Secondo Mario Lavia, uno dei più devoti al vangelo di Davos, l’opposizione non vuole vincere, si accontenta dell'irrilevanza. La forbice tra i due schieramenti si allarga e la sinistra appare sempre più lontana dai (veri) problemi del paese. Le alleanze mancate coi riformisti, la retorica militante, le piazze divise, il Pd di Schlein sembra sempre più chiuso in una logica identitaria, lontana dai problemi del Paese reale. Questa sinistra è minoritaria dentro. E lo fa capire in tutti i modi. Porsi l’obiettivo di portare ai seggi dei referendum dodici milioni di elettori, invece della metà degli aventi diritto, che sono all’incirca il doppio, è il simbolo della rinuncia a conquistare la maggioranza dei consensi, che è il principio-cardine della democrazia e l’ovvio obiettivo di un partito o di uno schieramento che intenda, appunto, rappresentare la maggioranza. L'impressione è che il Pd di oggi sia, testardamente minoritario. E' comprensibile per Alleanza Verdi e Sinistra, ma è il connotato che distingueva l’estrema sinistra dalla sinistra storica. Mezzo secolo fa, Enrico Berlinguer affermava orgoglioso dal balcone delle Botteghe Oscure che un italiano su tre vota comunista. Scelta precisa. Cosa rappresenta il Pd adesso?
massimo lugaresi
venerdì 6 giugno 2025
Una Telefonata
Dopo l'altra, per salvare vittime innocenti. Nel recente risiko telefonico, ai due protagonisti con cuffie ed interpreti, si è aggiunto Papa Leone, presenza credibile per la pace. Sarà la volta buona? L'interpretazione di Dagospia rimane la stessa, quando gli attori non appartengono alla corrente radical chic, anzi sono i due nemici terribili. Il Papa conferma la prosecuzione del cammino francescano. Zelensky viene invece trattato come una fastidiosa presenza, al pari dei "volenterosi" europei, prosecutori di una guerra infinita. Intanto è scoppiato uno strano amore tra la Ducetta e Macron. Appartengono però al sottoscala del protagonismo. L'attacco agli aerei russi da parte dell'Ucraina, con l'inevitabile (volenteroso) aiuto, permette il proseguimento della guerra già persa e punzecchiare Putin, per impedire la tregua. Il comico rimane al potere senza votare, scelgono ancora la peggiore delle soluzioni. Davvero sconcertante il lavoro delle decine di reporter, sguinzagliati e pagati dalle pubbliche reti che ci propongono lo stesso menù controllato. Quelli di PierSilvio faticano a svegliarsi per raccontare le imprese di Netan e nell'altra guerra mostrano solo morti, feriti e rovine ucraine. Noi abbiamo i volenterosi alla Taiani.
massimo lugaresi
giovedì 5 giugno 2025
Lavori in Corso
Mario Lavia esordisce su Linkiesta con una minima dose, radical chic. La strage per arrivare alla pulizia etnica di Gaza ha prodotto una sommossa nel mondo, resuscitando un forte antisemitismo. Per Netan è stata la ghiotta occasione per terminare il lavoro di una colonia dopo l'altra che procedeva lentamente. Hamas ha regalato occasione e scusa. Se viene osservato con l'aritmetica bellica, i morti sono ormai uno contro centomila, se analizziamo l'età, Erode era un dilettante. Per non avere terroristi adulti, meglio sterminarli prima? Il dolce e credibile motivetto delle due nazioni si è spento con i massacri di cittadini che affollavano i pochi donatori di viveri. Siamo arrivati a morti all'ingrosso. Il blog della corrente, una volta preponderante nel Pd, ma ossequiante i predicatori di Davos, è in leggibile imbarazzo, ha capito che sono stati superati i confini della civiltà e diritti umani. Quello che sta succedendo in Palestina (?) è abbinabile alle più grandi tragedie umane e qualcuno ci preoccupa se a Roma avrà più successo l'antagonismo della Salis&Fratoianni di quello di Conte o del ditino della Schlein?
massimo lugaresi
mercoledì 4 giugno 2025
Tripartito
Il Tripartito, a trazione cinque stelle, della Schlein, Conte e Fratoianni, impegnati nelle manifestazioni per Gaza e referendum contro leggi da loro votate, secondo Linkiesta, meno devota a Davos, rischia di bruciarsi in un weekend. Per il blog più volenteroso, dovranno evitare una parata anti-israeliana e sperare nel miracolo dell'8 e 9 giugno. Credo invece che l'appuntamento in piazza, contro Netan, andrà benissimo, molto meno il secondo, voluto da Landini. Per i devoti a Davos e sostenitori delle guerre in atto anche se punitive, con pulizie simili allo stragismo, il momento è particolarmente difficile. Trump sembra cavarsela meglio con i dazi, rispetto alle tregue sostenute, ma rifiutate da Hamas e Putin. In Ucraina le cose sembrano procedere verso l'inasprimento ed allargamento del conflitto. I devoti che si riuniscono per ascoltare le prediche e gli armamenti di Draghi, sono piombati nell'ennesimo cul de sac. Il partito di riferimento e Trump li hanno abbandonati, lasciando qualche sparuto radical chic che si ostina a proteggere l'indifendibile, come non bastasse la carneficina in atto da due anni.
massimo lugaresi
martedì 3 giugno 2025
Il Duro Presidente
massimo lugaresi
lunedì 2 giugno 2025
I Disegnini
La stampa democratica per i nemici può scegliere tra tumori a go go, oppure considerata l'età, demenza senile, spesso vera. Tocca a Trump, il Daziere. L'ammalato (vero) Biden, è stato supportato per anni, nonostante capitomboli ed amnesie. In questo campo Dagospia va a nozze giornalistiche. Le recenti sconfitte della destra hanno imposto al Pd di usare il Campo Largo a costo di non eleggere più un..piddino. A Trump il capo dell'intelligence americana per "facilitare" i briefing sulla sicurezza, mostra disegnini, invece dei famosi cuoricini. Occorre dire che la senile scelta di tanti premier non giova anche se i più giovani, spesso sono messi peggio. Il blog romano e romanista ha festeggiato 25 anni di tette&culi mondiali, conditi con previsioni difficilmente avverabili. Trump viene definito (ironicamente) il bambino distratto della Casa Bianca. Secondo l'intelligence del blog ovviamente già dentro la Sala Ovale, il presidente tra le varie disfunzioni accertate dopo la vittoria, fatica a tenere alta la soglia d'attenzione, come usa nei dazi. Siamo arrivati agli handicap e disegnini da colorare. Però viene mantenuto un silenzio commovente nei confronti della Schlein.
PS. A Malpensa un solo tifoso
massimo lugaresi
domenica 1 giugno 2025
Sempre più divisi
Mentre la Destra sembra, elettoralmente, più unita per affrontare i risvolti delle due guerre procurate, la sinistra si divide, ma vince in Liguria, usando una ricetta vecchia come la Democrazia Cristiana. Il Campo Largo è la riedizione dei precetti usati nel dopoguerra per governare con (quasi) tutti. Anche i grillini ci stanno, senza pudore. Si sono risvegliati, scegliendo il loro peggiore nemico come sorgente di voti fuggiaschi. Il Terzo Polo non risorgerà grazie ai distinguo su Gaza. Linkiesta, fedele a messaggi ed ordini provenienti da Davos, contesta la deriva del Partito Democratico, impegnato nella "Protesta" romana che sarà una cosa di sinistra, ma usa la (infelice) battuta, affermando che è più facile un accordo tra Hamas e Netan che una tregua nel Pd. Trump e naturalmente Putin, sono associati e criticati. L'uso dei dazi, dopo una prima fase rivoluzionaria, viene assunto come metodo diplomatico. Anche negli States la destra viene (facilmente) colpita dalla giustizia riparatrice. L'ultimo posticino rimasto nel Campo Largo, è occupato da Renzi, rimasto solo con la fedele Boschi. Sembrava che il fragoroso ingresso di Donaldone e del miliardario Elon potesse sconvolgere il mondo, cessati i fuochi artificiali, tutto ritorna nel vecchio ordine. Ormai Netan ha terminato una azione da definire nella sua sanguinosa realtà. La Palestina non esiste più.
massimo lugaresi
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