lunedì 25 agosto 2025

Il Procuratore

Colpo grosso al Meeting di Rimini che non riempie più come una volta. L'arrivo di Mario Draghi, sconfitto (forse) anche in una gara di briscola, è la sorpresa che esprime l'attuale strategia del movimento di comunione e liberazione. Nella estenuante predica per gli ancora credenti ed osservanti, esordisce con una affermazione che Repubblica pubblica ogni giorno: Distruggere l'integrazione (?) europea per tornare alla sovranità nazionale non farebbe altro che esporci ancor più al volere delle grandi potenze. Il più maestoso affare organizzato dai procuratori di guerre, in compagnia di volenterosi mediatori, corre il rischio (forse certezza) di saltare. Il vaccino imposto, al confronto diventa volontaria donazione. Linkiesta, devotamente ed umilmente, pubblica l'intero intervento, proposto ad una platea riconoscente ed un governo supino. Non che dall'altra parte abbiano organizzato difese ad oltranza. Sono più preoccupati per la chiusura di un Leoncavallo vuoto. L’Ue deve trasformarsi da spettatore in attore protagonista, con la Ursula nei panni dell'Anitona. Sembra l'inevitabile vecchietto che osserva i giocatori di carte e "da sopra" pontifica soluzioni ed errori. Per anni l’Unione europea ha creduto che la dimensione economica, con quattrocentocinquanta milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno in cui questa illusione è evaporata. Abbiamo dovuto rassegnarci ai dazi imposti dal nostro più grande partner commerciale e alleato di antica data, gli Stati Uniti. Siamo stati spinti dallo stesso alleato ad aumentare la spesa militare, una decisione che forse avremmo comunque dovuto prendere, ma in forme e modi che probabilmente non riflettono l’interesse dell’Europa. L’Unione europea, nonostante abbia dato il maggior contributo finanziario alla guerra in Ucraina, e abbia il maggiore interesse in una pace giusta, ha avuto finora un ruolo marginale nei negoziati per la pace. Nel frattempo la Cina ha apertamente sostenuto lo sforzo bellico della Russia, mentre espandeva la propria capacità industriale per riversare l’eccesso di produzione in Europa, ora che l’accesso al mercato americano è limitato dalle nuove barriere imposte dal governo negli Stati Uniti. Nell'alluvione di critiche e proposte è normale vi siano (dopo) anche osservazioni convincenti. Rimane indelebile il comodo e proficuo sostegno stellato anche Trumpiano. Nel de profundis europeo riesce ad aggiungere riflessioni ormai comuni a tanti: L’Europa è stata spettatrice anche quando i siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava. Questi eventi hanno fatto giustizia di qualunque illusione che la dimensione economica da sola assicurasse una qualche forma di potere geopolitico. Non è quindi sorprendente che lo scetticismo nei confronti dell’Europa abbia raggiunto nuovi picchi. Tralascio il resto, per nullità delle espressioni della lunghissima omelia dell'eterno sconfitto. Ci sarà nel prossimo convegno di Davos?
massimo lugaresi