sabato 28 agosto 2010

Legge 7

A Rimini per parlare devi essere dotato del pedigree rilasciato dalla congrega al potere, in generale lo usano furbi, leccaculi, senza lasciare spazio ai capaci, intelligenti, disinteressati. Errani nel vuoto cosmico della politica regionale, avendo come unico successore una carta di credito male utilizzata, ha inventato la Legge 7, che ha concesso risorse importanti a chi promuove l'offerta turistica, scegliendo i progetti migliori. Perchè fino ad ieri (ferragosto 2010) andava tutto bene ed oggi al tirare delle somme, con centinaia di alberghi in grossa sofferenza finanziaria, cominciano le prese di distanza dalla mangiatoia privilegiata? Non solo Lombardi dal suo osservatorio ha scelto di smarcarsi per primo, segnale inconfondibile della valanga che arriverà, sono usciti i nomi di quelli che si sono abbeverati meglio in questi anni, Babbi, Rossini per tutti, gli altri, caro Marco, vicini a te e partito? Non è questa una delle ragioni per le quali in coro avete protetto l'indifendibile Cagnoni ed i suoi Piloni? La Lega con la sua autonomia comincia ad impaurire, vi dobbiamo fare l'elenco di persone semplici cittadini o militanti fedeli che hanno giurato di votare il Carroccio pur non conoscendo nessuno dei dirigenti, quasi una fortuna. La legge 7 aveva un'impostazione moderna, è diventata come tante altre strumento del consenso personale bipartisan, manca una strategia complessiva, gli albergatori spendono milioni per promuovere le singole imprese, sarebbe corretto che il fiume di danaro fosse gestito organicamente, coinvolgendo altri settori imprenditoriali. La risposta è stata sempre positiva, non si è mai concretizzato niente, le Pa, Unioni di Prodotto, Invenzioni Locali, sono le stanze del potere di Vasco, figuriamoci chi poteva cambiarle, il Melucci prima maniera era dotato di questa opinione, chiedetegli adesso cosa ne pensa, vi risponderà con quello che ha in mano: Piano Strategico..del Turismo, beccatevi un'altra Cartolina. Si deve tornare al territorio con unità gestionali, se trattasi di piccolo comuni corrisponderanno ad una, quelli di grosse dimensioni come Rimini ne ospiteranno diverse. Per Unità Gestionale intendiamo frazioni turistiche, costituite attraverso delle associazioni che per formarsi devono avere un numero di partecipanti proporzionati ad ogni categoria, con uno statuto che richiami i principi fondamentali del prodotto e della qualità. Il turista sarà propenso a scegliere locali ed esercizi garantiti, conoscendo prezzo e qualità, senza numeri verdi ma uffici dislocati in ogni frazione. E' facile presagire che un siffatto e rivoluzionario sistema, possa diventare un punto di riferimento, con pubblicità ed acquisti collettivi, invogliando le imprese alla partecipazione e convogliando la pioggia di danaro regionale. Oggi vendiamo la Costa, senza promozionare il Prodotto delle singole Unita Gestionali, occorre un sistema che non riservi sorprese, dal costo della brandina, gelato, alla certificazione degli alberghi, basta Mosè. Questa impostazione è talmente logica, semplice ed implementabile che l'unica seria domanda è perchè non la si realizzi, la risposta è altrettanto elementare, tutte le rappresentanze salterebbero, avvicinare l'impresa alle amministrazioni taglierebbe fuori i tanti procuratori, i Raiola del niente. Cosa ne dite?


P.S
La proposta è stata inviata al Palazzo della Regione in via Moro a Bologna con un aeroplanino di carta gettato dal Grattacielo