giovedì 25 luglio 2024

Kamala Harris

Ultima, disperata, soluzione per la tragicomica commedia, interpretata dal vecchio politico, bisognoso di cure, non di una Casa Bianca. Da (almeno) due anni la propaganda americana, sempre democratica, sostenuta, come quella italiana, dalla grande stampa, ha cercato di nascondere una verità che tutti potevano vedere barcollare e spesso cadere. Significa che i presidenti americani rappresentano vastissime e variegate lobbies che investono su di loro. Milioni di dollari volanti, ma tracciabili, in ogni campagna elettorale, con sembianze holliwoodiane, vengono ristorati a suon di armi, missili, droni e mercenari. Oggi la valanga green ci sta sommergendo. Copio (integralmente) quello che scrive Linkiesta, blog radical chic, ancora prima di essere piddino, rappresentante della corrente nato-occidentale, frutto dei miscugli prodiani che hanno generato il Partito Democratico. La corrente della segretaria, nonostante il peso di alcune cittadinanze che la spingono a mostrare una discreta sudditanza, pencola tra un putinismo da operetta e, con maggiore vigore, per la Palestina libera. Dal cilindro democratico degli States è uscita la Kamala Harris come unica risorsa. Il Clan Kennedy si era malamente esaurito, quello Clinton non se la sentiva di rischiare. Se Kamala non ce la farà, la destra italiana andrà ancora più a destra e i filoputinani di sinistra faranno festa, così (velenosamente) predicava questa mattina, la penna di punta e livore, Mario Lavia. Cadono le poche certezze maturate con la (presunta) vittoria europea, diventata una sconfitta nel conteggio finale. La fine della guerra in Ucraina e (finalmente) un brusco stop alla prepotenza di Netan, sconvolgono i panorami dei democratici, truccati alla riminese. Il Pd nonostante le divertenti trasgressioni di Chiamami Città, divisa fra gli ombrelloni portati da casa, di Biagini&Melucci e gli inviti del Sindaco a non rompere il giocattolo che permette solide maggioranze, godute da tutto il partito. Gnassi, amichevolmente Andrea, è un passato irripetibile a cui puoi aggiungere un personale aggettivo. Il futuro è nelle mani di Jamil. Finite le sconvolgenti visioni, bisognose di miracolose cure e manutenzioni, spesso costose, si sta dedicando ad un orizzonte composto da realizzazioni sociali necessitanti. Condivido il cambio di marcia. Era ora. Il turismo sparisce, per fortuna c'è la Fiera di Cagnoni. Merita il mausoleo. 
massimo lugaresi