venerdì 20 dicembre 2024

La Ducetta Bacchetta

Lo show della Ducetta in Parlamento è stato indigesto per l'ex partito comunista, abituato a presenze femminili diverse. Quella imposta da Romano Prodi, spesso esula dal politico per diventare una caricatura che non ha bisogno di sovvenzioni per rendersi ridicola. Non so come sia nata la scelta o l'imposizione di origine atlantica. La sinistra italiana è storicamente vicina ai problemi della Palestina, rinchiusa e colpita, non solo di rimessa dalla potenza israeliana, nutrita dagli States. La sconfitta dei democratici, rappresentati da Biden, personaggio barcollante anche eticamente, segna la svolta nella questione araba. L'Onu mostra evidenti segnali di inutilità. Un paravento dietro il quale i potenti del mondo celano le loro imprese. Presa larga (al solito) per arrivare allo show della nostra Ducetta. La culture imperante nel Pd lo avrebbe impedito sul nascere, troppo normale. Il radical chic sta fallendo nel mondo, assieme alla presunzione di essere sempre nel giusto e corretto. Verità ambientali imposte come le auto di Tavares. Il rampollo degli Agnelli, quello che litiga anche in famiglia, sempre per soldi, oltre ad avere concorso al dissolvimento della nostra Fiat per ragioni fiscali, ha aggiunto anche il meticoloso annichilimento della mia Juve. Impresa che ha consentito nel tempo e debiti di mostrare la regola del pareggio, quando va bene. Intanto Mario Lavia e Linkiesta, blog della corrente maggioritaria nei week end in piazza, mostrano comprensibile insofferenza per il dominio della Meloni. Una presenza femminile tra le più potenti nel mondo. Nel nostro parlamento, gli onorevoli nominati ministri, prendono molto più di quelli non eletti. Il Pd nella "sveltina" con il grillismo si è infettato di populismo stradale ed ha scatenato l'inferno parlamentare. Non era in gioco la paghetta di Landini.
massimo lugaresi